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FAO: PREZZI INSOSTENIBILI

Scritto il alle 15:33 da Danilo DT

fame-nel-mondo.jpgSicuramente sarà successo anche a voi di pensare quante volte ci perdiamo i piccolezze, quante volte ci arrabbiamo per delle vere e proprie cavolate, quante volte perdiamo di vista le cose che contano davvero nella vita.

In questo blog di parla soprattutto di finanza operativa, di borsa, di valute, di obbligazioni e di materie prime.

E proprio quest’ultimo aspetto sta acquistando sempre più spazio, sia sui giornali che nei blog o in internet. Il prezzo del petrolio, ormai stabilmente sopra i 100$/bar, il valore dell’oro giallo, in area 900-950 $ l’oncia, il rame, sempre sui massimi.


Abbiamo, proprio su questo blog, discusso anche delle cosiddette “materie prime agricole”, quelle che stanno producendo la cosiddetta “agflazione”. E proprio queste materie prime hanno raggiunto prezzi siderali: riso, grano, mais, soia, hanno ormai prezzi da record. Il tutto con chiari impatti negativi sulle nostre economie.
Ma forse, per una volta, dovremmo cercare di distogliere gli occhi da questa nostra realtà capitalistica, e guardare a chi sta peggio di noi.
Molti giornali oggi hanno pubblicato un rapporto della FAO, che definire allarmante è sicuramente riduttivo. Come potrete immaginare, si tratta dell’impatto del caro-commodities agricole sui paesi del terzo mondo.

Il pane, il riso, li mais, indispensabili per l’alimentazione primaria dei paesi più poveri, entro il 2008 costeranno il 56 per cento in più rispetto al 2006. E cento milioni di persone, tra quelle già povere nel mondo, rischieranno di morire affamate da questi aumenti. Aumenti – denunciano la Fao e la Banca Mondiale – dovuti per lo più al contingentamento delle produzioni, che invece vanno
aumentate e con urgenza. Pensate che questi alimenti sono spesso l’unica fonte di alimentazione per paesi che si trovano in Africa, Asia, America Latina. La causa di questi grandi aumenti è soprattutto legata proprio ai paesi più ricchi, quelli del Vecchio Mondo, dove si trovano alcune multinazionali che ormai hanno un regime di monopolio – duopolio – oligopolio, e in un modo o nell’altro dominano il mercato dei prezzi, influendo in modo decisivo all’aumento dei prezzi.
L’inflazione dei prezzi alimentari colpisce maggiormente le popolazioni povere, poiché
la spesa per procurarsi il cibo rappresenta una quota molto più alta del loro budget, ed in alcune situazioni, è pari addirittura alla quasì totalità della capacità di spesa. Quindi immaginatevi cosa significa, per una povera famiglia del terzo mondo, ritrovarsi con il riso, una risorsa alimentare, ad un prezzo inaccessibile. E in tutto questo grande problema, indovinate chi spunta? Di nuovo lui, il petrolio, il quale incide sulle stesse economie del terzo mondo, creando ulteriore inflazione e contribuendo ad aumentare ulteriormente i prezzi.
Ora, vorrei solo che la gente non si dimenticasse che siamo abituati a lamentarci con tutti di tutto, ma al mondo c’è chi sta ben peggio di noi.
E proprio in questa fase di dichirazione dei redditi, chi vorrà, potrà fare qualcosa per queste persone meno fortunate di noi.

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