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Il fantasma delle Dot-Com

Scritto il alle 16:12 da Danilo DT

Non voglio risultare ripetitivo. Quindi cercherò di limitare quanto è già stato illustrato nei post precedenti.
Con un rialzo del 26,6% da inizio anno, l’S&P 500 sta per chiudere quello che potrebbe rivelarsi il suo miglior anno dal 2019. Un dato ancora più impressionante emerge quando consideriamo il biennio: dal termine del 2022, l’indice ha registrato un’impennata del 57%, scrivendosi nella storia come uno dei rally biennali più spettacolari di sempre.

Un Parallelo Inevitabile

Il parallelo con la fine degli anni ’90 (bolla speculativa tech) emerge spontaneo, quasi come un déjà-vu finanziario. All’epoca, l’avvento di Internet catalizzò un’esplosione dei titoli tecnologici che, superficialmente, richiama le dinamiche attuali. Ma le similitudini nascondono differenze cruciali.

Negli anni della bolla dot-com, società come Cisco, Microsoft e Oracle cavalcavano l’onda dell’entusiasmo tecnologico, raggiungendo valutazioni che col senno di poi possiamo definire, con un sorriso amaro, “creative”. Il risultato? Un crollo del 50% dell’S&P 500 tra il picco del 2000 e l’ottobre 2002. Un bagno di sangue che ancora oggi fa rabbrividire i veterani di Wall Street.

L’Era dell’Intelligenza Artificiale: Stessa Febbre, Paziente Diverso?

Oggi il mercato vibra di un’energia simile, ma con protagonisti diversi. L’intelligenza artificiale ha preso il posto di Internet come catalizzatore dell’entusiasmo degli investitori, con Nvidia in prima fila come portabandiera di questa rivoluzione tecnologica.

Tuttavia, c’è una differenza sostanziale: i giganti tecnologici attuali – Apple, Microsoft, Nvidia – poggiano su fondamentali decisamente più solidi rispetto ai loro predecessori degli anni ’90. Le loro valutazioni, seppur elevate, sono sostenute da modelli di business consolidati e flussi di cassa consistenti. E in questo contesto, l’euforia anche tra gli investitori regna.

Segnali Contrastanti dal Fronte dei Consumatori

Infatti il sentiment degli investitori retail ha raggiunto livelli record, con il 56% dei consumatori che prevede ulteriori rialzi nel prossimo anno. Un ottimismo che si riflette anche nella fiducia dei consumatori, tornata ai massimi dal 2022. I timori di recessione si stanno dissolvendo come nebbia al sole, mentre le prospettive occupazionali mostrano segnali di miglioramento costante. Tutto bene tranne che se intendiamo leggere questo dato fuori dalle logiche (vedi il grafico) come indicatore contrarian visto che arriva “dal gregge”,

Eppure, non mancano le preoccupazioni. L’inflazione continua a pesare sui bilanci familiari, mentre le tensioni geopolitiche e i disordini sociali alimentano un sottofondo di incertezza. Particolare attenzione merita il fatto che la fiducia non sta aumentando uniformemente tra le diverse fasce di reddito, segnalando potenziali disparità nella percezione della ripresa economica. Però i consumi secondo voi scendono?


Ripeto il mio parere: la chiave per gli investitori sarà mantenere un approccio equilibrato, ricordando che anche Microsoft, al suo apice negli anni ’90, mostrava multipli simili a quelli dell’attuale Nvidia, prima di subire una correzione del 60% durante lo scoppio della bolla dot-com.
Ma questa volta è diverso, this time is different, o forse no…

Danilo DT

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