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WALL STREET: un fine 2017 tranquillo
Gli Small Traders consolidano la posizione Net Long. Possibile nelle prossime settimane un rallentamento del trend rialzista ma non si prevedono particolari inversioni ribassiste. AUGURI A TUTTI [Guest post]
Cari amici, nella settimana prenatalizia, l’approvazione pressoché definitiva della riforma fiscale Usa ha indotto conseguenze significative, seppur ancora embrionali, nello scenario dei mercati finanziari internazionali. L’impatto non riguarda tanto i mercati azionari, che l’avevano già ampiamente scontata, bensì tutti gli altri mercati, da quello valutario, alle commodities, e non ultimo, il settore obbligazionario. In pratica i mercati sembrano voler accreditare l’idea che la riforma fiscale Usa, favorirà un’accelerazione della crescita economica americana, e di conseguenza, dell’intera economia mondiale.
Personalmente non ne sono proprio convinto, ma mi sembra giusto concedere almeno il beneficio del dubbio. Per ora prendiamo atto delle prime ed immediate conseguenze sullo scenario intermarket. In particolare, registriamo un ulteriore indebolimento del dollaro index, che storna dello 0,6 % ritornando a quota 93,3.
Evidentemente il mercato si attende che la riforma fiscale produca negli Usa un maggior deficit pubblico, da finanziare con nuova emissione di moneta, e di conseguenza ne deprezza il suo valore. D’altro canto, però, crede che la stessa favorirà una maggiore crescita economica, e ciò favorisce una lievitazione delle quotazioni delle commodities, che nell’ultima ottava s’apprezzano del 2 % in termini nominali, e dell’1,4 % in termini reali.
Coerentemente, anche il mercato obbligazionario, dà credito all’ipotesi di una maggior crescita economica futura. Infatti, i tassi dei bond decennali Usa lievitano improvvisamente di 13 bps, e risalgono fino a quota 2,48 %. Anche l’inclinazione della yield curve sembra riprendere vigore, e ciò può voler dire che questo lunghissimo d anomalo ciclo economico, grazie al taglio delle tasse, si allungherà ulteriormente, passando indenne anche il prossimo anno. Molta più cauta, invece, l’accoglienza sui mercati azionari. In quest’ultima ottava, il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, lievita infatti solo di uno scarno 0,28 %, e raggiunge quota di 2.683,34 punti.
Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:
Commercial Traders : – 37.145
Large Traders : + 30.299
Small Traders : + 6.846
Regge dunque, e si consolida, la recente nuova configurazione del mercato dei derivati azionari Usa. In quest’ultima ottava registriamo variazioni più modeste nelle posizioni dei diversi operatori, pari a soli 7.015 contratti. In particolare, i Large Traders, continuano il loro graduale disimpegno, cedono infatti l’intero lotto dei 7.015 contratti long, e riducono la loro posizione Net Long, poco sopra le trentamila unità. Gli Small Traders, invece, si mostrano decisamente più fiduciosi del recente passato, acquistano infatti 5.648 contratti long, e consolidano la loro nuova posizione Net Long. I Commercial Traders, infine, si limitano ad acquistare i residui 1.367 contratti long, e contraggono solo lievemente l’entità della loro abituale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava sembrano dunque voler confermare e consolidare il nuovo e recente assetto del mercato dei derivati azionari Usa. Assetto che, come accennato nelle scorse settimane, non prefigura ribassi imminenti per le quotazioni azionarie. Credo, anzi, che nella prima parte del nuovo anno proseguirà, magari con maggiore moderazione, il trend rialzista del recente passato. Nel corso dell’anno mi attendo, invece, un aumento progressivo della volatilità, che negli ultimi mesi ha raggiunto livelli davvero infimi.
Queste rassicuranti prospettive, come già evidenziatosi nelle scorse settimane, non sembrano però più valere per i mercati azionari europei, e per quello italiano in particolare. Questi ultimi infatti sembrano divergere sempre più da quelli Usa, causandoci non poche difficoltà nelle nostre decisioni d’investimento. Speriamo pertanto che la suddetta anomala divergenza venga quanto prima riassorbita, e che i mercati europei tornino presto ad allinearsi con quelli d’oltre Atlantico.
Futuro che si prospetta, quindi, ancora positivo per i corsi azionari, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito
http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva pari al + 12,87 %. Performance, tuttavia, inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 17,18 %. Una sotto-performance del 4,31 %, ascrivibile ad un mercato alquanto unidirezionale, nonchè all’effetto distorsivo creato dai PIR, che ha indirizzato molti investimenti su titoli dell’AIM non contemplati dal nostro portafoglio. Ciò comunque non fa venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che nei passati 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi sopra esposta, questa settimana, non muto l’assetto del mio portafoglio costituito dall’85 % di posizioni long e dal 15 % di posizioni short, ossia da una posizione Net Long pari al 70 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente il mio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.
Lukas