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WALL STREET: nulla da fare! E’ ancora presto per una vera inversione
La situazione diventa sorprendente. Il mercato ha tutte le carte in regola per cambiare pelle ed invece… Nulla di fatto! Non cambia il quadro del COT Report sull’indice SP 500. Gli small traders addirittura aumentano il loro Net Short e quindi, non si escludono mini correzioni ma nulla di più. [Guest post]
Cari amici, nella settimana appena trascorsa, abbiamo assistito ad un andamento apparentemente interlocutorio su tutti i mercati finanziari internazionali. Si registra, di fatto, una pausa di riflessione, del tutto giustificata dopo un lungo periodo di andamenti unidirezionali. Cose molto strane avvengono invece sulla borsa italiana, dove molti titoli subiscono ingenti ed improvvisi storni. Probabilmente dopo qualche mese viene a galla l’effetto discorsivo creato, in quest’ultimo anno, dai PIR. I benefici fiscali hanno infatti veicolato molti investimenti sui titoli a media e piccola capitalizzazione, molti dei quali hanno avuto un andamento esplosivo, che oggi probabilmente sono costretti a scontare.
Per quanto concerne, invece, lo scenario intermarket, non notiamo, come detto, significative variazioni. Il dollaro index ritorna ad indebolirsi, storna infatti dello 0,58 %, e si ferma a quota 94,40. Le quotazioni delle commodities, invece, continuano a crescere, ma solo in termini nominali. In particolare il crude oil si mantiene tonico e raggiunge quota 56,90. A mio avviso, i recenti rialzi dell’oro nero sono dovuti alle crescenti tensioni geopolitiche tra Iran ed Arabia Saudita, che in queste ore vedono il Libano come epicentro dello scontro. Il premier Hariri risulta infatti dimissionario e forse addirittura “ sequestrato “ in territorio Saudita. Lo scontro tra sciiti e sunniti potrebbe pertanto nuovamente infiammare il Medio Oriente, con inevitabili pressioni speculative sui prezzi del greggio. I rialzi del prezzo del petrolio influiscono probabilmente anche sui mercati obbligazionari. I rendimenti dei bond decennali Usa, risalgono infatti di 6 bps, e tornano a quota 2,40 %. I rendimenti dei bond a 2 anni, salgono anch’essi di 4 bps e raggiungono quota 1,67 %. L’inclinazione della yield curve Usa risulta pertanto pari a 73 bps, e ciò, per ora, rassicura, sulla tenuta della crescita economica americana. I mercati azionari, invece, dopo una prolungata ascesa, si concedono una pausa di riflessione. In particolare il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, storna leggermente, dello 0,21 %, e si fissa a quota 2582,30 punti.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati solo ieri sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 38.793
Large Traders : + 48.140
Small Traders : – 9.347
Contrariamente alle nostre attese, resiste, ed anzi si rafforza, la favorevole configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, in auge ormai da quasi due anni. In quest’ultima ottava registriamo, infatti, variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 13.837 contratti. In particolare, i Large Traders si prendono una pausa, cedono infatti 8.338 contratti long, e riducono di un pari ammontare la loro ancora ingente posizione Net Long. Gli Small Traders, che sembravano sul punto di invertire la loro posizione, ci ripensano, cedono anch’essi 5.449 contratti long e consolidano nuovamente la loro ormai cronica posizione Net Short. I Commercial Traders, sono quindi costretti ad acquistare l’intero lotto dei 13.837 contratti long, ed a ridurre di conseguenza l’entità della loro abituale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava ci dicono che la favorevole configurazione che asseconda da quasi due anni lo straordinario bull market dell’equity Usa, non è ancora giunta al suo epilogo, anzi è ancora ben viva e vegeta. Di conseguenza è lecito attendersi una ulteriore prosecuzione dell’attuale up-trend. Non viene meno, infatti, lo scetticismo degli investitori retail, e ciò costituisce una vera e propria garanzia per la continuazione dell’ascesa delle quotazioni azionarie.
D’altronde anche sullo scenario intermarket non emergono particolari segnali di pericolo, anzi sembrano lentamente allontanarsi i pericoli di nuovi rigurgiti deflazionistici. Manteniamo, pertanto, la nostra view positiva sui mercati azionari sia Usa che mondiali.
Futuro che si prospetta, quindi, ancora positivo per i corsi azionari, che, come sempre, cercherò di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito
http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva pari al + 13,10 %. Performance, tuttavia, inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 18,10 %. Una sotto-performance del 5 %, probabilmente dovuta all’effetto discorsivo creato dai PIR, che non fa comunque venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che nei precedenti 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi sopra esposta, questa settimana, riduco solo leggermente dall’85 all’80 % le mie posizioni long ed innalzo dal 15 al 20 % le mie posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long pari al 60 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas