Grande Recessione? No, è Grande Contrazione

Scritto il alle 14:55 da Danilo DT

 

Chi ha seguito questa crisi dalle origini, avrà avuto sicuramente modo di ritrovarsi davanti un articolo o ancor meglio un libro scritto da Kenneth Rogoff, , professore da Harvard e brillante economista, che ha trovato fino ad ora le giuste chiavi di lettura di questa crisi. Vi propongo questo suo ultimo scritto. Come sempre di ottima qualità e molto realistico. facciamo molta attenzione a distinguere recessione (un evento ciclico e “normale”) con contrazione (evento straordinario e raro). Purtroppo oggi possiamo dire che siamo non in recessione ma in contrazione. Come mai? La causa è proprio quella più evidente. L’esorbitante debito. Ma leggete qui e capirete. Articolo da leggere e da appendere al frigo, che vi propongo tradotto in italiano, vista l’importanza dell’argomento.  Buona lettura! 

Perché tutti continuano a far riferimento alla recente crisi finanziaria chiamandola “La Grande Recessione”? Dopotutto, questo termine è basato su una diagnosi sbagliata, e per questo pericolosa, circa i problemi che affliggono gli Stati Uniti ed altri paesi causando previsioni e policy erronee.
L’espressione “Grande Recessione” dà l’impressione che l’economia stia assumendo il profilo di una tipica recessione, anche se un po’ più severa – qualcosa come un’influenza molto brutta. Ecco perché, durante questo ribasso, gli esperti e gli analisti che hanno tentato di fare analogie con le precedenti recessioni americane post-belliche si sono sbagliati completamente. Inoltre, troppi policymaker si sono basati sulla convinzione che, alla fine dei conti, quella che osserviamo è solo una profonda recessione che può essere domata facendo generosamente affidamento sugli strumenti di policy convenzionali, come un’adeguata politica fiscale o bailout massicci.
Tuttavia il vero problema è che l’economia mondiale si è eccessivamente indebitata, e non c’è alcuna via di scampo veloce senza un piano per trasferire ricchezza dai creditori ai debitori, tramite dei default o delle repressioni finanziarie o utilizzando l’inflazione.  

Una più accurata, anche se meno rassicurante, definizione della crisi in corso è “la Seconda Grande Contrazione”. Carmen Reinhart ed io proponiamo quest’epiteto nel nostro libro Questa volta è diverso, (da leggere, ndr) uscito nel 2009, basato sulla diagnosi che vede la crisi come una tipica profonda crisi finanziaria e non una tipica profonda recessione. La prima “Grande Contrazione” naturalmente fu la Grande Depressione, come rilevato da Anna Schwarz e l’ultimo Milton Friedman. La contrazione si manifesta colpendo non solo la produzione e l’occupazione, come in una normale recessione, ma anche debito e credito, e con il deleveraging che tipicamente si completa in parecchi anni.
Perché discutere di semantica? Bè, immaginate di avere una polmonite e di pensare che sia solo una brutta influenza. Potreste facilmente prendere la medicina sbagliata e pensereste certamente di tornare alla vostra vita normale molto più velocemente di quanto sia realmente possibile.

In una recessione convenzionale, una ripresa della crescita implica un ritorno alla normalità ragionevolmente veloce. Non solo l’economia riguadagna il terreno perduto ma, entro un anno, si riallinea con il trend di sviluppo di lungo periodo.
Il seguito di una tipica profonda crisi finanziaria è qualcosa di completamente diverso. Come Reinhart ed io dimostriamo, un’economia ha bisogno di più di quattro anni per raggiungere gli stessi livelli di reddito pro capite che aveva nel momento migliore prima della crisi. Fino adesso, in un’ampia gamma di variabili macroeconomiche, che includono output, occupazione, debito, prezzi delle case, e persino equity, i nostri riferimenti quantitativi basati sulle precedenti crisi finanziarie post-belliche hanno dimostrato di essere molto più accurati della logica convenzionale in caso di recessioni.

Molti commentatori hanno sostenuto che lo stimolo fiscale ha per lo più fallito non perché è stato mal diretto, ma perché non è stato grande abbastanza per contrastare una “Grande Recessione”. Ma, in una “Grande Contrazione”, il problema numero uno è l’indebitamento esagerato. Se i governi che hanno un alto rating vogliono spendere le proprie risorse in maniera efficace, la cosa migliore da fare è di concentrarsi su cancellazioni o riduzioni del debito.

Per esempio, i governi potrebbero facilitare la stipulazione di ipoteche in cambio di una parte in qualsiasi apprezzamento del prezzo delle case che potrebbe avvenire in futuro. Una stessa cosa potrebbe essere fatta a livello dei Paesi. Per esempio, i votanti dei paesi ricchi in Europa potrebbero forse essere convinti a prender parte ad un piano di salvataggio della Grecia molto più ampio (uno che sia effettivamente abbastanza importante da funzionare), in cambio di pagamenti più elevati in dieci, quindici anni se la crescita greca risultasse essere migliore del previsto.


Esiste un’alternativa ad anni di giri in tondo ed indecisioni?

Nel mio articolo di Dicembre 2008, sostengo che l’unico modo pratico di accorciare l’imminente periodo di doloroso deleveraging e crescita ridotta sarebbe una vampata sostenuta di inflazione moderata, diciamo 4-6% per diversi anni. Naturalmente, l’inflazione è un trasferimento ingiusto e arbitrario di reddito da risparmiatori a debitori. Ma alla fine dei conti, un trasferimento di questo tipo è il modo più diretto per velocizzare la ripresa. Alla fine, in un modo o nell’altro ci sarà comunque, come l’Europa sta imparando dolorosamente. 

Alcuni osservatori guardano a qualsiasi suggerimento di inflazione anche poco elevata come ad un’eresia. Ma le Grandi Contrazioni, al contrario delle recessioni, sono eventi molto rari, che accadono ogni 70 o 80 anni. Ci sono momenti in cui le banche centrali devono spendere parte della credibilità accumulata durante gli anni normali.
La fretta di saltare sul carro della “Grande Recessione” è dovuta al fatto che molti analisti e policymaker semplicemente avevano una struttura erronea in mente. Sfortunatamente, adesso è anche troppo chiaro quanto si stessero sbagliando. 

Ammettere che abbiamo usato una struttura interpretativa fallace è il primo passo verso una soluzione. La storia suggerisce che le recessioni vengono sempre rinominate quando il fumo svanisce. Forse in questo caso il fumo svanirà più velocemente se abbandoniamo l’etichetta “Grande Recessione” immediatamente e la sostituiamo con qualcosa di più congruo, come “Grande Contrazione”. È troppo tardi per cancellare le previsioni sbagliate e le policy inopportune che hanno segnato il seguito della crisi finanziaria, ma non è troppo tardi per agire in maniera migliore. 

Kenneth Rogoff è Professore di Economia e Politiche Pubbliche all’Università di Harvard, è stato capo economist del FMI.(Source: ProjectSyndacate)

  

 

STAY TUNED! 

DT 

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18 commenti Commenta
clagiame
Scritto il 12 Agosto 2011 at 15:38

Che professorone. E questa sarebbe la soluzione? “la cosa migliore da fare è di concentrarsi su cancellazioni o riduzioni del debito”. Lo va a dire lui alle banche? Comunque ubi maior minor cessat.

lacan2
Scritto il 12 Agosto 2011 at 15:51

”l’economia mondiale si è eccessivamente indebitata, e non c’è alcuna via di scampo veloce senza un piano per trasferire ricchezza dai creditori ai debitori, tramite dei default o delle repressioni finanziarie o utilizzando l’inflazione. ”
L’europa (la Bce e la Germania in verità) vorrebbe uscire dalla crisi con un piano di rientro dei paesi debitori (sacrifici, prelievo dai patrimoni privati, privatizzazione); gli stati uniti invece vorrebbero rientrare attraverso la svalutazione del proprio debito tutto in dollari (inflazione? siamo sicuri che la Fed non la voglia?) , ma la Cina non ci sta ed è preoccupata. L’italia è divisa tra chi vuole eseguire alla lettera il piano Bce e qui vorrebbe (ma non lo dice) un ritorno alla lira o addirittura ad un default… ognuno ha una propria strategia ma non tiene conto degli interessi degli altri (i creditori)… che ne pensi dream? Di questo passo la crisi sarà lunga se i creditori (anche giustamente per certi versi) non accettano un taglio del proprio credito…
Intanto la spesa per consumi sembra sia meglio delle attese…(mah) che ci sia l’ennesimo tarocco dei dati come ci fu nel 2009???? (sopratutto in un momento come questo dove la borsa è molto sensibile a questo tipo di dati…)

clagiame
Scritto il 12 Agosto 2011 at 15:57

lacan2@finanza: ”l’economia mondiale si è eccessivamente indebitata, e non c’è alcuna via di scampo veloce senza un piano per trasferire ricchezza dai creditori ai debitori, tramite dei default o delle repressioni finanziarie o utilizzando l’inflazione. ”L’europa (la Bce e la Germania in verità) vorrebbe uscire dalla crisi con un piano di rientro dei paesi debitori (sacrifici, prelievo dai patrimoni privati, privatizzazione); gli stati uniti invece vorrebbero rientrare attraverso la svalutazione del proprio debito tutto in dollari (inflazione? siamo sicuri che la Fed non la voglia?) , ma la Cina non ci sta ed è preoccupata. L’italia è divisa tra chi vuole eseguire alla lettera il piano Bce e qui vorrebbe (ma non lo dice) un ritorno alla lira o addirittura ad un default… ognuno ha una propria strategia ma non tiene conto degli interessi degli altri (i creditori)… che ne pensi dream? Di questo passo la crisi sarà lunga se i creditori (anche giustamente per certi versi) non accettano un taglio del proprio credito…Intanto la spesa per consumi sembra sia meglio delle attese…(mah) che ci sia l’ennesimo tarocco dei dati come ci fu nel 2009???? (sopratutto in un momento come questo dove la borsa è molto sensibile a questo tipo di dati…)  

Pienamente d’accordo. I creditori a fronte di un eventuale default o ristrutturazioni del debito dovrebbero pretendere almeno una congrua contropartita. Esempio: ho 100.000 euro di BTP, lo Stato Italiano è insolvente, allora lo Stato Italiano come contropartita deve cedermi un diritto dello stesso valore, chessò esenzione dalle tasse per un importo equivalente, un abitazione pubblica di valore equivalente, esenzione della spese mediche per il resto della mia vita ecc…

Scritto il 12 Agosto 2011 at 16:08

Intanto l’indice del Michigan ha preso un bello schiaffone…

A ragà! Dopo le sbronze rialziste, torniamo ad essere coerenti con la realtà! :mrgreen:

lacan2
Scritto il 12 Agosto 2011 at 16:22

Dream Theater: Intanto l’indice del Michigan ha preso un bello schiaffone…A ragà! Dopo le sbronze rialziste, torniamo ad essere coerenti con la realtà!   

ehh siii!!! faccio un appello: dopo l’abolizione delle province e dei parlamentari italiani, chiediamo l’abolizione degli indici della fiducia, delle intenzioni, dei sentimenti, percezione ecc…
Quando studiai statistica per la ricerca sociale e come venivano condotte queste indagini (che sono molto soggettive) pensai che si trattava di vere e proprie minchiate… sopratutto perchè hanno un grado di manipolazione ambientale troppo rilevante per essere oggettive… aspettiamo fiduciosi il prossimo indice 😯

rulloclash
Scritto il 12 Agosto 2011 at 16:25

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Financial markets are overreacting to concerns that French banks might suffer from exposure to their nation’s sovereign debt, Institute of International Finance managing director Charles Dallara said yesterday. Photographer: Doug Kanter/Bloomberg
The six largest U.S. money market funds have eliminated their lending to Italian and Spanish banks, reduced investments in French banks and are favoring Swiss securities for their $511 billion of assets.
Holdings of European bank certificates of deposit, repurchase agreements and commercial paper reported by the six largest funds managed by JPMorgan Chase & Co. (JPM), Fidelity Investments, Federated Investors Inc. (FII), Blackrock Inc. (BLK) and the Vanguard Group Inc. show they are shunning euro-region banks, according to data compiled by Bloomberg.
European bank shares tumbled to the lowest since March 2009 on Aug. 10, led by Paris-based Societe Generale SA, amid concern that France’s creditworthiness was in doubt. U.S. prime money funds have reduced European debt holdings by $38 billion to $340 billion in July, according to an Aug. 9 report by JPMorgan.
“The serious risk here is a sudden loss of confidence,” Royal Bank of Scotland Group Plc analysts including Stefan Stalmann wrote in a note to clients yesterday. “No bank can exist when counterparties lose confidence and withdraw their funding — even if the loss of confidence is triggered for the wrong reasons.”
The six U.S. funds had completely exited positions in the two largest Spanish and Italian banks at the end of July and had cut back their lending to French banks, according to the survey to be published in today’s Bloomberg Risk newsletter. The funds included were: the JPMorgan Prime Money Market Fund, Vanguard Prime Money Market Fund, Fidelity Cash Reserves (FDRXX) Fund, Fidelity Prime Money Market Portfolio Fund, BlackRock TempFund, and the Federated Prime Obligations Fund.
Swiss Holdings
The moves are a leading indicator of risk appetite among the world’s most liquid money market funds, which have been suffering investor outflows because of their exposure to European banks. Money market funds in the U.S. had a net outflow of $37.7 billion in the four weeks ended July 20, according to a report from analysts at Societe Generale.
Swiss bank holdings jumped 208 percent to $18.7 billion in the period, according to the sample, which surveyed exposure to the 10 largest banks in continental Europe by market value. The Fidelity Cash Reserves Fund boosted its exposure to Credit Suisse Group AG, the second-biggest Swiss bank, by 1,851 percent to $4.8 billion. Holdings in Spain and Italy’s largest banks dropped to zero from $20 billion in the same period.
Deposits and instruments in French banks climbed 14 percent in the second quarter, before reversing in July, when holdings fell by 10.2 percent on the year-earlier period, filings show.
French Banks
“Despite the fact that the banks are money good and there’s no credit risk, within the money-fund world we are susceptible to headline risk,” said Kevin Kennedy, a portfolio manager at Legg Mason Inc. (LM)’s bond unit Western Asset Management. “France has been identified as the big risk going forward should the dominoes start to fall.”
Western Asset’s money funds held about $1.4 billion of commercial paper from French banks at the end of July, according to data from JPMorgan.
Federated still uses French banks, Deborah Cunningham, chief investment officer for money markets for Pittsburgh-based Federated, said in an e-mail. “Federated continues to be comfortable with the European banks that we own and believe they offer money-market funds a high-quality investment that represents minimal credit risk,” she wrote.
Vanguard, the Valley Forge, Pennsylvania-based mutual-fund manager, got out of most debt issued by European banks in 2010 when sovereign debt issues first surfaced, said David Glocke, head of taxable money market funds at Vanguard Group.
Move to ‘Sidelines’

Fidelity Investments, the biggest U.S. manager of money- market funds, said its cash funds don’t have “direct exposure” to banks based in Greece, Ireland, Portugal, Spain or Italy.

lampo
Scritto il 12 Agosto 2011 at 16:38

Condivido.
Aggiungerei che però questa “Contrazione” è stata creata anche dal grande quantitativo di strumenti finanziari “cartacei” della finanza TEORICA che sono legati alla finanza REALE.
Ieri leggevo nell’ultimo report della Banca dei regolamenti internazionale che l’ammontare dei derivati in circolazione è ancora pari a circa 10 VOLTE il PIL mondiale. Nell’ultimo anno ha subito una contrazione di circa il 3% (inteso come valore rispetto all’anno prima).
E’ chiaro che tutta quella carta, per poter valere, deve essere resa liquida ed esigibile. Per questo ci sono le più note banche d’affari (e non solo… ma non voglio citare il resto per non fare la fine di qualche personaggio importante) che, grazie alle loro alchimie finanziarie ingegneristiche (perché bisogna ammettere che si tratta veramente di alta ingegneria finanziaria… corredata anche da molta fantasia) ne garantiscono la liquidità, con una ulteriore garanzia data dal loro collegamento (sparpagliandoli nei bilanci finanziari di molte società, stati, fondi sovrani, ecc.) con l’economia reale.
I più grossi finanzieri di questo mondo, per continuare a godere delle proprie ricchezze, devono seguire la solita regola fondamentale: far lavorare i loro soldi per loro (a differenza di noi che lavoriamo per i nostri soldi…). E’ ovvio che quindi, tali strumenti finanziari non saranno mai regolamentati (se non a loro piacimento ed in maniera marginale in caso di conflitti sociali… provate solo a pensare alla poca efficacia all’attuale divieto di vendita allo scoperto… che dura 15 giorni. Dopo i mercati sono già programmati per scendere?). In caso contrario perderebbero immediatamente gran parte della loro ricchezza. Certo che, anche se, a causa della loro lotta per il Santo Graal dell’egemonia finanziaria (cosa volete… sono queste le loro preoccupazioni), venissero regolamentati, sono sicuro che nel giro di poco tempo l’ingegneria finanziaria (un po’ come la pirateria informatica…) avrebbe la capacità di creare nel giro di poco tempo altri strumenti finanziari, quotati nei soliti mercati paralleli… che si sostituirebbero rapidamente a quelli regolamentati, continuando a garantire loro lo stesso livello di ricchezza.
Poi quando capita qualche errore… ad esempio parte di quella carta improvvisamente e irrimediabilmente perde di valore… e si rende necessaria la sua sostituizione con altra… non c’è problema, la si scarica a chi sta sotto nella catena della ricchezza, inglobandoli in qualche nazione, assicurazione, vendendoli a qualche banca, Comune e via dicendo… e al momento opportuno… si fa scoppiare la bolla (di cui godevano come quotazione…) trasferendola in tal modo sull’economia reale (credo che molti avranno già capito che quanto dico coincide con, ad esempio, quanto succede con i mutui sub-prime).
Mi chiederete quale sia la via d’uscita?
Credo di poter affermare che non c’è una via d’uscita, almeno come la intendiamo noi.
Loro, invece la via d’uscita l’hanno già trovata. Oramai controllano buona parte delle transazioni nei mercati reali, tramite le agenzie di rating e le loro banche d’affari comandano gran parte delle politiche economiche dei governi, ecc. accentrando sempre più potere e ricchezza… mentre noi, per continuare a sopravvivere, dobbiamo subirci lo scarico delle loro alchimie finanziarie che garantiscono le loro rendite, lavorando sempre di più e per sempre meno, oltre a perdere gran parte dei nostri diritti e della nostra capacità di ragionamento, grazie ai continui stereotipi magicamente inculcati dai mass media informativi, compresi quelli finanziari e dalla televisione (oltre che dai giornali). Dimenticavo… grazie al fiorente individualismo, innescato dal modello consumistico su cui si basa il capitalismo, abbiamo anche poco tempo per goderci la vita… visto che siamo sempre più assorti in bisogni che consideriamo primari anche se non lo sono. In più l’individualismo ci rende perfetti grandi consumatori… e estremamente tranquilli a livello sociale, grazie alla perdita della capacità di socializzazione!
Per il momento internet è ancora apparentemente libera (perché la usa ancora una minoranza per informarsi) e perché comunque, mediante complessi meccanismi, fornisce loro molte statistiche di comportamento della massa sulla base della quale affinare il loro modello di sopravvivenza della loro ricchezza. Oltre a fargli capire quando il sistema non regge più e passando il limite, si arriva allo scontro sociale. Non so per quanto durerà ancora… ed i recenti tentativi per regolamentarla o creare una internet parallela… lo dimostrano.

Unica magra consolazione: per capire lo stato d’animo di questi veri e grandi potenti del mondo… bisognerebbe leggere una celebre novella del Verga, “La Roba”.
Hanno accumulato “roba” per tutta la vita, spesso in modo discutibile, ma quando arriverà il loro momento per pensare all’anima scapperanno urlando: “Roba mia, vientene con me!”

In conclusione… pensate meno alla finanza e ai mass-media e pensate di più a godervi gli aspetti semplici della vita ed i vostri affetti, visto che rimaniamo coscienti su questo pianeta per breve tempo … e la vita fugge rapidamente.
Non sempre la voglia di conoscere e tentare di capire come funziona il mondo che ci circonda… ci allieta e porta benefici.

Scusate lo sfogo… ma ogni tanto mi viene l’ispirazione…ed il coraggio di scrivere certe cose. 😉

lacan2
Scritto il 12 Agosto 2011 at 16:51

lampo: Condivido.Aggiungerei che però questa “Contrazione” è stata creata anche dal grande quantitativo di strumenti finanziari “cartacei” della finanza TEORICA che sono legati alla finanza REALE.Ieri leggevo nell’ultimo report della Banca dei regolamenti internazionale che l’ammontare dei derivati in circolazione è ancora pari a circa 10 VOLTE il PIL mondiale. Nell’ultimo anno ha subito una contrazione di circa il 3% (inteso come valore rispetto all’anno prima).E’ chiaro che tutta quella carta, per poter valere, deve essere resa liquida ed esigibile. Per questo ci sono le più note banche d’affari (e non solo… ma non voglio citare il resto per non fare la fine di qualche personaggio importante) che, grazie alle loro alchimie finanziarie ingegneristiche (perché bisogna ammettere che si tratta veramente di alta ingegneria finanziaria… corredata anche da molta fantasia) ne garantiscono la liquidità, con una ulteriore garanzia data dal loro collegamento (sparpagliandoli nei bilanci finanziari di molte società, stati, fondi sovrani, ecc.) con l’economia reale.I più grossi finanzieri di questo mondo, per continuare a godere delle proprie ricchezze, devono seguire la solita regola fondamentale: far lavorare i loro soldi per loro (a differenza di noi che lavoriamo per i nostri soldi…). E’ ovvio che quindi, tali strumenti finanziari non saranno mai regolamentati (se non a loro piacimento ed in maniera marginale in caso di conflitti sociali… provate solo a pensare alla poca efficacia all’attuale divieto di vendita allo scoperto… che dura 15 giorni. Dopo i mercati sono già programmati per scendere?). In caso contrario perderebbero immediatamente gran parte della loro ricchezza. Certo che, anche se, a causa della loro lotta per il Santo Graal dell’egemonia finanziaria (cosa volete… sono queste le loro preoccupazioni), venissero regolamentati, sono sicuro che nel giro di poco tempo l’ingegneria finanziaria (un po’ come la pirateria informatica…) avrebbe la capacità di creare nel giro di poco tempo altri strumenti finanziari, quotati nei soliti mercati paralleli… che si sostituirebbero rapidamente a quelli regolamentati, continuando a garantire loro lo stesso livello di ricchezza.Poi quando capita qualche errore… ad esempio parte di quella carta improvvisamente e irrimediabilmente perde di valore… e si rende necessaria la sua sostituizione con altra… non c’è problema, la si scarica a chi sta sotto nella catena della ricchezza, inglobandoli in qualche nazione, assicurazione, vendendoli a qualche banca, Comune e via dicendo… e al momento opportuno… si fa scoppiare la bolla (di cui godevano come quotazione…) trasferendola in tal modo sull’economia reale (credo che molti avranno già capito che quanto dico coincide con, ad esempio, quanto succede con i mutui sub-prime).Mi chiederete quale sia la via d’uscita?Credo di poter affermare che non c’è una via d’uscita, almeno come la intendiamo noi.Loro, invece la via d’uscita l’hanno già trovata. Oramai controllano buona parte delle transazioni nei mercati reali, tramite le agenzie di rating e le loro banche d’affari comandano gran parte delle politiche economiche dei governi, ecc. accentrando sempre più potere e ricchezza… mentre noi, per continuare a sopravvivere, dobbiamo subirci lo scarico delle loro alchimie finanziarie che garantiscono le loro rendite, lavorando sempre di più e per sempre meno, oltre a perdere gran parte dei nostri diritti e della nostra capacità di ragionamento, grazie ai continui stereotipi magicamente inculcati dai mass media informativi, compresi quelli finanziari e dalla televisione (oltre che dai giornali). Dimenticavo… grazie al fiorente individualismo, innescato dal modello consumistico su cui si basa il capitalismo, abbiamo anche poco tempo per goderci la vita… visto che siamo sempre più assorti in bisogni che consideriamo primari anche se non lo sono. In più l’individualismo ci rende perfetti grandi consumatori… e estremamente tranquilli a livello sociale, grazie alla perdita della capacità di socializzazione!Per il momento internet è ancora apparentemente libera (perché la usa ancora una minoranza per informarsi) e perché comunque, mediante complessi meccanismi, fornisce loro molte statistiche di comportamento della massa sulla base della quale affinare il loro modello di sopravvivenza della loro ricchezza. Oltre a fargli capire quando il sistema non regge più e passando il limite, si arriva allo scontro sociale. Non so per quanto durerà ancora… ed i recenti tentativi per regolamentarla o creare una internet parallela… lo dimostrano.Unica magra consolazione: per capire lo stato d’animo di questi veri e grandi potenti del mondo… bisognerebbe leggere una celebre novella del Verga, “La Roba”.Hanno accumulato “roba” per tutta la vita, spesso in modo discutibile, ma quando arriverà il loro momento per pensare all’anima scapperanno urlando: “Roba mia, vientene con me!”In conclusione… pensate meno alla finanza e ai mass-media e pensate di più a godervi gli aspetti semplici della vita ed i vostri affetti, visto che rimaniamo coscienti su questo pianeta per breve tempo … e la vita fugge rapidamente.Non sempre la voglia di conoscere e tentare di capire come funziona il mondo che ci circonda… ci allieta e porta benefici.Scusate lo sfogo… ma ogni tanto mi viene l’ispirazione…ed il coraggio di scrivere certe cose.   

sono d’accordo, ma è nello spirito umano il cercar di comprendere e capire …

bergasim
Scritto il 12 Agosto 2011 at 17:38

grande michighan , grandi borse, Le borse si possono godere un week sereno, confortate dagli splendidi dati macro, pil francia 0, vendite al dettaglio in linea con le attese, michigan da profondo rosso ai minimi dagli anni 80, semplicemente ridicolo, e non venite a raccontarmi che erano scese troppo, il problema semmai che erano salite troppo ( a parte alcune italia in primis) gli usa si apprestano a chiudere la settimana con un misero -1,5%, mi sembra sinceramente poco per un economia declassata piena di debiti e in recessione, ma forse sono solo pensieri miei.
I giornalisti delle varie tv potranno finalmente comunicare agli spettatori celebrolesi che seguono i loro tg che tutto è in miglioramento che piazza affarri è la stata la migliore d’europa, va bè un pò di aria fritta in attesa delle prossime discese non fà male, lunedì è ferragosto e le ascie di guerra si seppelliscono.
Io intanto mi godo il mare

paktrade
Scritto il 12 Agosto 2011 at 18:14

bergasim,

Ottimo! “celebrolesi” = lesi da celebrità? :mrgreen:

paolo41
Scritto il 12 Agosto 2011 at 18:15

bergasim,

….fai bene…

lampo,

sono considerazioni veramente apprezzabili e come vedi Bergasim…. ti ha preso in parola….
Condivido che ci arrovelliamo con le nostre analisi per cercare di dare una logica a un qualcosa che è al disopra della nostra cultura e del nostro modo di pensare che cerca sempre un razionale nei fatti e negli avvenimenti.
Hanno creato un “mondo” che aleggia sopra di noi, ma, a mio avviso, è un mondo effimero e che, comunque, ha più poco a che fare con l’economia reale che, volenti o nolenti, condizionerà sempre le nostre considerazioni.
Ma ormai tutti sappiamo che tale “mondo” è fatto di carta e, se Dio voglia, venisse a verificarsi il minimo default, la concatenazione degli eventi lo farebbe scoppiare come una bolla di sapone.
Perciò credo che cercheranno di evitare in tutti i modi che ciò avvenga e quindi vale la pena …dimenticarli… e come dici giustamente apprezzare ciò che la vita ancora ci offre, specialmente per uno come me che ha già passato tante primavere.

lampo
Scritto il 12 Agosto 2011 at 18:31

paolo41,

La mia era solo una considerazione… visto che ritengo che i mercati finanziari non avranno quasi mai uno scontro con la realtà, come spesso dice Gremlin o Mattacchiuz… sostenendo che prima o poi si devono scontrare con le leggi della fisica (dimostrazione sono anche le statistiche che escono continuamente e che vengono revisionate spesso a piacimento… a seconda del modello che si vuole far credere)
Il problema è che le leggi della fisica non sono quelle usuali che noi pensiamo… ma vengono cambiate in continuazione a loro piacimento e in base agli eventi, ovviamente a spese della nostra ricchezza, tempo e fiducia.
E su questo fronte siamo molto deboli… mentre loro sono molto forti.
Sull’altro fronte… quello dell’apprezzamento della qualità della vita… però “siamo più forti2 noi… e, vedendo anche i commenti del blog, anche sul fronte della comprensione di come funziona l’ingranaggio mondiale.

perplessa
Scritto il 12 Agosto 2011 at 21:56

lampo,

Loro, invece la via d’uscita l’hanno già trovata.
chi sarebbero “loro”?non ho capito a chi ti riferisci esattamente,se le banche d’affari,o chi le dirige,il che mi pare diverso,oppure anche a qualche altro soggetto?chi è che sta manovrando realmente, ed è solo per i soldi? ultimamente ho molti dubbi

lampo
Scritto il 12 Agosto 2011 at 22:50

Per “loro” intendo l’egemonia finanziaria, composta da individui che stanno dietro le quinte, di cui difficilmente senti parlare (intendo come articoli, stampa, mass-media). Sono in grado di piazzare le persone giuste al posto giusto (non sempre però), in modo che la loro ricchezza e … soprattutto potere aumenti a dismisura (forse quasi per gara o …. per colmare il vuoto che c’è nella loro anima a causa del logoramento innescato dal potere che possiedono).
Le banche d’affari, le varie agenzie di rating e i vari organismi internazionali che consigliano ai governi cosa fare… sono solo il mezzo con cui spesso attuare la loro politica di lungo termine.
Molti di questi però, hanno raggiunto una certa età, e non ancora soddisfatti di tutto quello che hanno provato a se stessi (e agli altri) durante la propria vita, stanno superando ogni limite e veramente giocando, quasi per sfida, con il filo del rasoio… rischiando di innescare un meccanismo a catena che non sarà neanche più da loro controllabile, per quanto potere e mezzi abbiano a disposizione.

Per chi mi legge abitualmente… preciso che non sono andato fuori di testa. 🙂

Sto solo affermando… che soffermandomi un attimo sulla velocità con cui si stanno verificando a livello internazionale molti eventi (economici, politici, rivolte, guerre senza apparente motivazione, disastri ambientali, ecc.) rispetto alla storia passata, sarà sempre più difficile per la massa riuscire ad avere un’esistenza serena e con progetti di lungo termine…
Per questo forse, sarebbe il caso di fermarsi un attimo a riflettere, quali siano le reali priorità della propria vita e, possibilmente dedicare più tempo ad attività che appaghino il nostro io e la nostra anima (preciso non in senso religioso… almeno nel mio caso): arte, musica, cultura, lettura, familiari, amici, ecc.
Inoltre, aspetto meno importante (non me ne volere DT), vedendo sempre più i mercati slegati dall’economia reale (da un po’ di tempo direi…) sarà sempre più difficile riuscire a spuntarla sul mercato, per quante conoscenze economiche, strumenti di analisi e trading, piattaforme informatiche supervelocipullulantididaticonprotesiinglobatadainnestabiledirettamenteincorpoperavereuncontattofisicodirettoconilmercatoeditastibuyesell… :mrgreen:

Con ciò non voglio dire che bisogna smettere di tentare di capire come funziona il mondo, l’economia e via dicendo… anzi il contrario. Però visto i tempi difficili che ci attendono, vi consiglio umilmente di dedicare un po’ più del vostro tempo a migliorare la conoscenza di voi stessi e dei bisogni di chi vi sta accanto. Al momento opportuno, quando e se dovrete attraversare difficoltà inaspettate, saprete affrontarle meglio e … forse uscirne ancora più forti e felici… oltre a riuscire a sopravvivere meglio.

Buonanotte. 😉

ottofranz
Scritto il 13 Agosto 2011 at 07:32

lampo,

sempre più in linea col tuo pensiero 😆

luciano60
Scritto il 13 Agosto 2011 at 09:11

Anche se non c’entra nulla ma BUON FERRAGOSTO A TUTTI … LUCIANO

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