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Case e regole, tutti in vendita!

Scritto il alle 19:48 da mattacchiuz

Eccomi qui di nuovo a riportarvi gli incredibili passi avanti del settore immobiliare registrati nell’ultimo trimestre del 2010. Nel raccontarvi quest’ennesimo dato positivo, mi piacerebbe condividere con voi la fortuna  che mi è toccata dalla sorte nel poter, mese dopo mese, essere proprio io a dovervi ragguagliare sulla continua crescita di questa creatura economica la cui sussistenza ormai pare essere slegata da qualsiasi altro indicatore che in qualche modo dovrebbe essere ad essa collegato. Un’entità, questo mercato immobiliare, in grado di crescere indipendentemente dall’ambiente ostile che lo ospita; certo, ancora debole dopo la terribile malattia che lo ha colpito negli anni scorsi, ma indirizzato nuovamente sulla giusta strada di una tonica ripresa.

Secondo Realtor, l’associazione degli agenti immobiliari statunitensi, il mese di dicembre si è concluso con un incremento del 2.85% nel numero di contratti preliminari stipulati per la compravendita di una casa. Da 91.1 l’indicatore si è mosso verso i 93.7, mostrando la chiara volontà di riportarsi su livelli ben più consoni alla maggiore economia mondiale.

Nel grafico sotto vi riporterò le due principali serie di Realtor, le quali ritraggono i recenti miglioramenti sia in termini di compravendite di case nuove, sia in termini di contratti preliminari di acquisto.

Grafici del genere fanno ben sperare che la tanto temuta double dip del settore sia solo un’idea che, oltre a risiedere nelle teste dei pessimisti, è anche chiaramente scolpita in tutti gli altri dati riguardanti il settore immobiliare stesso.

Come più volte sottolineato, è davvero interessante confrontare i dati pubblicati da Realtor con quelli invece emessi dal Census ( non lo farò qui perché sarebbero troppi, ma basta che cerchiate nel blog e troverete ogni forma di grafico e numero disponibile ) e ancor più con quelli stilati dalla MBA ( Mortage Bankers Association ) che invece si focalizzano sui mutui concessi per l’acquisto di una casa.

Si si, questa creatura in via di guarigione ha preso la sua strada e la percorre dritta dritta fino in cima! Ma sembra chiaro e senza ombra di dubbio, che le case in America ora non le comprano più con il mutuo.

Forse saranno le facoltose famiglie dell’Africa mediterranea che comprano casa al di la dell’Atlantico in cerca di una sistemazione meno “calda”, forse saranno i burocrati o i miliardari cinesi, indiani e brasiliani che giungono nella terra promessa con valigie cariche di dollari, forse Bernanke la notte si aggira per le vie del Bronx infilando nelle buche delle lettere mazzette da 150 mila dollari che il giorno dopo il nostro Homer Simpson impiega immediatamente per l’acquisto di una nuova casa, non lo so, ma di certo non è l’americano medio che compra casa.

L’americano medio che ancora lavora, oberato di debiti, non può contemporaneamente:

–        spendere tanto da continuare a spingere a rialzo le spese personali

–        aumentare il proprio tasso di risparmio

–        comprare etf sull’S&P e spararlo alle stelle

–        battere ogni record mensile di acquisti in monete di argento ( a ieri, 4 milioni 724 mila monetine da 1 oncia, solo monetine da un oncia, solo quelle, sono state acquistate dalla zecca, battendo ogni record della storia moderna, e suppongo anche quella passata )

–        pagare senza problema alcuno il 10%, o forse più, l’energia il cibo e il vestiario

e tutto questo mentre riesce parallelamente a comprarsi casa senza accendere il mutuo.

Questa è pura follia, sempre che sia possibile escludere  che tutte le cose prima elencate non siano invece dovute al flusso di capitali di turisti, emigranti, investitori o acquirenti disposti a farsi 10 ore di volo per recarsi a NY a comprarsi l’ipad. Certo direte voi, poi c’è sempre la possibilità che in realtà i soldi per fare tutto questi gli americani li trovino semplicemente smettendo di pagare le rate del loro mutuo. Sono circa 8.5 milioni, a sentire la commissione istituita per fare luce sulle cause di questa mini crisi appena conclusa, le famiglie che hanno avuto a che fare con un pignoramento o che sono in fase di pignoramento. Effettivamente, se queste famiglie hanno smesso di pagare la rata, si sarebbero liberati un botto di soldi da investire in viaggi, televisori 3d e derivati. Ma anche ammesso questo, allora le banche dovrebbero comunicare infinite perdite, altro che brillanti trimestrali. Tuttavia sapete bene che le regole per la contabilità, le micidiali FASB, permettono di iscrivere a bilancio un po’ quel che si vuole, altro che Mark to Market. Ma in realtà, quelli giù al FASB ci hanno anche provato ad obbligare i giganti della finanza a ritornare ad una contabilità più reale. Peccato, che mercoledì è cominciato a girare la notizia, ancora non confermata, che la pressione delle lobby abbia di fatto già scongiurato una simile nefasta possibilità. Ma la cosa incredibile è stata la reazione del signor William M Isaac. Egli altro non è che l’ex capo della FDIC, ovvero l’istituto che gestisce i fondi di garanzia sui depositi degli americani. Uno che, ci si aspetta visto il ruolo ricoperto, dovrebbe anche minimamente essere sensibile all’atroce depredazione subita dei cittadini americani ( e del mondo intero ) ad opera del sistema bancario. Leggete bene quello che il genio dell’alta finanza scrive direttamente dalle pagine del suo personale sito internet.

Mark-to-market accounting — a failed policy that was terminated by the Roosevelt Administration in 1938 because it was inhibiting bank lending — was revived by the Securities and Exchange Commission and the Financial Accounting Standards Board in the 1990s over strong objections from the Fed, FDIC and Treasury.

The MTM policy senselessly destroyed some $500 billion of capital in our financial system when the markets collapsed in 2008. This destroyed some $4 trillion of bank lending capacity and was a major contributor to the financial panic and ensuing economic collapse.

The FASB, almost inexplicably, proposed last year to EXPAND mark-to-market accounting to cover all bank loans. This would have essentially shut down lending except for short-term lending to businesses with impeccable credit ratings.

“La contabilità mark to market – una politica fallimentare abbandonata dall’amministrazione Roosevelt nel 1938 poiché stava inibendo i prestiti bancari, è stata poi rilanciata nel 1990 dalla SEC e dalla FASB…
La politica MTM insensatamente distrusse circa $ 500 miliardi di capitali nel nostro sistema finanziario durante il crollo dei mercati nel 2008. Di conseguenza, vennero meno 4000 miliardi di dollari di capacità di prestito e ciò è stata una delle principali cause del panico finanziario e del conseguente collasso economico.

Il FASB, quasi inspiegabilmente, ha proposto l’anno scorso di estendere a tutti prestiti bancari il tipo di contabilità Mark to Market. Questo avrebbe di fatto congelato il credito, escluso forse i prestiti a breve o a aziende con un impeccabile rating del credito.”

Avete ben capito che razza di pensieri elaborati sono in grado di produrre sti individui: facciamo finta di nulla che altrimenti andiamo tutti a zoccole! Il problema, voi deficienti che non lo avete capito, non sono stati  la paura che quei 600’000’000’000’000 di dollari in derivati potessero arrecare qualche danno, o che AIG avesse assicurato per 15 volte ( cifra a caso ) il valore del mondo intero, o che ad un certo punto nemmeno più le stesse banche che il mark to fantasy conoscono benissimo hanno smesso perfino di prestarsi a vicenda il grano, no, il problema, è che qualcuno ha chiesto: “scusate, ma quanto valgono per davvero i vostri collaterali?”. Ma io mio figlio, se deve imparare ste coglionate, non lo mando all’università, o al master, lo mando… lo mando… ma non mi viene neanche in mente un posto dove possa imparare un insieme così sterminato di troiate tutte in una volta!! Ma questa è demenza, e se non è così, è truffa, furto, depredazione!

E poi capito, gli fa eco il signor Frank Keating, uno che di lavoro non fa il giocoliere o il prestigiatore delle tre carte, ma niente poco di meno che il presidente dell’ABA, l’associazione dei banchieri americani:

“The American Bankers Association welcomes the Financial Accounting Standards Board’s change in course on mark-to-market accounting. Along with banking investment analysts and other stakeholders, ABA has worked tirelessly to educate accounting rule-makers about the destructive implications of expanding mark-to-market accounting to all financial instruments, including loans.”

“L’associazione dei banchieri americani da il benvenuto al fatto che la FASB non voglia più rompere i coglioni con ste stronzate del mark to market. … l’Aba ha lavorato ( leggete pure “corrotto” ) instancabilmente ( leggete pure “con un sacco di soldi” ) per educare coloro che decidono le regole per la contabilità ( leggete pure “i nostri amici” ) onde spiegare loro le implicazioni distruttive che avrebbe estendere il mark to market a tutti gli strumenti finanziari, inclusi i prestiti”.

Ma cerchiamo di capire brevemente la geniale idea di questi due diretti discendenti della stirpe dei Ponzi. L’idea è disarmante: dateci i vostri soldi, non chiedeteci se li abbiamo prestati per finanziare Pinguin Park nel Dubai, e non pretendete di sapere esattamente quanto il mercato considera questo un buon investimento! Tanto se sbagliamo, il governo ci salva con i vostri soldi.

La giornata si conclude anche per me, buona notte a tutti, ma soprattutto, buona notte alla ragione. E ricordatevi, cosa genera il sonno della ragione…!

Mattacchiuz

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4 commenti Commenta
Scritto il 28 Gennaio 2011 at 00:27

Certo che leggendo i post di Mattacchiuz proprio non capisco come fa il mondo ad ignorare certe cose. Come non capisco come abbiamo fatto ad arrivare a certi livelli di follia finanziaria. Un permissivismo clamoroso ha rovinato l’economia, i mercati, il mondo bancario, e il nostro futuro.
Non voglio fare discorsi patetici, però per chi di voi ha un minimo di cultura storico economica, soprattutto in merito alle crisi economiche del passato, avrà modo di vedere, giorno dopo giorno, scenari che sanno di déjà vu, di minestra riscaldata.
non solo con l’analisi tecnica la storia si ripete, ma ahime anche con la macroeconomia e con le bolle. La follia, l’avidità e l’egoismo ciclicamente portano distruzione e procurano grandi danni. E anche questa volta purtroppo sarà così. Ci vorrà ancora del tempo. Magari anni. Ma quando un giorno, guardandovi allo specchio, in un momento di sconforto per tutto quello che vi succederà attorno per colpa di una crisi che non avreste mai immaginato con tale evoluzione, dicevo mentre vi guardate allo specchio, pensate a quei visionari di I&M e, con un mezzo sogghigno, dite sottovoce: “ma in fondo…quegli scalmanati lo avevano detto”.

felice notte… dopo questo commento il blog potrebbe anche cessare di esistere…. :mrgreen:

PS: Matta, come sempre eccellente…

daino
Scritto il 28 Gennaio 2011 at 10:25

Penso che tutto questo si tramuterà (uè, a momento opportuno, non ora please) in una perdita di fiducia sul dollaro (ok, ora già in parte c’è, ma dico una crisi di fiducia tipo come quella del 2008 sull’azionario).
La tristezza è che a pagarne le conseguenze non saranno i soliti stronzi (che anzi ne trarranno vantaggio, come da tutti i movimenti di mercato se non vi sono problemi di liquidità: anzi nel caso ce ne saranno troppi di sti dollari a giro e quindi loro guadagneranno ancora di più), ma i Soliti, quelli con la S maiuscola il famoso 90% i morti di fame e i gli illusi benestanti ma in realtà pezzenti

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