Una poltrona per due

Scritto il alle 12:35 da Danilo DT

Alzi la mano chi non ha mai visto uno dei più simpatici e bei film mai fatti con trama legata ai mercati finanziari? Chi non l’ha mai visto, beh…corra a cercarlo. “Una poltrona per due” con Eddy Murphy resta un vero must. Una commedia simpatica e brillante.

Andiamo a spegare il perchè di questo titolo del post. Il film di cui parlavo ha come trama una scommessa fatta dai fratelli Mortimer, due ricchi titolari di una società finanziaria, a danno di due soggetti (uno dei quali è Eddy Murphy, l’altro è Dan Aykroyd) i quali, uan volta scoperta la scommessa, cercano di rivalersi mandando in rovina i Mortiner con un trade sul…succo d’arancia. Proprio così. Ed ecco quindi spiegato il tutto. L’oggetto del post è proprio questa commodity, il succo d’arancia. Come ci si arriva ad investire nel succo d’arancia? I canali sono i soliti. Minifuture (se ci sono…ma non mi pare…), certificati, tutti quotati a PiazzAffari, oppure i futures negli USA. Perchè il succo d’arancia?

Il succo d’arancia congelato è il prodotto ottenuto dalla spremitura di arance di diverse qualità. I maggiori produttori di arance sono il Brasile e gli USA (soprattutto nello stato della Florida). Il principale mercato di negoziazione dei future sul succo d’arancia congelato è il NYCE, divisione del NYBOT di New York. Gli ultimi mesi hanno portato un brusco crollo per le quotazioni dei future sul succo d’arancia e quindi vale la pena analizzare i diversi fattori a livello fondamentale che potranno influenzarne il prezzo in futuro. Il grande rialzo iniziato durante il 2004 è stato causato della produzione da record di quell’anno che poi è calata dopo gli uragani nel 2004 e nel 2005. Questi uragani che hanno colpito pesantemente lo stato della Florida sono stati decisivi nella diffusione della malattia dei canker, che ormai ha raggiunto un punto senza ritorno. L’USDA ha infatti riconosciuto l’impossibilità di eliminare la malattia. I dati sulla produzione di arance indicano un mercato in difficoltà: il report USDA dell’11 giugno ha stimato la produzione della Florida in 131 milioni di scatole, il livello più basso degli ultimi 17 anni e poco più della metà rispetto a solo tre anni fa. Però, sempre l’USDA dice anche che la sitauzione è in sensibile miglioramento. Anche il Brasile,. Il primo produttore al mondo, ha i suoi bei problemi. Due osservazioni in merito a questo paese produttore: la prima è che si sta diffondendo una malattia (Citrus Greening) che è patologica per gli alberi. Il Brasile ha indicato recentemente di aver perso 2 milioni di alberi, e prevede una riduzione della produzione nel 2007 da 18,1 milioni di tonnellate a 17,9 milioni di tonnellate di arance. La seconda osservazione è che la debolezza del dollaro sta diminuendo i ricavi in Real per i coltivatori brasiliani, e molti di loro si trovano incentivati a sostituire i frutteti con lo zucchero di canna. Questo trend ha la potenzialità di ridurre ulteriormente la produzione mondiale nei prossimi anni. Il mercato del succo d’arancia è caratterizzato da una domanda anelastica nel senso che la domanda si riduce poco nonostante l’aumento notevole del prezzo in termini percentuali. L’andamento del mercato mondiale indica una crescita annuale del 4% circa con molti mercati fuori dal Nord America ancora poco sfruttati.

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Il grafico sopra proposto mette in chiara evidenza questo downtrend, con un crollo ben chiaro anche a chi non è proprio pratico di grafici. Ma anche qui… sembra che qualcosa stia cambiando. Partiamo dai volumi. Se notate stanno aumentando, l’RSI è tornato in territorio positivo (oltre i 50), e siamo a ridosso della trendline. Eccovi il grafico lungo periodo.

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Come potete vedere, il succo d’arancia è una commodity decisamente volatile. La correzione è stata violenta e siamo tornati alle valutazioni di inizio 2006. Mi sono chiesto… Che non sia il momento di giocarsi il solito eurino? Allora per capirci qualcosa in più, andiamo a vedere il COT. Ed ecco l’interessantissimo risultato.

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Dal grafico (base 100) si vede che i longhisti stanno crescendo e gli shortisti stanno diminuendo. E qui ovviamente ho preso in esame i Commercials, ovvero chi effettivamente ha il polso della situazione. Da inizio anno i long sono a +40% e gli short a -40% nel Commercial. Vorrà pur dire qualcosa, no?

Alla rottura della trendline, parte l’eurino…..

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