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Vendite al dettaglio negli USA, la patria del consumatore
Faccio solo un rapidissimo sunto di quanto il Census ha appena pubblicato in merito all’andamento delle vendite al dettaglio a dicembre.
Vi annuncio subito con mio sommo sconforto che dovrò ricorrere ai dati destagionalizzati, in quanto quelli non destagionalizzati, a dicembre, sono sempre e comunque “fuori scala” a causa della stagione delle festività e dei regali made in China. In realtà questo dicembre la Cina ha avuto poco da festeggiare in quando a export in America.
Il Census oggi annuncia che la stima delle vendite al dettaglio aggiustate a seconda delle variazioni stagionali e tenendo in considerazione le festività e i giorni lavorativi, ma non le variazioni di prezzo, si sono attestate a 380.9 miliardi di dollari nel mese di dicembre 2010, mettendo a segno un incremento dello 0.6% rispetto al mese prima e del 7.9% rispetto al dicembre del 2009. Le vendite complessive sono salite nel 2010 del 6.6%.
Tutto eccezionale, poi continuando a leggere uno vede questo grafico a barrone:
E si domanda: “Cosa ci fa sta barra negativa proprio nella mercanzia generale, quella che rende irraggiungibile il consumatore americano?” . E allora gli tocca leggere la tabella seguente, e sottoporre il proprio cefalo ( il cervello, non il pesce né l’amante di Eos, dea dell’aurora ) allo sforzo incongruo di tentare di interpretare quegli strani simboli che in matematica chiamano numeri. Fortunatamente, la maggior parte dei geroglifici in tabella appartengono ai reali, e la virgola indica le migliaia. Talvolta capita anche di imbattersi in punti. In tal caso trattasi di numeri appartenenti ai Reali ( l’insieme dei Reali, non i nobili dotati di corona ).
Vabbè, per farla breve, questa è la di cui sopra tabella.
Questo nostro ipotetico “uno” comincia dalla prima riga e vede che complessivamente le cose vanno benino, non esaltanti, ma benino. Tenete presente che è dicembre, il mese delle spese per eccellenza.
Poi passa a “motor vehicle & part dealers” e qui si gasa: 700 milioni di dollari in più in spese per autoveicoli tra novembre e dicembre! Ottimo. A beh, già le nevicate… vuoi vedere che 35 milioni di americani hanno dovuto comprare le catene per la neve, 10 dollari l’una??? Maledetta neve gli viene da esclamare… . Ma 10 dollari saranno sufficienti per comprare le catene? Speriamo di si, altrimenti i conti non tornano più!
Riga sotto: mobili e forniture d’arredo. Benino, d’altronde qui la gente la casa mica la compra nuova o se la fa costruire, meglio arredarla con plasticacce nuove di zecca.
Terza categoria: l’elettronica. Mamma mia, è dicembre, ipod ipad televisori 3d, computer, teletrasporti ( quelli solo per i manager del GS ), questo settore sarà un successo. -54 milioni.
Quarta riga: materiali da costruzione, giardinaggio, cantieristica. La neve qui di scherzi non ne ha mica fatti, anzi, sembrerebbe che i ghiacci perenni che hanno bloccato parzialmente l’economia a dicembre qui si siano sentiti davvero poco. + 490 milioni.
Bevande e cibo. C’è poco da aspettarsi da questo settore, considerando che un americano su 7 mangia grazie ai 137 dollari al mese di food stamp, e difatti registra un -280 milioni rispetto al mese scorso.
Non conoscono invece sosta le spese per la salute e il “personal care”. Pillole, make up e siringhe spingono le spese in questo tipo di bene ad un +360 milioni su novembre.
Anche i benzinai sono felicissimi a quanto pare, visto che a dicembre, nonostante le onnipresenti nevicate, incassano quasi 600 milioni in più! Ma tutto fa PIL.
Una quarantina di milioni li perdono invece i venditori di abbigliamento, ma si sa, se uno deve spendere tutto quello che ha per pagarsi la benzina per andare al negozio, una volta giunto nel tempio del consumo, cosa compra?
Sport, hobby, libri, pensierini per Natale, sci da fondo slitte e pattini da ghiaccio: + 30 milioni.
Merce in generale, la componente numericamente più importante di tutta la tabella: -362 milioni. Maccome, la ripresa? Le vendite… mi avevano detto che la stagione era andata bene. A già nel frattempo anche l’indice dell’università del Michigan, quello sulla fiducia del consumatore ( esclusi i famosi 43.2 milioni di sussidiati col food stamp ), non ha descritto esattamente buone notizie. Infatti è sceso a 72.7 da 74.5, mentre se lo aspettavano a 75.4. Bausce di analisti!
Pure i negozi retail di vario genere, sexy shop, spacciatori, commercianti in organi, pure a quelli le cose non sono andate benissimo, registrando un misero -130 milioni.
Finalmente lo shopping elettronico, che cannibalizza la bellezza di 800 milioni circa di spese. Evviva. Prima i robot, poi i cinesi adesso i negozi elettronici: fra qualche decennio riusciremo tutti consumare senza neanche lavorare!
Infine 90 milioni in più rispetto a novembre, per l’industria alberghiera. Probabilmente cene di natale (1 dollaro ogni 3.5 americano ) e veglioni di capodanno.
Numeri da sogno!
Mattacchiuz
ottofranz: questi numeri dicono molto di più di tante altre parole. Come mai solo il mio di commento?
perchè nel circo mediatico questo “articolo” arriva dopo l’altro.
questi numeri dicono molto di più di tante altre parole. Come mai solo il mio di commento?