Ho visto il futuro!
Molti di voi sapranno che una porzione tra il 60% e il 70% del prodotto interno lordo ( una misura economicamente accettata per determinare lo stato di benessere di una nazione e della sua classe dirigente ) americano è costituito dal consumo dei privati cittadini. Al di la di questioni di carattere filosofico, in merito a se viene prima l’uovo o la gallina, ovvero se vengono prima i consumi o prima la crescita del GDP, ciò che preme far notare è che ad una contrazione o ad una espansione dei consumi corrisponde un analogo movimento, normalmente amplificato, del GDP.
È quindi fondamentale capire quale sarà la tendenza dei consumi per poter giungere ad una qualche previsione oggettiva di come si muoverà il GDP nei mesi seguenti. Tuttavia, sia per il GDP che per i consumi, si può constatare che essi rappresentano, vista anche la loro lettura trimestrale e mensile rispettivamente, una fotografia già vecchia della situazione attuale. Poco infatti ci permettono di capire degli sviluppi futuri dell’economia, sempre che non si applichi l’analisi tecnica anche a queste due serie di dati… .
D’altro canto, chi non crede all’analisi tecnica applicata ai dati macroeconomici, può sempre utilizzare strumenti altrettanto potenti. E di questi ora parleremo.
Il Consumer Metrics Institute è un istituto di ricerca economica che giornalmente raccoglie dati, e li pubblica, in relazione all’acquisto, da parte dei consumatori, di un paniere di beni durevoli di largo consumo e non strettamente necessari. Benché quindi, l’interesse del CMI sia estremamente focalizzato su di un solo tipo di bene di consumo ( il bene durevole ) e su di un solo tipo di consumatore ( quello privato ), le sue analisi risultano assolutamente illuminanti per capire gli sviluppi ciclici delle crisi o delle bolle. Da questi dati viene elaborato il loro indice. Il Daily Growth Index permette di catturare le svolte nell’economia. Benché i beni durevoli rappresentino una frazione non modesta, ma sicuramente inferiore rispetto agli altri tipi di consumo, quali i servizi o i beni non durevoli, la capacità dell’indice di dare precisi segnali sull’andamento dell’economia è imbarazzante. Passando all’indice, l’istituto sul suo sito propone il seguente grafico:
In blu è riportato l’indice di crescita ( Growth Index ) mentre in fucsia è stato riprodotto il GDP calcolato dal BEA.
Le capacità divinatorie del Growth Index sono evidenti. Ora, pur essendo il futuro impossibile da prevedere, possiamo sempre sfoderare un ottimismo di facciata e sperare che “questa volta sarà diverso”, così come “sarà diverso” anche per le previsioni ottenute mediante l’ECRI. Tuttavia, se le proiezioni saranno confermate, già dal prossimo trimestre l’economia americana sarà in forte rallentamento, e, dal successivo, sarà tornata in recessione. Ovviamente tutto questo è valido se non verranno adottate le nuove politiche keynesiane a sostegno di un’economia che pare avere un piede nella fossa e uno su una saponetta. Politiche che fino ad ora sono state una sorta di “rubo ai povere per dare ai soliti”. Mi piace ricordare con rinnovata insistenza che buona parte dei dollari messi a disposizione dal governo per i vari salvataggi e per i vari incentivi sono direttamente finiti nelle tasche di coloro che la crisi l’hanno creata. Circa 1 dollaro su 4 del TARP è finito, ad esempio, direttamente in bonus e compensi ( 150 miliardi di dollari nel 2009 ) per gli operatori di banca e di Wall Street. Questo è il sistema.
By Mattacchiuz