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Bernanke frena, e con lui il $
«L’economia statunitense crescerà a un ritmo più «moderato» del previsto da qui a fine anno a causa del deciso rallentamento del settore immobiliare». Queste sono le parole di Mr. Bernanke, che opta per la cautela e che ieri, nell’audizione di metà anno di fronte alla Commissione per i servizi finanziari della Camera, ha detto che «l’inflazione resta il rischio principale per l’economia Usa ma che tali timori dovrebbero allentarsi».
Se così fosse, avremmo un’eccellente notizia. Una crescita, magari un po’ meno forte, ma comunque costante. Chiaramente se tutti i vari problemi legati all’immobiliare (subprime in primis) non esplodono in qualcosa di grave, rischio che al momento non sembra spaventare nessuno. Nemmeno lo scenario “tassi” spaventa il gran capo della FED, il quale dice che le condizioni per ottenere dei finanziamenti «favorevoli alla crescita economica», con le spese dei consumatori e delle aziende che dovrebbero crescere «a passo moderato».
La Banca centrale ha rivisto comunque al ribasso le previsioni 2007 sulla crescita del prodotto interno lordo, stimato «tra il 2,25 e il 2,5%», mentre lo scorso febbraio l’aumento era stato previsto tra il 2,75 e il 3 per cento. «Il recente raffreddamento della crescita della produttività, elemento chiave di quella complessiva, fa parte di un andamento ciclico – ha spiegato il presidente – ma sottolinea il rallentamento in corso».
Conseguenze sui mercati: borse in leggera correzione (anche se secondo me ad influire sui listini sono soprattutto le trimestrali USA), dollaro ai minimi e oro in ripresa.