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Il modello FED parla chiaro: equity meglio dei bonds

Scritto il alle 12:22 da Danilo DT
Le borse hanno subito un po’ di correzione venerdì, mi riferisco alle borse USA, senza però cambiando lo scenario di fondo. E oggi sui giornali si legge che la correzione è in arrivo, probabilmente a marzo, e sarà del 5-7 %, e sarà rapida e violenta, e sarà un’ottima occasione di acquisto. Bene, se fosse tutto così facile e matematico saremmo tutti ricchi sfondati, invece si sa bene che tutto questo fa parte di un’analisi revisionale che poi deve confrontarsi con una cruda realtà che vivremo giorno dopo giorno, condizionata da una serie di eventi che, oggi magari, non ci immaginiamo nemmeno. Ma non voglio fare il catastrofista, cerchiamo di essere il più possibile realisti e di vedere che cosa potrebbe succedere. Che ci sia la possibilità di una correzione, beh, di queste se ne parla molto spesso. I tempi sembrano maturi, però è assurdo, secondo me, giocare d’anticipo. Conviene seguire, con un po’ di pazienza, il mercato giorno per giorno, e fino a quando non arriva l’inversione meglio starsene lunghi. Io mi preoccuperei più su altri aspetti, ovvero sull’entità della correzione, sugli effetti che potrà avere e soprattutto su cosa avverrà dopo. La correzione sarà un toccasana importante, in quando “aggiusterà” alcuni squilibri che sono avvenuti sui mercati recentemente, farà scaricare gli indicatori tecnici, da tempo in ipercomprato, e creerà anche delle interessanti rotazioni settoriali e buone occasioni d’acquisto. Nel momento in cui avverrà la correzione molti temeranno di trovarsi nuovamente di fronte ad un crollo avuto nel 2000. I presupposti questa volta sono molto diversi.
Tanto per cominciare bisogna considerare l’enorme masse di liquidità che c’è a disposizione e che sosterrà l’equity. In secondo luogo abbiamo uno scenario di tassi non proprio allettante, scenario che rende l’equity vincente nei confronti dei bonds. Inoltre abbiamo una gestione della politica monetario (in particolar modo quella USA) molto soft, che permette al mercato di “leggere” bene gli scenari volta per volta, evitando traumatiche brutte sorprese, mantenendo una volatilità sempre molto bassa (siamo di nuovo col VIX a 10 !).
La cartina tornasole di quando si è detto è senza dubbio il modello FED. Ma cosa diavolo è il modello FED? La Federal Riserve, nel luglio 1997, presentò un proprio modello di valutazione del mercato che mise a confronto il rendimento degli utili dell’S&P500 con quello del Treasury decennale. Il modello afferma che l’S&P500 è valutato correttamente nel caso in cui il
rendimento degli utili dell’indice (earnings yield) stimati dal mercato a 12 mesi sia uguale al rendimento attuale del treasury decennale (treasury yield). Nel caso in cui l’earnings yield risultasse più alto, il modello indicherebbe che il mercato azionario è complessivamente sottovalutato. Al contrario se l’earnings yield risultasse più basso del treasury yield il mercato apparirebbe sopravvalutato. In questo modello è importantissimo osservare che la situazione di disequilibrio può essere corretta in uno dei seguenti tre modi, ad esempio in una situazione di sottovalutazione: 1) più alti tassi d’interesse; 2) più bassi utili; 3) più alti prezzi di borsa.
Per una corretta interpretazione dei valori riportati nei grafici si deve considerare il Modello FED come un modello volto a delineare un equilibrio del mercato nel lungo periodo e quindi evidenziare eventuali squilibri del mercato, dove lo zero non esprime rigorosamente il livello di equilibrio finanziario. Numerose verifiche empiriche evidenziano come il modello dia segnali significativi quando assume valori estremi rispetto ad un intervallo di oscillazione intorno alla propria media storica di lungo periodo.
Questo modello oggi è chiaramente a favore dell’equity, sia negli USA e ancor più in Europa, e quindi abbiamo un segnale chiaro come il sole che una correzione sarà da vedersi come un temporale estivo, passeggero e rinfrescante. Il mercato ha delle ottime basi. Fattori geopolitici
permettendo, ovviamente…

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