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Limitare le perdite con metodo

Scritto il alle 11:16 da gainhunter

Nota di Gremlin: Quello che segue è un pezzo di Gainhunter che illustra un metodo semplicemente geniale, consigliabile a tutti, anche ai cassettisti; e se qualche cassettista non c’ha capito un tubo allora non esiti a chiedere chiarimenti ma prima cerchi di capire bene cosa si intende per “stoploss”. Il titolo è mio e mi assumo le dovute responsabilità; i contenuti sono di Angelo “Gainhunter” che si gode un po’ di meritata popolarità.
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Quando si fa un investimento, o un’operazione di trading, si decidono per forza tre cose, senza le quali è impossibile fare l’operazione:
– quando investire
– in cosa investire
– quanto investire
Questi tre parametri sono sufficienti per fare un investimento, ma NON sono sufficienti per fare un investimento accorto. Abbiamo visto qui che bisogna già stabilire a priori quando chiudere l’operazione, se si vuole evitare di prendere decisioni sull’onda delle emozioni del momento. Fissare uno stop loss a priori significa contemplare la possibilità che l’operazione vada in perdita, in altre parole si accetta il RISCHIO di buttare via una parte dei propri risparmi. E allora proviamo a cambiare l’approccio mentale: invece di “quanto investire” chiediamoci: “Quanto RISCHIARE?”
Per rispondere a questa domanda potremmo utilizzare un metodo qualsiasi, io uso questo:

1. Decidere quant’è la massima perdita che si e’ disposti a subire in un trade. E’ una scelta del tutto personale, ma se si vuole sopravvivere deve essere sufficientemente bassa per consentire il maggior numero di trade prima di far fuori il capitale. Spesso gli autori di libri sul “risk management” quantificano tale perdita in un massimo del 2% del capitale.

2. Decidere a quale prezzo liquidare il trade in perdita (stoploss). Può essere un livello determinato in base all’analisi tecnica (per esempio un supporto), alla volatilità (uno stop troppo vicino su un titolo molto volatile ha buone probabilità di essere raggiunto), al timeframe (un trade con timeframe mensile avrà uno stop loss molto più largo
rispetto a quello di un trade intraday), ecc.

3. Determinare l’importo da investire in funzione dello stop loss e della perdita massima:
– si calcola la perdita unitaria (prezzo di acquisto – prezzo presunto di vendita nel caso entri lo stop loss)
– si calcola la percentuale sul prezzo di acquisto
– si divide la perdita massima per la percentuale.

Esempio
Supponiamo che per me il 2% del capitale sia una perdita esagerata (a meno che si disponga di un trading system particolarmente affidabile), quindi ridefinisco un perdita massima pewr me accettabile su ogni trade a 100 euro.
Facciamo questo esempio con due trade diversi:

1. ETFS long dollaro short euro leva 3
Il dollaro è chiaramente in trend rialzista, quindi decidiamo di entrare subito (a 61.62 dell’ETFS, 1.25 dell’EURUSD), senza tanti complimenti. Piazziamo però lo stop a 1.28 di EURUSD, che stimiamo corrisponda a 56 dell’ETFS. Potrebbe essere determinato da una resistenza, da una deviazione standard, è ininfluente per la spiegazione di questa tecnica.
Calcoliamo quanto investire:
Perdita unitaria = 61.62 – 56 = 5.62
Percentuale = 5.62 / 61.62 = 9.12%
Importo = 100 / 9.12% = 1096 euro -> circa 18 pezzi * 61.62
In altre parole ho fatto un calcolo a ritroso: partendo dal concetto che voglio perdere al massimo 100 euro e avendo deciso qual è il livello di stoploss, determino la quota massima di capitale da investire che, in funzione del prezzo di mercato dell’etn, mi farà decidere la quantità da acquistare.

2. Sorin (titolo facente parte del FTSE Italia Mid Cap, settore chimico/salute)

Dal grafico giornaliero (clicca per ingrandire) si vede chiaramente che il movimento ribassista in atto nel 2011 si è fermato e da Febbraio 2012 Sorin sta lateralizzando. Sarà accumulazione o distribuzione? Se sarà accumulazione ci sarà una rottura al rialzo, quindi andiamo a cercare dei livelli di ingresso.
Resistenze: 1.45, 1.47, 1.52
Compriamo al superamento di 1.47 con stop loss a 1.45. Per essere più sicuri, compriamo se rompe 1.48 e piazziamo lo stop a 1.44.
Calcoliamo quanto investire:
Perdita unitaria = 1.48 – 1.44 = 0.04
Percentuale = 0.04 / 1.48 = 2.70%
Importo = 100 / 2.70% = 3703 euro -> circa 2500 pezzi * 1.48

Se applicassimo la regola secondo cui il capitale va diviso in parti uguali, investiremmo la stessa somma sui due trade; di conseguenza se entrambi i trade andassero in stop avremmo due perdite molto diverse tra loro. Supponendo di investire 3000 euro per trade, avremmo:
270 euro di perdita sull’ETFS (48 pezzi investiti: 3000 / 61.62)
81 euro di perdita su Sorin (2027 pezzi investiti: 3000 / 1.48)

Applicando invece la tecnica illustrata sopra, le perdite sarebbero identiche:
100 euro sul dollaro (38 pezzi investiti)
100 euro su Sorin (2500 pezzi investiti)
Questo perchè dividiamo il RISCHIO (e non il capitale) in parti uguali.
Quindi, rischio identico su trade molto diversi tra loro. Infatti:
– l’ETFS sul dollaro ha una deviazione standard a 14 giorni pari al 3%, Sorin ha una deviazione standard pari all’1.6%.
– lo stop per il dollaro è a -9.12%, per Sorin è a -2.70%.
Ma su entrambi rischiamo sempre al massimo 100 euro.

Considerazioni
Nessuno ci obbliga a rischiare lo stesso importo su tutti i trade (ricordiamoci che quando dico “rischiare un certo importo” parlo proprio di perdita reale, non di capitale investito). Se crediamo di più nel trade sul dollaro possiamo benissimo decidere di rischiare 200 euro sul dollaro e 100 su Sorin. Ma ragionando in termini di RISCHIO (o di perdita massima) sappiamo esattamente quanto andremmo a perdere qualora le nostre previsioni si rivelassero errate.
La stessa tecnica può essere usata per il trailing stop. Per esempio, se siamo in guadagno e abbiamo avvicinato lo stop, e a un certo punto la volatilità aumenta, visto che il trend è solido potremmo voler allargare lo stop per evitare di essere buttati fuori dal trade troppo presto, ma al contempo non vogliamo restituire al mercato troppi guadagni. Allora decidiamo quanto giocarci e riduciamo l’importo investito (vendiamo una parte) in funzione del livello di stop e della parte di guadagni che siamo disposti a perdere.

Note
Per ulteriori dettagli su questa tecnica (“Fixed fractional trading method”) e su altre tecniche molto più efficienti: Ryan Jones, “The Trading Game”
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26 commenti Commenta
pinco14
Scritto il 13 Giugno 2012 at 11:55

Avevo letto qualche anno fa anche un libro (in italiano) scritto da Claudio Baldi, che illustrava la stessa tecnica con molti esempi (non so se sia ancora reperibile in commercio, ma immagino di sì). Se a qualcuno interessa, lo ricerco e vi indico il titolo

mattia06
Scritto il 13 Giugno 2012 at 12:43

può sembrare banale ma non lo è…in pochi ragionano in quel modo quando fanno un investimento. Bravo Grem, ottimo consiglio.

lampo
Scritto il 13 Giugno 2012 at 13:18

Grazie Gainhunter per aver portato l’attenzione su tale tecnica, che cambia considerevolmente il punto di vista di partenza.

bergasim
Scritto il 13 Giugno 2012 at 14:27

eccome

ddb
Scritto il 13 Giugno 2012 at 16:15

scusa Grem,
potresti esplicitare meglio il passaggio
” l’ETFS sul dollaro ha una deviazione standard a 14 giorni pari al 3%”?

La deviazione standard, così come definita, risulta essere un numero e non una %.
Pertanto non riesco a comprendere quel “3%”.
Credo che si intende che i valori dei campioni rappresentati dalla deviazione standard “cadono” all’interno del range +- 3% dal valore medio (per capirci: se il valore medio di un titolo negli ultimi 14gg è di 100, il 68,3% dei campioni ricadono nel range 97-103).
Vorrei conferma sulla correttezza della mia “lettura” perché trovo interessante tale dato statistico ed infatti ti chiedo gentilmente di farmi/ci sapere il nome della funzione che traccia sui grafici tali valori.

Grazie

john_ludd
Scritto il 13 Giugno 2012 at 17:27

Che bello, sarebbero tutti miliardari se fosse così facile, ma non lo è. Quando leggo di medie, deviazioni standard non posso che sorridere. Sono parametri che hanno senso SOLO se gli eventi sono distribuiti secondo una distribuzione gaussiana. In natura gli eventi descrivibili efficacemente dalla distribuzione gaussiana sono una eccezione e non la regola. I mercati finanziari in particolare seguono leggi completamente diverse. In prima approssimazione gli eventi sono distribuiti secondo distribuzioni che assomigliano a una campana ma con le code molto più ampie (fat tails). Vi sono ampie riprove che non si tratta di un processo ergodico e stazionario, ovvero media e momenti di vario ordine calcolati su una pozione sufficientemente ampia della popolazione NON sono rappresentativi dell’intero processo. Quindi le serie storiche, il pane e il formaggio di tutti i trader e i risk managers hanno un valore limitato o del tutto ingannevole. Infatti, le banche sono tutte fallite perché i loro modelli erano e sono tuttora costruiti su modelli matematici errati. Perché allora ci si ostina a usare modelli della realtà sbagliati ? Perché sono semplici, illudono chi li usa, riducono una realtà troppo complessa a un esercizio di fantasia. I modelli più prossimi a ricalcare l’effettiva natura del processo sono quelli ideati da Benoit Mandelbrot (e altri), costruiti sull’idea che gli eventi sono distribuiti secondo una legge di potenza così come tantissimi altri processi in natura. Peccato che questi modelli raccontino che il futuro non può essere predetto, basta una modestissima variazione per determinare un enorme cambiamento di stato. Eppure imperterriti eserciti di persone più o meno istruite insistono nel tentare di guadagnare soldi con i soldi, quando nella realtà chi vi è riuscito su ampia scala o ha avuto una grande fortuna oppure ha abusato di vantaggi “informativi particolari”. Comunque va bene così, ognuno si diverte come può. Osservo che chi ha compreso per tempo i fondamentali, ha costruito un portafoglio corretto che cambia sostanzialmente solo quando le condizioni macro economiche che lo hanno condizionato mutano, cioè una volta ogni 10 o 15 anni. Chi ha comprato certi bond anni fa, non perchè era di moda, ma perchè aveva compreso come giravano le cose, si trova con performance che il trader medio si sogna la notte. Il tutto dedicando poco o nulla allo scrutare di grafici che nulla spiegano di come funziona il mondo e dedicando il tempo necessario (mai abbastanza) allo studio di ciò che serve, geopolitica, macroeconomia, psicologia comportamentale…

lampo
Scritto il 13 Giugno 2012 at 18:24

john_ludd@finanza,

Mi fa piacere che citi Mandelbrot e la sua visione della finanza. L’ho fatto anch’io più volte nei miei commenti sul blog, visto che è un personaggio che ancora molti “specialisti” finanziari snobbano (sbagliando gravemente secondo me).

Permettimi però di contraddirti parzialmente sull’analisi dei grafici. Ci sono strumenti più recenti dell’analisi tecnica (cito solo DeMark come esempio), che hanno rivoluzionato enormemente il settore e che funzionano ancora discretamente, specie nei mercati fondati più sul lavoro che sulla fuffa finanziaria a se stante (visto la sua volatilità in base alle notizie, più o meno pilotate).

Condivido totalmente l’ultima frase: ogni tanto vorrei avere più tempo da dedicare allo studio dell’elenco da te citato. D’altronde da quando lo sto facendo sempre più approfonditamente, oltre ad avere spunti per scrivere sul blog, sono migliorati enormemente i rendimenti del mio portafoglio (e il tutto guardando sempre di meno i grafici 😉 ).

C’è anche un altro lato: sapere in anticipo con buona probabilità cosa potrà succedere, a livello economico, sociale e geopolitico, ti porta ad apprezzare ancora di più la vita di tutti i giorni e le cose più semplici… altrimenti affondi! 🙄

P.S.
Ho letto diversi libri di Mandelbrot: quando andavo a scuola, mi divertivo con i miei amici a sviluppare codice (in quick basic) per sviluppare in alta risoluzione (a colori) il suo insieme. l’iterazione, con i processori di allora, richiedeva almeno una notte intera (ricordo che in molti 386 non esisteva il coprocessore matematico… che oggi diamo per scontato. Che tempi ❗ ). Se volevi ingrandire qualche particolare.. ancora peggio. Dopo è uscito Fractint…

gremlin
Scritto il 13 Giugno 2012 at 18:41

ddb@finanza,

quella cosa lì l’ha scritta Gainhunter preferisco sia lui a risponderti
comunque penso sia corretta la tua lettura
qui la DS dovrebbe intendersi come volatilità specifica

john_ludd
Scritto il 13 Giugno 2012 at 18:53

lampo,

“C’è anche un altro lato: sapere in anticipo con buona probabilità cosa potrà succedere, a livello economico, sociale e geopolitico, ti porta ad apprezzare ancora di più la vita di tutti i giorni e le cose più semplici… altrimenti affondi!”

In realtà non è possibile sapere nulla del futuro, tuttavia alcuni eventi che accadranno nel futuro sono solo la conseguenza di fatti già avvenuti, come quando cade una valanga. La valanga si stacca un certo momento, prima si sente il rumore, poi arriva l’onda d’urto, infine arriva la massa di neve. I sistemi socio economici hanno una enorme inerzia. Fatti avvenuti 10 anni or sono devono ancora mostrare la loro onda d’urto. IL discorso sarebbe lungo e complesso ma il concetto è intuitivo e la tua conclusione corretta. Vivere pensando troppo al futuro o rimuginando troppo sul passato impedisce di vivere bene oggi.

gainhunter
Scritto il 13 Giugno 2012 at 18:54

ddb@finanza,

Corretto.
La deviazione standard non viene espressa in percentuale, la percentuale che ho riportato è calcolata sul prezzo dell’etf per poterla confrontare con quella di Sorin.

gremlin
Scritto il 13 Giugno 2012 at 19:22

john_ludd@finanza,

ciao John, ben tornato!

alla sig. ra Maria che ha appena ereditato 100mila e non sa nulla di finanza, le diresti che è ancora in tempo ad investire oggi secondo i tuoi criteri o le diresti qualcos’altro?

lucianom
Scritto il 13 Giugno 2012 at 20:13

“Limitare le perdite con metodo”

Adesso aspetto un altro articolo “come guadagnare limitatamente con metodo”

apprendista
Scritto il 13 Giugno 2012 at 20:46

BENTORNATO JOHN,spero tu rimanga ccon noi per un po!!!!

john_ludd
Scritto il 13 Giugno 2012 at 20:49

gremlin,

La signora Maria probabilmente non sa nulla neppure di sociologia, geopolitica etc… Lei come il 95% delle persone è carne da macello. Può essere spiacevole affermarlo ma è così. La realtà è quella che è, iniqua, piena di ingiustizie e ti posso assicurare che “i soldi” sono il meno. Qui dove sono, non c’è acqua oppure, a volte, troppa. Fa caldo, troppo, sono in troppi e pochi hanno tutto, il resto niente. Zero futuro, zero. Soldi ? Finanza ? Ancora a pensare che la crisi finanziaria del 2008 è IL PROBLEMA? Risolviamo il problema dell’Euro e poi si riparte, vero? Visione breve, brevissima e pure sbagliatissima.

john_ludd
Scritto il 13 Giugno 2012 at 20:58

gremlin,

… e le direi quello che a chiunque altro con 100 mila euro da parte. Spenda almeno una parte di quei soldi, vada a farsi il giro del mondo, veda luoghi e posti nuovi. E quando ha finito, parta di nuovo. Signora Maria, la vita è breve, vuole finire vecchia bacucca all’ospizio con un catetere nel culo senza avere visto niente e con un bel conto in banca? Signora Maria per la finanza è tardi, per il resto no. Faccia presto lei che ha 100.000 euro e che può farlo.

Questo le direi.

gainhunter
Scritto il 13 Giugno 2012 at 21:25

john_ludd@finanza,

Certo che se uno pretende di prendere una media e una deviazione standard e di prevedere il futuro, le chances di successo sono decisamente limitate. 😉
Come nell’analisi fondamentale, dove come hai giustamente detto serve COMPRENDERE i fondamentali, anche chi applica l’analisi tecnica deve saper interpretare in modo corretto il comportamento dei prezzi, ovvero degli operatori: che cos’è l’analisi tecnica, se non l’analisi della rappresentazione grafica del comportamento degli operatori?
Poi ci sarebbe il trading automatico che “sovrascrive” la psicologia… Oppure la amplifica? (analizzando dati e notizie in modo computerizzato per anticipare le reazioni umane)

gainhunter
Scritto il 13 Giugno 2012 at 21:32

john_ludd@finanza,

Se invece la signora Maria ha messo da parte qualche decina di migliaia di euro per la pensione che non avrà mai, oppure per comprare casa e sposarsi? Investirli è una scelta obbligata, se non vuole farseli erodere dall’inflazione. Magari potessimo vivere senza soldi, quanti problemi in meno! 🙂

gainhunter
Scritto il 13 Giugno 2012 at 21:35

lampo,

Purtroppo Mandelbrot manca nel mio bagaglio culturale, ma già da quando ne avevi parlato l’altra volta è entrato nella lista degli argomenti da approfondire 🙂

gainhunter
Scritto il 13 Giugno 2012 at 21:51

pinco14@finanza,

Questo?
“Oltre il Money Management, perché giocare in borsa non è un gioco”

pinco14
Scritto il 13 Giugno 2012 at 22:06

gainhunter,

Si, Gain è quello
Libretto per principianti, ma c’erano diversi esempi mi pare di ricordare

john_ludd
Scritto il 13 Giugno 2012 at 22:49

gainhunter,

la ricchezza finanziaria è transitoria x definizione. Quasi mai dura più a lungo di 2 o 3 generazioni, poi viene regolarmente spazzata via e quindi ormai ci siamo. L’investimento che devi fare è su te stesso. Cosa sai fare? Cosa sai costruire? A chi sei utile? Investire soldi non è una scelta obbligata, imparare invece sì. C’è tempo finché si muore.

kry
Scritto il 13 Giugno 2012 at 22:54

john_ludd@finanza,
Che bello, sarebbero tutti miliardari se fosse così facile, ma non lo è. Già la mia riflessione potrebbe risultare banale e mi ricorda quando tutto l’esercito cubano aveva ricevuto una promozione per cui nessun soldato e minimo si era caporali,per cui saremmo tutti miliardari ma svalutati e non saremmo in grado di dare un valore quantificabile al miliardo. Poi pensando che il mondo è bello perchè vario credo che non sarebbero pochi quelli che per disinteresse,pigrizia o meglio come scelta d’altri valori non seguirebbero comunque quel metodo. Quando ho letto che nei commenti al blog c’e john ludd mi son detto caspita ma sono già passate 5 settimane,poi di seguito ho capito che non sei ancora rientrato e ricordando un tuo ultimo commento che riguardava all’effervescenza (agitazione) delle persone e se c’e qualcuno che non dorme sonni tranquilli può passare tranquillamente la notte a leggere i tuoi commenti. Sempre ricordando i tuoi commenti alla signora maria dopo il ?(e con un bel conto in banca?) avresti aggiunto:” I cimiteri sono pieni di gente ricca.” Sono contento di ricominciare a leggere i tuoi commenti e se puoi torna più tardi che puoi a casa. Ciao.
gainhunter,

kry
Scritto il 13 Giugno 2012 at 23:09

gainhunter, ore 21,32

Una volta si diceva che con i “se-ma -forse” non si va da nessuna parte. Nel commento delle 20.49 di john ludd ci fa capire che dove sta vivendo un esperienza straordinaria ” I SOLDI SONO IL MENO.” I soldi sono un mezzo di scambio non un mezzo per farci condizionare la vita. Si mangia per vivere,non si vive per mangiare. Quando il mondo è iniziato il denaro non esisteva,il denaro è un invenzione dell’uomo e tutte le invenzioni sono state attuate per il bene dell’uomo è quando l’invenzione viene usata per uno scopo diverso che s’incomincia a far del male.

perplessa
Scritto il 14 Giugno 2012 at 00:15

john_ludd@finanza,

appunto. la sig. Maria con 100.000 euro può comprarsi e arredarsi un bell’appartamento in un qualche paese che si affaccia sul mar dei Caraibi e stare a dondolarsi su un’amaca, nei mesi invernali, quando qua fa un freddo cane, mentre si mangia una bella aragosta a 15 dollari, incluso contorno e birra,mentre qua è possibile si beva solo la birra, in un bar del centro con la musica, allo stesso prezzo. poi magari , se è riuscita a beccarsi la pensione, e qua tira un’aria troppo pesa, invece di dondolarsi solo nei mesi invernali, potrebbe dondolarsi 182 giorni, e cambiare residenza. se invece di 100.000 ha ereditato qualcosa in più è meglio che si slambicchi il cervello su come fare perchè non si polverizzi l’ eccedenza.

gainhunter
Scritto il 14 Giugno 2012 at 08:08

john_ludd@finanza,
kry@finanza,

Fa sempre bene ricordare quali sono le priorità nella vita e dove va messo il denaro nella scala dei valori; e mai smettere di imparare e cercare di migliorarsi, d’accordo 🙂
Si mangia per vivere, certo, ma se uno vuole vivere nel mondo occidentale, dove non è necessario fare 50 km su mezzi di fortuna per andare al più vicino ospedale, dove i bambini non sniffano colla e non muoiono per carenza di medicinali o per scarse condizioni igieniche, per vivere bisogna anche guadagnare, perchè il benessere costa. Qua sniffano coca e si suicidano, ma non certo perchè sono ricchi.
E se uno vuole permettersi la libertà di continuare a godersi la vita una volta arrivato a 60/65/70 anni, deve mettere da parte il pane per vivere perchè lo stato ha smesso di garantirlo dicendoci “arrangiatevi da soli o rivolgetevi alle banche”. A quell’età uno potrebbe non avere più le energie per continuare a dare.
Per mettere il cibo da parte, uno può investire su se stesso (come imprenditore) per creare ricchezza aggiuntiva (chiamiamolo “cibo aggiuntivo”), rischiando che la finanza allegra di un manipolo di banche (con la connivenza dei governanti) mandi l’economia all’aria; sulle proprie competenze, per offrirsi sul mercato del lavoro a prezzi alti ( 😕 ); oppure in beni finanziari o non finanziari che prevede aumenteranno di prezzo (in ogni caso è speculazione).
Se non ci fosse questa necessità, si potrebbe vivere con una preoccupazione in meno, come i nostri genitori e nonni.

kry
Scritto il 14 Giugno 2012 at 10:40

gainhunter,

Mi sono dimenticato. Complimenti per il metodo. Grazie, Ciao.

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