Vademecum per la salvezza dell’economia e dell’umanità

Scritto il alle 09:25 da lukeof@finanza

Non si vende il futuro

Guest Post by Lukeof
 

Questo non è un post per economisti. E’ una piccola guida dedicata alle persone di buon senso. Potete star sicuri che qualunque ipotetico “studioso” di economia classica leggerà questo piccola guida strabuzzerà gli occhi e griderà allo scandalo. Perché è un microscopico granello di sabbia che fa saltare tutta l’immensa costruzione di carta che caratterizza l’odierno sistema finanziario.  

Il “valore” 

Partiamo da un assunto base. Che cos’è la valutazione o meglio il valore effettivo di una società? E’ normalmente ciò che la società stessa stima nel bilancio, utilizzando lo stato patrimoniale e tutte le scritture contabili previste per legge in ogni paese civile, nel rispetto dei codici civilistici e penali sussistenti in qualsivoglia nazione, ovvero evitando le cosiddette “false comunicazioni in bilancio” che avrebbero come effetto quello di dare una valutazione errata di un qualunque asset o società.

Bene, mettiamo il caso che la società si quoti in Borsa. Magicamente e senza alcuna ragione apparente se non le “ipotesi di futuri guadagni” il titolo assume una quotazione infinitamente superiore al valore certificato dalla società stessa fino a quotazioni astronomiche. Nel caso di Facebook, si parla di una quotazione “iniziale” e quindi di capitalizzazione pari addirittura a circa 106 volte gli utili nonché a 26 volte il fatturato intero della società in un intero anno, parliamo dell’intero fatturato.

Abbiamo creato valore dal nulla.

L’economista, con fare grave e solenne, ci spiegherà che vengono valutate “le aspettative” e che quindi la capitalizzazione di Borsa della società è di molto superiore al valore effettivo reale certificato dalla società.

Appunto, si vende il futuro. Come gli astrologi.

Si dà però il caso che quella capitalizzazione è quotata adesso e non in tempi ipotetici “futuri” e rappresenta valore fisico diciamo ipotetico, ma reale se si vende una quota azionaria senza che il “mercato” se ne accorga che sia essa in termini dimensionali o perchè un altro diciamo “investitore” non abbia fiutato l’affare e abbia comprato le quote per avere il famoso “valore ipotetico” delle quote a bilancio. Si, perchè la partecipazione azionaria è messa a bilancio come valore reale a data X, e non “ipotetico”. Ops…

Diciamo che è un gioco. Si, consideriamolo cosi’, perchè tale è. Il problema è che sto “giochino” sta letteralmente avvelenando e uccidendo il pianeta intero. Sapete qual’è la durata media di possesso di un qualsivoglia titolo nell’attuale sistema? Circa 40 secondi. E la posta in gioco nell’immenso casino’? Trilioni e Trilioni di dollari. Ipotetici o “reali” a seconda di “come li si prende”. Diciamo delle cifre con circa 18 zeri dietro.

Il concetto di “cap” e i valori mobiliari in “quota”.

Ora proviamo noi a fare un’altro “giochino”. Mettiamo il caso, nella situazione attuale e in condizioni di mercato normale e reale, che il valore di capitalizzazione di borsa non possa superare un cap. Cioè un valore massimo. Che altro non è che il valore dello stato patrimoniale di una società (da cui sono stati espunti i valori di azioni e obbligazioni o meglio rappresentati diversamente così come descritto piu’ avanti, ovvero come quota delle partecipazioni) + un “bonus” rappresentato dai possibili ragionevoli utili. Diciamo un 30% del valore certificato dallo stato patrimoniale riclassificato. A prezzo di normale mercato degli asset ivi contenuti, come da legge, ma con le quote appunto mobiliari “nuove” espresse in percentuale e non in valore.

Stiamo commettendo un delitto? Non mi pare. Stiamo semplicemente facendo equivalere i due valori dell’effettivo valore certificato dalla società stessa in stato patrimoniale (riclassificato come sopra) con la capitalizzazione di Borsa. Stiamo “violando” il libero mercato? Non mi pare, trattasi di semplice misura cautelativa della congruità di un valore “fisico”. C’è un valore “intellettuale”? Certamente, fa parte del patrimonio della società ed è una della garanzie per la sua espansione. I valori intellettuali, ivi compresi i brevetti hanno un valore commerciale, ma come ci dice giustamente lo IAS possono essere iscritti in bilancio solamente i diritti di brevetto industriali acquistati da terzi o utilizzati a seguito di licenza. I diritti di brevetto prodotti all’interno dell’impresa non sono invece capitalizzabili. Il perchè è ovvio, in quanto è pressochè impossibile dare una valutazione di bilancio ad un asset “ballerino” e lo si puo’ fare soltanto in sede di vendita del brevetto. Siamo sempre li’. Il bilancio, se costruito correttamente secondo i normali principi contabili in voga pressochè in tutto il mondo, fa fede. Ed è la cosa piu’ ragionevole e corretta, anche per i valori intellettuali.

Si, ma come si fa a valutare il “cap” se all’interno dello stato patrimoniale sono compresi i valori a prezzo di mercato dei vari assets azionari e obbligazionari? Il meccanismo di “passaggio” è abbastanza semplice. Le società quotate dovrebbero semplicemente fornire all’organismo di controllo (quale la SEC negli USA o la CONSOB in Italia), il valore del proprio stato patrimoniale al netto dei valori mobiliari, riconvertiti in quote percentuali. E’ già perfino rilevabile in tutti i bilanci escludendo appunto le poste relative alle partecipazioni e valori appunto mobiliari.

In fase successiva, dopo ad esempio due mesi ovvero appena tutti i valori saranno pubblicati dall’organismo di controllo tutte le società quotate potranno pubblicare il “dato effettivo” di bilancio relativo alle partecipazioni possedute. Come quota. E l’organismo di controllo registra il dato “finale”. Si badi bene, la registrazione del dato finale da parte dell’organismo di controllo comprende che a bilancio venga registrata la quota ma NON il valore che per le partecipazioni rimane a zero per evitare l’innesco di un “meccanismo a catena”. Il valore della partecipazione è un valore reale, ma ovviamente potrà essere portato a bilancio solo in fase di realizzo della quota, si tratta solo di un accorgimento per evitare un meccanismo appunto di reazione a catena.

E’ altresì chiaro in fase successiva che eventuali “comunicazioni” della variazione del “cap”, da fornire per le società quotate sarebbe corrispondente alla presentazione del bilancio annuale, se si sono modificate le poste patrimoniali. Non è poi cosi’ complicato come sembra, anzi non lo è per nulla. E per le società “non quotate in borsa”? Il meccanismo funziona similarmente. E le partecipazioni azionarie o obbligazionarie o altri valori mobiliari estere? Fin quando le altre nazioni rimangono a “vecchio sistema” rimangono a valore zero. Se si riconvertiranno avranno la quota descritta. E’ chiaro che in un sistema similare le contrattazioni relative a trasferimenti societari avverrebbero indipendentemente dalla quotazione di cap, ma cio’ non rappresenta di per sé un problema in quanto il “trasferimento effettivo” avverrebbe sulla base di un conferimento di quote di capitalizzazione basata su asset reali e non presunti. Quali liquidità, asset immobiliari, in oro o tutte le altre voci di tipo non mobiliare. Cio’ rappresenta una garanzia effettiva e permette che la capitalizzazione delle società sia solidificata in bilancio.

Si badi bene, non pretendo che tale teorizzazione o definizione sia “definitiva” né che sia perfetta, non sono un economista e sicuramente ci sarà qualche altra maniera per “riportare” la quotazione delle società quotate a valori piu’ realistici. E’ soltanto una riflessione.

Orrore, orrore, si rompe il “giochino”. E allora perchè mai quotare in Borsa una società? Beh siamo in libero mercato quindi servirà a scambiarsi i titoli. Dove sta il problema? Che il valore non puo’ superare il cap? Beh, la stragrande maggioranza delle società raggiungerà il cap, che c’è di male? Esisterà una contrattazione libera (e non quotata) per quanto riguarda le quote di partecipazione, con l’unico vincolo che poi ovviamente dovrà trasferire capitali reali da mettere a disposizione nello Stato patrimoniale riclassificato della società acquisita. E l’anno successivo la capitalizzazione della società acquisirà il valore descritto nella transazione. Puo’ funzionare? Non funziona? Abbiamo un sistema migliore? Lo si studi, mi basta che si riesca a dare un parametro abbastanza “tangibile” alla capitalizzazione di borsa.

Il problema di fondo sempre lo stesso, ovvero che non può arrivare soltanto l’investitore finanziario a mettere un’altra camionata di soldi (sempre ipotetici) per poter poi rivendere l’illusione che la società valga X.

Perché il problema sta proprio li’. Se io permetto a investitori sconosciuti di comprare società a quote “fantastiche” che nulla hanno a che vedere con la società stessa, la sua produzione e i suoi asset reali e tangibili, avro’ solo bolle. L’economia della bolla, dell’illusione, dell’irreale.

Se invece ho un investitore industriale, sarà certamente interessato ad acquistare la società soltanto sulla base di un ipotesi di economia reale (e non finanziaria) e chiederà di rilevarla al prezzo di cap, + il bonus + l’eventuale quota da trasferire a capitalizzazione effettiva. Dove sta il problema? Si spezza semplicemente il perverso meccanismo che crea valore immaginario per poi farlo ruotare alla velocità della luce nell’intero mondo, senza piu’ nessun collegamento con l’economia reale, quella vera, quella produttiva, che fa vivere e prosperare ciascuno di noi, al di là del circuito impazzito della finanza internazionale.

Vedo già tutti i banchieri, finanzieri, eccetera che sbiancano in volto.

Non c’è dubbio, tutta l’economia occidentale crollerebbe come un castello di carte. Ma quale economia? Quella parte dell’economia che produce ricchezza effettiva, ivi compreso il circuito del credito (quello virtuoso) al di là della crisi sistemica del debito degli asset “fasulli” non ne verrebbe toccata nei suoi fondamentali. Verrebbe a cadere soltanto l’economia degli astrologi, quella del casino’ internazionale che domina l’intero globo. E quanti sono? Il 10% abbondando della popolazione mondiale? Forse esagero. Probabilmente molti di meno.

Non preoccupatevi. Non è una proposta da applicare domani perchè nessun governante odierno avrebbe il fegato di applicarla, pena la sua disintegrazione politica, economica, fisica e quant’altro, anche se forse, con il meccanismo che spiego sotto, in realtà l’impossibile diventa possibile.

Questa è soltanto una riflessione per costruire un sistema dopo la crisi sistemica che butterà giu’ questo sistema perverso. Non so nemmeno se la vedro’ io o i miei nipoti, e non mi azzardo a prevedere niente. Ma so che cadrà, di questo potete starne certi, perchè la bolla è globale e planetaria e il pianeta è limitato. Mi limito a lasciare questa piccola guida “normale e rivoluzionaria” per avere una consapevolezza, tutti e globalmente, che delle soluzioni a questo mondo malato esistono, e spesso sono molto piu’ semplici di quanto noi non riusciamo nemmeno a sospettare. Dieci paginette da tenere nel cassetto per quando la crisi sistemica farà crollare il castello di carte. E forse è anche possibile farlo crollare senza una guerra.

Le obbligazioni e il debito

E le obbligazioni? Come la mettiamo? Attualmente la legislazione pone limiti diversi sull’emissione di bond a seconda della legislazione vigente in ciascun stato. Si va dall’emissione parametrata all’emissione di azioni e quindi al valore capitalizzato di Borsa ad altri parametri quali il doppio del capitale sociale + riserve eccetera. In realtà anche qui uno stato o una società possiede asset ed ha anch’esso uno stato patrimoniale. Come ogni buon padre di famiglia sa quando chiede un prestito, cio’ che conta è la garanzia che esso offre in termini reali, non “ipotetici”. La situazione non è poi cosi’ diversa. Uno stato o una società dovrebbe potersi indebitarsi (anche in obbligazioni se parliamo di una società) semplicemente per l’ammontare globale del suo stato patrimoniale (riclassificato) + il famoso 30%. Con un meccanismo similare a quanto descritto precedentemente. E’ vero, se sommiamo in una condizione del genere l’emissione delle obbligazioni e quelle delle azioni anche in un sistema congegnato cosi’, abbiamo (per le società) poco piu’ di due volte e mezzo degli asset diciamo“effettivi”. Beh in una situazione come quella attuale, passare da una quota spesso “100” a una quota 2,6, mi sembra già un enorme passo avanti. E’ indubbio, allo stato attuale cascano per terra tutti gli stati, certo. Quelli odierni. Anche perchè uno stato, in condizioni normali, dovrebbe pagare le sue spese correnti con le entrate di cassa, non “facendo debito”. E tutti coloro che ci lavorano dentro? Beh, una volta ricostruito l’intero sistema (perchè credetemi, se crolla, crolla TUTTO il sistema) su queste basi, lo Stato ricostituisce la sua funzione, in maniera corretta, con un bilancio normalizzato, senza piu’ l’enorme gravame del debito e una “capacità di indebitamento” corretta e la situazione riprende piano piano a funzionare. E’ altresi’ chiaro che NON potrà ricostituire tutte le funzioni “parassitarie” ma dovrà adeguarsi alle entrate di cassa con un indebitamento minimo. La faccio troppo semplice? Beh, non è una passeggiata certamente, lo si puo’ definire un cataclisma, ma in ogni caso trattasi di piccola guida da applicare per dopo l’ipotetico “disastro”, o meglio la “liberazione”.

Siamo nel campo dell’utopia? No, semplicemente di un sistema costruito diversamente.

E il welfare state?

La situazione è ovviamente variabile a seconda degli Stati, ma prendiamo ad esempio l’Italia, dove nonostante le terribili inefficienze della Pubblica Amministrazione, l’avanzo primario è attivo. Cio’ indica che a parte la quota interessi, il sistema è attualmente e deve essere “globalmente sostenibile” con gli afflussi di cassa.

E’ altresi’ indubbio che a fronte di un terremoto di questo genere il sistema (particolarmente nel caso italiano) andrebbe riformato profondamente per evitare quote di tassazione elevatissime come attualmente applicate, ma il modello è sostenibile anche e sopratutto senza la pesantissima quota di interessi sul debito fin li’ applicata.

E se qualche stato si rifiutasse di applicare il famoso cap e cercasse di “attirare” i famosi “investitori”? Beh, è lo stesso discorso di uno che va al casino’, purchè vada con i soldi suoi e non di altri ognuno di noi puo’ entrare in un casino’ e uscire avendo perso o guadagnato, purchè di soldi suoi si tratti. Pero’ quando “esce” dal casino’, rientra nel mondo reale.

Futures e derivati

Anche qui siamo nel campo delle scommesse. Basta semplicemente cambiare la loro categoria merceologica. Da “investimenti”, a scommesse, giochi e casinò. Non vedo nulla di male se una persona singola consapevolmente e con soldi propri scommetta sull’andamento dell’indice X del Dow Jones come sul risultato della finale di Champions League di calcio o sul risultato del Superbowl. Basta che come è ovvio, non faccia passare una scommessa per “investimento” utilizzando soldi altrui. Semplice e lineare. E’ altresi’ ovvio che tutti i derivati attuali, non essendo rappresentativi di asset tangibili, scomparirebbero. Qualcuno potrebbe pensare che pur estremamente ridotti, sussistendo un valore degli asset azionari e obbligazionari rimanente a “nuovo sistema” il sistema dei derivati potrebbe rimanere in piedi. In realtà non è nemmeno pensabile, in quanto i meccanismi matematici intrinsechi all’enorme quantità dei derivati attuali sconquasserebbero tutto il sistema portando risultati imprevedibili. Faccio un esempio, se il contabile di una società portasse tutti i soldi della società dentro un casino’ e una volta scovato all’interno, mi dicesse che non si può dire che sta perdendo tutto quello che ha in quanto sta ancora all’interno del casino’ e potrebbe con le prossime puntate vincere il doppio della perdita attuale. Come minimo lo faremmo portare via con le ambulanze. Quindi i derivati vanno vietati e il loro valore semplicemente annullato. Se poi uno vuole ricostruire una società di scommesse sugli indici x o y di borsa o altro, può sempre farlo. Purchè appunto sia all’interno di quella categoria merceologica.

Non si vende il futuro. E se qualcuno lo fa, non può farlo per conto di altri.

Lo scenario attuale e la dinamica.

Lo scenario lo conosciamo bene. Enormi societa finanziarie che soffocano perfino intere nazioni, multinazionali imponenti che delocalizzano le produzioni, un feroce capitalismo “a lama” (ovvero con una piccolissima parte di popolazione ricchissima e uno sterminato esercito di poveri) che si diffonde in tutto il mondo, le materie prime e perfino gli alimentari che soffrono di una “costruzione” finanziaria sovrastante che ne modifica il prezzo globale, eccetera eccetera eccetera.

Come nascerà la crisi globale? L’apocalisse che incenerirà tutto? Beh è possibile che sia generata dalla crisi del debito di un paese sufficientemente “pesante” nell’economia mondiale, cosi’ come dalla crisi sistemica dei giganti della finanza, cosi’ come si è rischiato nel 2008.

Fin dove arriva la valanga? Quali conseguenze verificabili o ipotizzabili ha uno scenario del genere? E’ chiaro che “in ipotesi” si fermerebbe tutta l’economia. Dell’intera Europa, degli Stati Uniti, della Cina, dell’Australia, del Brasile, insomma un “blocco sistemico globale”. Si potrebbe pensare che le merci non circolano, blocco del commercio, delle transazioni bancarie, dei trasporti, dell’energia, insomma un vero “black-out” a livello planetario. Pero’ pensiamoci bene. In realtà, si fermerebbe semplicemente perchè noi pensiamo che si fermi. Ovvero perchè sentendo la parola “fallimento” penseremmo che la società non ci paghi, che la banca non eroghi il credito, magari correremmo tutti in banca a ritirare i nostri risparmi, causando cosi’ la vera caduta del sistema, quella dell’economia reale. E’ per questo che io propongo in questa casistica di non pensare minimamente che si tratti di “fallimento”. Ma di “risanamento”. Dovrebbe essere usata questa parola, perchè la verità è che TUTTE le attività produttive dell’economia reale e non strettamente finanziaria, continuerebbero tranquillamente ad operare. Chi si troverebbe in difficoltà? I termini di cassa, i fornitori, i clienti e l’economia reale certamente no. Anche una banca che ha un normale flusso di crediti e debiti reali e non legati a investimenti e “parcheggi” mobiliari, in realtà, operativamente, non ne avrebbe alcun problema se non i “numeri” della “parte finanziaria” azzerati e trasformati in quote.

E gli altri? Le grandi banche con enormi quantità di titoli diventati carta straccia? Si opera come al solito in questi casi, si rinchiudono tutti questi asset (o meglio numeri) in una “bad company”, e la società risanata continua ad operare nell’economia reale.

E’ importantissimo comprendere che un “fallimento contabile” di un qualsivoglia ente, non comprende necessariamente che esso si fermi.

Quindi è assolutamente primario che anche a fronte di ipotetico fallimento delle società energetiche, industriali, o di qualunque altro settore, tutti gli impianti, dai pozzi di petrolio, alle centrali fossili, agli impianti solari, alle industrie, ed anche al sistema del credito devono poter continuare a funzionare. E come? La società in realtà “sembrerebbe” che non ha i soldi per pagare i fornitori, gli stipendi e quant’altro. Ma non è vero. Se organizzi il “risanamento” interno a tutte le aziende e si vedrà che in realtà i flussi di cassa e il funzionamento del mercato continua normalmente. Si deve aver accesso al credito, ma se qualcuno dice che le banche sono fallite (o meglio dire ferme o peggio ancora soggette a “bank run”, il sistema ipoteticamente non funziona. Quindi le banche devono poter funzionare sul credito “normale”, e i cittadini devono evitare di “correre in banca” presi dal panico, perchè nessuno deve minacciare un “asset autentico”. Non sono “fallite”, si tratta di un risanamento. Quindi il sistema va esteso globalmente, ivi compresi gli Stati. E va fatto senza che nessuno pensi che al di la’ dei propri investimenti mobiliari, la famosa “carta straccia” cambi qualcosa.

Ora è importantissimo comprendere una cosa. In realtà, nell’anno zero, non ha alcuna importanza che la “nominale società X” o lo Stato Y siano “ipoteticamente falliti” o meno. Dove sta il “cambio”? Sta nel fatto che tutta la parte dei “crediti e debiti inesigibili” alias le tonnellate di valori immaginari non esiste piu’. La vera cosa importante è che sia ben presente la differenza tra crediti “immaginari e mobiliari” e crediti reali e fisici. Infatti ripeto, anziché chiamarlo “fallimento” lo si chiami “risanamento”. Nel senso che non è né pensabile né credibile che il nostro mutuo sparisca nel nulla, cosi’ come il nostro deposito in c/c, i crediti “immaginari” che verrebbero spazzati via sono tutti crediti e debiti riconducibili al “giochino di cui sopra”, alias azioni, titoli, obbligazioni, valori mobiliari ecc, in cui l’unica parte riconoscibile come debito o credito dovrebbe essere la quota di riferimento dello stato patrimoniale (riclassificato) dell’ente X (sia esso società o stato) di cui si possiede un credito o un debito. Se un qualsivoglia ente possiede lo 0,01% del patrimonio azionario (o obbligazionario) di un ente qualunque esso sia, esso dovrebbe venire riconteggiato come appena descritto.

Praticamente è una riclassificazione contabile, estesa “erga omnes mundi”, per quanto attiene al sistema produttivo. Ci saranno delle banche (o delle industrie) che una volta effettuata questa operazione non riescono a funzionare? Se la banca (o ipotetica tale) aveva nel bilancio delle entrate strettamente finanziarie che servivano a coprire i costi di funzionamento, certamente. Ma in ogni caso dopo il cataclisma e per ragioni che sono afferenti al fatto che il normale credito e raccolta al consumo (o l’attività produttiva nel caso di industrie) non si era sviluppato (a vantaggio di attività meramente finanziarie) rispetto ai costi globali di esercizio. Ma il discorso riguarda “come è strutturata la banca o l’industria”. Se la banca (o l’industria) ha un bilancio attivo (escludendo le poste strettamente finanziarie o meglio mobiliari a credito ed a debito) continuerà a funzionare normalmente, ed in ogni caso, anche una banca o industria “squilibrata” puo’ ristrutturarsi nel periodo successivo.

E le pensioni integrative? Beh come sopra. Spariscono o quasi, è assolutamente indubbio. Un prezzo da pagare esiste per tutti. Dal Polo Nord al Polo Sud. I fondi di investimento? Spariscono o quasi. Le banche d’affari? Scomparse. In qualsivoglia caso ci saremmo liberati a livello mondiale di tutta quella “sovrastruttura finanziaria” che ci sta uccidendo.

E’ indiscutibile che a tutti gli azionisti o obbligazionisti rimarrebbero un pugno di briciole. Non dimentichiamoci pero’ che si tratta di rendite e “ipotetici crediti” NON produttivi. Piu’ o meno delle scommesse. Non degli “asset reali tangibili e produttivi”. Si deve riconoscere la quota di asset reale non il “presunto”. E’ vero che son stati versati denari “effettivi” per “ipotesi di investimento”, ma in realtà si è cercato un valore inesistente. Ma sopratutto ricordiamoci che TUTTO il sistema economico si scrollerebbe di dosso una specie di “zaino pesantissimo” che lo sta uccidendo. Ritornerebbe vivo e vegeto e ricomincerebbe a produrre ricchezza.

La corsa all’oro e il sistema aureo

C’è comunque una maniera per cercare di salvare qualcosa dei famosi “asset immaginari” nel nuovo sistema e giovarcene tutti, e in realtà, ci aiuta anche a capire come innescare il “meccanismo”.

E’ altresi’ ovvio che nel momento in cui un qualunque governo mondiale di una certa “dimensione” in termini di Pil globale annunciasse un provvedimento del genere, la prima cosa che succederebbe sarebbe la corsa alla vendita dei famosi “asset immaginari” alla ricerca di “asset tangibili”, prima che essi vengano pressochè “cancellati” dalla nuova riforma. E dove andrebbero? Mi pare ovvio che il primo riferimento diventa un asset tangibile o “bene rifugio” come l’oro, o come l’argento. In termini di possesso fisico di una quota appunto tangibile. Acquistandolo sul mercato dai vari operatori. Che poi l’oro risieda fisicamente in Svizzera, Sudafrica o Stati Uniti o dovunque esso sia, non è un problema. Già allo stato attuale è possibilissimo per chiunque aprire un conto in BillionVault (per fare un esempio) e comprare oro fisico risiedente in Svizzera.

E la cosa non è affatto cosi’ negativa come si potrebbe pensare. Anzi. In quanto cio’ che succede è l’innesco di un meccanismo.

Facciamo un esempio.

L’Italia dà preavviso (di tre mesi ad esempio) che adotterà un sistema similare. Con la raccomandazione ad enti istituzionali, fondi pensione, banche e assicurazioni, cittadini e altro di trasformare gli asset mobiliari in asset “tangibili”, siano essi oro od argento, Si innesca una corsa furiosa a vendere tutti gli asset di tutte le società quotate in borsa, nonché i titoli di Stato per comprare oro (o argento). La quotazione dell’oro mondiale spicca il volo. Nel giro di 3 giorni è triplicata, nel giro di 10 giorni è aumentata di 5 volte. Mettiamo che alla fine dei tre mesi di “festival” sia arrivata a 10 volte la sua quotazione iniziale, in quanto gli si sono riversati tutti i flussi “ex finanziari” della borsa di Milano e in piu’, TUTTI gli altri paesi comincerebbero a comprare oro e argento, mentre la capitalizzazione di borsa di Milano andrebbe vero lo zero e rientrerebbe praticamente da sola senza alcun bisogno di altro nei famosi “parametri di capitalizzazione” (cap) ipotizzati dalla norma “protocollo” varata, alias il valore dello stato patrimoniale delle varie società quotate + il famoso 30%, o altro sistema che sia voluto adottare. E’ altresi’ ovvio che si bloccherebbe o quasi il sistema di vendita dell’oro per “intasamento” del medesimo, e in quanto la quantità di oro disponibile non è illimitata. Ma il prezzo dell’oro non si fermerebbe affatto.

Ora l’Italia sta al quarto posto mondiale come riserve auree. Si moltiplicherebbe il valore delle riserve auree italiane, di 10 volte. Probabilmente MOLTO di piu’, perchè la corsa non riguarderebbe solo l’Italia a quel punto. Attualmente il valore delle riserve è di circa 110 miliardi di Euro. Diventerebbero (nell’ipotesi prospettata) all’incirca 1100 miliardi di Euro. Se il valore aumenta di 20 volte siamo a 2200 miliardi di Euro. E l’Italia puo’ venderne anche una metà per avere la liquidità necessaria per sostenere il “passaggio epocale”, e tenere in piedi il sistema stato, e varare una norma per tutti quelli che nel “nuovo sistema”, pur essendo normali cittadini o pensionati sono finiti sul lastrico. Il globale del debito italiano è di circa 2000 miliardi di Euro, allo stato attuale.

Sia ben chiaro, nella nuova configurazione, i BOT e i CCT e gli altri titoli di stato sono stati “inceneriti”, in quanto diventati rappresentativi, nell’ipotesi prospettata della famosa quota percentuale dello Stato patrimoniale all’interno del bilancio dello Stato Italiano + 30% , ma sarebbe possibile far avere ai loro possessori un rimborso forfettario per il cambio di sistema in termini di capitale, corrispondente alla liquidazione della metà delle riserve auree detenute dallo Stato Italiano (per i detentori di BOT e CCT e titoli dello Stato) ad esempio tra 8 mesi. Alla data X. Beh, se il prezzo dell’oro schizza davvero in alto è un ottimo rimborso. Potrebbe perfino trasformarsi in un affare. E da cosa dipende? Dalla massa in gioco.

Mettiamo il caso che immediatamente dopo l’Italia, la Grecia, Il Portogallo e la Spagna annuncino provvedimenti similari. La corsa all’oro diventa una valanga, il prezzo dell’oro va a quotazioni semplicemente stellari, e le riserve auree di ciascun paese continuano a salire di valore. Dopo che la Francia ha deciso per il “protocollo”, il meccanismo diventa inarrestabile, TUTTI gli altri paesi saranno pressochè costretti ad adottare il “nuovo sistema”. La Germania, e probabilmente anche gli Stati Uniti. Forse l’Inghilterra al solito metterebbe qualche problema, in quanto non disponendo di granchè di riserve auree, ma alla fine la marea di problemi che sarebbe determinata dal rimanere a “vecchio regime”, la costringerebbe a “convertirsi”. Alla fine anche la Cina cadrà, perchè piuttosto che essere impossibilitata a vendere i propri prodotti all’estero, preferirà far svanire tutte le riserve di titoli di stato statunitensi ed altro che possiede come PBOC (Banca centrale). E avrà la quota di rimborso che alla data X potrà avere. In termini percentuali dello Stato patrimoniale (riclassificato) dello Stato X + 30% a quella data, rispetto al debito globale. Come gli altri. Non si puo’ determinarne il valore in quanto dipenderà dalla quotazione dell’oro nella famosa data X, nel caso prospettato a 8 mesi di distanza dal provvedimento di “riconversione” dello stato debitore. L’India ha in termini di privati il possesso di una enorme quantità di oro fisico. Non andrebbe malissimo nemmeno a loro.

E’ indiscutibile che il nuovo “sistema” o meglio la “rivoluzione” crea una gigantesca bolla dell’oro. Si è vero, ma l’oro (o l’argento) costituisce “asset tangibile” che NON produce interessi. E tale bolla si esaurisce soltanto quanto TUTTO il pianeta si è “riconvertito a nuovo sistema”. E chi più tardi arriva peggio alloggia, in quanto una cosa è “convertire” nella fase di passaggio i famosi “ex asset immaginari” a prezzo “attuale” dell’oro o dell’argento, mentre tra due anni, con ogni probabilità l’oro varrebbe 10/20 volte tanto. Poi è ovvio, il prezzo dell’oro a lungo termine si normalizzerebbe, ma si ristabilirebbe una situazione di normalità. Di certo non scenderebbe moltissimo.

Che c’è di male. Abbiamo semplicemente riconvertito il vecchio sistema planetario in uno “nuovo di zecca” con il minimo danno possibile. Senza guerre, senza rivoluzioni e senza sangue.

Ripeto, chi parte per primo avrà il maggior vantaggio. Il resto seguirà. Per forza di cose. E ci siamo riappropriati del mondo. Niente piu’ banche d’affari, niente piu’ finanza fasulla. Niente piu’ debito pubblico. Sarà come esserci risvegliati da un incubo.

La questione legale

E’ scontato che l’adozione di un sistema siffatto porterebbe alla creazioni di notevoli contenziosi legali. In particolare nell’ambito dei derivati, in quanto ci sarebbero le grosse banche d’affari che avrebbero tutto l’interesse a cercare di trascinare in tribunale i governi e le aziende a vario titolo, ma d’altra parte è già ipotizzabile che all’interno di un tale ambito le medesime semplicemente scomparirebbero. D’altra parte credo anche che all’interno del “nuovo sistema” per quanto attiene alle obbligazioni esistenti tra le parti, il loro valore tenderebbe a zero, o comunque (leggasi CDS) non avrebbero piu’ nemmeno senso. In qualsivoglia caso, occorrerebbe come detto un “congelamento” o meglio un azzeramento della situazione. La politica (anche in ambito internazionale) servirà pure a qualcosa, no?

Piccole note finali

Badate, non ho scritto questo breve vademecum perchè dispongo di lingotti d’oro depositati nella mia cassaforte. Avro’ qualche anellino o collanina. E vi diro’ di piu’, ovvero che forse e probabilmente perderei il lavoro, in quanto lavoro come dipendente bancario in un fondo pensione.

Ma come diceva qualcuno “Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui”.

Grazie a chiunque avrà letto questo piccolo vademecum, è gratuito e potete diffonderlo liberamente, tradurlo e affidarlo a chiunque con preghiera di citazione e fonte, sperando che un giorno, (speriamo anche in poco tempo) magari qualcuno che “conta” possa prenderne spunto per aiutare questo pianeta a vivere meglio. Mi basta poter dire di aver lanciato il mio granello di sabbia. Ma a volte i granelli di sabbia possono inceppare meccanismi giganteschi. Buona fortuna.

 Lukeof

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16 commenti Commenta
sturmer
Scritto il 20 Maggio 2012 at 10:31

Semplicemente… logico e fantastico… però non scriverlo troppo in giro, perchè qualcuno potrebbe decidere di farti sparire…

Men in black….

😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀

yaldus
Scritto il 20 Maggio 2012 at 10:34

Interessante Lukeof, molto interessante! Grazie

Scritto il 20 Maggio 2012 at 17:21

Tutta la mia solidarieta’ per il post, se fossi un dittatore con il potere sul mondo lo metterei subito in opera….

fabio ragno
Scritto il 20 Maggio 2012 at 17:27

Davvero sinceri complimenti all’autore. L’articolo (articolo? o piuttosto “manifesto”?) è però fin troppo lungo e complesso, e alla fine ho dovuto bermi una tazza di té. Concordo su tutto, ma non sulla conclusione. E’ ormai impossibile qualsiasi rettifica, altrimenti l’avrebbero già fatta. Il sistema è semplicemente destinato ad implodere per l’avidità senza fine di chi usa il meccanismo così come usa i governi, che sembrano essere i suoi camerieri

daviosq
Scritto il 20 Maggio 2012 at 17:51

La parola complimenti è limitata per il post e per descrivere la bellezza dei concetti, davvero m’immagino che alla fine l’autore si sia tirato un pò in ordine il fifì con orgoglio e ne ha ben donde. L’unica pecca non dello scritto ma dell’essere umano e motivo per il quale putroppo tutto quanto espresso sarà utopia, è l’egoismo umano più spudorato che condiziona i propri simili sino allo spasimo ignorando colpevolvemente ogni più altruistico sentito rispetto.
Grazie di cuore Lukeof e spero più spesso di leggere altre tue chicche, nel frattempo chino la testa e mi tolgo cappello in tuo onore. 8)

idleproc
Scritto il 20 Maggio 2012 at 18:36

Gran bel lavoro molto “pensato” e con fatica come altro materiale presente nel blog.
Merita una rilettura approfondita prima di esprimere un’opinione.
Grazie, c’è un mondo nuovo da riprogettare.

madmat
Scritto il 20 Maggio 2012 at 18:40

“Vedo già tutti i banchieri, finanzieri, eccetera che sbiancano in volto.” 😀

Forse un giorno tutto questo si verificherà (me lo auguro) ma spero per noi di nn essere presente inquanto vorrà dire che il sistema mondiale sarà veramente arrivato al limite in tutti i suoi più feroci aspetti… 😈

arzan
Scritto il 20 Maggio 2012 at 19:15

Prima di tutto un complimento per la passione e l’impegno profusi nell’articolo.
.
Sicuramente merita da parte mia, una seconda lettura, per fare sedimentare concetti, che sono molto interessanti.
.
Di getto direi che la speranza di una rivoluzione pacifica di questo tipo non è dietro l’angolo; per un semplice motivo: mi pare di capire che chi ci rimetterebbe di più sono gli stessi che oggi hanno in mano le leve del potere economico e politico.
.
Grandi istituzioni finanziarie, banche, multinazionali, grossi capitalisti e politici non sono usi a martellarsi gli zebedei.

paolo41
Scritto il 20 Maggio 2012 at 19:20

l’ho letto tre volte, ma non perchè non l’avessi capito la prima volta, bensì perchè è troppo bello!!

CHAPEAU !!!!!

lampo
Scritto il 20 Maggio 2012 at 22:16

Post estremamente interessante, tra le cui righe si legge chiaramente la passione, tenacia e voglia di condivisione e soprattutto la volontà nel far ragionare la mente al di fuori dei soliti schemi stereotipati inflitti dal mondo finanziario attuale. 😀 😀

Come ben sai assieme al tuo granello ci sono anche le pietre che stanno buttando negli ingranaggi gli stessi sostenitori del sistema finanziario attuale, soprattutto nei paesi industrializzati ed in particolar modo nei derivati.
In pratica per dirla in modo diretto e semplice… siamo passati da una fase di mantenimento assoluto della fiducia negli investitori, per mantenere liquidi gli investimenti (oltre a mantenerne il valore più o meno fittizio, a seconda della percezione che l’acquirente ha dell’ “opera finanziaria” [azione, obbligazione, ecc] allo stesso modo di un quadro artistico!) alla fiducia del ricevere il pagamento del debito.
I debiti e crediti si sono così interconnessi… che se qualcuno di grosso incominciasse a non pagare sul serio… diventa difficile quantificare le implicazioni, a causa della miriade di collegamenti tra crediti e debiti nei vari settori industriali, finanziari regolamentati e non (OTC).
Il caso più eclatante ed attuale è quello greco, sia per quanto avvenuto con i CDS e sul riconoscimento del caso di trigger da parte dell’ISDA, sia attualmente con la “quasi preghiera” da parte dell’Unione europea e del G8 affinché rimanga all’interno della moneta unica ma soprattutto ONORI I SUOI DEBITI.
Visto che questa definizione di fiducia è molto importante da mantenere… ecco che si ricorre a tutti gli escamotage possibili per mantenerla viva: produzione di denaro mediante vari sistemi (riserva frazionaria, QE, LTRO, non portando a bilancio il valore reale dei titoli “tossici”, ecc.), socializzazione delle perdite, aumento di valore complessivo mondiale dei derivati… altrimenti non sarebbero più appetibili (bisogna pur alimentare l’avidità), ecc.

Non c’è dubbio che siamo vicino al botto finale: potrebbe essere questione di mesi, anni… oppure di decenni. Dipende dalla cultura finanziaria delle masse… e da quando riescono ad usare in maniera consapevole e al di fuori degli stereotipi mediatici, la loro capacità di discernimento.

Non c’è dubbio che in questi anni DT, gremlin e tutto il Dream Team (ma anche altri blog e qualche giornalista) siano riusciti nel loro intento di fornirci gli strumenti conoscitivi adeguati aumentare la nostra cultura finanziaria e tale capacità di discernimento. GRAZIE!

kry
Scritto il 20 Maggio 2012 at 23:00

Grazie Lukeof,qualche piccola delucidazione. Facebook e azioni simili non fanno altro che ” SOTTRARRE E CONVOGLIARE DENARO REALE CHE POTREBBE SERVIRE PER L’ECONOMIA REALE NELLA FINANZA VIRTUALE”. Poi sull’ipotesi del sistema aureo l’ipotesi dell’Italia, il problema è chi per l’Italia deve prendere la decisione la politica (collusa con le banche) oppure la banca d’Italia che non dimentichiamolo è detenuta con percentuali diverse proprio dalle stesse banche D’italia. Quindi la decisione dovrebbe essere presa dalla Banca D’Italia ma prima la politica dovrebbe nazionalizzare le stesse banche e qui ci troveremo il problema di chi poi dovrà guidarle( che comunque lavorerebbero certo meglio e costerebbero meno). Per esempio MPS potrebbe essere già nazionalizzato perchè non paga interessi pari a 200 milioni di euro su 2 miliardi di tremontibond e il suo valore di borsa è già forse inferiore a quel valore. Per “CRICCARE ” il sistema potrebbe essercene una più semplice e meno costoso a livello collettivo. Le banche centrali non possono coniare più di tanto la ” MONETA METALLICA” e questo è l’anello debole del sistema bancario globale. Tremonti aveva chiesto all’allora governatore BCE Douisberg di fare le banconote da 1 e 2 € perchè noi non eravamo abituati a monete di 4000 lire,il governatore rispose a tremonti se era al corrente che così avrebbe favorito il signoraggio bancario. Dopo alcuni mesi Doisberg morì, come parte del governo polacco Saddam Ussein e Gheddafi (questi ultimi più legati al dollaro). Comunque tornando alla moneta se ognuno di noi cominciasse a trattenere la moneta metallica il sistema di pagamento contante sarebbe influenzato e obbligherebbe le banche centrali a coniare moneta metallica il quale valore sarebbe comunque un ATTIVO per lo stato che lo emette e NON UN PASSIVO CHE ANDREBBE AD AUMENTARE IL DEBITO PUBBLICO. Voglio ricordare che l’unica BANCA CENTRALE PRIVATA E INDIPENDENTE e quella del NORTH DAKOTA. Comunque trovo affascinante l’ipotesi dell’oro e al riguardo un paio di giorni fa gremlin aveva fatto un post dove mi sono permesso di far presente degli articoli sulla materia e dove un fondo pensione giapponese è intenzionato a investire in oro fisico. L’eventuale corsa all’oro genererebbe la corsa agli altri metalli e sicuramente anche all’inflazione e entrambe diminuirebbero il numero del debito pubblico che paga interessi per la maggior parte a tasso fisso. Chi ci perderebbe la maggior parte dei risparmiatori straricchi che sono la minoranza e detengono la maggioranza dei soldi e personalmente credo che a differenza degli anni 70 i risparmiatori non ne soffrirebbero tanto perchè la maggior parte è indebitato. IL tutto non per polemizzare come potrebbe sembrare, anzi per poterci meglio confrontare e magari replicare con ulteriori idee. CIAO E di nuovo grazie.

ottofranz
Scritto il 21 Maggio 2012 at 15:38

Clap Clap Clap, mi sa che andrà veramente così.

Volenti o nolenti ,anche perchè una mela è una mela, ed un albero di cento mele lo puoi moltiplicare quanto vuoi, ma solo cento saranno le mele che si potran mangiare

Ed alla fine sarà lo stomaco il registratore di cassa .

Grazie per il tempo dedicato e grazie al Padrone di casa per fornire questi spazi

Scritto il 21 Maggio 2012 at 15:55

Prego dal padrone di casa ma soprattutto grazie a voi tutti!

lukeof
Scritto il 22 Maggio 2012 at 10:29

Volevo ringraziare tutti e sopratutto DT che mi ha dato la possibilità di esprimere le mie idee.
Il progetto va avanti, sto apportando delle leggere modifiche al testo per renderlo ulteriormente comprensibile e chiaro, il 2 Giugno incontrero’ Beppe Grillo al quale sottoporro’ il testo. Vi terro’ informati su cosa succede. Grazie a tutti, davvero 😳 🙂

lukeof
Scritto il 24 Maggio 2012 at 12:00

Ho apportato ulteriori modifiche per aumentare la comprensione dei meccanismi specificati, nonchè per la definizione di “obbligazioni”

Saluti

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