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CINA: la grande bolla del debito ma Pechino ha le spalle larghe
In passato ho più volte preso in esame il fenomeno economico cinese, proprio per la sua particolarità ma anche per la sua importanza. Se vi interessa l’argomento, fatevi un ripassino, troverete cliccando QUI molti spunti interessanti che vi aiuteranno a ponderare meglio lo stato di salute di Pechino. In uno di questi post spiegavo lo “schema Ponzi” che ha ingabbiato e condannato la Cina ad una crescita economica che deve essere virtuosa. Confermo quanto scritto prima, ci mancherebbe, ma in questo post provo invece a veder le cose anche da un’altro punto di vista, meno catastrofista e più ottimista, lasciando poi ad ognuno di voi la possibilità di valutare quale delle due strade sia la più possibilistica: quella del grande crollo causa bolla del credito, oppure quella della sopravvivenza, grazie alle spalle larghe del grande paese cinese.
La bolla del debito continua a gonfiarsi…
La Cina rappresenta da sempre un’incognita. Un paese dalle grandi potenzialità (anche anagrafiche) dove però ci sono tanti punti di incertezza. Una crescita virtuosa che è stata però alimentata in modo sconsiderato dal debito.
Tanto che ora il debito rappresenta per l’economia di Pechino un vero problema. Eccovi aggiornato il rapporto tra il debito ed il PIL, con una suddivisione per categorie.
Chiaro che è il segmento corporate, quello che è cresciuto di più, ad avere una maggiore esposizione verso la leva del debito: Senza poi dimenticare che buona parte di queste imprese sono di proprietà statale.
Il rapporto con il PIL è certamente preoccupante, ma volumetricamente, poi, il problema sembra meno grosso, sopratutto se paragonato ad altri paesi come USA e Giappone. Quello che però sta preoccupando non poco è la velocità di crescita dello stesso.
Il fatto che molto di questo debito corporate sia però in capo ad aziende statali, secondo me, non è un fattore di poco conto, in quanto la Cina è un paese che ha enormi disponibilità pubbliche, molto più di tanti altri grandi player globali….
…senza poi dimenticare che le stesse aziende hanno a loro disposizione anche tanti asset da poter liquidare proprio per ottenere il rimborso del debito.
Questa rapida infografica vuole servire a stimolare l’attenzione del lettore. Il problema “Cina” è sicuramente non di poco conto. La necessità di mantenere un tasso di crescita del PIL pari quantomeno ad un 6% (per poter compensare e ripagare la crescita del debito) è sicuramente fondamentale ma, se questi tassi di crescita non dovessero essere mantenuti, ci sono i margini per una “modifica del tessuto economico” e non di un “fallimento di sistema”. Questa differenza secondo me rischia di essere fondamentale, in quanto nel primo caso ci sarebbe sicuramente un momento anche traumatico ma poi una ripartenza dell’economia, magari con più equilibrio e meno virtuosismo. Nel secondo caso, invece, significherebbe subire gli effetti dello scoppio di una bolla senza precedenti.
E se la Cina quindi rappresenta un “problema relativo” è sicuramente un buon segnale per il sistema economico, in quanto l’onda d’urto di una crisi di Pechino sarebbe stata difficile da gestire anche per le altre banche centrali.
Questo evento poteva rappresentare il vero “cigno nero” dei mercati. Dopo questa rapida analisi non voglio dire che la Cina sia il mondo perfetto (anche perchè abbiamo sempre un problema di visibilità dei dati macroeconomici del Celeste Impero), ma forse, al momento, i problemi possono essere visti altrove.
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