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E dopo la tempesta, mercati a confronto
So benissimo che chiunque legge questo blog può dire con sicurezza che un anno come questo non l’ha mai vissuto. Vero, un anno straordinario dove l’unidirezionalità delle asset class ha generato una voragine di perdite (potenziali, per chi non ha venduto, ovvio) che nessuno avrebbe mai immaginato.
La slide in apertura riporta le performance delle varie asset class YTD (da inizio anno) e credo sia difficile commentare cosa possiamo vedere.
Non solo la grande perdita di tutti i mercati, ma anche il fatto che in molti casi, i bond hanno perso più delle azioni. E questo è stato l’elemento più “disruptive” nei portafogli. La gente ha finalmente capito che l’obbligazione non è per antonomasia un “bene rifugio” ma può immagazzinare rischi importanti anche solo a livello di duration. Vedi il caso del solidissimo Bund tedesco a 10y che da inizio anno ci regala una perdita pari al 22%.
Ho provato a cercare un qualcosa che potesse darmi un’idea di quanto questo anno è stato straordinario. Ed ho trovato un grafico di Lombard Odier che dal punto visivo ci dà la possibilità di valutare la situazione in modo molto chiaro.
1931, 1969, 2022.
Tre dati in cui troviamo quello che ho definito l’armageddon del mercato. Crollo dei bond e crollo dell’equity. Questo grafico illustra la straordinarietà di questo momento, ose preferite la sua (quasi) unicità. Qualche curiosità. Il 1931 è stato un anno particolare perché era vicino alla grande Depressione. Il 1969 invece è quell’anno dove la FED stava cercando di raffreddare l’economia a seguito di un’eccessiva politica monetaria espansiva. Scenario, quest’ultimo, molto più simile a quello attuale. In entrambi i casi, giusto dirlo, abbiamo tassi REALI in forte ripresa. E io cosa vi sto dicendo da tempo? OCCHIO ai tassi reali…
L’unica cosa che mi sento di suggerire, giunti a questo punto, di ricominciare a ragionare in ottica costruttiva perché, il grafico lo illustra chiaramente, non è MAI successo che dopo un anno così devastante ce ne fosse un altro altrettanto anomalo con bond e equity in profondo rosso.
Quindi possiamo dire che la statistica (ma anche il buon senso) ci fanno dire che molto probabilmente il 2023 avremo sicuramente un anno migliore. Tenetene conto.
STAY TUNED!