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ITALIA e DEBITO PUBBLICO: sfida agli shock finanziari
Se c’è una cosa che la finanza ci insegna, è che il futuro è sempre più imprevedibile di quanto vorremmo ammettere. Lo vediamo quotidianamente sulle pagine di questo mio diario finanziario. Eppure, in un mondo dove i rendimenti dei titoli di Stato ballano come fossero in una discoteca anni ‘80, l’Italia sembra aver trovato un ritmo più stabile. O almeno, ci sta provando.
I recenti movimenti dei BTp, con quella fiammata che ha fatto tremare i polsi ai trader prima di rientrare parzialmente, sono l’ennesimo promemoria: gli shock esterni non sono un’ipotesi remota, ma una realtà con cui fare i conti. E mentre il Governo italiano cerca di costruire un argine contro questi venti avversi, i numeri iniziano a raccontare una storia interessante.
Meno spesa, meno rischi: il “cuscinetto” che (forse) salverà il Paese
Partiamo da un dato che fa sorridere, almeno un po’: la spesa per interessi passivi sul debito pubblico italiano è inferiore rispetto alle previsioni di pochi mesi fa. Non stiamo parlando di piccole cifre, ma di miliardi di euro risparmiati. L’Ufficio parlamentare di bilancio (Cliccate per vedere) ha aggiornato le stime, e il risultato è una curva più morbida rispetto a quella tracciata dal Governo nel Piano di bilancio.
Per il 2025, la spesa per interessi è stata rivista al ribasso di 3,1 miliardi rispetto alle previsioni di aprile. Nel 2026, il “risparmio” sale a 7,3 miliardi, e per il 2027 si arriva a un cumulo di 21 miliardi in meno rispetto alle stime precedenti. Certo, non stiamo parlando di un tesoretto da spendere in bonus o tagli fiscali, ma di un cuscinetto che potrebbe rivelarsi prezioso in caso di tempeste finanziarie.
E qui arriva il bello: mentre il debito pubblico italiano si avvicina alla soglia psicologica dei 3.000 miliardi di euro, questi risparmi rappresentano un piccolo ma significativo segnale di resilienza. Non è poco, considerando che il panorama internazionale è tutt’altro che tranquillo. E il mercato sembra voler premiare l’Italia. Basta guardare il nostro doppio indicatore Spread/CDS vs Germany per rendersene conto.
L’argine che (per ora) regge
Quindi come sta reggendo l’argine costruito dal Governo? A giudicare dai numeri, non male. Tra ottobre e dicembre 2023, i rendimenti dei BTp italiani hanno ridotto il differenziale rispetto al tasso privo di rischio (Ois) di 9 punti base, mentre i Bund tedeschi e gli Oat francesi hanno visto allargare lo spread rispettivamente di 23 e 30 punti base.
Insomma, mentre la Francia e la Germania navigano in acque più agitate, l’Italia sembra aver trovato una rotta leggermente più stabile. E questo nonostante il deficit aggiuntivo prodotto dalla manovra, che peserà nel medio periodo.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non ha mai fatto mistero della sua filosofia: prudenza, prudenza e ancora prudenza. Una linea che, almeno per ora, sta dando i suoi frutti. La decisione di contenere le richieste della maggioranza e di evitare misure fiscali troppo espansive ha contribuito a creare un clima di maggiore stabilità.
E mentre i mercati guardano con apprensione agli sviluppi politici post rielezione di Trump e alle incertezze della politica monetaria globale, l’Italia può contare su un argine che, almeno per il momento, regge. E lo stesso mercato dei Titoli di Stato “paga” un premio all’investitore in termini reali anche se in modo controllato (addirittura calante). Segno del “virtuosismo” del momento.
Conclusioni: la consapevolezza è tutto
Cosa ci insegna questa storia? Che la prudenza non è solo una virtù noiosa, ma un’assicurazione contro il futuro. Certo, i numeri non sono scolpiti nella pietra, e le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Ma in un mondo dove i rendimenti dei titoli di Stato possono cambiare direzione in un batter d’occhio, avere un cuscinetto di sicurezza non è un lusso, ma una necessità.
E allora, cari lettori, la prossima volta che sentirete parlare di “prudenza” in finanza, non storcete il naso. Potrebbe essere l’unica cosa che vi salverà dal prossimo shock. Perché, come diceva qualcuno, nella finanza come nella vita, è meglio avere un paracadute e non usarlo, che il contrario.