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Uno, Dos, TRIA: welcome back to reality!
Ben risvegliati! Si, perché ieri il neo ministro dell’Economia, Giovanni Tria se n’è uscito con un discorso che, se fatto un mese fa, avrebbe probabilmente evitato quel mini terremoto che ha avuto come vittime il FTSEMIB e le banche in esso quotate, e ovviamente lo spread BTP Bund.
Purtroppo però il passato è passato e non si può tornare indietro.
Ma il discorso di Tria (per fortuna) profuma di realismo e mi tranquillizza (nel breve termine) in quanto non inventa nulla di folle e per certi versi, riparte da dove Padoan aveva lasciato.
(…) Le sfide economiche dovranno “essere affrontate nel segno della continuità con le politiche adottate nel passato”. A dirlo è il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, secondo il quale in questo modo si potrà “gestire al meglio il presente, per verificare l’aderenza delle strategie intraprese rispetto al contesto economico e giuridico fortemente e contraddittoriamente in continua evoluzione, nonché per pianificare con lungimiranza il futuro”. (…) [Source]
Uno smacco per il popolo di sognatori che avrebbe immaginato un Ministro totalmente contro il sistema ed antirealista. Ed invece eccolo qui, Giovanni Tria, pronto a calarsi nella parte. Ma non solo. Il Ministro ha anche detto che:
(…) Il livello di deficit ha detto il ministro ieri in Parlamento, «sarà oggetto di una seria riflessione in sede di predisposizione del nuovo quadro programmatico», a settembre, «in stretta collaborazione con la Commissione Ue, e si individuerà il percorso più adeguato all’attuale contesto economico e al perseguimento dell’obiettivo di riduzione del debito». (…) [Source]
Settembre? Scelta non casuale. Tria prende tempo, il deficit è un argomento delicato a parlarne a settembre sarà meglio, perché sa benissimo che l’economia sta rallentando in Europa. In primis in Germania, la locomotiva dell’Eurozona che proprio in quel periodo potrebbe vedersi concretizzare il grande spauracchio degli ultimi mesi (VEDI QUI), ovvero i dazi commerciali.
E poi c’è il petrolio e poi ci sono le tensioni interne politiche e poi c’è la grana di Deutsche Bank, di Commerzbank e delle Casse di Risparmio teutoniche. Insomma, la Germania potrebbe trovarsi in difficoltà e quindi sarà più semplice arrivare a concordare uno sforamento. E allo stesso tempo, si capirà meglio lo status economico del Bel Paese.
Ma è anche chiaro che “comprando tempo” si avrà modo di limare ulteriormente tutte le promesse che potranno essere solo di “marinaio”, vista la volontà di “proseguire i discorsi fatti da Padoan”.
In conclusione, la posizione manifestata da Tria mi fa tirare un sospiro di sollievo e quindi mi dà un po’ si speranza in più. Anche se i prossimi mesi rischiano di diventare molto pesanti per qualche fantasioso personaggio fresco di politica, in quanto Tria ha praticamente fatto outing economico: l’Italia vive in uno stato economico deteriorato, con un debito pubblico fortemente preoccupante che può essere “abbatuto” solo con la crescita economica che, ahimè, rischia di scemare. Ed il rischio è che nel rapporto debito/PIL, il numeratore cresca più del denominatore.
Welcome to reality.
PS: perdonatemi il gioco di parole del titolo, ma TRES poteva solo essere sostituito con TRIA, decisamente più coerente col post.
STAY TUNED!
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Effettivamente la formazione è il futuro: un professore di Harvard disse che, se sembra che l’istruzione costi molto, basta pensare quanto costa l’ignoranza.
bentornati alla realtà si di andare dritti verso la catastrofe se non si cambia paradigma. cosa ne pensa di questo intervento? mi piacerebbe sentire una sua considerazione visto da che parte si trova https://www.youtube.com/watch?time_continue=257&v=k7x8Qfh5nSE
Per rubare ai poveri per dare ai ricchi ci sono vari modi: un altro è quello (che Tria non didegna) di aumentare l’iva e mettere la flat tax.
il punto è che con il volume da leggere delle istruzioni i contribuenti non addetti ai lavori si recano da anni al caf o dal commercialista, e non sanno fare il calcolo di quello che stanno pagando attualmente
alplet@finanza,
Io spero che il nuovo governo appronti piani B,C,D ecc per l’euro, dato che Weidman si avvicina, preferirei non essere cornuto e mazziato. Poi per il resto si ha in italia la classe dirigente in grado di realizzare e la popolazione in grado di capire lo spostamento di risorse verso l’istruzione e raccogliere i frutti dopo 30 anni?