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G7: MANIFESTA IMPOTENZA
Tutti avrete avuto modo di leggere in questi giorni, dell’importante incontro del G7 a Tokio. E non è un quadro a tinte rosee quello che emerge dalla diagnosi preliminare sulla turbolenza dei mercati finanziari presentatoin sede G7 dal Financial Stability Forum, gruppo di lavoro coordinato dal governatore di Banca d’Italia Mario Draghi.
FSF (Financial Stability Forum) a tinte fosche
Nel rapporto Fsf (Financial Stability Forum) , gruppo di lavoro presieduto dal nostro Mario Draghi, in presenza dei ministri finanziari di Usa, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia e Canada, l’organismo ideato dallo stesso G7 avverte che si potrebbe non aver ancor visto la fase più acuta della crisi, con un ulteriore inasprimento delle condizioni di credito di fronte al dilagare del rallentamento economico. Draghi spiega che i prossimi giorni saranno cruciali per valutare l’entità dei danni al sistema finanziario, con la pubblicazione da parte delle banche dei primi bilanci sottoposti a revisione contabile dall’inizio della crisi dei mercati di agosto. Quindi assisteremo, nelle prossime settimane ai fatidici “nodi “ che verranno al pettine e, probabilmente, avremo un quadro un pochino più chiaro sulla vera e reale situazione dello stato di salute del sistema finanziario globale. La situazione è tutt’altro che ben definita. Nelle parole di Draghi, la cosa che più desta preoccupazione è l’ammissione del fatto che la crisi non ha raggiunto il suo picco massimo ma che continueremo “a scoprirne nuove dimensioni”.
(Ndr: la nostra chiave di lettura (all’interno del blog) è stata quindi corretta.)
Malgrado una minor esposizione alla crisi delle banche europee, rispetto quelle americane, Draghi ammette anche però che il percorso di “svalutazione” in Europa è ancora agli inizi. Quindi non si possono escludere brutte sorprese proprio dagli istituti di credito del vecchio continente. Si è anche parlato delle nuove misure che verranno create(o che si vorranno intraprendere) per dare maggiori garanzie al mercato, ma come si suol dire, quest’operazione arriva in modo tardivo. La frittata ormai è fatta e quindi ne pagheremo le conseguenze, sia negli USA che in Europa, sia in Asia che in Russia.
Ammissione di impotenza
La cosa che deve, secondo me, destare maggiore preoccupazione in questo meeting, è stata praticamente l’ammissione di colpa da parte dell’FsF di impotenza alla crisi che sta condizionando il mondo finanziario,e soprattutto il fatto che non è possibile quantificare l’impatto reale della crisi subprime. E se ci pensate un attimo, tutti questi organismi cercano sempre di essere equilibrati, nei loro discorsi non si vuole mai portare un’impatto psicologico troppo negativo al mercato. Ma questa volta, si ammette che c’è incertezza, si ammettono le colpe e si alzano le mani in modo arrendevole. Tutto questo vuol dire una cosa molto chiara, secondo me: il fatto che non si riesca a capire il vero impatto di questa crisi, ancora adesso dopo tanti mesi, significa che siamo una banca in mezzo all’oceano in burrasca, completamente alla deriva. Siamo in balia degli eventi e non ci resta che sperare. Ma tutti sappiamo bene quanto è negativa, per i mercati, l’incertezza. Potremo calarci dietro ad un’affermazione del tipo “speriamo in tempi migliori”, ma significherebbe diventare fatalisti e subire il mercato. Niente di peggio in questo periodo. Con un tremendo problema: intorno a noi ci sono solo lampi, nuvole, tuoni e onde altre 3 metri, ma di terra, nemmeno l’ombra. Vedremo se le correnti dei prossimi giorni ci porteranno un po’ di chiarezza (non metereologica).