NUOVI DAZI: Trump alza il tiro e spinge la FED ad un secondo taglio

Scritto il alle 08:13 da Danilo DT

Ormai è noto a tutti che i rendimenti, su scala globale hanno raggiunti livelli di minimo mai visto. Colpa di due fattori contingenti. Innanzitutto l’attivismo sfrontato e sconsiderato delle banche centrali, un “New Mood” che vede i principali istituti a livello globale tutti perfettamente allineati (BOJ, BCE, FED ecc), e poi un contesto di rallentamento globale con alto debito, un quadro quasi perfetto (si fa per dire) per quella che è la deflazione da debito, ovvero la debt deflation. Di questo e di altro parleremo in un prossimo post.
Ma non temete, se i rendimenti negativi vi hanno dato emozioni, probabilmente il futuro ve ne regalerà delle altre.
Infatti è notizia di ieri che il buon Trump, proprio in concomitanza dei colloqui USA-Cina di Shanghai, ha deciso di rincarare la dose con nuove tariffe. Evvai col protezionismo 2.0

(…) Donald Trump definisce “costruttivi” i recenti negoziati commerciali con la Cina ma annuncia su Twitter che dal primo settembre gli Usa imporranno “una piccola tariffa aggiuntiva del 10% sui rimanenti 300 miliardi di dollari di merce e prodotti provenienti dalla Cina”. I nuovi dazi al 10% sui prodotti della Cina possono salire al 25%. (…)

(…) Trump si dice non preoccupato dalla reazione dei mercati azionari ai nuovi dazi sulle Cina. Dopo una seduta trascorso in territorio ampiamente positivo, con rialzi sopra l’1%, i listini americani hanno virato al ribasso con l’annuncio di nuove tariffe. (…) [Source]

Voi direte “nulla di nuovo”. In realtà io trovo molto interessante proprio la convinzione di Trump che non è preoccupato dall’andamento dei mercati. Già…forse perché sa che ha un alleato in più, quello che si dichiarava indipendente ma che ormai è succube forse non tanto di Trump ma dei mercati stessi. E questo alleato è la FED.
Infatti secondo me questo è un segnale molto chiaro che qualcosa potrebbe succedere prossimamente proprio sponda “FED Fund Rate”.

(Reuters)  – U.S. President Donald Trump’s surprise move on Thursday to impose new tariffs on Chinese imports has thrown the Federal Reserve another curveball that may force the central bank to cut interest rates more than it had hoped was necessary to protect the U.S. economy from trade-policy risks.

“I mercati scendono per colpa di un tweet? La FED interviene con il suo intervento e poi, magari, sempre tramite un altro mio tweet, alleggerisco la cosa e faccio ripartire i mercati. “
Dite che è follia? Non credo. Non dimenticate MAI una cosa, ovvero l’obiettivo finale di Trump. Farsi rieleggere il 3 novembre 2020.

 

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

4 commenti Commenta
alplet
Scritto il 2 Agosto 2019 at 10:36

Nei 2 anni prima delle presidenziali “no recession”? Tutto è possibile.

    Scritto il 2 Agosto 2019 at 12:57

    NAAAAAAAAAAAAH, Trump secondo me arriva alle elezioni proprio mentre si entra in recessione: Poi si vedrà…

alplet
Scritto il 2 Agosto 2019 at 13:22

Danilo,
per capirsi la recessione inizia quando c’è almeno un doppio trimestre negativo di pil, vero? Cosa che si sa soltanto quando escono i dati, cioè dopo 6 mesi dall’inizio della recessione. La borsa se c’è la recessione inizia a calare almeno 6 mesi prima della stessa. Tu dici che Trump andrà al voto con la borsa in calo da 6 mesi?

paolo41
Scritto il 2 Agosto 2019 at 14:07

E in serata ci sarà l’annuncio di dazi su alcuni prodotti europei, automobili in primis che già di per conto suo non ne avevano bisogno.
Trump è scatenato e giustamente, come hai evidenziato, ha l’obiettivo di farsi rieleggere.
Se lo scenario di breve è condizionato da vari fatti estemporanei, inclusa la rielezione di Trump, quello che preoccupa maggiormente è la situazione economica-finanziaria che si è venuta a creare quando la “finanza” si è impadronita dei mercati assumendone la governance. Oggi ci troviamo con la curva della globalizzazione in fase declinante dopo aver toccato i massimi 5 o 6 anni fa, il contemporaneo boom della crescita cinese che, pur dando alcuni segni di rallentamento, ha sempre valori superiori alla media. Lo sviluppo del web, della A.I. e dell’automazione sta selezionando il mondo del lavoro e concentrando gli utili sulle aziende a carattere oligopolistici, condizionano la ripartizione degli utili e dei capitali, alimentando una sempre maggiore disparità fra le classi sociali.
Non ci sono tante risposte concrete per cambiare l’impasse in cui ci troviamo ma, a mio avviso, occorre trovare alcune soluzioni per ridurre queste distonie che potrebbero portare a scontri sociali e/o nazionali difficilmente controllabili.

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