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Ossessione estero
Europiigs ritornano… e noi scappiamo?
In realtà l’unica cosa che ritorna è la speculazione internazionale che oggi si avvale di strumenti mediatici potentissimi. Della Grecia non se ne sente più parlare e non condiziona più i movimenti dei mercati ma solo perchè i big hanno deciso che non è più un cavallo di Troia.
Oggi ci si rinnova, si estrae una nuova carta dal mazzo degli Europiigs ed esce Spagna che detiene almeno il 60% del debito portoghese e ha una disoccupazione niente male per gli speculatori istituzionali che devono far chiudere il ciclo rialzista azionario partito nello scorso novembre e soprattutto devono riportare volatilità altrimenti non fanno profitti.
Antefatto
Ed ecco che puntualmente, insieme ai sospetti e alle paure per nuovi default statali, si insinua nella testa del risparmiatore e del piccolo investitore (il parco buoi) il terrore di perdere tutto, liquidità e strumenti finanziari posseduti. Che si fa allora, portiamo tutto all’estero? ma perchè all’estero? e di quale estero stiamo parlando? e che ci facciamo coi soldi portati all’estero?
E’ logico e umano pensare di proteggere i propri averi, ed è facile pensarlo e bramarlo, ma la difficoltà è mettere in pratica un piano di controllo del rischio secondo un pensiero coerente. Noi del parco buoi che rappresentiamo l’alimento principale per l’industria finanziaria non è per niente facile emigrare in terre ospitali e avere asset sicuri che rendono.
Di estero e Svizzera ne ho già parlato qui ma continuo a ricevere mail che mi chiedono se è utile & saggio scappare dall’Italia, almeno coi soldi.
Paure e pensieri coerenti
Di cosa abbiamo paura?
Potremmo avere paura che i nostri conti correnti vengano congelati sequestrati depredati, e magari paura che anche i nostri conti deposito dove abbiamo btp azioni etf fondi ecc. facciano la stessa fine. Questo è il grado massimo della paura.
Oppure potremmo aver paura solo per i titoli di stato o per la “scomparsa” improvvisa dell’EURO, magari durante la notte fra una domenica e un lunedì qualsiasi.
O altro ancora che direte voi lettori se vi va.
Il mio primo suggerimento è quello di lasciar correre liberamente tutte le paure che volete ma poi occorre mettere ordine e procedere con metodo, sia in analisi che in decisioni operative.
Piano di controllo del rischio
1. “Grem, ho paura che la mia banca fallisca!”
– cambia banca, fai 100 metri e ne trovi sicuramente un’altra…
2. “E no, se fallisce la mia banca significa che anche tutte le banche italiche sono a rischio di fallire il giorno dopo che è fallita la mia, quindi voglio andar via da qualsiasi banca italiana”
– ben detto, allora vai in Posta…
3. “Ma dài, le Poste italiane sono più opache dello IOR e poi sono un tentecolo diretto del ministero dell’economia, se l’Italia fa default anche tutti gli strumenti postali finanziari e assicurativi ci fottono….
– ma scusa, torniamo daccapo: evita di stare investito sui titoli di Stato, tieni pochissima liquidità e compra titoli, tanto se fallisce l’Italia e la tua banca i titoli sono tuoi come i vestiti che hai addosso, per cui penerai un po’ per riaverli indietro ma nessuno ha titolo per portarteli via, sarebbe un furto… (però mi sovviene che esiste anche la fattispecie del furto legalizzato, che brutti pensieri…)
4. “Ascolta Grem, io di questi bancari e banchieri che ci governano direttamente e indirettamente non mi fido proprio, siamo proprio arrivati all’ammazzacaffè… e allora che mi dici?”
– che mi hai messo alle corde….
Allora facciamo qualcosa
Distinguiamo subito due casi:
– esportare denaro in modo totalmente conforme alla normativa
– scappare in incognito
Per il secondo caso non ho competenza ma se hai pochi soldi non ti conviene, rischi troppo. O vai in Svizzera col contante attraversando a piedi qualche ghiacciaio oppure te che sei del parco buoi ti beccano sicuramente, è questione di tempo. In dogana poi hanno i golden retriever addestrati all’odore dei soldi e addirittura alla quantità per cui non scappa nulla. Quindi questo argomento per me è chiuso.
Se invece vuoi fare tutto secondo le regole, informati bene e poi agisci.
Se esporti in Svizzera è coerente trasformare tutto in franchi e restare sulle loro Poste che sono meno esposte ai rischi del sistema bancario; una volta che sei lì ti poni il problema dell’investimento ma intanto i tuoi soldi là sono più sicuri, ma la sicurezza costa, in tasse e servizi.
Se invece vai in Germania puoi restare anche sull’euro e già che ci sei compra i bund se poi hai tanti soldi comprati anche un immobile piccolo a piacere così quando la Germania tornerà al marco avrà un occhio di riguardo anche per te che sei italiano.
La Francia non è nè carne nè pesce ma resta pur sempre meno rischiosa dell’Italia.
Se vai in altre terre e/o valute occhio di non passare dalla padella alla brace; il dollaro USA è una scommessa, meglio il canadese, e l’australiano potrebbe aver esaurito la sua corsa rialzista di lunghissimo periodo. Vanno di moda anche le corone norvegesi, queste magari comprale subito e magari diluiscile con le svedesi che sono meno brent-dipendenti, giusto per diversificare e tieni il tutto in cassaforte, non nella cassetta di sicurezza della banca visto che non ti fidi delle banche. Bisogna essere coerenti, no?
Conclusioni
L’Italia non ha futuro finchè resta parassitata dalla illegalità e dalla corruzione istituzionalizzata che pervadono persino le categorie di pensiero e del comun sentire (etica e coscienza civica) di buona parte del suo parco buoi. Ma nemmeno fallisce domani e una speranza di rinascimento c’è ancora.
Proteggere i propri risparmi portandoli all’estero si può e in linea di principio è anche saggio perchè risponde perfettamente alla regola della diversificazione del rischio. Ma non è una necessità per chi non deve nascondere capitali illeciti.
Quindi il secondo suggerimento che mi sento di dare è:
“ok per la diversificazione territoriale, purchè graduale e assennata”.
Allora cominciate anche subito con meno di diecimila che non vanno dichiarati in dogana (voi non siete spalloni, giusto?) e aprite un conto: è un’esperienza, si capiscono le procedure, i costi e le scocciature.
E si ha già un canale pronto alla bisogna per spostare rapidamente denaro.
Quindi niente allarmismi e sì alla diversificazione del rischio Paese e dei fornitori di servizi finanziari, ma con accortezza, coerenza e gradualità.
§§§
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Gremlin,
non sarebbe possibile proporre in sede Compass un portafoglio che sia fortemente sbilanciato su titoli obbligazionari e azionari che operano solo in valute estere….. mi rendo conto che sono esoso, ma se fosse gradualmente proponibile……
Ottimo post, Grem, come sempre 😀
L’idea di aprire un conto estero può essere un’ottima via per “provare” una diversificazione per noi piccoli risparmiatori, ed anche come dici tu, per provare “le difficoltà i costi ed i problemi” che possono insorgere
Ti chiederei un consiglio, alla luce della tua esperienza e se puoi, mi indichi 2-3 banche estere verso cui potrei rivolgermi per chiedere info e provare apertura conto?
Grazie
sì sì è un ottimo suggerimento, ci stavo pensando, ma solo con le BEI più di tanto non si può fare, c’è da ragionarci, lo metto in scaletta per maggio giugno
inizia con le poste svizzere, si parla in italiano e trovi parecchio sul loro sito oppure le poste tedesche
evita le banche se puoi
Ottimo Grem
provo con le poste svizzere, grazie del suggerimento
Bravo, Grem…sempre concreto e preciso…
A (modesto) completamento…
per quel che riguarda il futuro della politica in Italia, mi sembra tracciato:
dopo il governo Monti, un governo delle sinistre con ampia maggioranza = patrimoniali a raffica e aumento delle spese e degli sprechi. In pratica, lo spendaccione che dilapida quello che padri e nonni hanno accumulato in precedenza. Esaurito il capitale…si passerà finalmente, ma troppo tardi, a tagliare la spesa pubblica, o meglio a non poterla più sostenere perchè non ci saranno più soldi.
Il tutto starà benissimo agli investitori internazionali e allo stesso centrodestra che in quindici anni circa di governo complessivi non ha cambiato una virgola del sistema statalista in cui sguazza a sua volta.
Per quel che riguarda l’estero:
Che ne dici dell’Austria?
Cassetta di sicurezza. Meglio all’estero (Svizzera o Austria).
Se io porto legalmente i soldi in Svizzera, sono comunque soggetto alle patrimoniali. Però…potrei portare i soldi in Svizzera e successivamente comprare, legalmente e con tanto di fattura da esibire, oro da mettere nella succitata cassetta di sicurezza (e quello non me lo possono patrimonializzare).
Sotto i diecimila euro depositati all’estero non devo dichiarare nulla? Nè alla dogana nè al fisco? Potrei quindi apreire un conto online e all’occorenza bonificare con un click del mouse o trasferirvi i titoli.
Ci sono fondi che possono essere riscossi anche in banche estere. Ovvero…io compro il fondo obbligazionario (AAA) del gestore X in Italia e poi lo riscatto facendomelo versare in una banca lussemburghese dove, con calma, ho aperto un conto.
Please no poste svizzere..
http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.it/2011/11/le-poste-svizzere-servono-solo-per-dar.html
meglio FINTER
gente è tt scritto, su web trovi tutto.
ciao
grazie, ottimo allargamento di visuale…
ben vengano tutte le voci del coro…
Scusate lo sfogo fuori tema:
BASTAAAAAAAA!!!
NON NE POSSO PIU’ DI QUESTO FTSE MIB!!
MA CHE ACCIDENTI DI MERCATO E’!!??
oggi butta così ma sul grafico giornaliero non è cambiato ancora nulla
Quindi mi pare di capire che dato che io ho solo debiti , ho meno preoccupazioni. Che culo! 😀
Vista la mia assoluta ignoranza assoluta di queste cose, ma mi spiegheresti meglio le ultime 3 righe del tuo intervento:
Ci sono fondi che possono essere riscossi anche in banche estere. Ovvero…io compro il fondo obbligazionario (AAA) del gestore X in Italia e poi lo riscatto facendomelo versare in una banca lussemburghese dove, con calma, ho aperto un conto.
Scusa la sfacciataggine della domanda, se puoi… E poi, tu parli del LUX… ma non si parlava di CH?
Mi sono perso…
Tenete presente che anche se sotto i 10000 euro non va dichiarato niente, né in dogana né nella dichiarazione dei redditi, se il conto estero o gli investimenti fatti all’estero producono interessi, cedole o capital gain, questi vanno dichiarati. A meno che si opta per l’euroritenuta, e in tal caso si paga (vado a memoria) il 35% del guadagno e si può non dichiarare niente.
P.S.: Ottimo, gremlin! Ogni azione va fatta con calma e chiarezza di idee, mai in preda alle emozioni.
La pensano così anche a Roma, per quello che fanno finta di nulla, altrimenti se ci fossero soldi bisognerebbe lavorare.
Intervengo per sottolineare il punto n. 3 espresso da Gremlin, forse passato inosservato.
Diversificare all’estero vuol dire anche semplicemente acquistare un fondo o una sicav che investa in un determinato Paese, mercato o valuta.
In caso dell’avverarsi delle paure descritte, ricordo che tale fondo è distinto dal conto titoli (visto che non serve neanche per averlo) e anche presso il gestore del fondo è separato dalla gestione ordinaria… in un apposito fondo (per spiegarla in maniera semplice).
In parole povere il codice che contraddistingue la distinta di acquisto di tale fondo o sicav… dice che sono soldi vostri, indipendentemente da ciò che accade!
Andate a leggervi il prospetto informativo… è tutto scritto nero su bianco!
Per cui è possibile anche diversificare all’estero con un semplice deposito per fondi comuni e sicav (non serve a nulla un conto titoli per questi strumenti!!!!) da appoggiare al proprio conto corrente per le operazioni.
In caso di fallimento della propria banca (leggi congelamento del conto corrente) basta semplicemente inviare le coordinate del nuovo conto (con la stessa intestazione della precedente) che avrete nel frattempo aperto presso una banca non fallita (e che si spera non segua la stessa sorte) e comunicarla al gestore: siete pronti per operare come prima e richiedere il vostro patrimonio (rimborso della vostra sicav o fondo).
L’unico intoppo in casi di crac devastanti, tipo eliminazione dell’euro come moneta, è un periodo più o meno breve, per la decisione a livello normativo su quali leggi nazionali usare per la conversione nella nuova valuta locale (nuova lira, marco, ecc.) di tali fondi (a seconda della sede legale del gestore, ecc), quali normative internazionali eventualmente adottare (in caso di controversie o mancati accordi) e via dicendo. Questi sono aspetti che si dovrebbero affrontare e risolvere in breve tempo (pena crollo fiscale dell’intera economia mondiale.. visto il conseguente tracollo di fiducia a livello di investitori). Per dirla tutta… sono aspetti che le banche ed intermediari periodicamente stanno già valutando (riportati in vari report di Nomura, ecc…) tra le mille possibilità di scenari verificabili.
Inoltre NON MI FIDEREI MAI a portare tutti (o gran parte) dei soldi in… Svizzera (tanto per citare un Paese).
Perché?
Secondo voi in caso di crash dell’euro… pensate che non abbiano difficoltà anche le loro banche?
Pensate all’enorme flusso di denaro che sarebbe richiesto dall’estero (sottoforma di prelievi e disinvestimenti): ricordo che è l’aspetto di cui hanno più paura le banche!
E in caso la liquidità immediatamente a loro disposizione non sia sufficiente, fra tutelare l’economia nazionale (banche svizzere) e il saldo dei residenti svizzeri… e liquidare soldi richiesti dai residenti all’estero che hanno depositato (in questi anni) lì i propri soldi (anche in semplici cassette di sicurezza) secondo voi cosa sceglieranno?
Quindi la regola è sempre diversificare… con il cervello acceso. Sia in periodi di calma finanziaria, sia in periodi di elevata volatilità o rischio di tracollo economico.
Avete premuto il tasto di accensione? 😉
ottofranz,
Diciamo che hanno molte più preoccupazioni… i tuoi creditori 😆
Per non fare pubblicità non scrivo il nome ma vi elenco la banca in CH che ritengo abbia i costi minori, filiale a Lugano e in molte città specie della svizzerra tedesca, ovvio che ben saprete in CH si entra in banca con non meno di 100k, altrimenti postfinance, operatività online anche se per aprire il conto si deve andare in sede, costo per ogni operazione 40 eur se on line 100 eur se con operatore (sempre più tasse di borsa e cantonali se previste che comunque non sono mai comprese in nessuna banca in CH, ad es su fondi e etf si paga uno 0,15% di tasse cantonali per ogni eseguito, i titoli comprati su milano pagano diritti di borsa che non pagano se comprati da banca IT) altro costo in uso in CH è una percentuale sul deposito titoli qui solo lo 0,19% ed è bassissimo oltre 750k chf 0,17%.
Con finesco, iw, conto arancio, e altro che conoscete si spende meno, i conti deposito italiani pagano il 3% circa, in CH sovente non danno nulla al max 0,.. ma diversificare oggi serve come scrive gaolin in Italia la situazione delle aziende è drammatica, e se mancano le attività economiche, la vedo dura, quindi tenere i propri averi all’estero non è sbagliato.
Sopratutto gli immobili, in questo blog non se ne parla molto, ma temo che i valori immobiliari evaporeranno alla grande, pensate aver venduto il proprio immobile (anche se 1 casa) almeno 1 anno fa, essere ora in affitto, (e magari i soldi persi in borsa o BTP dirà qualcuno) tra pochi anni (2 o 3) temo si possa ricomprare a meta prezzo rispetto al 2007. Mentre già adesso pur inconsapevoli molte famiglie italiane hanno un capitale residuo del mutuo da ripagare alla banca più alto del valore attuale dell’immobile, questa sarà la mazzata più grossa per l’italiano medio peggio dei BTP acquistati oltre 1 anno fa o delle enel o telecom prese nel 1999.
concisamente:i trasferimenti da/e per l’estero vanno dichiarati nel quadro rw, se superano i 10.000 euro nell’anno fiscale, escluso il trasporto al seguito. per il trasporto al seguito occorre tener conto dei limiti doganali di 10.000 euro per volta e non occorre indicarli sotto la voce trasferimenti nel quadro rw.comunque le attività finanziarie detenute all’estero vanno indicate in un altro rigo e cito per un altro post che ho letto, anche eventuali preziosi. pertanto, se vado 5 volte con 9.999 euro a mano e li metto in un conto non remunerato non scriverò niente nei trasferimenti ma nelle attività detenute sì, se rispetto la legge, nel caso qualcuno pensi che girando avanti indietro si aggiri l’ostacolo.
http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/707e8c004a04cb82a591ff65435d3696/PF2_2012_istruzioni+10+04+2012.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=707e8c004a04cb82a591ff65435d3696
le istruzioni per il quadro rw iniziano a pag. 32 e sono piuttosto chiare, peccato cambino tutti gli anni come il resto della dichiarazione dei redditi, quindi ogni anno bisogna studiare tutto daccapo, se no i commercialisti come fanno a vivere?
gli interessi, così come l’imposta sui conti correnti esteri e sui beni immoboli all’estero (simil IMU)nel quadro rm
l’eurotassa che hai citato riguarda la Svizzera e non altri paesi, e occorre leggere le norme relative alla convenzione con questo paese e mettersi le imposte applicate dalla Svizzera in detrazione, in base alla documentazione rilasciata dalla banca o dalle poste svizzere .
lampo: Diversificare all’estero vuol dire anche semplicemente acquistare un fondo o una sicav che investa in un determinato Paese, mercato o valuta.
faccio presente, che forse potrebbe sfuggire, che la plusvalenza o minusvalenza sulle sicav in valuta, in una banca italiana INCLUSO se depositata in un conto in valuta straniera è calcolataa prendendo in considerazione i rispettivi controvalore di acquisto e vendita in euro, pertanto implicitamente si paga la plusvalenza sulla variazione della valuta.( ovviamente anche se il fondo nella valuta di riferimento non ha avuto nessun incremento ). nel caso di un conto corrente in una banca estera l’imposta è calcolata sugli interessi. la detenzione di valuta estera in un conto corrente in valuta in una banca nazionale fa scattare la plusvalenza sulla valuta dopo la soglia del controvalore di 51000 e qualcosa, non ho voglia di andare a cercare l’importo esatto
Secondo me chi porta 9999 per più volte lo sa lui cosa denuncia del resto nessuno scriverà mai sui forum che non compila RW pur avendo fato dei viaggi a lugano (ragazzi la mattina dalle 7, 30 raggiungere Lugano è un purgatorio autostrada statali Ponte Tresa Bizzarrone provare per credere tutti frontalieri. Di giorno a Lugano ci sono più auto con targa italiana che TI nono stante che i residenti a campione abbino la targa TI.
Su RW04 e successivi bisogna indicare comunque l’intero importo disponibile sui tutti i conti cointestati e su cui non si è soli ad aver versato esempio di due coniugi che vesano entrambi 50k scrivono entrambi 100k a RW04 e scrivono i bonifici fino a 50k o il bonifico da 50 k a rigo RW10.
Mentre a RM33 e 34 entrambi i coniugi indicano a col2 100k (o qualcosa in più se hanno incassato una cedola ad es) e 50% a col 3 c’è anche da compilare RM 12 quello che normalmente tutti i titolari ci C/C italiano evitano perche i capitalgains e tassa sulle cedole le trattiene gia la banca
Si può compilare avendone i requisiti il 730 e in separata sede il frontespizio di UNICO e i quadri RM e RW si puo omettere in questo caso RN se non si otpa per la tassazione ordinaria.
Forse ci sono 200 eur di franchigia per chi ha i capitali all’estero sul famoso 1 x mille che entra nel 2012 per i conti italiani la minipatrimoniale sui conti correnti e deposito
Mi spiego meglio… se uno compra un Sicav in CAD oppure in NOK (due isin di puro esempio per intenderci: rispettivamente LU0033048686 e LU0173796151) hai diversificato comunque in valuta estera. Non capisco perché tu debba tenere un conto in valuta estera: non serve assolutamente!
In merito alla tassazione…non mi risulta. Ho appena venduto la seconda e incassato un capital gain con tassazione alla fonte (avevo fatto la procedura di affrancamento per l’anno scorso) sullo stesso. Quello che paghi è la commissione fissa ad ogni operazione di acquisto vendita, che spesso include anche la commissione di cambio, visto che per investire (pagare) fai un semplice bonifico in euro alla banca corrispondente (con sede italiana) con come causale il codice del rapporto presso il tuo intermediario.
perplessa@finanza,
moneys@finanzaonline,
Grazie delle precisazioni 🙂
L’unico vantaggio del fare avanti indietro ce l’ha chi vuole esportare soldi illegalmente senza rischiare sanzioni qualora venisse beccato in dogana, ma deve sperare che non vengano fatti accordi con il paese straniero sull’accesso ai conti esteri da parte dell’Italia.
Altra considerazione: portare soldi all’estero legalmente implica sfiducia nel sistema bancario ma fiducia nello stato; il rischio di espropri (non coatti) e aumenti di tassazione (espropri parziali) non viene eliminato (il fatto che i soldi siano all’estero non significa che lo stato non possa chiederne il “pizzo” al cittadino italiano, la differenza è che non può prenderselo da solo).
(Non è un invito a esportare soldi illegalmente, solo una precisazione)
@ Paktrade
Scusa il ritardo…
in pratica, i fondi sono “transnazionali”, in molti casi con sede principale in Lussemburgo (legalmente). Come ha già spiegato Lampo, tu acquisti una quota che puoi riscattare facendoti versare l’importo su una banca a tua scelta (italiana o estera).
Io ho seguito il “suggerimento” di un noto blogger a nome P.B. (non voglio far nomi).
Ho aperto un c/c legale su Finter per un 20% del mio capitale. A leggere i vari blog sarebbe da espatriare tutto il proprio capitale……..ma a mente fredda e leggendo, anche , questo utilissimo post cerchi anche di ragionare. Finter non è una banca commerciale cioè non presta soldi. Vive di commissioni (alte rispetto agli standard italiani) però in caso di crollo dell’euro tu hai i soldi in uno stato fuori dall UE e con una propria sovranità. Che l’Italia possa imporre tutto ciò che vuole mi sembra una forzatura. Posso capire una patrimoniale ma che trasformino in automatico il c/c svizzero di un cittadino italiano in un’eventuale “lira italiana” non lo possono fare. Io ho fatto questa scelta per paura e ho diversificato una parte dei miei risparmi ben sapendo che renderà poco visti i costi d’esercizio…….
Mi rimangono forti dubbi di cosa succederà alle Sicav, obbligazioni o azioni estere o di diritto estero se l’Italia uscirà dall’euro.
Complimenti al padrone di casa e ai suoi collaboratori per un blog veramente fatto BENE.
Buona giornata.
ps. un ottimo sito sui conti esteri è “Piccolo risparmio”.
Mi rimangono forti dubbi di cosa succederà alle Sicav, obbligazioni o azioni estere o di diritto estero se l’Italia uscirà dall’euro.
Dalla fretta mi son dimenticato di scrivere …..riferito ad un c/c italiano……
scusatemi
Concordo con Pierfossi, se hai i capitali in CH sei sicuro che non ti becchi la lira italiana, tutti confidano che l’italia non esce magari non uscirà ma se esce al 100% non lodicono al TG ne un mese prima ne un giorno anzi negheranno anche a fatti accaduti, poi può essere che in banca non ti fanno un cambio coatto chi lo sa però se apri un conto in CH ti metti al sicuro con un costo modesto, e se succede la nuova lira vale anche per gli immobili e non avere immobili in Italia sarebbe un gran bene perche si rischiamo svalutazioni pesantissime, e anche in casi di mega patrimoniale su un capitale che ne valga la pena e non avendo immobili si puo anche decidere di … ognuno immagini, a Lugano ad ogni angolo ci sono due banche e non le han costruite nell’ultimo anno e anche gli immobili costano meno che a milano tre anni fa nonostante il cambio a nostro sfavore del 30%
https://help.fineco.it/interna.asp?sez=126&info=1193
un esempio concreto: Dovevo aprire un conto in un paese dove stavo acquistando un appartamentino in un progetto turistico nel 2008,ma il financial statement che avevo richiesto alla banca non era ancora pervenuto prima della mia partenza, così, non ho potuto aprirlo, e ho tenuto investiti principalmente in fondi, i soldi che avrei dovuto pagare in base allo stato d’avanzamento, in un conto in dollari in Italia, essendo quella la valuta del paese. ho fatto l’affrancamento all’inizio di gennaio perchè a febbraio ho poi aperto il conto nel paese in questione, e dovuto spostare i soldi per poter pagare il saldo tramite assegno di una banca locale. non avevo inteso inizialmente che la tassazione era calcolata sul controvalore in euro, ma avrei dovuto pensarci, perchè è piuttosto ovvio.me ne sono accorta a dicembre, appunto verificando se mi conveniva l’affrancamento . questa disattenzione mi è costata un bel pò. supponendo che avessi aperto il conto nel 2008 ( quel progetto andò poi a monte e ho acquistato invece un altro immobile che rogiterò a breve) e avessi acquistato gli stessi fondi in quel paese, avrei dovuto dichiarare in Italia sia gli interessi corrisposti dalla banca estera nel conto , che gli eventuali guadagni corrispostimi alla liquidazione dei fondi, e avrei dovuto indicare nell’apposito rigo dell’unico, ovviamente riportandoli in euro come specificato nelle istruzioni, gli importi risultanti dall’estratto conto della banca estera. prendiamo ad esempio un fondo monetario, il cui rendimento nella valuta di riferimento è bassissima, ma se c’è stata una variazione nel cambio, è tutta un’altra cosa. l’esempio concreto rende tutto più chiaro. è chiaro che uno non va ad aprire un conto in un altro continente se non ha interessi specifici, come nel mio caso,che mi piace andare in vacanza là,ma vale anche per le banche di altri paesi, incluse quelle in cui si può aprire un conto online dall’italia. la variazione del cambio avrà incidenza solo per quanto riguarda la minipatrimoniale, visto che si applica sull’importo in euro. non ho ancora realizzato come si dovrà fare il calcolo in caso che la giacenza vari nel corso dell’anno. mi pare macchinoso, ma bisogna vedere come funzionerà nel 2013. in caso di conti in paesi stranieri con investimenti in valute diverse dalla nazionale, bisognerà informarsi se esistono tassazioni sulle plusvalenze sulle valute, vigenti in quei paesi.non è scontato ci siano solo da noi.
Certo… ma ha aperto un conto estero.
E’ chiaro che per l’affrancamento doveva calcolare la differenza del valore nella valuta euro, visto che è la nostra valuta di riferimento nazionale per tale normativa.
La tassazione sul capital gain riportata nel prospetto di vendita infatti viene fatta sul corrispettivo di guadagno in EUR dopo la vendita del fondo e la sua conversione, al cambio della giornata, in EUR (ovviamente rispetto al valore in EUR che aveva in fase di acquisto).
Ma questa cosa pensava… che le applicassero l’affrancamento sulla differenza in $? 😉
Hey Grem qui parlano di te, penso avrai visto:
http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.it/2012/04/leggende-di-promotori-e-bancari-sul.html
Questi qua li seguo ma non ho ancora capito se sono faziosi o booh….
sì, è normale che Paolo sia particolarmente attento a quanto si scrive in rete su questo argomento
lui usa un sistema di comunicazione scritta molto colorita che ha il pregio di attirare l’attenzione e di non venire a patti con la diplomazia e il bon ton
in realtà quando ci parli è una persona molto garbata che stride abbastanza con l’immagine che si è creata attraverso il suo blog;
mi sembra comunque di capire che le sue obiezioni sono più che altro di carattere tecnico che coinvolgono i commentatori di questo post e che invito a replicare
sul fatto che poi lui lanci accuse e sberleffi non sempre appropriati è pratica che considero deprecabile anche se necessaria per mantenere un’audience elevata
forse non mi sono spiegata bene, in occasione dell’affrancamento sono andata a verificare la tassazione dei fondi, per fare i calcoli di quello che avrei pagato e mi sono resa conto di quanto avrei risparmiato se invece di tenere i soldi qua li avessi messi all’estero, in questi 4 anni. a me pareva chiarissimo l’esempio. ho fatto l’esempio perchè tu dici che non è necessario per diversificare in valuta mettere i soldi all’estero. non è per polemizzare , hai scritto tu che in merito alla tassazione non ti risultava quello che avevo detto io. il discorso dell’affrancamento l’hai sempre tirato fuori tu sostenendo che quando l’hai fatto non ti risultava la tassazione da me citata, pertanto ho scritto che in occasione dell’affrancamento ho invece fatto i conti del salasso da parte del fisco italiano. hai ragione a dire che è scontato il fatto che la nostra valuta di riferimento è l’euro e infatti l’ho detto pure io, che ci dovevo pensare, e aggiungo i soldi dovevo spostarli prima, tenendo conto di questo. a questo punto dovrei anche citare l’opera di convincimento fattomi in Italia, per convincermi appunto che l’apertura del conto estero era inutile, perchè potevo tenere la valuta estera qua, e il discorso diventerebbe lungo, e non voglio tediare nessuno. ho risposto al tuo post solo perchè voglio aggiungere un altro elemento saliente del tema, che penso sia utile. oltre alle norme fiscali da rispettare, di cui si è parlato, ci sono anche le norme antiriciclaggio DL 21/11/2007 n.231. pertanto gli intermediari italiani sono tenuti a segnalare i versamenti di somme (in precedenza all’Agenzia entrate, poi recentemente è stato cambiato alla guardia di finanza)qualora emergano degli indicatori di anomalia, previsti dal suddetto decreto, regolamentati poi da un provvedimento della Banca d’Italia. tra i suddetti indicatori, c’è la destinanzione delle somme in paesi a fiscalità privilegiata. tra cui la Svizzera, più volte citata in questo blog. faccio presente che mi è stato richiesto copia dell’atto di compravendita dalla banca per non far scattare la segnalazione antiriciclaggio, a giustificazione della motivazione del mio trasferimento all’inizio di quest’anno. pertanto è meglio che in caso di apertura di conti all’estero si tenga conto anche di questo, nel bilanciare i benefici e i costi. personalmente non ho nessun problema perchè i miei redditi sono tutti dichiarati, essendo redditi di lavoro dipendente.
lampo: Non capisco perché tu debba tenere un conto in valuta estera: non serve assolutamente!
se uno come nel mio caso sa che doveva effettuare dei pagamenti scadenzati in una determinata valuta il conto serve a predeterminare la spesa fissando i costi a una determinanta data, quella in cui ha deciso l’acquisto, congelando il costo a un determinto cambio. poi il futuro non si può sapere. ma si sa che quella somma è destinata a quel fine.
Un esempio concreto per chiarire meglio la mia posizione, senza voler polemizzare (non è nella mia natura… ognuno può avere opinioni diverse e ben venga… altrimenti non ci sarebbe il miglioramento di conoscenza dovuto al confronto).
Lo faccio anche per dare l’occasione a chi ha copiato ed incollato parti dei commenti di questo post sul suo sito (senza distinguere tra gli autori) di copiare un altro pezzo… 😉
Distinta di acquisto di una sicav in corone norvegesi (ISIN LU0173796151) mediante semplice bonifico dal mio conto corrente italiano (vedete la voce evidenziata in rosso) alla banca corrispondente (soggetto incaricato per i pagamenti). Ho annerito per ovvi motivi i dati personali, lasciando visibile il primo carattere (per evitare che mi si dica che è anche un falso!).
Segue riga dell’estratto conto della mia banca che attesta tale bonifico per dimostrare che ho il conto presso una banca italiana (non posso scaricare le distinte per bonifici così vecchi). L’iban che vedete in chiaro è quello della banca corrispondente (soggetto incaricato a ricevere i pagamenti) della precedente distinta.
Arriviamo adesso alla procedura di affrancamento che ho eseguito per l’intero portafoglio che avevo presso tale rapporto. Visto che non ho un conto presso tale intermediario (non è obbligatorio averlo… come spiegavo nei precedenti commenti) mi hanno fatto i conti e indicato quanto pagare per ciascun titolo che avevo in portafoglio facendo i bonifici direttamente alle rispettive banche corrispondenti dei rispettivi titoli.
Per tale titolo (che avevo comprato solo in ottica di diversificazione valutaria per motivi di sicurezza… e non con l’intento di guadagnarci qualcosa) l’importo era di € 0,91.
Eccovi la distinta del bonifico effettuato (notate l’IT… che dimostra nuovamente che il mio conto è italiano)
Facciamo due conti per capire da dove salta fuori quell’importo.
Valore fondo in EUR in acquisto al 14.09.2011: € 6000,00
Valore fondo in EUR al 31.12.2011: € 6007,26
Plusvalenza: € 7,26.
Affrancamento = 7,26 * 12,5% = 0,91 €
Corrisponde infatti con la distinta della tassazione:
(Preciso che non sono in conflitto di interessi in quanto semplice cittadino che segue gli investimenti dei miei risparmi direttamente, visto che quando si affidava a banche e promotori… perdeva spesso soldi! Quindi non lavoro per nessuna banca, intermediario o gestore…)
In merito ai reports di cui accennavo in caso di crollo del sistema europeo eccone uno:
http://www.scribd.com/doc/73357867/Nomura-Currency-risk-in-a-Eurozone-break-up-Legal-Aspects
Il precedente citato nell’articolo… con una ricerca in google lo trovate facilmente.
Ricordo infine che il comparto di tale SICAV è espresso in NOK.
Per quanto riguarda le modalità di rimborso cito testualmente il prospetto informativo:
http://www.nordea.lu/sitemod/upload/Root/FundReports/ProspectusItaly/FP_n1_it_ita.pdf
pag. 138
Le richieste di rimborso potranno essere eseguita soltanto
dopo che l’identità degli Azionisti e/o dei beneficiari
effettivi sia stata comprovata in modo ritenuto pienamente
soddisfacente dalla Società. I pagamenti saranno effettuati
soltanto a favore degli Azionisti aventi diritto.
Gli Azionisti che desiderino ottenere il rimborso di una parte
o della totalità delle loro Azioni dovranno far pervenire alla
Sede legale, alla Banca depositaria o a una Banca incaricata
dei pagamenti, a mezzo lettera o fax, una richiesta di rimborso
irrevocabile scritta e debitamente firmata, indicante il nome,
l’indirizzo e gli estremi del conto dell’Azionista o degli Azionisti, la
denominazione del Comparto e il numero di Azioni da rimborsare,
nonché le coordinate di pagamento necessarie per effettuare il
rimborso (nominativo e codici identificativi della banca, numero
di conto e nomi dell’intestatario o degli intestatari del conto)
…ma tu guarda… per fortuna qualcuno se ne accorge di ste cose… Noi qui ad analizzare, ricercare, studiare e poi qualcuno ti copia per filo e per segno senza nemmeno citarti…
Parlo ovviamente di qualche blogger italico…
Dico bene lampo? 😉
Certo… ma ognuno è libero di manifestare le proprie idee, convinzioni ed opinioni.
Il lettore è dotato di cervello per capire, sulla base dei dati e argomentazioni citati, a chi credere e comportarsi di conseguenza, visto che in caso di errore, risponde personalmente delle proprie scelte.
Poi rimane sempre una parte di persone a cui piace credere a chi urla di più… ma purtroppo questa percentuale è fisiologica… e nulla si può fare. Per cui non sta sicuramente a me fargli cambiare opinione.
sinceramente non ti capisco. inizialmente ho precisato in merito all’opzione se aprire un conto estero oppure investire in valuta in Italia in un fondo, che nel caso del conto estero è opportuno tenere conto del fatto che non si paga la plusvalenza sulla valuta, invece investendo in fondi in valuta estera in italia sì, siccome il controvalore degli investimenti e dei disinvestimenti è calcolato in euro. tutto qua. ribadisco ,i possessori di conti correnti all’estero debbono solamente dichiarare ai fini imponibili, gli interessi corrisposti dal loro intermediario,ad esempio se il conto non è remunerato non devono dichiarare niente, dovranno solamente citare gli investimenti nell’apposito rigo del quadro rw, non è che se l’ammontare dei loro depositi si è rivalutato rispetto l’euro, è prevista un imposta su quest’incremento.ovviamente un eventuale incremento inciderà per la nuova patrimoniale sui conti esteri, in quanto l’imponibile è calcolato in euro.non è che con questo voglio incitare i frequentatori del blog ad aprire un conto estero. ognuno farà i conti in casa sua, non è che i viaggi all’estero sono gratis, bisogna vedere se conviene in base ai propri obiettivi.
per quello che riguarda l’affrancamento, la mia situazione rispetto la tua è ben diversa, nel mio caso si trattava di una somma destinata ad acquistare un appartamento che era lì dal 2008, quando il dollaro era a 1,60-1,50. e poi una parte di imposte ne ho già pagate, perchè non ho mantenuto gli stessi fondi, da allora. ho pagato più di 1000 euro,se non avessi fatto l’affrancamento subito a gennaio, sarebbero stati più o meno 2000, visto che dovevo disinvestirli perchè li devo spendere, avevo urgenza che l’affrancamento mi fosse fatto subito. in dollari i fondi hanno reso poco essendo per lo più fondi monetari, ma in relazione alla tassazione hanno avuto una rivalutazione per via della variazione del cambio. aggiungiamo la fregatura che le plusvalenze dei fondi non sono compensabili con le minusvalenze dei titoli. sempre nell’ottica di succhiare quattrini al parco buoi.posso essere dispiaciuta, ora, per quel foglio arrivato in ritardo,nonostante lo avessi sollecitato più volte, o no? ritornare là un’altra volta apposta con il foglio in mano, mi sarebbe costato la stessa cifra….infatti quest’anno ho detto: non esiste che il foglio stavolta non arriva prima della mia partenza, perchè io adesso devo saldare, e mi è indispensabile avere un conto per poterlo fare.
Concordo con te, soprattutto sul fatto che facendo tutto legalmente hai comunque una via di fuga rapida dovessero andare le cose oltre il punto di non ritorno… Chiaro che non è un investimento classico, si paga un’opportunità eventuale e remota… Una specie di assicurazione…
E ti dirò, buona idea anche la Germania, soprattutto dal punto di vista immobiliare, potendo…