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BOND USA: ancora record di rendimenti!
Era quasi una scommessa sicura. L’inflazione USA è prevista in picchiata e quindi comprare T-Note USA o comunque bond in USD poteva solo essere un buon affare. E invece ecco che, come spesso accade, arriva la sorpresa.
Si preannuncia un clamoroso “terzo anno” di rendimenti negativi per il mondo BOND (non parlo di tasso nominale ma di performance delle obbligazioni stesse sui mercati finanziari). Ma cosa sta accadendo?
Semplicemente il quadro di mercato continua ad essere in evoluzione e, questo è ovvio, le aspettative sul rallentamento dell’inflazione USA stanno un po’ scemando, proprio come le attese per la recessione.
Se guardiamo infatti i tassi impliciti (vedi il grafico in apertura) è evidente che nell’ultimo mese le quotazioni dei bond (e quindi i rendimenti degli stessi) sono nuovamente cambiati.
Quindi la recessione non è più nei prezzi malgrado i tassi dei mutui vicini all’8% ed il tasso di risparmio è ai minimi da 20 anni, con impennata delle NPL sulle carte di credito?
Questo è tutto da dimostrare. Intanto l’ISM servizi che torna a tirare, il petrolio che sale grazie ai tagli di russi e arabi, e la produttività sempre buona con un mondo del lavoro che si indebolisce ma resta per il momento strutturalmente forte, sono elementi che influiscono sulle curve illustrate in apertura, e anche sulle decisioni della FED che qui sotto sono schematizzate con tutte le previsioni future.
Infine ci potrebbe anche essere un problema di “qualità” visto che il deficit continua a lievitare, i conti pubblici USA sono in peggioramento e molti sostituiscono il “bene rifugio” T-Note con altra carta obbligazionaria. Tutto spinge al rialzo i rendimenti, con gli auguri della casa sulle conseguenze che ne potrebbero derivare.