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WALL STREET: keep calm and the trend is your friend!
Dopo aver ricevuto l’esito delle elezioni USA, i mercati sembrano rasserenati e anche la mani forti riducono le loro coperture. Ora occorrerà capire se il rally continuerà da subito o se arriverà una correzione, senza intaccare il trend di lungo termine. Ennesima analisi del COT Report sullo SP500. (Guest post)
Cari amici, nella settimana delle elezioni presidenziali Usa, anche i mercati finanziari internazionali anno espresso il loro voto. Un voto molto più netto e deciso di quello espresso dai cittadini statunitensi. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ha infatti registrato un balzo in avanti monstre, pari al 7,32 %, ed oggi quota nuovamente sopra i 3.500 punti. E’ dunque del tutto evidente che hanno accolto con grande favore il cambio della guardia alla Casa Bianca. Un vero e proprio paradosso per un presidente uscente imprenditore, considerato dai più un fervente amico dei mercati. In realtà le sue scelte, aldilà delle apparenze di facciata, non erano molto condivise dagli operatori di mercato. Si era addirittura messo in testa di fermare e sovvertire il processo di globalizzazione economica che costituisce, ormai da tempo, il tratto saliente della nostra epoca. E poiché la politica è solo una sovrastruttura dell’economia, era del tutto evidente e scontato che la struttura, ovvero il sistema economico, l’avrebbe prima o poi defenestrato e sostituito. Insomma ha dimostrato di non aver ben compreso la lezione darwiniana, secondo cui a sopravvivere non sono i più forti, bensì coloro che dimostrano una migliore capacità di adattamento all’ambiente in cui vivono. Nel suo caso questa capacità d’adattamento è completamente mancata. Nell’epoca dell’economia globale ha infatti imposto antiquati dazi doganali, alzato e riesumato medievali ponti levatoi, e strizzato addirittura l’occhio alle tesi razziste di coloro che ancora propugnano la supremazia della razza bianca. Alla luce di queste considerazioni, la presidenza di Donald Trump potrebbe esser considerata come un incidente della storia. Ma a mio modesto avviso non lo è. Il suo ancora largo e consistente consenso testimonia e denuncia, infatti, che lo sviluppo economico e sociale della nostra epoca è ancora molto controverso ed ineguale. Sarà pertanto necessario, negli anni a venire, governare con maggiore equilibrio ed attenzione sociale gli sviluppi della nuova economia globale. Trump è stato defenestrato, e ciò è senz’altro un bene, ma i problemi da risolvere restano ancora tutti sul tappeto. C’è da augurarsi pertanto che gli Usa di Biden riprendano velocemente il ruolo guida avuto nel secondo dopoguerra, ed insieme all’Europa, trattino con la nuova potenza, ossia la Cina, un nuovo e più equilibrato governo dell’economia e del Mondo. Un augurio il mio, il cui esito sarà, ed è quasi superfluo dirlo, costantemente monitorato dai mercati, che quotidianamente ci terranno informati sugli sviluppi.
In attesa di tali sviluppi, andiamo ad esaminare cosa ci indica, al momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, nell’ultima settimana, probabilmente a causa delle incertezze e delle polemiche elettorali, ha subito un vero e proprio tonfo, cede infatti l’1,92 %, e retrocede a quota 92,32. I prezzi delle commodities stornano anch’essi, ma in misura molto più lieve, cedono infatti solo lo 0,56 % in termini reali, e lasciano intendere che la ripresa dell’economia è ancora ben lungi dall’arrivare. Segnali in tal senso giungono anche dal mercato obbligazionario. Il rendimento del bond decennale americano retrocede infatti di 5 bps, ed arretra a quota 0,82 %. Il rendimento dei bond a 2 anni, invece, resta immobile a quota 0,16 %. L’inclinazione della yield curve Usa, pertanto, si contrae sino a 66 bps, e ciò conferma le difficoltà di ripresa dell’economia Usa. Del mercato azionario, abbiamo già accennato. Recuperato con gli interessi il pesante storno della scorsa settimana, con quotazioni sempre molto prossime ai loro massimi storici.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 20.458
Large Traders : + 17.336
Small Traders : + 3.122
Si riconferma, pertanto, la nuova ed incerta configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 10.378 contratti. Variazioni di segno opposto a quelle delle due precedenti settimane. In particolare, i Commercial traders, ovvero le MANI FORTI di questo mercato, passata la bufera delle elezioni, riacquistano l’intero lotto dei 10.378 contratti long, e riducono l’entità della loro posizione di copertura, Net Short. I Large traders, invece, cedono ben 10.254 contratti long, e riducono di conseguenza la loro esposizione ai mercati, ma la loro posizione resta ancora Net Long. Gli Small traders, infine, restano quasi a guardare, cedono infatti solo 124 contratti long, e permangono, seppur di misura, ancora in posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana sembrano voler prefigurare una situazione prossima ventura di maggiore tranquillità. Le Mani Forti riducono infatti il loro precedente livello di copertura. Evidentemente ritengono che il nuovo assetto politico Usa apporterà maggiore serenità sia dal punto di vista sociale, che economico. Sembrano voler dar fiducia al nuovo presidente Joe Biden. Prima di prender posizione attenderanno credo il suo insediamento ufficiale, e le sue iniziali decisioni. Ma gli Usa non sono più il centro del Mondo, guarderanno credo anche ai dati dell’ormai enorme economia cinese, che sembrano alquanto beneauguranti. Insomma credo che il quadro prospettico sia più incoraggiante di quello delle scorse settimane. Non ho pertanto motivi per mutare la mia view di fondo che ben conoscete, anzi la riconfermo con accresciuta fiducia. A mio avviso, eravamo e restiamo in un trend rialzista di carattere secolare.
Mercato dunque in fiducia, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. Nel corso di questo travagliato 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra un guadagno del 2,10 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha subito una perdita del 16,44 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance del 18,54 %, che riconferma la bontà del mio approccio operativo. Nei precedenti 7 anni il mio trading system ha infatti conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 150 %. Questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, modifico, l’assetto del mio portafoglio, innalzo cioè dal 57,5 al 70 % le mie posizioni long, e riduco nel contempo dal 42,5 al 30 % le mie posizioni short, ossia assumo una posizione Net Long pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS