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THE BIG THURSDAY: inflazione, lavoro e BCE
Ormai tutti i giorni offrono qualche evento o qualche novità che merita attenzione. Perché lo sappiamo benissimo, stiamo camminando sulle uova, l’inflazione sta diventando invasiva anche se non dappertutto, con tutte le problematiche legate alla carenza di materie prime ed il rischio di un raffreddamento economico che potrebbe comportare una revisione delle stime di crescita, con ovvie ripercussioni su prospettive, aspettative e sentiment.
Però oggi è un giorno molto importante proprio per il peso specifico di quanto andremo a vedere.
BANCHE CENTRALI: la parola alla BCE
Tutti concentrati soprattutto sul meeting BCE odierno, con gli investitori che cercheranno segnali sul futuro degli acquisti Pepp e in generale su un eventuale cambio di passo rispetto all’attuale approccio ultra-accomodante. Attenzione però. Detto prima, l’inflazione non è uguale dappertutto e quindi in Europa siamo ancora molto più indietro di Cina ed USA. Quindi è troppo presto per parlare di ‘tapering’, ma non si può escludere sulla possibilità che la discussione sull’argomento prenda il via, visti i progressi delle campagne vaccinali e i miglioramenti economici in atto, che dovrebbero riflettersi anche sulle nuove proiezioni macroeconomiche dello staff. Occhio quindi alle proiezioni, alla forward guidance e alle stime, perché per il breve termine mi aspetto il “nulla di nuovo”.
INFLAZIONE USA
Eccoci qui al momento cruciale della settimana. Le attese sono per un ulteriore rialzo dei dati spot di maggio. Occhio però che la stessa FED ha più volte dichiarato che conta per loro molto di più il dato medio, che quindi è appurato da eventuali picchi anomali (come quelli che dovremmo vedere in questi mesi. Uso il condizionale perché qui sta la differenza tra dato strutturale e momentaneo). Una lettura forte alimenterebbe i timori di un ridimensionamento dello stimolo da parte della Fed prima del previsto. Una curiosità. I tassi del decennale nel frattempo stanno tornando a scendere.
MERCATO del LAVORO USA
Non sottovalutate questo dato, anche se ha una valenza più di medio termine e meno per il breve. Infatti nel primo pomeriggio attese anche le nuove richieste settimanali di disoccupazione, altro dato attentamente monitorato dalla Fed, viste in calo a 370.000 – sarebbe il livello più basso da quasi 15 mesi – da 385.000 di una settimana prima. L’avvicinarsi ad ampie falcate alla piena occupazione porterebbe ad un tapering più prossimo. E se poi iniziano anche a salire i salari…
Quindi mai come oggi… STAY TUNED!