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WALL STREET: e a New York è sempre calma piatta!
Se in Europa la situazione sembra più tesa, a Wall Street invece non ci sono particolari novità da segnalare dal COT Report. il CFTC ci comunica calma piatta, il mercato ha già digerito il prossimo rialzo dei tassi. E poi si vedrà [Guest post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i mercati finanziari internazionali hanno registrato, come temevamo, una ripresa della volatilità sull’intero scenario intermarket. Niente di paragonabile agli episodi d’inizio d’anno, ma solo un ritorno ad una situazione di normalità, dopo un periodo abbastanza soporoso.
S’intravvede, inoltre, soprattutto negli Usa, qualche tensione inflattiva, soprattutto sul fronte salariale. Del tutto normale in un’economia in piena occupazione. I mercati confermano, altresì, la divaricazione, in essere già da qualche mese, tra gli andamenti effervescenti dell’economia Usa, e quelli molto più moderati del resto del Mondo. Riprezzato al ribasso anche il rischio Italia. I nostri governanti sembrano, infatti, aver capito che non possono permettersi di sfidare i mercati, e s’apprestano ad una finanziaria molto più moderata dei primi annunci, che preserva l’equilibrio dei nostri conti pubblici.
Come accennato, lo scenario intermarket registra un certo ritorno della volatilità, seppur ancora cauto ed alquanto contenuto. In particolare, il dollaro index si conferma abbastanza tonico, cresce infatti dello 0,24 % e raggiunge quota 95,40. Le commodities, invece, accentuano le loro recente debolezza, cedono infatti un ulteriore 1,1 % in termini reali, e testimoniano il rallentamento in corso su molte economie diverse da quella Usa. Divaricazione Usa – resto del Mondo, molto visibile anche in ambito obbligazionario. I tassi dei bond decennali americani, infatti, lievitano di ben 8 bps, e si riportano a quota 2,94 %. I rendimenti dei bond a 2 anni lievitano anch’essi di 9 bps, e raggiungono quota 2,71 %, il massimo degli ultimi 10 anni. L’inclinazione della yield curve Usa rimane comunque ancora positiva, il differenziale ( 10 – 2 ) è infatti ancora pari a 23 bps.
Si discute molto sull’attuale configurazione della curva dei rendimenti Usa. Le esperienze del passato ci dicono che l’attuale progressivo appiattimento può durare ancora a lungo, prima d’invertire. Molto dipenderà dalle prossime decisioni della FED che dovrà agire con accortezza in tema di rialzi dei tassi. Wall Street, nel frattempo, si prende una salutare pausa, dopo i rialzi degli ultimi mesi. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ritraccia infatti dell’1,03 % e retrocede a 2.871,68 punti.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 118.045
Large Traders : + 83.063
Small Traders : + 34.982
Trova, quindi, ancora conferma, e si consolida la configurazione del mercato dei derivati azionari Usa in voga ormai da ben 9 mesi. In quest’ultima settimana, registriamo, variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 14.449 contratti. In particolare, in quest’ultima ottava, i Large Traders, operatori trend-following, mostrano ancora fiducia sulla tenuta del trend rialzista, acquistano infatti altri 8.056 contratti long, e consolidano la loro già pingue posizione Net Long, sopra le ottantamila unità. Gli Small Traders si mostrano anch’essi fiduciosi, acquistano infatti altri 6.393 contratti long, e consolidano la loro posizione rialzista, Net Long, sopra le trentamila unità. I Commercial Traders, infine, prendono atto dell’accresciuta fiducia degli altri operatori, a cui cedono l’intero lotto dei 14.449 contratti long, accrescono quindi la loro abituale posizione di copertura, Net Short, ben oltre le centomila unità. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, come detto, confermano e rafforzano l’assetto corrente del mercato dei derivati azionari Usa. Non s’intravvedono quindi all’orizzonte imminenti e marcati mutamenti di trend nei mercati azionari Usa.
I ribassisti non s’illudano, la correzione della scorsa settimana è del tutto fisiologica, anzi potrebbe rilevarsi addirittura salutare per preservare l’armoniosità e l’equilibrio del trend in corso. Gli operatori dei mercati credo aspettino le prossime decisioni della FED in tema di tassi, e solo dopo decideranno quale comportamento assumere. In realtà, come dimostrano anche gli accadimenti di quest’ultima ottava, il rialzo dei tassi di settembre sembra essere già stato scontato dai mercati.
Quello che temono, e che non vogliono, è il quarto rialzo tassi dell’anno, quello previsto per dicembre. Se ci sarà vorrà dire che nel frattempo le pressioni inflattive si saranno fatte più marcate. A quel punto sarà del tutto lecito attendersi un cambio d’atteggiamento, ed un mutamento di trend. Se, infatti, i costi dei fattori produttivi lievitano, gli utili aziendali si ridurranno, e di conseguenza caleranno anche le attuali quotazioni azionarie. Ma un discorso ancora prematuro, sino ad allora credo che non assisteremo a nessun mutamento significativo del trend rialzista in corso.
Confermo pertanto la mia View, moderatamente positiva, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi, e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, ha conseguito un guadagno del 7,16 %, performance nettamente superiore a quella registrata dal nostro Ftse All Share, che registra, nel contempo, una perdita del 6,19 %. Conseguita, pertanto, una sovra- performance del 13,35 %, che conferma tutte le prerogative del mio trading system, che nei passati 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %. Ciò premesso, in coerenza con quanto sopra esposto, questa settimana non muto l’assetto del mio portafoglio, confermo cioè il 65 % delle mie posizioni long, ed il 35 % delle mie posizioni short, ossia una posizione Net Long moderata, pari al solo 30 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas