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Ma l’economia reale come va?

Scritto il alle 16:00 da gaolin@finanza

GUEST POST: Economia Reale ed ammissione di una realtà tanto tragica quanto evidente.

In questi giorni in ogni dove si parla di salvataggi. 

Salvataggio della Grecia, dell’Italia, dei PIIGS, dell’EURO, dell’Eurozona, del sistema finanziario occidentale, dei falliti USA+GB e quant’altro. 

In Italia si è arrivati a quasi, sottolineo quasi, collettivamente a pensare/sperare che la caduta del nostro giullare Silvio avrebbe dato una calmata a tutti e avviato il sistema finanziario a maggiore stabilità e magari, con qualche invito alla fiducia, a riprendere la crescita.

Non mi aggiungo alle tante voci che dicono la loro su cosa o come si dovrebbe fare per sistemare le faccende della disastrata finanza occidentale, compito troppo arduo per me. Mi limiterò invece a riferire ai lettori di I&M qualche informazione di prima mano sull’economia reale, che poi i dati ufficiali rileveranno a posteriori, con qualche mese o più di ritardo.  

Cosa sta accadendo nell’economia reale in Italia?

Sta accadendo che, dopo un 2010 e una prima parte del 2011 in cui l’economia reale, costituita da attività che producono beni e servizi che servono, come è bene sempre precisare altrimenti non ci capiamo, ha avuto un timido sussulto di ripresa, si è arrivati alla fine del primo semestre del corrente anno con le prime avvisaglie che il sistema stava di nuovo inceppandosi.  A parte alcune situazioni privilegiate ma purtroppo sempre più rare nel contesto economico industriale italiano, da ormai alcuni mesi si sta assistendo a un progressivo generale calo di ordinativi. Spesso trattasi di un vero e proprio tracollo, salvo alcune eccezioni ovviamente. 

In questi periodi, in via confidenziale, mi vengono riferite situazioni di deterioramento o decozione di attività imprenditoriali una volta molto solide. Anni e anni di fatturati in contrazione stanno riducendo a una sorta di malato terminale tante fra le ormai ex migliori imprese manifatturiere d’Italia. 

Se la volete sapere, la situazione in Italia sta diventando veramente tragica, checché ne dicano politici, economisti, oligarchi e incompetenti vari che spesso parlano a vanvera. Ma come mai, se si dice che l’export italiano sta andando ancora a gonfie vele?

Io non so da dove costoro prendono le informazioni. Quindi, per non parlare a vanvera come tanti, è il caso di dare un’occhiata ai numeri, che si possono osservare nei siti che raccolgono e diffondono dati economici di tutto il mondo, in modo professionale e da fonti certe. Uno è questo: 

http://www.tradingeconomics.com/

Ognuno si potrà sbizzarrire a cercare i dati che gli interessano ma se, per fare qualche esempio, prendiamo questi:

http://www.tradingeconomics.com/united-states/balance-of-trade

http://www.tradingeconomics.com/united-kingdom/balance-of-trade

http://www.tradingeconomics.com/france/balance-of-trade

http://www.tradingeconomics.com/italy/balance-of-trade

c’è da mettersi le mani nei capelli.

Se a qualcuno venisse voglia di farsi quattro calcoletti, attingendo dal sito i numeri che servono, si accorgerebbe che ad esempio l’Italia, che non è certo la peggiore messa male, si gode il suo bei 30 Miliardi di USD di disavanzo commerciale annuo(circa 1,5% del suo PIL). La Francia di Monsieur Sarkozy i suoi bei 55 Miliardi di USD (circa 2,2% del suo PIL). La Gran Bretagna del “professorone” Cameron i suoi bei 47 Miliardi di USD (pari al 2% del suo PIL). Gli ex grandi USA i loro bei 580 Miliardi di USD (pari a quasi il 4% del loro PIL). Per concludere la casistica, la povera Grecia dai conti taroccati, che si è goduta per tanti anni un bel disavanzo di 38 Miliardi di USD (pari a un incredibile 12%, dico 12%, del suo PIL). 

Dall’altra parte abbiamo : 

La Cina con un avanzo commerciale di 210 Miliardi di USD (pari al 3,5% del suo PIL). La Germania con un avanzo di 160 miliardi (pari a 4,8% del suo PIL). Il Giappone con un avanzo nel 2010 di 500 Miliardi di dollari (pari al 10%, dico 10%, del suo PIL). Il dato sulla Cina può trarre in inganno perché l’export cinese è di prodotti che costano poco ma che sui nostri mercati assumono un valore mediamente da 3 a 10 volte quello originario, in parecchi settori merceologici parecchio di più. Mentre l’import è a prezzi internazionali (per lo più commodities, alta tecnologia e articoli non ancora prodotti in Cina che per loro sono molto cari). Paradossalmente, se la Cina aumentasse i propri prezzi, per effetto di una mutata parità monetaria, si avrebbe inizialmente una crescita enorme dell’avanzo commerciale cinese espresso in USD. Nonostante ciò, tutti sono concentrati sulla crisi del debito degli stati, che in effetti c’è ed è fonte di grande instabilità e problemi di sostenibilità, come tutti constatiamo ogni giorno.

Ma questa è la sola preoccupazione o invece c’è dell’altro, altrettanto se non più preoccupante? 

Sembra che non si dia grande peso a questa semplice constatazione:  Ovvero che ci sono paesi in strutturale avanzo commerciale da tempi immemori e altri in altrettanto strutturale disavanzo. Il perché deriva dalla competitività del loro sistema produttivo, agevolato oppure ostacolato dal tasso di cambio fra le varie monete.  Insomma qualche nazione vive al di sopra delle proprie possibilità, altre al di sotto, accumulando crediti o debiti verso l’estero. Tutto ciò non può durare in eterno, almeno credo. Insomma gli USA, quali dispensatori di carta straccia nel mondo e l’EURO, quale insano tentativo di mettere insieme paesi con economie strutturalmente troppo diverse, sono i 2 principali cancri da curare o, in alternativa, da estirpare. Se è possibile bene altrimenti prima o poi ci sarà il patatrac globale. 

A sentire i discorsi che da tempo si fanno a me pare che tutti nascondino la testa nella sabbia o facciano finta di farlo, sperando che la resa dei conti non arrivi mai.  Nel caso dell’Italia, nei prossimi mesi, dovremo assistere allo scarico reciproco di colpe fra i politici. Sarà la solita farsa. Purtroppo il gravissimo ma forse è meglio dire tragico errore di entrare nell’EURO da parte dell’Italia è stato fatto e un cambio di governanti, senza che ci sia l’ammissione di questo errore, non consentirà di avviare l’uscita dell’Italia da questa crisi. Vista l’aria che tira, mi pare che nel tunnel in cui stiamo ci dovremo restare ancora molto a lungo. 

Fino alla debacle completa dell’economia reale italiana, ovvero fino alla completa capitolazione del nostro sistema produttivo di cui ancora ci vantiamo, senza sapere che così non è più ormai?

Vedremo. Eppure ce la potremmo ancora fare ma ci vorrebbe un coraggio e una lungimiranza inusitata, come i cinesi ad esempio. Virtù rare dalle nostre parti, che nei nostri politici poi scarseggiano per definizione. I così detti tecnici hanno altre visioni e interessi da difendere, diversi da quelli dell’economia reale. Quindi?

Ma, non lo so. Vedremo.

Mi sono accorto di aver dimenticato il buon proposito di non dire la mia ma pazienza. Però questo è il mio modesto parere, anche se spero con tutto il cuore di sbagliarmi.

 
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DT

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29 commenti Commenta
quacula
Scritto il 18 Novembre 2011 at 16:17

Caspita Dream!! Che quadro sconcertante! Mancano giusto i nomi…

Di questi tempi, mentre si parla di vendite dei gioielli di famiglia per pagarci il debito, vengono spesso fuori i nomi di Eni Enel Finmeccanica ecc., tutte a part statale. Mentre sulle prime due, anche se in borsa non sono al top, sarei pronto a scommettere. Finmeccanica la vedo messa più maluccio. Per non parlare di Fiat/Italia, che ha preso una china che definire pessima è un eufemismo. Tu hai altre info su nomi grossi?

ps
escludiamo alitalia-cai…. 🙂

ob1KnoB
Scritto il 18 Novembre 2011 at 16:29

Lucido, mirato e pienamente condivisibile.

Scritto il 18 Novembre 2011 at 16:35

Un grande plauso a Gaolin, altro eccellente collaboratore del blog. Ci ha fornito un quadro direi limpidissimo e ahimè concreto.
bravo! 😀

quacula
Scritto il 18 Novembre 2011 at 16:46

Ah in effetti era Lampo, non Dream a scrivere, sorry…

paolo41
Scritto il 18 Novembre 2011 at 16:47

Gaolin, perfetto!!!!! argomenti che ho sostenuto a più riprese, ma la tua esposizione è disarmante….

ob1KnoB
Scritto il 18 Novembre 2011 at 16:47

lampo?

Scritto il 18 Novembre 2011 at 16:56

quacula@finanza,

NONEEEEEE
AUTORE GAOLIN!!!

quacula
Scritto il 18 Novembre 2011 at 17:01

OK devo smetterla con queste droghe sintetiche…. 🙄

hironibiki
Scritto il 18 Novembre 2011 at 17:05

Dream Theater:
Un grande plauso a lampo, altro eccellente collaboratore del blog. Ci ha fornito un quadro direi limpidissimo e ahimè concreto.
bravo!

Ma non l’ha scritto Gaolin? Io vedo il suo nick nella pagina :mrgreen:
Comunque condivido. Sarà solo questione di tempo e poi BUM Default (mondiale) 😐

salva73
Scritto il 18 Novembre 2011 at 17:09

lampo dream gaolin?
poco importa. veramente disarmante.
le cose viste dall’esterno sono sempre più nitide, anche se spero troppo pessimiste… dico spero.
Intanto qui si perde tempo a parlare e ad ascoltare cose che non sembrano considerare il quadro generale.
Crescita? 😥

ob1KnoB
Scritto il 18 Novembre 2011 at 17:53

Dream Theater:
quacula@finanza,

NONEEEEEE
AUTORE GAOLIN!!!

cosa vuoi..siamo dei tordi :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

zanella51
Scritto il 18 Novembre 2011 at 17:55

ottimo articolo che centra il problema nella sua tragicità.
ma è ovvio che con questo sistema non abbiamo scampo, non è questione di se o ma ma solo di quando

atomictonto
Scritto il 18 Novembre 2011 at 18:08

Grazie del quadro macro-economico interessante.
Che il problema vero, e molto piu di quanto si dica nel tuo gradito post DreamTheater, siano gli USA lo penso da tempo.
Per capire cosa intendo basta “incrociare virtualmente” il quadro economico che illustri (tenendo ben presente il colossale debito USA, il fatto che la loro “ricchezza” è sostanzialmente fatta di carta straccia e mucchi di numeri dentro dei server, creati ai tempi del surplus commerciale quando vendevano “cose” al resto del mondo) con il fatto che gli Amercani sono dall’800 convinti sostenitori, e non lo nascondono nemmeno troppo se ci fai caso, del vecchio adagio del Wild West: “The man with the gun is always right”.
Non per nulla, pur di fronte a minacce trascurabili sul piano assoluto, hanno continuato a mantenere ed espandere il loro “muscolo militare” divenuto ormai un colossone ipertrofico dai costi spaventosi…insomma si sono sempre preoccupati di avere la “gun” più grossa di tutti.

Temo che prima o poi, proprio a causa delle contingenze economiche che tu sottolinei, avremo negli USA un Paese in gravissima difficoltà economica che metterà sul piatto, sopratutto con la Cina che però ne detiene gran parte del debito e non ha interesse a che questo crolli di valore (oppure chi lo sa, i Mandarini ragionano in termini secolari, forse hanno accumulato pensando appunto di poter in futuro sopportare l’azzeramento di valore..), l’unica regola che realmente riconosce.
Temo che messo alle strette da una Cina che pretende di dettare l’agenda interna agli USA in stile BCE-Italy con la scusa del debito pubblico il grosso bambino Yankee finirà per batter il pugno sul tavolo e gridare “the man with the (HUGE) gun is always right!”.
Saluti.

lampo
Scritto il 18 Novembre 2011 at 18:28

Complimenti Gaolin… soprattutto per la lucidità… anche se può sembrare a prima vista pessimistica.

Questo è il motivo che mi ha portato a fare la ricerca sulla disoccupazione giovanile che ho condiviso, visto che saranno quelli che subiranno di più questa situazione… con le conseguenze sociali derivanti da anni di mancato lavoro… e perdita delle speranze (conseguente rabbia e voglia di andare contro il sistema… di cui la violenza sarà soltanto uno degli aspetti).

Per quanto riguarda l’entrata nell’euro mi rendo conto sempre più che il motivo reale è stato quello di rimandare lo stato disperato dei nostri conti pubblici… in maniera da poter permettersi di fare le cicale ancora per una decina d’anni a scapito del debito pubblico (basta vedersi un po’ di dati economici come dici tu… per rendersene conto… e poi ne abbiamo parlato anche qui sul blog e tra i commenti).

Non credo che il nuovo governo possa fare molte riforme senza una presa di coscienza da parte delle caste italiane e della popolazione di questa situazione.

Quindi… arriveremo al si salvi chi può ovvero all’ognun per sè!

Eppure di possibilità ce ne sarebbero ancora. Basterebbe:
– valorizzare ed investire nel nostro patrimonio storico-archeologico;
– intercettare con una politica del turismo concertata e ben organizzata (non del più furbo come quella attuale) i nuovi ricchi dei Paesi emergenti che hanno voglia di spendere i loro soldi per visitare altre Nazioni e approfondire la loro cultura);
– valorizzare e creare degli incentivi alle imprese che vogliano esportare il nostro immenso patrimonio eno-gastronomico;
– ricreare una politica energetica di lungo termine (il nostro petrolio lo stiamo regalando, ripeto regalando alle compagnie straniere grazie a delle particolari norme… create ad hoc).
– investire di nuovo sulla scuola e sul senso civico… in maniera da ripristinare nelle persone la fiducia che questo Paese possa farcela (basterebbe fare Ministro della Pubblica Istruzione il nostro Benigni… e vedrete che risultati… anche a livello di ottimismo!)

e invece… con già una previsione di calo del nostro PIL nel prossimo anno (e anche in questo trimestre) scritta su gran parte dei rapporti finanziari… stiamo pensando a trasferire la tassazione sui consumi… (della serie soffriamo perché abbiamo già le palle strette nella morsa…e invece di fare un giro per allentare la presa… stringiamo ancora!)

lampo
Scritto il 18 Novembre 2011 at 18:33

Aggiungo che a causa della situazione descritta nel post, quando la possibilità di fare ancora debito non sarà più una delle opzioni per rimandare il crollo del sistema economico occidentale (ci siamo molto più vicini di quello che pare), assisteremo ad una guerra valutaria senza precedenti… e provate ad indovinare quale moneta. Se non funzionasse… c’è sempre rimane sempre l’opzione militare.

candlestick
Scritto il 18 Novembre 2011 at 21:31

ciao a todos!!

a breve uscirò con un’analisi da cui non potrete sottrarvi…
buon week-end!!! bravi a tutti….

gaolin
Scritto il 19 Novembre 2011 at 09:39

A leggere i commenti al post c’è una sorta di pensiero unico.
Invece avrei avuto piacere che qualcuno esprimesse dissenso dal contenuto.
Che contestasse analisi e considerazioni fatte.
Che portasse qualche pensiero positivo a supporto di un quadro del tutto diverso.
Insomma una contestazione bella e buona.

A volte mi chiedo, ma possibile che la verità vera la percepiscano solo i frequentatori di blog non allineati, i frequentatori di bar e osterie d’Italia, i senza lavoro che non sanno dove sbattere la testa per dare un senso alla propria vita e via dicendo?
Ma possibile che si continui a pensare che la soluzione della grave situazione economica dell’occidente nel suo complesso stia nel preservare a tutti i costi questo sistema finanziario parassitario e i suoi servi più o meno coscienti di esserlo?
Del lavoro vero, del know how che stiamo perdendo, delle aziende che muoiono per cause non a loro imputabili, degli uomini e donne che hanno dedicato e dedicano la loro vita per il bene comune qualcuno ha trovato traccia nel programma del nuovo governo?
Un commento con troppe domande, che forse potrà attivare un bel dibattito.

quacula
Scritto il 19 Novembre 2011 at 10:14

gaolin@finanza,

In effetti sono rimasto piuttosto stupefatto anch’io. Al momento il programma del governo (per quanto i dettagli non li conosciamo ancora) sembre più tendere pericolosamente verso l’austerity greca del 2010… forse Monti crede di potersi giocare tutte le sue chances in Europa con gli aiuti BCE/FMI e/o gli eurobond. Però sembra che si voglia curare il sintomo piuttosto che la malattia.

gainhunter
Scritto il 19 Novembre 2011 at 12:50

gaolin@finanza,

Ottimo post. Concordo sui problemi euro e dumping. Interessante il discorso su avanzo/disavanzo commerciale, sono cose che chiunque dovrebbe capire senza neanche andare a vedere i dati, è logico che sia così, visto l’export cinese…
L’unica precisazione che mi sento di fare (non una contestazione) è che i dati sull’Italia sono sempre una media dei dati di tutto il territorio nazionale, è come fare una media europea, mentre sappiamo bene che come in Europa ci sono paesi che crescono e esportano e paesi che invece importano e non crescono, la stessa cosa avviene in Italia: a fronte di regioni “nordeuropee” ci sono altre regioni “sudeuropee”. Non voglio fare il leghista, ma la realtà è questa, ne ho avuto conferma guardando i dati sulla disoccupazione, che l’Istat divide per regione: al Nord e al Centro la disoccupazione è la metà che al Sud e nelle isole.
Cosa voglio dire? Che probabilmente al Nord la situazione non è così drastica, ma se si continua a non agire in difesa delle esportazioni e della crescita il rischio è che, visto che la crisi ha colpito soprattutto le regioni del Nord, anche il Nord produttivo sprofonderà.

paolo41
Scritto il 19 Novembre 2011 at 13:58

gaolin@finanza,

hanno le mani legate dall’appartenenza innanzitutto all’euro e in secondo luogo al mondo accademico e al sistema bancario, ma, in questo momento, bisogna dargli un minimo di fiducia, sperando che riescano, se non altro, a fare passare quelle riforme che l’antagonismo politico impediva.
Certo è che nel mondo accademico raramente si trovano professori che abbiano avuto esperienze di gestione e sviluppo aziendale e, se posso esprimere la mia opinione (ne ho conosciuti parecchi nella veste di consulenti), sono abbastanza bravi a “tagliare i costi”, ma quando si parla di crescita dell’economia reale mancano di valide esperienze.
Lo stesso Passera, che ho avuto occasione di conoscere quando era un giovane virgulto alla corte di De Benedetti, bravo quanto si voglia, è cresciuto risanando aziende a suon di tagli di costi e ristrutturazioni e, comunque nel suo modo di agire, a mio avviso, è sempre prevalsa la sua impostazione finanziaria.
C’è da aggiungere che le esperienze bancarie lo hanno avvicinato al mondo delle imprese e, siccome l’intelligenza non gli manca, avrà fatto senz’altro tesoro ed accumulato conoscenze dei vari comparti sia industriali che dei servizi e metabolizzato le esigenze degli stessi.
Se, poi, avrà la modestia di continuare ad approfondire i problemi dei singoli settori industriali a livello nazionale, come faceva prima, a livello bancario, si può sperare che questa volta qualcosa si muova, a livello governativo, nella direzione giusta.
Mi sono soffermato su Passera perchè ritengo che sia uno dei cardini più importanti, se non il più importante, del governo Monti dove ci sono vari altri professionisti di indubbio valore.
Come avrai capito (è, ovviamente, un mio parere personale), in linea di massima, sono fiducioso… con qualche riserva, nel senso che mi auguro che non favoriscano la cessione di quel poco che è rimasto del tessuto industriale e lavorativo italiano…sarebbe come darsi la zappa sui piedi!!!

gaolin
Scritto il 19 Novembre 2011 at 17:40

quacula@finanza,

Purtroppo quello che potrà ottenere Mondi dalla UE o BCE non saranno aiuti, ovvero sovvenzioni a fondo perduto o haircut.
Al massimo godremo di tassi d’interesse inferiori e più in linea con quelli di qualche mese fa. Ciò non risolverà alcunchè nel mondo delle imprese che hanno base solo in Italia.
La creazione di posti di lavoro vero, che danno luogo a crescita vera non sarano possibili in Italia, fino a che il cappio dell’EURO continuerà a soffocare l’economia reale italiana.
L’attuale parità monetaria dell’Euro va quasi bene per il momento alla Germania e assimilabili, mentre per il sistema produttivo italiano c’è un 20-25 % di sopravalutazione.

Poi c’è il discorso Cina ma questo riguarda tutto l’occidente e andrebbe affrontato a muso duro con i governanti cinesi, maestri in tattiche dilatorie e astuti negoziatori.

gaolin
Scritto il 19 Novembre 2011 at 18:07

gainhunter,

Nella parte finale del tuo commento citi la situazione in cui sprofonderemo se non si farà nulla di concreto.
Bisogna però cambiare il tempo.
Non sprofonderemo ma ci stiamo già sprofondando, anche nel nord Italia.
Basta informarsi sui dati macroeconomici in corso, sulla evoluzione delle sofferenze bancarie sia dei privati che delle imprese, sull’andamento degli ordinativi, sulle prospettive di investimento delle imprese in Italia, sulle fughe di queste all’estero per non morire, senza aver fatto anche questo tentativo per sopravvivere.
Chi ha qualche amico che lavora in aziende manifatturiere chieda come vanno le cose.
Ieri sera, tornato dall’estero, ho ascoltato qualche stralcio del discorso del neo premier. Per poco facevo come il buon Gianni Letta, che non è riuscito a stare ad occhi aperti tutto il tempo del soporifero discorso.
Comunque Monti perlomeno è una brava persona e la compagine che ha messo in piedi è di qualità.
Tutto sta a vedere cosa hanno in testa, dove andranno a parare e se saranno capaci di allargare la coperta, piuttosto che tirarla da una parte o dall’altra, nel nome dell’equità. Termine che in Italia assume 57.000.000 di versioni/definizioni.

gaolin
Scritto il 19 Novembre 2011 at 18:21

paolo41,

Anch’io voglio essere un po’ speranzoso sul futuro governo. Fra i ministri c’è anche chi è venuto su dalla gavetta e questo è senz’altro un buon viatico.
I professori però si sa, credono di sapere tutto e questo è pericoloso ma spero che fra loro ci sia anche chi ci capisce di economia reale.
Non so perchè nessuno ha pensato di ingaggiare, magari come vice ministro in aiuto a Passera, qualche cinese che spieghi in parole semplici come ha fatto la Cina ad avere i tassi di sviluppo che tutti ormai conosciamo. Questa è una battuta semiseria.

kry
Scritto il 19 Novembre 2011 at 21:20

La maggior parte del disavanzo commerciale credo derivi dall’importazione del petrolio. Già da qui si potrebbe lavorare per trovare qualche alternativa ( penso ai pannelli fotovoltaici senza ulteriori incentivi ) che dia occupazione. Ritengo una fortuna che il pagamento del petrolio noi lo facciamo in rapporto con l’euro se avessimo ancora la lira credo che la situazione sarebbe ben peggiore di quella attuale. AI nostalgici della lira mi sento di dire che potremmo ritrovarci nella situazione attuale dell’Argentina che dopo non aver pagato i suoi debiti e sette anni di crescita ora i suoi abitanti non possono convertire i peso in dollari. Per quello che riguarda la crescita credo che “gireremo a vuoto” innanzi tutto perché si è invertita la regola domanda/offerta e l’offerta è sempre più competitiva che grazie alla tecnologia necessita di meno mano d’opera. Teniamo conto del fatto che quando si è aperto il mercato cinese si pensava che ci sarebbe stato un immenso mercato dove poter vendere i nostri prodotti, invece anche qui si è verificato il contrario anzi peggio, perchè per poter produrre non hanno pagato la tecnologia ( compravano un macchinario e poi lo replicavano per 100 e lo stesso macchinario l’hanno pagato 100.000€ quando la stessa ditta costruttrice italiana il mese prima aveva venduto in italia a 150.000). Credo bisogna tener conto anche che negli anni scorsi l’economia cresceva grazie a varie agevolazioni fiscali che di fatto hanno drogato l’economia ed ora ci sia purtroppo bisogno di disintossicazione proprio in uno dei maggiori settori di maggior traino dell’economia come l’edilizia ( quanti appartamenti sfitti e invenduti ci sono ancora). Attualmente si sta verificando un aumento dei tassi reali che scoraggerà di fatto i futuri investimenti tecnologici e se ci fosse qualcuno veramente coraggioso si troverebbe di fronte alla diffidenza delle banche unita alla enormità di carta della burocrazia. L’economia reale cresce grazie al lavoro delle persone, ma mi accorgo che le persone sono sempre più sostituite es. caselli autostradali,casse supermercati. In commercio si trovano sempre più prodotti di indubbia qualità ( come detersivi alla spina ) che oltre ad apportare un risparmio economico per il consumatore determinano un impiego molto minore di personale (imballaggio di cartone,di plastica, di legno e di trasporto). Attualmente stiamo pagando tutta una serie di scelte basate sul consumismo-inutile perché importante era sapere quante persone lavoravano senza preoccuparsi tanto di quello che facevano,era più importante vedere un tasso di disoccupazione basso piuttosto che guardare se gli occupati producevano ( nel pubblico)e se quello che producevano fosse un bene durevole e/o produttivo. Purtroppo dal futuro non so cosa aspettarmi di certo sarei contento se ci sono aggiunte e rettifiche a quanto scritto così da aver un quadro più completo. Grazie.

Scritto il 20 Novembre 2011 at 09:48

kry@finanza,

Quanto tu dici è condivisibile. Purtroppo questa tematica meriterebbe da sola un blog per poter analizzare tutti i vari fattori che compongono l’economia italiana, la crescita economica e le caratteristiche dei consumi e della produttività.
In questo momento la nostra società si è molto “americanizzata” con un aumento del credito al consumo ed una diminuzione del tasso di risparmio. Più cicale e meno formiche. Questo fenomeno ha fatto erodere buona parte dei nostri risparmi. E…quando anche i risparmi saranno finiti, che fine faremo?

paolo41
Scritto il 20 Novembre 2011 at 10:58

gaolin@finanza,

per aggiungere due dati a quanto hai postato…
Nel 2001 abbiamo consuntivato, come Italia, un saldo positivo nell’interscambio commerciale di euro 9233 mil, poi è stato un continuo decalage. Nel 2004 il saldo era già negativo, ha raggiunto un apice l’anno scorso a euro -23436 mil e batterà il record quest’anno, dove si stima un disavanzo di oltre euro -30000 mil.
Credo che questi numeri diano un’ulteriore indicazione dello sgretolamento della nostra economia….

manuel.finanza
Scritto il 20 Novembre 2011 at 15:12

meno male che Monti c e
Vedo tante analogie con la Grecia di 2 anni fa
fuga di capitali al estero , privato messo in ginochio, politici che cantavano la loro musica,
sindacati che bloccavano tutto (mobilita x i statali era una bestemia)tutti i politici erano contrari
(se no perdevano i clienti che loro avevano messo) – corruzione impunita ecc
se Monti ha imparato la lezione e i politici lo lasciano fare una piccola speranza c e

lampo
Scritto il 20 Novembre 2011 at 16:12

Certamente sentirsi dire dal VicePremier cinese Wang che:
“The one thing that we can be certain of, among all the uncertainties, is that the global economic recession caused by the international financial crisis will be chronic”

ovvero

“Tra tutte le incertezze, l’unica cosa di cui possiamo esserne certi è che la recessione economica globale, causata dalla crisi finanziaria internazionale, sarà cronica”

http://www.reuters.com/article/2011/11/20/us-china-economy-global-idUSTRE7AJ06720111120

Ma i nostri fior di istituti economici, banche centrali e via dicendo… non se ne erano accorti? E informare la massa quando?

Non so oramai dove l’informazione sia più controllata… se in Europa, UK e USA oppure in Cina! 🙄

Torno “a pettinare le bambole” (!) e poi… c’è quel quiz televisivo interessantissimo (d’altronde cantava Arbore.. la vita è tutta un quiz)… poi stasera dopocena sicuramente non mi perdo una bella partitina al nuovo videogioco di guerra, visto che ha battuto tutti i record di vendite… non vorrò mica essere di meno anch’io… e non aggiungermi ai tre milioni che ci giocano online :mrgreen:

SVEGLIA!!

manuel.finanza
Scritto il 20 Novembre 2011 at 16:26

gaolin@finanza,
x Gaolin complimenti
non so sei riesci a trovare dati x la corruzione ..e l evasione fiscale
penso che sono un indice del futuro x ogni paese

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