Fondi e SICAV: cosa succede se si torna alla Lira e salta l’Euro?
Ricevo molto spesso dai lettori richieste esplicite su eventuali scenari post Eurocrash. In particolare, vengono fatte domandi sulle SICAV e sui fondi comuni di diritto lussemburghese. E sono poi quelle domande che portano molti risparmiatori a fare quanto è successo negli ultimi giorni in Spagna, ovvero portare via capitali dal paese. in Spagna siamo circa a 100 miliardi in pochi mesi, circa 1/10 del PIL iberico. E per l’Italia? fonti informali parlano addirittura di cifre superiori. Ma siccome sono rumors, preferisco non dire cose che potrebbero essere false e potenzialmente destabilizzanti.
Tramite l’amico Antonio, con cui a Rimini ho condiviso una cena a base di pesce sicuramente congelato, precotto e successivamente riscaldato (ragazzi…c’è crisi!!!) ho ricevuto questo interessante vademecum che risponderà a molte di queste domande. Per motivi di correttezza nei confronti degli autori, ci tengo a precisare che la fonte è Fidelity Worldwide Investment, che ha creato un vademecum a supporto dell’attività dei consulenti.
Come funziona in pratica la sottoscrizione di azioni di una SICAV di diritto lussemburghese?
L’investitore trasmette il suo ordine di sottoscrizione al collocatore (banca private, rete di promotori, SIM, etc.) che lo inoltra al soggetto incaricato dei pagamenti (SIP). Il SIP (ossia la Banca Corrispondente) è un soggetto specificamente previsto dalla normativa italiana che svolge le funzioni di intermediazione dei pagamenti con la SICAV estera e di sostituto d’imposta. In pratica, la Banca Corrispondente trasferisce il denaro dei clienti italiani inoltrandolo, insieme all’ordine di sottoscrizione, alla SICAV per il tramite di un agente amministrativo domiciliato in Lussemburgo (il Transfer Agent) che li deposita presso una banca depositaria lussemburghese.
Quello della SICAV quindi è a tutti gli effetti un patrimonio separato sia da quello della banca collocatrice, che da quello della banca corrispondente che da quello della banca depositaria.
E’ in Lussemburgo, in Italia c’è di fatto la sola scrittura contabile che registra il numero di azioni possedute ed il loro valore.
Dove è detenuto il patrimonio investito in una SICAV di diritto lussemburghese?
Il patrimonio della SICAV è detenuto dalla banca depositaria che, ai sensi della legge lussemburghese, deve essere una banca autorizzata dall’autorità di vigilanza lussemburghese (CSSF) nonché registrata in Lussemburgo. Il patrimonio della SICAV è di proprietà degli investitori ed è segregato rispetto a quello della banca depositaria e, pertanto, non può essere aggredito né da parte dei creditori della banca depositaria né da parte della società di gestione.
Qual è il flusso del denaro in caso di rimborso di azioni di una SICAV di diritto lussemburghese?
L’investitore trasmette il suo ordine di rimborso al collocatore che lo inoltra alla Banca Corrispondente . Quest’ultimo trasmette gli ordini di rimborso all’agente amministrativo domiciliato in Lussemburgo (Transfer Agent) che provvede a prelevare quanto di spettanza all’investitore dalle disponibilità liquide della SICAV detenute presso la banca depositaria. La Banca Corrispondente riceve l’importo oggetto del rimborso e lo trasferisce all’investitore.
Cosa succederebbe in caso di fallimento del soggetto collocatore?
In tal caso, l’investitore non subirebbe alcun danno di tipo patrimoniale in quanto il soggetto collocatore non ha alcun diritto sugli investimenti del cliente.
Quest’ultimo potrà alternativamente:
1) trasferire la propria posizione presso un altro soggetto collocatore;
2) richiedere alla Banca Corrispondente il rimborso totale della propria posizione.
Cosa succederebbe in caso di fallimento della Banca Corrispondente?
Anche in questo caso l’investitore non subirebbe alcun danno di tipo patrimoniale in quanto la posizione detenuta non è parte del patrimonio della Banca Corrispondente e sarebbe dunque trasferita presso un altro soggetto incaricato dei pagamenti.
Cosa succederebbe in caso di uscita dell’Italia dalla zona Euro?
Anche in questo caso non si configurerebbe di per sé una penalizzazione del patrimonio investito in quanto il valore della quota (NAV) dei comparti della SICAV continuerebbe ad essere denominato in EUR o nelle altre principali divise quali USD, JPY ecc.
All’atto del rimborso, nell’ipotesi base il cliente italiano riceverebbe l’importo di spettanza convertito nella nuova divisa nazionale. Potrebbe in alternativa indicare al soggetto collocatore un nuovo conto in divisa diversa (ad es. EUR o USD). Nel caso, di per sè non escluso, di accredito della posizione maturata su un conto all’estero, gli adempimenti di natura fiscale / amministrativa che da ciò dovessero emergere ricadrebbero sotto la responsabilità diretta dell’investitore
Bene, spero che molte paure vi siano pasaste e che soprattutto abbiate capito che non è necessario inventarsi cose strane per proteggere, diversificare e gestire i propri risparmi.
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STAY TUNED!
DT
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Finalmente qualcosa di chiaro. Da mesi si parla di tanti scenari e ognuno dice la sua. Ora il concetto è chiaro, come sempre da queste parti! Una sola cosa Dream. Le Sicav di portafogli compass sono tutte di diritto lussemburghese?
tengobotta@finanza,
Per questa domanda e per altro occorre rivolgersi direttamente a Gremlin sul sito di http://compassandmore.wordpress.com/ .
Io però ho controllato per te e la risposta è SI.
lampo,
Quali tipi di problemi ci potrebbero essere? Credo che se si fa informazione corretta, non ci dovrebbero essere problemi, o sbaglio?
Alla domanda cosa succede in caso di fallimento della banca corrispondente,si risponde che la posizione verrebbe trasferita ad altro soggetto incaricato dei pagamenti. Mi sembra di leggere costantemente che se salta una grossa banca salta tutto il sistema,sbaglio nel supporre che questo soggetto probabilmente non esisterà come non vi sia la garanzia assoluta di avere i soldi depositati in C.C. perchè il fondo di garanzia non riuscirebbe a pagare tutti.
Attenzione che è molto diverso rispetto ai soldi che detieni sul conto corrente. Rileggiti quanto ha scritto DT:
“Il patrimonio della SICAV è di proprietà degli investitori ed è segregato rispetto a quello della banca depositaria e, pertanto, non può essere aggredito né da parte dei creditori della banca depositaria né da parte della società di gestione.”
Quindi nel caso da te descritto viene trasferito ma rimane intatto… nel senso che nessuno può vantare crediti sulle posizioni intestate a tuo nome. Sono tue e basta.
Nel caso invece del conto corrente interviene il sistema dei fondi di garanzia che è stato uniformato a livello europeo e che in Italia ha fondi di copertura accantonati nei bilanci delle banche pari ad un valore compreso tra lo 0,4 allo 0,8% dei depositi come scrivevo qui:
http://intermarketandmore.finanza.com/il-fondo-interbancario-di-tutela-dei-depositi-36607.html
Non per niente gli USA spingono a creare in Europa un sistema simile al loro in cui ci sia un’autorità unica europea che tuteli i depositi bancari, in maniera da rendere più facile l’eventuale rimborso, evitare speculazione e sopratutto rendere più appetibile per un’altra banca l’acquisizione di quella “fallita” (in amministrazione controllata).
Peccato che ci sia sempre un politico di uno stato europeo che non ne vuole sapere (parere coerente con quello della banca centrale dello stesso paese).
Ma non preoccuparti… prima di utilizzare i fondi di tutela… si tentano sempre altre strade: acquisizione da altra banca (magari con aiuto statale), nazionalizzazione, ecc.
L’ultima spiaggia è tirare fuori i soldi dal fondo di tutela e viene fatto solo per le realtà piccole.
Diverso sarà ovviamente il caso in cui ci siano molte banche ad avere contemporaneamente problemi, magari sparse per l’europa.
Tieni conto che da un report che leggevo ieri i depositi bancari UE27 sono pari a circa il 113% del PIL europeo (in Italia il 90%).
E’ per questo che gli USA spingono per un sistema unico. D’altronde sarebbe abbastanza semplice implementarlo, visto che l’ultima direttiva europea (2009/14/CE recepita in Italia con il D.Lgs. 24 marzo 2011, n. 49) ha di fatto uniformato i vari sistemi (c’è ancora qualche differenza normativa… ma a livello di funzionamento e protezione sono molto simili).
Peccato che in Europa non vogliano ascoltare… perché ogni Paese ha paura che qualcun altro apra il coperchio della propria pentola… e potrebbe trovare qualcosa di differente da quello dichiarato, oltre a perdere autonomia (visto il maggiore controllo).
Correggimi se sbaglio DT.
Ti ringrazio per le tue puntuali risposte che credo servano più agli altri che non a me. So che sono due cose diverse. Il mio pensiero è va bene essere previdenti e cercare le risposte, ma qualora saltasse buona parte del sistema,la vedo dura in breve tempo attuare un trasferimento e riottenere ciò che ci appartiene. Visto che ci lamentiamo di essere sempre condizionati dagli Usa immagino che in questo caso queste spinte le consideri positive. Ciao.
Non c’è dubbio che ci vuole qualche giorno (tempo di disinvestire dalle attività finanziarie di cui era costituita la sicav e calcolare a quanto ammonta il patrimonio in base ai vari prezzi di vendita, contabilità finanziarie varie), credo al massimo una settimana. Un po come se un fondo decidesse di terminare la sua gestione, vendere sul mercato le attività investire e restituire il valore ai sottoscrittori.
Ma non credo assolutamente che il tempo sia superiore a quello di attivazione del fondo interbancario o nazionalizzazione.
Per quanto riguarda gli USA, sì in questo caso le ritengo positive, visto che attraverseremo una fase delicata del sistema bancario, già affrontata dagli USA all’inizio della crisi finanziaria.
Ne avevo già parlato un anno fa in un post… non so se ricordi.
http://intermarketandmore.finanza.com/la-vulnerabilita-del-sistema-bancario-27983.html
Vedrai che alla fine capisci da solo perché è positiva la spinta…
Ops… mi hanno riferito via email che qualcuno si è un po’ irritato a seguito di questo post.
Premetto che non era mia intenzione voler dimostrare chissà cosa, far arrabbiare qualcuno e tanto meno tirare l’acqua al mio mulino, visto che nell’articolo non faccio riferimento a nulla di personale.
Ho semplicemente espresso dei pareri che sono derivanti dalla normativa, cercando di fare un po’ di informazione su una tematica che in tantissimi continuano a chiedermi via email.
Poi sono il primo a dire che non sono certo PERFETTO ed infallibile.
🙂
si, però anche tu ! Mangiare il pesce a Rimini! 🙂 E ringrazia che non hai mangiato quello del pescatore con la sua barchetta.
Adesso saresti fosforescente e con le orecchie a punta lunga 🙂 🙂 🙂 ,
In effetti… ho delle strane squame che mi stanno uscendo sotto il mento. Sarà grave?
Ti ringrazio per l’ulteriore informazione. Ho 5 minuti a dispozione quidi colgo l’occasione per dirti che non me lo posso ricordare perchè potrà sembrarti strano il mio primo commento risale tra luglio o forse dopo la prima metà di settembre. Dico questo per farvi capire che il vostro/nostro blog PURTROPPO non è assolutamente visibile. Io sono riuscito a trovarvi perchè leggendo spesso le notizie di Yahoo.finance vedevo che molte arrivavano da finanza.com. Solo dopo aver letto direttamente nel sito riesci a capire che c’è nascosto tutto un mondo in cui sono molto contento di farne parte. Nel commento delle 18.45 ho scritto che ” credo che servano più agli altri che non a me” può essere interpretato come una persona che sa, in questo caso sono una persona che non ha e che la passione per l’economia e la finanza la sfrutta per leggere e tenersi informato e adesso che scrivo commenti anche per velocizzarmi nella dattilografia. A me dispiace molto vedere che il vostro lavoro è visto e commentato da poche persone, qui va meritato molto di più e che rabbia sapere che in italia vengono erogati 1,4 miliardi € al cesso dell’editoria e qui si chieda giustamente un contributo come riconoscimento del proprio lavoro. Tornando alla replica io credo che in caso di reset del sistema ci voglia molto più di una settimana e cambiando discorso oggi al tg5 l’ho visto solo verso la fine c’era un servizio dagli usa dove si criticava la stampa per le continue bugie scritte per non rendere consapevoli gli abitanti della realtà. Forse sta cambiando qualcosa. Ciao.
Non so se sia proprio così. In Italia esiste da decenni un forma di conformismo informativo e di passività di lettura, si rifugge dal “pensato” e da strade di interpretazione alternative. Si preferisce il conformismo dello schierarsi e dello slogan e la criminalizzazione del “diverso” pensante.
Credo che le cose stiano gradualmente cambiando. Lasciamo tempo al tempo e difendiamo la libertà di informazione. Per parte mia so che qualche conoscente che ho indirizzato su questo blog dove vengono rispettate visioni diverse lo legge abitualmente anche se non commenta.
Io ad es. sono un’antieuropeista della prima ora (di questo tipo di europa non dei popoli e strutturalmente fuori dal controllo democratico nei suoi centri di potere reale) che nelle poche note marginali che ha scritto non è mai stato insultato.
Si sta diffondendo una nuova consapevolezza che le decisioni economico-finanziarie sono la vera e profonda natura della politica reale sia nazionale che internazionale e che non vanno lasciate nelle nebbie di un’informazione secretata, distorta e delegate a “lor signori” dei salotti.
Se ti ricordi ne parlavo tempo fa in un mio commento che ha scatenato le ire di un certo blogger (deve pur fare il suo lavoro e difendere i suoi interessi. Lo capisco).
Adesso vuoi esporti tu? 😉
Aggiungo giusto per completezza quanto di solito c’è scritto sui prospetti informativi per ottenere il rimborso, che si va ad incastrare perfettamente con la casistica del post:
http://www.nordea.lu/sitemod/upload/Root/FundReports/ProspectusItaly/FP_n1_it_ita.pdf
pag. 138
Le richieste di rimborso potranno essere eseguita soltanto
dopo che l’identità degli Azionisti e/o dei beneficiari
effettivi sia stata comprovata in modo ritenuto pienamente
soddisfacente dalla Società. I pagamenti saranno effettuati
soltanto a favore degli Azionisti aventi diritto.
Gli Azionisti che desiderino ottenere il rimborso di una parte
o della totalità delle loro Azioni dovranno far pervenire alla
Sede legale, alla Banca depositaria o a una Banca incaricata
dei pagamenti, a mezzo lettera o fax, una richiesta di rimborso
irrevocabile scritta e debitamente firmata, indicante il nome,
l’indirizzo e gli estremi del conto dell’Azionista o degli Azionisti, la
denominazione del Comparto e il numero di Azioni da rimborsare,
nonché le coordinate di pagamento necessarie per effettuare il
rimborso (nominativo e codici identificativi della banca, numero
di conto e nomi dell’intestatario o degli intestatari del conto)
Mi sa che faremo arrabbiare di nuovo qualcuno… ma d’altronde facciamo solo informazione. 😉