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CONVERTIBILI? SI, GRAZIE!
In uno scenario di grande incertezza, resta sempre difficile trovare delle valide alternative che possano coniugare un discorso qualitativo, quantitativo e strategico.
Molti vogliono diminuire drasticamente il rischio di portafoglio, e quindi vendono azioni e assets rischiosi. E’ una cosa più che normale e fisiologica, quando si ha a che fare con un mercato “orso”. Ma, spesso e volentieri, quando poi le cose migliorano, il risparmiatore “si mangia i pugni” perché, a seguito di una fase difficile per i mercati, viene il “bel tempo” con una rinnovata positività.
Ovviamente è ancora presto per questo momento, e quindi non vado a dire di cominciare a comprare “a man bassa”. Però il mercato potrebbe già essere interessante in alcuni sui frangenti. Sono presenti già oggi delle ottime “buy opportunities”, però ci sono tanti fattori da tenere in considerazioni. E’ assolutamente sbagliato (la storia insegna…) comprare solo perché i prezzi sono buoni e le prospettive ottime. Nella mia vita ho visto storie di sottovalutazioni che neanche immaginate. E quando un titolo viaggiava a 0.80 di rapporto P/BV si diceva… “Vale meno del rapporto di libro. E’ un’occasione pazzesca”! Morale. Quel titolo era arrivato a valere 0.3 volte il book value. Quindi fatevi due conti…
Ma allora, cosa si potrebbe fare per investire in modo intelligente senza rimetterci le fatidiche mutande?
Obbligazioni convertibili: poco conosciute ma molto valide
Qualcuno di voi, forse le conosce già, ma molti invece ne hanno solo sentito parlare. All’estero sono molto più comuni che da noi, anche perché sul nostro listino non ci sono certo moltissime “occasioni di acquisto” a causa dell’offerta quantomeno limitata. Ma cosa sono le “obbligazioni convertibili”? Sono una particolare tipologia di titolo obbligazionario, previste direttamente dal codice civile, che per le loro caratteristiche sono generalmente considerate uno strumento di capitale e, infatti, sono quotate sugli stessi mercati di Borsa dei titoli azionari
Visto che si parla molto di obbligazioni strutturate in questo periodo, sappiate che possono essere considerate a tutti gli effetti obbligazioni strutturate essendo composte da una obbligazione con cedola, che può essere fissa o variabile, e un’opzione di acquisto (call), a favore dell’investitore di acquistare un determinato titolo azionario ad un certo prezzo, ad una determinata scadenza Il possessore del titolo ha quindi la possibilità di convertire le obbligazioni, mediante la loro restituzione, in azioni, trasformando l’investimento obbligazionario in investimento azionario, oppure di mantenere l’obbligazione in portafoglio in funzione delle condizioni di mercato.
Perché puntare sui bonds convertibili?
Sono particolarmente interessanti in quanto:
-mettono un tetto massimo ai ribassi (in quanto sotto certi prezzi diventano delle pure obbligazioni)
-permettono di sfruttare l’eventuale rialzo del titolo azionario sottostante (grazie all’opzione call che detengono)
Quali scegliere?
Come dicevo poc’anzi, in Italia l’offerta di bonds convertibili è abbastanza scarsa. Tra i pochi presenti meritano una segnalazione l’O.C. di Banca Intermobiliare e quella di Beni Stabili. Ma in Europa c’è decisamente di meglio. Difatti Lehman Bros ha recentemente fornito un elenco di “Convertible bonds” che possiamo ritenere molto interessanti. Gli emittenti sono di diversi settori e diversa solidità finanziaria. Si va dal bond Fortis, quello di Continental o quello del Banco Espirito Santo, fino ad arrivare ai più “pericolosi” bonds emessi per esempio da Cap Gemini. Ce n’è per tutti i gusti. L’unica cosa che raccomando è, priam di acquistare, leggere attentamente l “formula” di conversione, la vera chiave della convenienza o meno del bond convertibile. E poi…se volete togliervi tutte le grane, ci sono dei fondi comuni d’investimento specializzati su queste obbligazioni. E vista la complessità dei bonds stessi, credo che per il risparmiatore medio sia la strada più semplice, più remunerativa e meno rischiosa.