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LA NUOVA CORSA ALL’ORO
La geopolitica dell’oro sta vivendo un momento degno delle migliori serie Netflix. Mentre tutti guardavano ai BRICS come ai grandi protagonisti del mercato aureo, l’Europa dell’Est ha silenziosamente orchestrato una delle più significative accumulazioni di riserve auree della storia recente.
La Polonia, con un incremento di 90 tonnellate nel 2024, ha surclassato persino il dragone cinese, che si è “accontentato” di 44 tonnellate, un dato che fa quasi sorridere considerando le dimensioni dell’economia del Celeste Impero.
Il panorama degli acquisti di oro da parte delle banche centrali sta subendo una metamorfosi geografica che nemmeno il più ottimista degli analisti avrebbe potuto prevedere. La domanda del settore ufficiale ha mantenuto un ritmo vertiginoso, superando le 1.000 tonnellate per il terzo anno consecutivo, attestandosi a 1.044,6 tonnellate. Un dato che fa impallidire anche i più convinti sostenitori delle criptovalute.
Ma la vera sorpresa arriva dall’Europa orientale, dove una vera e propria “gold rush” ha contagiato le banche centrali. Repubblica Ceca e Ungheria guidano questo trend con acquisti rispettivamente di 20 e 16 tonnellate, seguite dalla Serbia con 8 tonnellate. Persino le ex repubbliche sovietiche si sono unite alla festa: Georgia e Kyrgyzstan hanno accumulato rispettivamente 7,1 e 6 tonnellate di lingotti.
La Russia, un tempo regina incontrastata degli acquisti d’oro, sembra aver perso il suo smalto. Con soli 3 tonnellate di acquisti netti nel 2024 – “probabilmente destinati al conio di monete”, come sottolinea il World Gold Council (CLICK HERE) con un velo di ironia – Mosca appare più concentrata a difendere il rublo che a incrementare le proprie riserve auree. Un cambio di rotta significativo per un paese che nell’ultimo decennio aveva guidato la carica della dedollarizzazione, raddoppiando le proprie riserve auree fino a 2.336 tonnellate.
Particolarmente interessante è il caso dell’India, che non solo ha mantenuto un ritmo costante di acquisti (73 tonnellate nel 2024), ma ha anche iniziato a rimpatriare le proprie riserve custodite all’estero. Un chiaro segnale che la fiducia nel sistema finanziario internazionale potrebbe non essere ai massimi storici.
Il vero colpo di scena arriva però dai cittadini russi, che hanno compensato il rallentamento della loro banca centrale acquistando 75,6 tonnellate di oro nel 2024 – un aumento del 60% rispetto al periodo pre-guerra in Ucraina. Evidentemente, quando si tratta di proteggere i propri risparmi, la saggezza popolare batte sempre le strategie governative.
Questa riconfigurazione del mercato aureo globale solleva interrogativi profondi sulla natura mutevole del sistema finanziario internazionale. Mentre le tensioni geopolitiche continuano a plasmare le strategie di diversificazione delle riserve nazionali, l’oro conferma il suo ruolo millenario di rifugio sicuro, adattandosi con sorprendente agilità alle nuove dinamiche mondiali.
La domanda che sorge spontanea è: chi sarà il prossimo protagonista inaspettato in questa moderna corsa all’oro? Una cosa è certa: in un mondo dove le certezze finanziarie sembrano sempre più rare, il metallo giallo continua a brillare di luce propria.
Ma ATTENZIONE. Non si tratta solo di bene rifugio ma come asset alternativo ad un mondo fatto di carta, di debiti sempre crescenti e di una fiducia che viene mantenuta elevata dal sistema. Beni tangibili che tornano di moda. A scapito anche del Bitcoin il cui fair value resta una vera chimera.
STAY TUNED!