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Camminando sul filo della crescita economica
Economia, Dazi e l’Arte di Non Farsi Travolgere
L’economia globale assomiglia sempre più a un funambolo che avanza su una corda tesa tra venti favorevoli e raffiche impreviste. I dati degli ultimi giorni confermano una resilienza sorprendente: le vendite al dettaglio crescono, i consumatori tengono botta e le stime del PIL—come quelle della Fed di Atlanta (2,3%) e Dallas (2,5%)—sussurrano che la recessione non è dietro l’angolo. Persino i piani di spesa in conto capitale, spesso timidi nei periodi turbolenti, mostrano segnali di vitalità.
Ma se i fondamentali sorridono, i mercati finanziari continuano a oscillare tra euforia e sospensione del giudizio. L’inizio dell’anno ha regalato un cocktail di eventi: dall’esplosione di tecnologie AI low-cost ai dazi di Trump su Cina, Canada e Messico, passando per utili societari che sorprendono al rialzo (perché, si sa, gli analisti amano essere smentiti).
Il Dilemma dei Dazi: Quando la Politica Gioca a Risiko
I dazi sono diventati l’arma preferita di Washington—uno strumento contundente che, come un boomerang, rischia di colpire chi lo lancia. Secondo le stime, quelli annunciati dagli USA potrebbero alzare l’inflazione dell’1% e ridurre il PIL dello 0,8%, senza contare le ritorsioni di Pechino o di altri partner commerciali. Un ritorno al 1948, quando le barriere doganali erano la norma, non proprio il massimo per un’economia globale iperconnessa.
Eppure, c’è chi scommette che Trump possa fare marcia indietro dopo una vittoria politica—una mossa che, diciamocelo, trasformerebbe i mercati in un tripudio di green come dopo un derby di quartiere. Nel frattempo, le aziende USA si trovano a fare i conti con costi più alti e margini erosi, mentre gli investitori si chiedono se i multipli azionari siano ancora sostenibili. Guardate sopra il premio al rischio (ERP). Occorre essere pragmatici. L’indice di incertezza politica sta raggiungendo picchi visti solo 5 anni fa…
Liquidità, Banche Centrali e il Dilemma del “Cuscino”
Se c’è una certezza in questo scenario, è che le banche centrali continuano a fare da paracadute. Insomma, POLIZZA ASSICURATIVA bella e buona. Il 70% delle 30 principali istituzioni monitorate sta allentando la politica monetaria, con la Fed che potrebbe tagliare i tassi fino al 4,25% e la BCE navigare verso l’1,75%. Una marea di liquidità che, per ora, sostiene le asset class rischiose.
Ma attenzione: il cuscino della liquidità non è eterno. Ridurre l’esposizione azionaria globale a neutral—come suggeriscono alcuni analisti—potrebbe essere una mossa prudente, specie se si considera che un rally non dura in eterno (a meno che non viviate su Marte, dove forse le leggi della finanza sono diverse).
La Fed, l’Inflazione e il Gioco delle Tre Carte
Mentre la Fed cerca di bilanciare crescita e inflazione, gli investitori sono costretti a un esercizio di equilibrismo: puntare sulle azioni USA (ancora attraenti per utili solidi e dinamiche difensive) senza farsi sedurre da valutazioni tirate come elastici. E sì, perché se la storia ci ha insegnato qualcosa, è che gli elastici prima o poi schioccano.
Il messaggio è chiaro: l’economia regge, ma la geopolitica resta un rompicapo. I dazi sono come un temporale estivo—minacciano, ma potrebbero dissolversi in un amen. Nel frattempo, restare vigili, diversificare, e magari tenere un ombrello a portata di mano (o un po’ di liquidità in portafoglio) non guasta.
Perché, come ricorda un vecchio adagio di Wall Street:
“Il mercato può rimanere irrazionale più a lungo di quanto voi possiate rimanere solventi”.
E oggi, con i tweet che muovono gli indici più dei bilanci, la saggezza popolare torna più attuale che mai.
STAY TUNED!