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JACKSON HOLE: occhio NON solo alle parole della Yellen sui tassi USA
Tutti in attesa delle parole di Janet Yellen. Jackson Hole è un appuntamento ormai tradizionale anche se rischia di essere l’ennesimo meeting “molto di facciata e poco concreto2. Infatti mi sorprende sempre la fase di attesa per quelle parole che NON possono essere rivoluzionarie, altrimenti salta tutto il giochino.
I discorsi della FED sono sempre mirati a mantenere quell’equilibrio di cui vi parlo molto spesso e quindi come potrebbe accadere che Janet Yellen se ne esce con un discorso del tipo “ tenetevi pronti, a settembre si alzano i tassi”?
Non è possibile.
Forse qualche cosa di diverso potrebbe saltare fuori.
Innanzitutto, BOJ ed inflazione in Giappone stamattina insegnano, è evidente un fattore che per certi versi è correlato con quanto prima affermato.
Parliamo di politica monetaria. La Yellen potrebbe dare il via virtualmente ad una nuova manovra restrittiva. Ma anche chi, invece, si sta muovendo in territorio opposto (vedi appunto BOJ e BCE ed ultimamente BOE), non sta vivendo un florido periodo di crescita. Anzi, il problema è (per noi) arcinoto: è chiaro che il QE ha ormai perso le sue funzioni taumaturgiche (che sono state sempre comunque limitate rispetto all’impegno profuso) e quindi…ha ancora senso questa bomba di liquidità, se non per gonfiare la finanza?
Inoltre, la politica ZIRP (tasso zero) che poi si è trasformata in NIRP (tassi negativi) è positiva e costruttiva per l’economia, oppure rischia di diventare un’arma a doppio taglio? Anche perché, come sottolineato QUI, i tassi negativi implicano alle banche commerciali di dover pagare per detenere la propria liquidità come deposito presso le case della banca centrale e tagliano drasticamente la redditività degli stessi istituti di credito.
Inoltre: come gestire una crescita economica che ormai sta rallentando a livello globale, con un rischio (soprattutto in Europa e Giappone) di una nuova fase di deflazione?
E ancora: qual è la situazione economico-finanziaria dei paesi emergenti, area geografica di grandi potenzialità ma anche molto fragile, soprattutto in un contesto di tassi crescenti negli USA?
Infine: in un contesto di banche centrali estremamente proattive, quali sono i pro (nessuno) ed i contro (tanti) degli interventi degli istituti centrali in ambito valutario (chiamiamola pure “guerra valutaria“) per far crescere le esportazioni, soprattutto quando poi ci si ritrova con una serie di interventi quasi contemporanei (che quindi si neutralizzano a vicenda) apportando solo dei costi?
Ecco, il consiglio che vi posso dare è provare ad affinare l’udito non sulle solite considerazioni sui tassi di interesse USA. Tanto lì sappiamo quello che verrà detto (nei post precedenti ne abbiamo parlato ampiamente). Meglio invece cercare di capire cosa diranno i grandi sugli argomenti sopra citati. E chissà mai che qualche cosa di interessante venga fuori.
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Ti potrei dare ragione ma in questo contesto mai dare nulla x scontato. Innanzitutto la politica monetaria ha creato un mondo “mai visto prima”. Inoltre i due personaggi eleggibili sono…discutibili…
sono sostanzialmente d’accordo con le tue osservazioni. Rimarco solo che sono i media economici e anche i vari blog che creano delle aspettative che hanno scarso significato in termini concreti. I problemi rimangono gli stessi e ogni paese egoisticamente ed erroneamente cerca di superarli per conto proprio. Ecco perché penso che anche i temi più importanti ( rapporti con la Cina, petrolio, PVS, migrazioni di massa, tensioni geopolitiche specialmente nel triangolo turchia-iran-libia, etc) rimarranno tali e quali, per il fatto che nessuno ha la voglia e l’interesse di affrontarli.
certo le interpretazioni di quanto ha detto e non detto dalla Yellen non sono “stabili”.
I mercati hanno reagito con positività fino alla chiusura delle borse europee, dopo di che è partito un netto e impressionante calo del future S&P e del future DAX che sta continuando anche in questo momento che scrivo……
Penso proprio che non devo essere io a ricordarvi che non esiste alcuna relazione fra quello che ha detto la Yellen ed i mercati finanziari.A quest’ ultimi interessa solamente incassare più commissioni possibili, ciò spiega questi cambiamenti repentini .
Nei manuali d’economia l’aumento dei tassi è previsto come un intervento per raffreddare un’economia che corre troppo e rischia di surriscaldarsi………Oggi non ci troviamo certamente in tale situazione, anzi tutt’altro……..l’aumento se e quando ci sarà servirà solo ad evitare l’ulteriore surriscaldamento dei mercati finanziari ( soprattutto dei mercati obbligazionari ed azionari )…….ma non sarà una buona notizia per l’economia reale.
Non sono un esperto in economia e finanza ma certo per quanto possibile di usare il buon senso, ed il risultato è che secondo me non esiste proprio un rialzo dei tassi prima delle elezioni USA. Dopo, potrà accadere di tutto…