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Analisi dello scenario
Scritto il 28 Febbraio 2007 alle 16:14 da
Bene, dopo tanti “ma” e tanti “forse”, la famosa correzione sembra aver preso piede. E dico sembra, in quanto potrebbe sono essere un temporalino passeggero e la vera correzione potrebbe avvenire poi più avanti.
Molti si chiederanno cosa diavolo sto dicendo. Semplicemente sto cercando di fare una “personalissima fotografia” della situazione che si sta creando sui mercati finanziari. Andiamo con ordine.
Da tempo stavo dicendo che la correzione sarebbe avvenuta quando meno te lo aspetti e che, soprattutto, avrebbe scatenato una serie di situazioni collegate che avrebbero:
1 – fatto aumentare sensibilmente la volatilità dell’equity (difatti è passata da un 10 a circa 18, scusate se è poco)
2 – creato volatilità sul mercato dei cambi (per via dei carry trades; non dimentichiamo che parte del denaro preso a prestito in yen veniva utilizzato anche per acquistare equity, che si dimostrava fino a quelche giorno fa poco volatile e redditizia)
3 – ci sarebbe stato il ritorno del fly-to-quality, a scapito dei bonds sulla carta più rischiosi, con un allargamento degli spreads di rendimento
4 – un aumento della volatilità delle materie prime con un indice CRB in fase di riacquisto di forza relativa.
Di tutto questo molte cose sono poi successe. La cosa interessante, però, sono stati gli elementi scatenanti di questo scenario ad “effetto domino”.
E’ stato il carry trade? Nossignore, la BOJ ha fatto capire che i tassi li ha alzati di 0.25% ma non ha intenzione di effettuare ulteriori rialzi. (Il rafforzamento dello yen è stato quindi una conseguenza).
E’ stata l’inflazione in aumento. Nemmeno.
E’ stata la fiducia dei consumatori? Ma neanche per sogni, mai stata così alta.
E allora è stato il petrolio? No, sta riprendendo quota, ormai stabilmente sopra i 60 $/bar, ma al momento sembra ancora sotto controllo.
Allora è stato il timore di una guerra in arrivo? Bene, ci stiamo avvicinando. L’attacco contro Cheney è stato un bel pretesto.
E’ stato il crollo di Shangai? Fuochino, un altro ottimo motivo per giustificare la partenza della correzione. Non dimentichiamo però che il listino cinese veniva da una corsa senza freni e, con la correzione di ieri, la performance da inizio anno è pari al 33% ! Ecco il perché della presa di posizione delle autorità cinesi per placare le speculazioni di borsa.
E poi che cosa è successo? Ieri c’è stato il ritorno di quel Alan Greenspan il quale, in una dichiarazione rilasciata guarda caso ad Hong Kong, diceva che non è esclusa (ripeto, non è esclusa, niente più…) la possibilità di una recessione in USA a causa del settore immobiliare e del rallentamento economico. Non lo esclude per una questione di possibilità matematiche, senza dimenticare che questo possibilità sono al lumicino.
Riassumendo quindi, abbiamo potuto constatare che ci sono un sacco di pretesti e nulla più. Addirittura sembra ci sia nelle ultime ore un tentativo di riavvicinamento tra USA ed Iran. Altra variabile negativa che viene a mancare.
Dopo questo discorso che, spero, non vi abbia annoiato, vorrei passare al dunque. Perché questa correzione non è preoccupante? Il motivo è semplice. Questa correzione non è stata mossa da motivi legati ai fondamentali dell’economia e quindi secondo me non ci sono assolutamente le basi per un’inversione di tendenza. I fondamentali restano buoni (il rallentamento è più che previsto e fisiologico, e metterà le basi ad un nuovo rafforzamento dell’economia), i tassi sono bassi, i prezzi delle materie prime ancora sotto controllo, almeno per il momento. E il carry trade? Qui vedremo cosa può succedere, vista l’esposizione speculativa su questo settore dell’intermarket. Una cosa però resta certa. Le banche centrali hanno iniziato da tempo una campagna di diversificazione delle riserve valutarie. E quindi molti aggiustamenti possono portare a movimenti anomali. Non dovrebbe però essere il caso dello yen, la cui posizione è nota e su cui pende una spada di Damocle che resta tremendamente pericolosa ma, al momento, in posizione di stand by viste le intenzioni della BOJ. Ma se le cose dovessero peggiorare, il carry trade finirà non per cause di politica valutarie ma, all’incontrario, per motivi intrinsechi ai mercati finanziari, ovvero finanziamenti chiusi in contro parte a denaro derivante dal disinvestimento sull’equity, sempre che lo stesso denaro poi non venga investito in bonds. Quindi per farla breve, non escludo che la correzione possa continuare (alimentando anche ottime speculazioni, per chi le saprà cogliere), ma stiamo sereni, in quanto non c’è il rischio di un’altra bolla in fase di esplosione.
Ho messo troppa carne al fuoco, forse. Ma almeno così ho detto tutto ciò che penso.
A presto.
Molti si chiederanno cosa diavolo sto dicendo. Semplicemente sto cercando di fare una “personalissima fotografia” della situazione che si sta creando sui mercati finanziari. Andiamo con ordine.
Da tempo stavo dicendo che la correzione sarebbe avvenuta quando meno te lo aspetti e che, soprattutto, avrebbe scatenato una serie di situazioni collegate che avrebbero:
1 – fatto aumentare sensibilmente la volatilità dell’equity (difatti è passata da un 10 a circa 18, scusate se è poco)
2 – creato volatilità sul mercato dei cambi (per via dei carry trades; non dimentichiamo che parte del denaro preso a prestito in yen veniva utilizzato anche per acquistare equity, che si dimostrava fino a quelche giorno fa poco volatile e redditizia)
3 – ci sarebbe stato il ritorno del fly-to-quality, a scapito dei bonds sulla carta più rischiosi, con un allargamento degli spreads di rendimento
4 – un aumento della volatilità delle materie prime con un indice CRB in fase di riacquisto di forza relativa.
Di tutto questo molte cose sono poi successe. La cosa interessante, però, sono stati gli elementi scatenanti di questo scenario ad “effetto domino”.
E’ stato il carry trade? Nossignore, la BOJ ha fatto capire che i tassi li ha alzati di 0.25% ma non ha intenzione di effettuare ulteriori rialzi. (Il rafforzamento dello yen è stato quindi una conseguenza).
E’ stata l’inflazione in aumento. Nemmeno.
E’ stata la fiducia dei consumatori? Ma neanche per sogni, mai stata così alta.
E allora è stato il petrolio? No, sta riprendendo quota, ormai stabilmente sopra i 60 $/bar, ma al momento sembra ancora sotto controllo.
Allora è stato il timore di una guerra in arrivo? Bene, ci stiamo avvicinando. L’attacco contro Cheney è stato un bel pretesto.
E’ stato il crollo di Shangai? Fuochino, un altro ottimo motivo per giustificare la partenza della correzione. Non dimentichiamo però che il listino cinese veniva da una corsa senza freni e, con la correzione di ieri, la performance da inizio anno è pari al 33% ! Ecco il perché della presa di posizione delle autorità cinesi per placare le speculazioni di borsa.
E poi che cosa è successo? Ieri c’è stato il ritorno di quel Alan Greenspan il quale, in una dichiarazione rilasciata guarda caso ad Hong Kong, diceva che non è esclusa (ripeto, non è esclusa, niente più…) la possibilità di una recessione in USA a causa del settore immobiliare e del rallentamento economico. Non lo esclude per una questione di possibilità matematiche, senza dimenticare che questo possibilità sono al lumicino.
Riassumendo quindi, abbiamo potuto constatare che ci sono un sacco di pretesti e nulla più. Addirittura sembra ci sia nelle ultime ore un tentativo di riavvicinamento tra USA ed Iran. Altra variabile negativa che viene a mancare.
Dopo questo discorso che, spero, non vi abbia annoiato, vorrei passare al dunque. Perché questa correzione non è preoccupante? Il motivo è semplice. Questa correzione non è stata mossa da motivi legati ai fondamentali dell’economia e quindi secondo me non ci sono assolutamente le basi per un’inversione di tendenza. I fondamentali restano buoni (il rallentamento è più che previsto e fisiologico, e metterà le basi ad un nuovo rafforzamento dell’economia), i tassi sono bassi, i prezzi delle materie prime ancora sotto controllo, almeno per il momento. E il carry trade? Qui vedremo cosa può succedere, vista l’esposizione speculativa su questo settore dell’intermarket. Una cosa però resta certa. Le banche centrali hanno iniziato da tempo una campagna di diversificazione delle riserve valutarie. E quindi molti aggiustamenti possono portare a movimenti anomali. Non dovrebbe però essere il caso dello yen, la cui posizione è nota e su cui pende una spada di Damocle che resta tremendamente pericolosa ma, al momento, in posizione di stand by viste le intenzioni della BOJ. Ma se le cose dovessero peggiorare, il carry trade finirà non per cause di politica valutarie ma, all’incontrario, per motivi intrinsechi ai mercati finanziari, ovvero finanziamenti chiusi in contro parte a denaro derivante dal disinvestimento sull’equity, sempre che lo stesso denaro poi non venga investito in bonds. Quindi per farla breve, non escludo che la correzione possa continuare (alimentando anche ottime speculazioni, per chi le saprà cogliere), ma stiamo sereni, in quanto non c’è il rischio di un’altra bolla in fase di esplosione.
Ho messo troppa carne al fuoco, forse. Ma almeno così ho detto tutto ciò che penso.
A presto.
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