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WALL STREET: pausa in ambiente lateral-rialzista

Scritto il alle 14:29 da Lukas

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Tante le incognite sui mercati. Sopratutto gli effetti dei dazi di Donald Trump stanno avendo effetti sul sentiment degli investitori. Analisi del COT report prodotto dal CFTC [Guest post]

Cari amici, l’ottava appena trascorsa, non ha fornito significative e probanti indicazioni circa la direzione futura dei mercati finanziari internazionali. Restano, infatti, ancora molti i fattori d’incertezza e gli interrogativi che gravano sulle dinamiche future dell’economia mondiale. I nuovi dazi commerciali Usa non contribuiscono certo a rasserenare il clima, anzi potrebbero innescare una vera e propria guerra commerciale, che si sommerebbe con la guerra valutaria già in corso da almeno un anno.

Ma come ben sapete non sono questi gli unici fattori d’incertezza. Diversi interrogativi gravano, infatti, anche sulle prossime decisioni di politica monetaria della FED, sugli effetti della nuova politica fiscale Usa, nonché sul ritorno dei populismi in Europa, fragorosamente testimoniato dall’esito delle recenti elezioni italiane. Insomma i fattori d’incertezza non mancano, molto probabile pertanto attendersi il permanere di una volatilità marcata su tutti i mercati finanziari internazionali.

Come accennato in premessa, in quest’ultima ottava, non sono pervenute significative indicazioni dai vari settori dello scenario intermarket. Il dollaro Usa, s’apprezza dello 0,2 %, ma non si può certo parlare d’inversione di tendenza. Negli ultimi dodici mesi il deprezzamento è infatti ancora pari all’11%. Il dollaro debole, peraltro, fà parte integrante della nuova politica economica Usa, che vuole con determinazione ridurre l’ingente deficit commerciale americano. Inutile pertanto farsi illusioni, dovremmo conviverci per molti anni credo. Contrariamente alle attese, il deprezzamento del dollaro non ha sinora favorito un equivalente apprezzamento del valore delle commodities. Le stesse, infatti, in termini reali, risultano anch’esse in calo del 6,6 % negli ultimi dodici mesi. Ciò ingenera molti dubbi ed interrogativi sugli effettivi tassi di crescita futura dell’economia mondiale.

Al riguardo, più fiducioso si dimostra il mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali Usa, in quest’ultima ottava, hanno raggiunto infatti il 2,90 %. Negli ultimi 12 mesi i loro rendimenti sono lievitati di 32 bps. Non proprio un incremento entusiasmante come qualcuno vuol far credere. Ciò accresce la mia convinzione che non ci sia in atto alcuna accelerazione della crescita economica, e tantomeno un ritorno sulla scena dell’inflazione. Ciononostante si danno per certi, nel corso dell’anno, reiterati aumenti dei tassi ad opera della Fed. Evidentemente nutrono maggior ottimismo, e s’attendono una crescita economica ben più sostenuta dell’attuale. Verificheremo nei prossimi mesi se tali attese si riveleranno fondate.

Anche i mercati azionari, nonostante le fibrillazioni recenti, non sembrano al momento accreditare particolarmente il ritorno di uno scenario inflattivo. Non a caso nell’ultima settimana il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, ha rimbalzato del 3,54 % e si è riportato a quota 2.786,57 punti.

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 70.733
Large Traders : + 43.851
Small Traders : + 26.882

Si conferma e si consolida la storicamente volatile configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava registriamo variazioni nelle posizioni dei diversi operatori, pari 15.997 contratti. In particolare, i potenti Commercial traders, evidentemente convinti che le incertezze non siano ancora finite, cedono l’intero lotto dei 15.997 contatti long, e consolidano la loro abituale posizione di copertura, Net Short.
I Large Traders, invece, riacquistano 6.212 contratti long e rimpinguano la loro sempre solida e convinta posizione Net Long. Gli Small Trades, infine, acquistano anch’essi 9.785 contratti long e rafforzano alquanto la loro posizione Net Long. Le movimentazioni di quest’ultima settimana, consolidano l’assetto del mercato dei derivati azionari Usa, in auge ormai da oltre 3 mesi, ossia dal 05/12/2017. Dal momento del suo esordio, l’S&P 500 ha registrato una crescita del 5,09 %. Crescita tuttavia non proprio lineare, nel corso del periodo in esame si è infatti passati da una crescita massima dell’8,35 %, ad una perdita dell’1,2 %. Un’escursione davvero ingente, pari al 9,55 % in soli 3 mesi, che conferma le caratteristiche peculiari della stessa, ossia quella di essere una configurazione particolarmente erratica, volatile ed incerta. Il consolidamento della stessa, avvenuto nell’ultima ottava, m’induce a pensare che la stessa non sia affatto al suo epilogo, anzi sembra aver l’intenzione di voler durare ancora a lungo. Ribadisco pertanto la mia vision a medio termine, dopo 2 anni di ininterrotti rialzi, già da 3 mesi siamo entrati in una fase molto più volatile e complessa, in cui l’attività di trading  divenuta oggettivamente più ardua e difficile. Non intravvedo però le condizioni per l’avvio di un bear market.

L’assetto del mercato dei derivati azionari Usa, nonché le attuali condizioni dello scenario intermarket non lo lasciano infatti presagire. Lo scenario è volatile, ma il trend resta ancora lateral-rialzista, bisognerà quindi operare con cautela ed affidarsi, ancor più che in passato, alle proprie capacità di stock picking, per conseguire delle performance.

Futuro che si prospetta, quindi, ancora volatile per i mercati azionari, che cercherò, comunque, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. In questo movimentato inizio d’anno, il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, ha conseguito una lieve perdita, pari allo 0,41 %. Performance inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari nel contempo al + 3,50 %. Una sotto-performance del 3,91 %, che evidenzia le difficoltà operative di quest’ultimo periodo, ma che non fa venir meno la fiducia nel mio trading system, che negli ultimi 5 anni ha conseguito una sovra-performance media annua pari al 16 %. Ciò detto, in coerenza con l’analisi sopra esposta, questa settimana divento leggermente più ottimista, innalzo cioè dal 60 al 67,5 % le mie posizioni long e riduco dal 40 al 32,5 % le mie posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long limitata al 35 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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