WALL STREET: ma ci sarà il solito Rally di Natale?
GUEST POST – Ormai è evidente un quadro in deterioramento, tanto che il tradizionale rally di Santa Claus potrebbe non essere così scontato. Analisi dei dati del CFTC secondo la personale visione di Lukas.
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, la prolungata debolezza delle quotazioni delle commodities, ed in particolare il crollo verticale delle quotazioni del petrolio, che evidenziano già da tempo seri interrogativi sulle prospettive di crescita futura dell’economia mondiale, si è ripercossa inevitabilmente su tutti gli altri comparti dei mercati finanziari internazionali.
Lo scenario intermarket ha infatti registrato, dopo mesi di ininterrotti rialzi, uno storno delle quotazioni del dollar index dell’1,1 %, ed il conseguente apprezzamento del rapporto di cambio EURUSD, ritornato nuovamente nei pressi di quota 1,25 . Forza del dollaro Usa, che per mesi ha celato la debolezza persistente delle quotazioni delle commodities, manifestatasi invece con fragore nelle ultime 3 settimane, durante le quali hanno registrato un’ulteriore caduta, in termini reali, del 6,2 %. La pesante pressione deflazionista del mercato delle commodities, in quest’ultima settimana, ha finito inevitabilmente per estendersi anche al mercato obbligazionario. Il bond decennale Usa segna, infatti, un tasso del 2,08 %, ossia 23 bps in meno della scorsa settimana, e ben 95 bps sotto il rendimento che si registrava ad inizio d’anno. Ancor peggio Il bund tedesco, che testimonia tutte le difficoltà della zona euro, e che registra un nuovo minimo storico dei suoi rendimenti, oggi pari all’inverosimile quota dello 0,62 %, in calo di ulteriori 16 bps rispetto alla scorsa settimana, e ben 131 bps sotto i rendimenti d’inizio d’anno. La pressione deflazionistica, infine, si è fatta sentire anche sui mercati azionari, sinora rassicurati dalle politiche monetarie ultra espansive delle diverse Banche Centrali. Il nostro benchmark azionario di riferimento, l’S&P 500, ha infatti registrato uno storno settimanale ingente, pari al 3,52 % , mentre storni più pesanti si sono registrati sulle borse europee, ed in particolare su quella italiana, che ha perso in settimana ben il 7,4 %.
Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 61.851
Large Traders : + 32.835
Small Traders : + 29.016
Si riconferma pertanto la configurazione generale del mercato dei derivati azionari Usa affermatasi nelle ultime settimane. In quest’ultima ottava le movimentazioni dei diversi operatori risultano alquanto modeste e pari a soli 5.467 contratti. In particolare, gli Small Traders, come sempre accade nelle fasi di storno, si trovano dalla parte sbagliata del mercato, si mostrano cioè più fiduciosi che in passato, acquistano l’intero lotto dei 5.467 contratti long, e consolidano la loro abituale posizione Net long. I Large Traders, invece, dopo aver nelle scorse settimane, manifestato a torto maggiore ottimismo, sembrano seppur parzialmente voler ritornare sui propri passi, e cedono 2.415 contratti long. I Commercial Traders, infine, dopo il forte intervento a sostegno del mercato del mese scorso, confermano il loro progressivo disimpegno, e cedono ulteriori 3.052 contratti long. Se ben ricordate nelle passate settimane avevo espresso tutte il mio scetticismo sul travolgente up-trend in corso sui mercati azionari, che in quest’ultima settimana ha trovato piena conferma. Scetticismo fondato non solo sui dati del Cot Report, ma anche su numerose divergenze con strumenti ed indicatori finanziari da sempre correlati all’andamento dei mercati azionari.
Devo peraltro ammettere che anch’io, compiendo un grave errore in termini di disciplina di trading, nell’ultima settimana, ho colpevolmente derogato alle suddette indicazioni, dando un peso eccessivo alla statisticamente favorevole stagionalità dei mercati azionari. In realtà il mercato azionario potrà anche rimbalzare nuovamente nelle ultime settimane dell’anno, ma i miei indicatori segnalano ancor oggi una divergenza ribassista di circa il 10 % dagli attuali livelli dell’S&P 500. L’unico motivo di consolazione della passata settimana è stato quello di vedere il livello dell’S&P 500 a soli 5 punti dalla previsione di 2007 punti da me formulata ad inizio anno.
Dopo aver recitato il mea culpa, ritorno pertanto ad una maggiore disciplina di trading, con un ottica peraltro di medio termine, che da sempre caratterizza mio stock picking sul listino italiano, che si propone di valorizzare il cosiddetto effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato in pregevoli ricerche, presente in tutti mercati, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio nuovo sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Questa settimana, il check-up preliminare di borsa italiana evidenzia un saldo annuo nuovamente negativo del 2,5 %. Il mio portafoglio, denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra, invece, una performance annua del 20,5 %, in calo del 4 % nell’ultima settimana, ma pur sempre 23 punti percentuali sopra la performance annuale del nostro benchmark nazionale, che ci conferma appieno dell’esistenza, anche sul mercato italiano, dell’effetto “ momentum “ evidenziato negli studi scientifici dei professori Jegadeesh e Titman. Questa settimana, in perfetta coerenza con la mia vision globale, riassumo, in un ottica di medio termine, un atteggiamento prevalentemente short , incrementando la componente ribassista del mio portafoglio, dal 10 all’ 80 %. Ricordo a tutti coloro che sono interessati che possono consultare gratuitamente la composizione specifica del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ sul mio sito.
Vi ringrazio, come sempre, per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore una nuova proficua settimana di trading .
Lukas
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