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ETF grandi protagonisti: la gestione passiva regna (e mette a rischio i mercati)
Nei post precedenti ho più volte citato come uno dei fattori più importanti da considerare, l’evoluzione dal punto di vista tecnologico dei mercati finanziari.
Grazie a software sempre più potenti e precisi, sono stati creati dei sistemi incredibili che gestiscono tonnellate di denaro. Sono ovviamente i software protagonisti nella gestione passiva degli ETF, i grandi protagonisti del mercato.
Della potenza e della pericolosità, permettetemi, di questo fenomeno ne abbiamo avuto un assaggio qualche mese fa, quando una vendita repentina di un forte volume di quote del maestoso ETF SPDR Gold Trust, se non erro il possessore numero 7 al mondo per quantità di oro fisico detenuto, ben oltre la quantità detenuta da diverse banche centrali, ha generato un crollo importante del metallo giallo che è sceso dalle stelle (area 1800 $/oz) alle stalle (area 1200 $/oz) in pochi mesi.
Malgrado questa debacle, gli ETF sono cresciuti a dismisura, sia dal punto di vista numerico he dal punto di vista qualitativo e dimensionale. Cosa c’è di più efficiente? Si può comprare un intero listino con una transazione, il loro valore è sempre in linea col mercato (questo vale per i più liquidi), si possono comprare e vendere con estrema velocità e sono anche molto economici. Quindi sono perfetti NON solo per i piccoli risparmiatori. Anzi, sottolineo, sono eccellenti soprattutto per i grandi money manager. Non è infatti un caso che i fondi comuni e le SICAV ne siamo pieni zeppi ed addirittura le banche centrali siano grandi compratori di prodotti passivi. Per esempio, voi avete una vaga idea di quanti ETF abbia in pancia la Bank of Japan, più conosciuta come BOJ?
Ma questa è un’altra storia.
Intanto però voglio portare alla vostra attenzione un grafico che forse vi sembrerà banale, ma banale non è in quanto fotografa il cambiamento epocale della pelle del mercato. Domina la gestione passiva, dominano i computer ed i trading system, domina l’intelligenza artificiale…
Questo grafico è eloquente. Ed a contribuire in modo determinante è stata poi proprio la politica monetaria che ha generato tantissima liquidità che NON viene investita nel ciclo economico ma nella finanza. Ed in che modo? Nei comodi ed economici ETF oppure in prodotti Absolute Return o Total Return.
Che differenza c’è tra queste due categorie di investimento?
Possiamo definire come Absolute Return quei prodotti che hanno l’obiettivo di generare un rendimento positivo su un periodo non superiore ai 12 mesi. Essi dovrebbero essere in grado di conseguire questo risultato indipendentemente dalle condizioni di mercato, grazie alla possibilità di assumere posizioni corte sulle differenti fonti di rendimento e/o di spostare gli investimenti verso la liquidità o suoi succedanei.
Invece la definizione di Total Return fa invece riferimento a quei prodotti che presentano una forte focalizzazione sulle “best ideas”, si caratterizzano per elevata ricerca dell’Alpha e strategie non vincolate a pre-definiti indici di riferimento ed hanno come obiettivo di rendimento quello di raggiungere un certo traguardo annuo, utilizzando comunque i vari strumenti finanziari tradizionali al’ interno del loro portafoglio.
Sintetizzando, i TR mirano a generare un ritorno aggiuntivo rispetto ai rendimenti di un determinato benchmark, gli AR investono in tutte le classi di attivo, sempre in ambiente long-short e possibilmente con leva finanziaria, mentre il sottostante è generalmente costituito da derivati.
E da cosa sono costruiti questi prodotti? La maggior parte di essi proprio da ETF o similari.
Perché parlo di “pericolosità”?
Perché, proprio come è successo per l’oro nel periodo prima citato, i prodotti passivi permettono ai possessori grande manovrabilità. E se capita che arriva un sell off con tanto di correzione? Il rischio è che scattino gli stop loss e da un sassolino…si arrivi alla frana. Chi potrebbe fermare questo fenomeno? Di certo NON chi ha creato la liquidità che potrebbe solo fungere da spettatrice, magari cercando di frenare il crollo con qualche alchimia strana, senza però riuscirci pienamente.
A dire il vero, le banche centrali ed il sistema finanziario in genere, può solo fare una cosa: evitare che tutto ciò accada, mantenendo lo “status quo”. Leggasi: volatilità ai minimi termini.
Che ci riescano all’infinito lo dubito. Intanto però, fino ad adesso, ci sono riusciti.
STAY TUNED!
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per prima cosa voglio ancora ringraziare Danilo per i preziosi e precisi commenti che ci riporta in secondo luogo vorrei porre un quesito che mi ronza per la testa.
Premesso che, come si è detto più volte, una parte significativa della crescita di alcuni listini azionari è stata causata dalle iniezioni di liquidità da parte delle varie banche centrali, il dubbio che mi si pone è il seguente: a chi può giovare la fine delle varie iniezioni di liquidità unito ad un probabile rialzo dei tassi e, per finire, la liquidazione degli asset detenuti dalle vaie istituzioni (BCE, FED etc).
A mio parere non è gradito ai governi che dovranno ù alti degli attuali pagare interessi più alti degli attuali sul loro debito, alle varie società che oggi emettono obbligazioni a tassi risibili.
Probabilmente gli unici a rallegrarsi potrebbero essere gli investitori privati che potrebbero vedere , finalmente, un poco di remunerazione dall’investimento in obbligazioni..
Il rischio di una manovra “restrittiva” sarebbe anche quello di rompere un giocattolo, il mercato azionario, che comunque specie in USA è cresciuto notevolmente.
La mia provocazione è la seguente: se le istituzioni monetarie non avessero nemmeno lontanamente il pensiero di seguire la strada restrittiva potremmo parlare di QE infinito con borse che continuano a crescere incuranti dei missili, degli attentati e quant’altro, nessuno si preoccuperebbe del futuro delle economie reali ma, a mio vedere, non mi sembra che siano stati fatti dei grossi passi avanti in questo senso.
A tal proposito ho visto che, negli USa, il numero di persone che utilizzano i food stamps è praticamente invariato dal 2012: circa 46 milioni di persone…. alla faccia della ripresa economica.
Un ultima domanda: visto che ina America è terminato il QE mi sono posto il quesito oggi chi compra le obbligazioni di Stato USA che prima comprava la FED?
Dobbiamo rassegnarci a vedere il mercato obbligazionario come destinato a scomparire per sempre per cui l’unica alternativa possibile è comunque la Borsa?.
Grazie anticipate a tutti.
Innanzitutto grazie a te. Non per nulla continuo a dire che si sta cercando una exit strategy che sia la meno traumatica possibile….
Prova a paragonarlo all’andamento di Wall Street. Diventa di certo più interessante….
articolo fuori tema. Qual’è la massa sotto gestione di fondi di investimento e sicav a livello globale? e quella in etf ? che rapporti ci sono? Ecco, guardateli e vedrete che il peso degli ETF non conta una beata mazza!
Certo, intanto quanto è aumentata la quota di ETF all’INTERNO di fondi e SICAV?
E quanto i fondi passivi sono diventati fondamentali in quei prodotti che dovrebbero essere attivi?
Il rapporto è di 8/9 volte a 1. Inoltre, hai idea di come funziona un ETF? Mai sentito parlare di creation and redemption in kind? mai sentito parlare di etf swap based? chi muove il mercato sono hedge fund, in primo luogo e fondi/sicav, i quali detengono direttamente le azioni.
In generale gli etf sono efficaci, ma (in Italia) hanno lo svantaggio di avere una tassazione non troppo favorevole: cioè non si possono recuperare le minusvalenze, ove ci siano.