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La FASE DUE di Giuseppi

Scritto il alle 23:19 da Danilo DT

Secondo molti, il discorso del Premier Conte è stato poco chiaro. Secondo me invece è stato chiarissimo, perchè nella sua confusione , si è capito perfettamente che, ahimè, si è deciso di non decidere.
Nessuna menzione alla scuola.
Nessuna menzione ai tamponi.
Nessuna menzione sui tracciamenti.
Nessuna menzione sull’app rivoluzionaria IMMUNI.
E poi poche idee molto confuse. Sugli spostamenti tutto come prima ma se hai parenti puoi andarli a trovare. E se sei un ciclista tutto diventa normale (quindi da lunedi…tutti CICLISTIIIII)
E la disomogeneità territoriale visto che non sarà per tutti uguale.
Insomma, dall’introduzione si era capito che qualcosa non andava, una “supercazzola” degna del miglior Conte Mascetti che non poteva che portare ad un’incaprettatura.
Non si tratta di essere disillusi, ma di poca trasparenza. E tutto questo ci costerà tantissimo in termini economici e sociali.
Forse è per questo che il buon Giuseppi era partito parlando di insurrezioni e rabbia collettiva.
#andratuttobene #sicomeno

 

Il governo, sulla base delle indicazioni elaborate dalla task force guidata da Colao, sta pianificando la riapertura progressiva dei settori produttivi le cui attività finora erano sospese, con regole di sicurezza definite.

Ma la fase 2 come inciderà sull’occupazione nelle varie regioni? Per rispondere alla domanda abbiamo analizzato nel dettaglio i dati di Istat che riguardano l’impiego di addetti nelle unità locali nei vari settori produttivi.

In sintesi, rispetto al totale dei lavoratori (dipendenti e non) attualmente colpiti dal provvedimento (e che pertanto, ad oggi, non possono ancora lavorare) vi è una forte asimmetria tra le diverse regioni. Ad esempio è il caso della ristorazione con servizio di somministrazione, che da sola occupa quasi 600mila persone e che, secondo la roadmap in via di definizione, potrebbe essere tra gli ultimi settori a riaprire nelle modalità tradizionali. Ebbene, tra questi ben il 16% dei valdostani è impiegato proprio in cucina e tra i tavoli dei ristoranti, contro solo il 7% dei vicini piemontesi.

E ancora: per quanto riguarda i 260mila parrucchieri e estetisti, questi pesano per il 5% in Calabria e solo per il 2% nella provincia autonoma di Bolzano.

Tramite l’Info Data sottostante potete inoltre simulare gli effetti dell’allentamento del lockdown e i suoi effetti occupazionali secondo le differenze regionali. Per creare un proprio scenario è sufficiente selezionare i settori nel filtro in alto, ordinati secondo la numerosità di addetti (di default è selezionata la ristorazione, ma è ovviamente possibile modificare a piacere il parametro) e sotto si può osservare, nel grafico e nella mappa, gli effetti sul lavoro. Infine vi è indicazione del totale di addetti che, nel vostro scenario, potrebbero essere autorizzati a tornare al lavoro.

CLICCA QUI per l’INFODATA

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