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WALL STREET: debolezza in vista
La settimana scorsa si parlava della possibile correzione che si pensava alle porte. Ma già subito dall’ultimo COT Report notiamo che le mani forti proprio non ne vogliono sapere di mollare l’osso. (Guest post)
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, i dati del PIL del secondo trimestre, di molti importanti Paesi, sono risultati peggiori del previsto ma, i mercati finanziari internazionali, non se ne sono curati un granchè. Ciò testimonia ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che il loro sguardo è sempre rivolto verso il futuro, ossia su ciò che accadrà, e non su ciò che è già accaduto. A riprova di questo importante assunto, evidenzio che i pessimi dati del PIL del trimestre appena trascorso, erano già stati scontati, come sempre in anticipo, con l’improvviso crash del febbraio–marzo scorso. Oggi, invece, i mercati cercano di rispondere ad interrogativi ben diversi, ossia quale sarà l’evoluzione prossima ventura della pandemia virale ? e che velocità avrà la tanto agognata ripresa dell’economia reale ? A leggere le indicazioni che ci hanno dato in queste ultime settimane, sembrano alquanto ottimisti, forse troppo. Dal punto di vista della pandemia virale si ritiene ormai prossimo il varo di un vaccino anti-covid19. E’ di queste ore la notizia che la Russia dal 10 agosto inizierà la distribuzione di un suo vaccino, e da ottobre darà il via ad un programma di vaccinazione di massa. Anche in altri Paesi sembrano imminenti analoghe scoperte ed iniziative. Dunque, nonostante il recente incremento dei contagi, si nutre molta fiducia sul varo di una cura efficace per contrastare, e magari debellare definitivamente, il terribile coronavirus che ha infettato il mondo intero. Per quanto concerne, invece, la velocità della ripresa dell’economia, ci sono forse più incertezze e dubbi. La pandemia ha infatti di molto accentuato e velocizzato dinamiche che erano già presenti in epoca pre-covid. In particolare sembra aver definitivamente preso il volo l’economia digitale, come testimoniano le incredibili quotazioni che hanno raggiunto molte società del Nasdaq-100. D’altra parte, però, ci sono molti settori economici in profonda sofferenza. Alcuni di essi credo verranno definitivamente travolti. Insomma, è molto probabile che ci troviamo, senza esserne pienamente consapevoli, in un epocale periodo di passaggio della storia ormai ultra-centenaria del capitalismo mondiale. E, come quasi sempre accade in questi storici momenti di trasformazione ci saranno morti e feriti, ossia aziende che scompaiono o riducono di molto la loro influenza, e di contro, aziende ed imprese che si affermano come nuove protagoniste. Nessuno ha la virtù di conoscere il futuro, ma in questi particolari frangenti di accelerazione della storia, osservare con mente aperta, ed in un’ottica non contingente, gli andamenti dei mercati, ci può dare certamente una grossa mano.
In tale prospettiva, andiamo ed esaminare cosa ci indica, in questo momento, lo scenario intermarket. Il dollar index, continua inesorabilmente a deprezzarsi, nell’ultima ottava cede un altro 1,15 % e retrocede a quota 93,35. Uno storno davvero preoccupante, che ci annuncia cosa ? Forse un passaggio di consegne della leadership dell’economia mondiale ? Monitoriamo con attenzione il fenomeno, perché le conseguenze potrebbero essere davvero rilevanti, anche su tutti gli altri mercati. Le commodities, che dovrebbero trarre vantaggio dal calo del dollaro, non né approfittano, anzi cedono lo 0,39 % in termini reali, e segnalano in tal modo le difficoltà ancora presenti nell’economia reale. Difficoltà avvalorate anche dal settore obbligazionario. I rendimenti del bond decennale americano, arretrano infatti di altri 6 bps, e retrocedono a quota 0,53 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, arretrano anch’essi di 4 bps, e retrocedono fino a quota 0,11 %. L’inclinazione della yield curve Usa si riduce pertanto ulteriormente, a 42 bps, e lascia molte incertezze sulla rapidità della ripresa dell’economica Usa. Il mercato azionario, infine, come sempre è accaduto in questi anni, si dimostra il più solido ed ottimista. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, lievita infatti di un altro 1,73 % e raggiunge quota 3.271,12 punti.
Tanto premesso, passo ad esaminare gli ultimi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : + 13.714
Large Traders : – 3.777
Small Traders : – 9.937
Si riconferma, ma in evidente indebolimento, la configurazione rialzista del mercato dei derivati azionari Usa. Rispetto alla scorsa ottava, le variazioni, nelle posizioni dei vari operatori, sono state pari a 7.581 contratti. In particolare, le Mani Forti riprendono a cedere quote di contratti long acquistate negli scorsi mesi. In quest’ultima ottava ne cedono 7.581 e riducono la loro posizione Net Long al livello minimo degli ultimi 4 mesi. Per contro i Large traders acquistano 6.888 contratti long, e sembrano voler prepararsi ad invertire la loro posizione, che resta però ancora Net Short. Gli Small traders, infine, acquistano anch’essi 693 contratti long, e riducono ulteriormente la loro ancora anomala posizione Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, dopo una breve pausa, sembrano riprendere il trend delle scorse settimane. Le Mani Forti, ossia i Commercial traders, stanno con cautela programmando il ritorno nella loro canonica ed abituale posizione di copertura Net Short. Lo fanno però, come detto, con cautela e moderazione. Non sono evidentemente ancora così sicuri a lasciare il mercato nelle mani, certamente più fragili, delle altre categorie di operatori. Attendono forse segnali più incoraggianti provenienti dall’economia reale. Solo allora si potrà, infatti, valutare la reale solidità e tenuta del mercato, che in molti continuano a ritenere ampiamente sopravvalutato, se non addirittura in bolla conclamata. Ma sappiamo, ormai da oltre un decennio, che trattasi unicamente di inconcludenti ed infondati proclami. Nel frattempo, il mondo, e l’economia divenuta sempre più globalizzata, è profondamente cambiata, e non ha alcun senso paragonare, come fanno in molti, l’attuale momento a quelli delle bolle dell’anno 2000 o 2008. Con ciò non voglio dire che oggi non esistono problemi, anzi ne esistono tanti che richiedono urgenti risposte, ma sono di natura completamente diversi da quelli che c’erano 20 o 10 anni fà. Confermo pertanto, per il momento, la mia moderata view positiva, sull’andamento prossimo venturo dei mercati e delle quotazioni azionarie.
Mercato, dunque, ancora in relativa sicurezza, che cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sull’analisi del Cot Report, nonchè sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi dei due professori Usa, Jegadeesh e Titman, ed illustrato nel mio sito https://longtermmomentum.wordpress.com/. In questi primi 7 mesi dell’anno 2020, il mio portafoglio, denominato “ AZIONI ITALIA – LTM “, registra una perdita del 7,15 %. Nel contempo, il nostro benchmark di riferimento, il Ftse All Share, ha subito una perdita del 18,49 %. Conseguita pertanto, sino ad ora, una sovra-performance dell’11,34 %, che riconferma la bontà del mio approccio operativo. Nei precedenti 7 anni il mio trading system ha conseguito una sovra-performance media annua dell’ 8,7 %, e presenta un’equity line in progresso del 145 %. Questa settimana, in coerenza con quanto sopra esposto, modifico leggermente l’assetto del mio portafoglio. Riduco cioè dal 75 al 70 % le mie posizioni long, ed innalzo nel contempo dal 25 al 30 % le mie posizioni short, assumo cioè una posizione Net Long pari al 40 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ AZIONI ITALIA – LTM “ può, se vuole, consultare direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di intermarketandmore buon trading.
LUKAS