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Che dati!

Scritto il alle 14:25 da mattacchiuz

Salato e un po’ infreddolito dall’acqua marina, ieri ho acceso il mio palmare verso le 16:40. Dopo aver dato un rapido sguardo al grafico del derivato e-mini S&P 500, mi sono concentrato qualche minuto sui dati da poco usciti. Non finirò mai di stupirmi né delle capacità auto taumaturgiche del mercato né del vedere applicato per l’ennesima volta il nauseante ritornello “meglio delle attese” – “rivisto a ribasso”. Dopo l’incredibile, la chiamo anch’io così, revisione, visto che non ci sono le prove per definirla manipolazione consapevole e intenzionale,  al PIL americano, rivisto al ribasso di quasi un 1% rispetto al 2007, anche ieri sul schermo del mio monitor scorrevano agenzie del tipo “… rivisto a ribasso dal -0.6% a – 1.2%…”. Beh, in fondo questa è esattamente la ripresa statistica di cui ho sempre parlato. Previsioni e rilevazioni, visto che non ci sono le prove per definirle manipolazioni consapevoli e intenzionali, ottenute mediante meccanismi che mi sembrano inadatti a captare la realtà durante lo sviluppo di una crisi che non ha eguali e tantomeno termini di paragone a memoria di uomo. Forse è solo una sorta di peccato di hýbris, visto che non ci sono le prove per poter definire quanto successo come manipolazione consapevole e intenzionale. Forse è davvero solo questo: la tracotanza e l’arroganza di un’intera classe di ricercatori ed analisti che hanno supposto di poter imbrigliare la realtà entrò dei tracciati, dei trend diremo noi trader, per cui vale la pseudo logica ben sintetizzabile con “se è sempre andata così, andrà così anche questa volta”. Mi domando solo per quale ragione dobbiamo continuare a pagare e sostenere istituti di ricerca nazionali e internazionali, se la risposta a tutti i problemi sta nell’andrà come è sempre andata. Il loro lavoro dovrebbe essere esattamente il contrario: capire i cambiamenti, prevedere nel limite del possibile le conseguenze e mettere tutti noi nelle condizioni di fare le scelte giuste. E invece ci troviamo in televisione uomini barbuti che ci raccontano che “l’economia non è mai andata meglio, che è solida”, il giorno prima del più imponente tracollo della storia moderna.  Oppure altra gente, giù al Congressional Badget Office ( CBO ), che prevedono una crescita del PIL del 54% nei prossimi 10 anni e una disoccupazione al 5% nei prossimi 4. Spero solo che abbiano ragione, che anche questa volta tutto vada come sempre è andato. Di sicuro, solo i blogger avevano in un modo scomposto e poco elegante previsto quei 3700 miliardi di dollari di incremento di debito pubblico che ha accompagnato i vari salvataggi e stimoli dal 2008 al 2010. Ma passo oltre, che mi sta venendo voglia di parlar male delle università, sacri templi del sapere dove una volta si combatteva con la ragione la lotta contro l’arretratezza dei governi e delle superstizioni, trasformati oggi in officine di piccoli ingranaggi di un complesso meccanismo autoreferenziale, dove ogni rotellina deve perfettamente svolgere il proprio compito senza chiedersi chi sia stato a progettarlo e per quale ragione.

Operazione “spargere ottimismo

 Ieri, il Pending Home Sales di Realtor, ovvero l’indice che misura i contratti in via di definizione per l’acquisto di una casa, ha mostrato un calo contenuto al -2.6%, evidenziando un rallentamento nella velocità di decrescita. La ripresa del settore immobiliare è alle porte ( ottimismo ).

Il Pending Home Sales index rappresenta un anticipatore di circa due mesi, dell’Existing Home Sales Index, ovvero l’indice che misura in numero di abitazioni esistenti vendute, il cui dato per il mese di giugno è stato rilasciato il 22 luglio. Risulta importante capire come quest’ultimo indice contempli i contratti che vengono chiusi. È ormai notevole la discrepanza tra i due indici. Calculated Risk propone in merito alcune interpretazioni molto precise. Per prima cosa, si deve considerare che moltissime compravendite interessano abitazioni pignorate o in via di pignoramento, pertanto è normalmente richiesto un periodo più lungo per la definizione e la chiusura del contratto. Secondariamente, visto il riemergere della pressione ribassista sui prezzi, dovuta all’esaurimento degli incentivi, molte di quelle persone che avevano espresso interesse nell’acquisto dell’immobile stanno probabilmente contrattando ulteriormente sul prezzo inizialmente stabilito, aspettando il più possibile per chiudere il contratto. Non solo, molti potenziali compratori hanno espresso, durante i mesi di marzo ed aprile, l’intenzione di acquistare più case, con l’obbiettivo di anticipare la scadenza degli incentivi senza tuttavia volerle acquistare tutte. L’idea è semplice: mi piacciono tre case simili, allora attivo le procedure per l’acquisto di tutte e tre in maniera da accedere agli incentivi. Poi, comprerò una sola casa e solo da chi accetterà il prezzo più basso che sono disposto a pagare. Queste considerazioni in parte spiegano la discrepanza ( non parliamo di manipolazione, non ci sono le prove ) e spiegano la ragione per cui risulta assolutamente impossibile prevedere le vendite che verranno registrate nel mese di luglio, pur se tutto fa pensare ad un vero e proprio crollo. Ma lo sapremo il 24 agosto.

A corroborare questa tesi c’è anche la serie del dato uscito alle 13:00. L’MBA Purchase Index, ovvero l’indice redatto dalla Mortgage Bankers Association, che monitora il volume di mutui attivati per l’acquisto di immobili. Dopo la strepitosa crescita della settimana del 23 luglio 2010, che ha fatto registrare un “nientepocodimenoche” +2%, ampiamente sottolineato pure dall’associazione dei banchieri che lo ha esaltato come il più alto incremento da giugno del 2010, ovvero in 3 determinanti settimane, oggi il dato esce ancora più sconvolgente: +1.5%. Scusate l’ironia, tutto grasso che cola per l’operazione “spargere ottimismo”. In particolare, notiamo che, ancora una volta, a tenere vivo il mercato dei mutui residenziali ci pensa il governo, grazie alle garanzie di cui accredita le persone che chiedono il prestito alle banche. L’MBA Government Purchase Applications, ovvero il sottoindice che traduce in numero il volume dei mutui garantiti dal governo, è infatti cresciuto del 3.4%. Differente invece la storia raccontata dall’altro sottoindice, quello “del mercato libero”. L’MBA Conventional Purchase Applications è infatti è rimasto sostanzialmente invariato, con un +0.23%. Si attesta ora a 171, poco sopra i minimi storici di 163.9 di inizio luglio, paragonabile solo a quanto registrato negli anni immediatamente successivi alla comparsa, sulla Terra, della scrittura, nel 3500 a.C., in Mesopotamia. Da allora, l’umanità, non ha fatto altro che migliorare e prosperare. Quindi, otttttimismo!

Come accennavo prima, anche il confronto tra l’MBA Purchase Applications e le vendite di case esistenti mostra chiare discrepanze. Le ipotesi quindi sono tre:

–        le persone o le società acquistano case in contanti;

–        la maggior parte dei contratti in via di definizione nei mesi scorsi sono stati chiusi a luglio, e quindi vedremo un crollo nelle vendite

–        la destagionalizzazione e l’annualizzazione del dato sulle vendite produce distorsioni, che non possiamo chiamare manipolazione visto che non ci sono prove, le quali, tuttavia, dovrebbero già da luglio rientrare quasi completamente, se non del tutto.

Chiudiamo con il mercato immobiliare e buttiamo un occhio al report dell’ADP. Innanzitutto, l’ADP, ovvero Automatic Data Processing Inc., è una società americana leader nel settore dei servizi legati alle buste paga. Attualmente l’ADP gestisce una cosa come 430000 aziende per un totale di 23 milioni di impiegati, in ogni settore dell’economia e in ogni Stato della repubblica federale. Essa quindi gode di un punto di osservazione privilegiato sul mercato del lavoro a stelle e strisce. Mensilmente, l’ADP anticipa il Bureau of Labour Statistics di un paio di giorni nella pubblicazione dei dati relativi all’occupazione e alla disoccupazione. Tale stima, tuttavia, non considera le distorsioni statistiche dovute al Census decennale, che ha avuto il picco di assunzioni nel maggio del 2010 e che ora è in fase di licenziamento dei lavoratori temporanei assunti fino a maggio. Questo potrebbe enfatizzare ulteriormente le discrepanze registrate rispetto al dato del BLS, che ricordo, riesce a mantenere la percentuale di disoccupazione controllata solo grazie alla continua sottrazione di persone dalla forza lavoro. Comunque, l’ADP oggi riporta la creazione di 42000 nuovi posti di lavoro nel settore privato. In particolare, il report dell’ADP, evidenzia la creazione di 63000 posti di lavoro nel settore dei servizi ( faccio cose, vedo gente… ), mentre vede una contrazione di 21000 e di 6000 impiegati nella produzione di beni e nella manifattura rispettivamente. Nel settore delle costruzioni, che da settembre ha perso 2.24 milioni di impiegati, si è registrato il minor calo di impiegati dal settembre del 2007, pari a 17000 posti di lavoro persi. Sempre l’ADP evidenzia che manca qualsiasi evidenza di un’accelerazione nel numero di assunzioni.

Con questo vi saluto, a me ne vado in spiaggia!

Mattacchiuz

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