Giochi di equilibrismo: lavoro e tasso inflazione

Scritto il alle 08:29 da Danilo DT

In questi giorni di apparente tranquillità sui mercati, mi sembra di sentire nel sottosuolo un fermento strano, come se nel silenzio generale si percepisse un brusio sordo che quasi non si percepisce ma che l’orecchio attento riconosce.

Con questo non vuol dire che possiedo poteri sovrumani ma come molti ci sono alcuni elementi che non tornano. Si, torno a parlare di tasso inflazione. Chi segue il blog, sa benissimo che il costo del lavoro è uno degli elementi che più monitoro per meglio identificare un tasso inflazione che al momento non preoccupa ma….se il rialzo diventasse strutturale?

US CPI

Un dato uscito recentemente ha attirato la mia attenzione in modo particolare. Proprio su lavoro USA. Non parliamo del classico tasso di disoccupazione, piuttosto del tasso di occupazione o, ancor meglio, di tutti coloro che, per i più svariati motivi decidono di non lavorare più. C’è chi va in pensione, chi invece volutamente lascia il lavoro perché lo considera non interessante e soprattutto preferisce godere dei sussidi sociali che, grazie a Biden, hanno avuto una bella ritoccatina al rialzo. Il grafico di Pictet è abbastanza chiaro.

Allo stesso tempo, non possiamo negare una fase di ripartenza abbastanza virtuosa, con un PIL tonico che si presume sempre forte anche per i prossimi mesi. Quindi il lavoro, in realtà non dovrebbe mancare in questa fase di mercato.

Però…questi sussidi non sono così male. E allora perché lavorare quando lo Stato (anche se non per sempre) mi regala dei soldi? Il rischio è che ci sia non solo piena (apparente) occupazione ma che ci sia carenza di forza a lavoro. Ed ecco che i nodi vengono al pettine. E a portare la notizia è un’azienda che dà lavoro all’1% della popolazione USA. Si chiama Walmart.

Walmart is raising hourly wages for about 565,000 workers in the latest example of a large employer trying to attract and retain employees in a challenging labor environment.
The pay raise, which will total at least $1 an hour and will take effect Sept. 25, will apply to workers in departments such as food and general merchandise.

The company’s average wage will rise to $16.40, Walmart said, though its minimum wage still lags that of other large retailers such as Target and Amazon. As of Sept. 25, Walmart’s minimum starting wage will rise to $12 an hour from $11. In some stores, however, starting wages will reach as high as $17 an hour. Walmart employs about 1.6 million people in the United States. (NYT) 

Passare da 12 a 16,40 $ l’ora non è da poco, anzi… Senza poi dimenticare il fatto che si tratta di un’azienda “bechmark” che quindi funge da modello per l’economia intera.
Domanda: quale sarà l’impatto di questo rialzo del 36% circa del costo del lavoro? Impatto sui consumi, sui costi, sulla crescita? E…sull’inflazione?

Le dinamiche macroeconomiche prendono il sopravvento e il programma messo in piedi dal sistema (Banche centrali e Governi) inizia a traballare perché certe dinamiche rischiano di diventare destabilizzanti. La Federal Reserve di Jerome Powell al momento, ovviamente, ha preso tempo in modo rassicurante. Si partirà con il cosiddetto tapering forse verso fine anno, ma si esclude il rialzo a breve dei tassi ufficiali quantomeno per il prossimo anno.

Un gioco che per molti sta diventando di equilibrismo pericoloso, che continua a piacere agli investitori che non sono preoccupati dell’evolversi della situazione, visto che bond ed equity sonnecchiano serenamente.

STAY TUNED!

Danilo DT

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1 commento Commenta
apprendista
Scritto il 6 Settembre 2021 at 17:17

Conosco alcuni gestori di fondi che sono incazzati neri e pensano ciò che ha espresso Black rock, ripeto black rock non un fondino qualsiasi cioè che la Fed la deve smettere di pompare non esiste più alcun mercato,ma gli Ana listi continuano a proporre spiegazioni ma Dio mio è rimasto qualche neurone a sta gente,io sono allibito

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