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PETROLIO: non basta congelare quando la produzione è ai massimi!
Che il petrolio fosse il grande protagonista del mercato per questo 2016 già lo si era capito nelle settimane passate. La decisione di “congelare” la produzione da parte di alcuni stati appartenenti all’OPEC (la slide in apertura spiega meglio) non sta certo indirizzando il prezzo del petrolio verso una discesa.
Congelare non significa non produrre più ma mantenere stabile la quota di estrazione. Insomma si impegnano a non aumentare la produzione. Ma non era proprio quello che si auspicava. Ci si aspettava un taglio netto, per dare un segnale forte indirizzato a voler intervenire non solo per tutelare le quote di mercato ma soprattutto per cercare di invertire la tendenza del prezzo del petrolio.
Per l’OPEC questo è “l’inizio di un processo che è molto difficile e che deve essere progressivo”. Sembra quasi che i paesi produttori non abbiano fretta. In realtà la questione è abbastaza più complessa. Non dimentichiamo inoltre che i quattro produttori coinvolti nel “congelamento di Doha” (Venezuela, Russia, Arabia Saudita, qatar) sono già vicini ai loro picchi massimi di produzione. E quindi qualcuno vuole spiegarmi dove sta lo sforzo di questi paesi?
“The four producers involved are already producing close to their peak,” said Miswin Mahesh, an analyst at Barclays Plc in London. “The freeze is the oil-market equivalent of calling for a cease-fire when they’re running out of ammo.” (BBG)
Inoltre l’Iran ha fatto capire che, dopo tanti anni di isolamento, non ha intenzione di cominciare subito con una frenata. Quindi da parte loro ci sarà poca collaborazione. E sempre nel frattempo, eccovi un grafico interessante che vi illustra l’inventario della DOE (qui su scala invertita) ed il prezzo del WTI.
Scorte ai massimi storici. Lo vedete voi stessi. Siamo “sommersi” dal petrolio ed i produttori, al momento, non ci stanno mettendo l’impegno giusto per farlo ripartire. Brutto dirlo ma se non si fa qualcosa di più convincente, sarà molto dura per tutti, vista l’importanza e l’influenza che il petrolio ha sulla politica monetaria, economica e fiscale su scala globale. Oltre che su speculazione e sentiment.
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Non estremizziamo. E’ una questione di equilibrio.
A 100 $ eravamo all’eccesso opposto. E a 30 $ in questo contesto deflattivo non è il massimo
il consumatore standard potrebbe essere portato ad esultare se guarda i conti di casa propria, ma in un ottica di economia congiunta ed intrecciata [come ci ha portati la globalizzazione] le cose cambiano prospettiva, visto che il petrolio [per la sua innegabile importanza vitale nel processo industriale] è la materia prima in grado di incidere maggiormente su tutti i fronti dell’economia:
costo del greggio così basso [come quello attuale] significa domanda scarsa il che vuol dire che il mondo -specie la Cina- non hanno [più] molta voglia di consumare [allo stato attuale], il che tradotto per i mercati significa “fase di rallentamento della crescita”, non una prospettiva delle più rosee sulla quale ragionare in prospettiva futura…
ma in un mondo come quello attuale -dove tutto può accadere, e molto velocemente, anche- non si può mai dire, ne si può essere così certi [nelle previsioni]…
per es. basterebbe solo che quella “scaramuccia” in Siria si tramuti in qualcosa di più minaccioso -per gli interessi comuni, non solo quelli dell’area interessata- che il mondo potrebbe assistere ad una fiammata improvvisa [ed imprevista] del greggio…
OT
Per cortesia, qualcuno mi saprebbe indicare un sito, eventualmente a pagamento, dove posso trovare i valori giornalieri del TED spread?
Grazie
a me risulta che la domanda sia cresciuta dell’1,decimali,,, % : è l’ offerta che è decisamente superiore alla domanda
Meglio inflazione al 5% con uno stipendio (perchè l’economia tira e c’è lavoro) che inflazione a 0% senza stipendio (perchè l’economia si ferma).
Danilo DT:
Come mai ti serve così tanto il TED Spread?
Ho letto che quando aumenta è segno che la liquidità scarseggia e ho visto che dopo delle impennate seguono sempre delle crisi.
Ho cercato ma non ho trovato dei siti che diano il valore aggiornato.
Non so se tu ne conosci qualcuno.
Ok ok, allora ti voglio fare un regalo.
TED Spread fornito da un autorevole e completo database (FRED) ad un costo abbastanza accessibile, credo…. (free)
Anzi, ti / vi faccio un regalo nel regalo…. Guardate il post in uscita domani sullo stress Made in USA:…
ma che c’entra la recessione con il petrolio che è in eccesso di offerta e non scarsità di domanda. e se qualcuno ha memoria nei primi anni ’90 c’era recessione con inflazione. Ed io (piccolo consumatore italiano) mi dovrei preoccupare del rischio del Petrolio basso e della deflazione?
Allora mettiamo una tassa sul Petrolio (chiamiamolo contributo inflattivo per l’economia), lo facciamo pagare 70$ quei soldi li diamo hai paesi produttori in difficoltà, con la promessa che poi li spendano anche in commesse italiane. Così aumenta l’occupazione- intanto l’inflazione sale e siamo tutti più felici!
riassumendo:
– se il petrolio costa poco e pago meno benzina, riscaldamento, energia elettrica mi devo preoccupare
– in più tutto ciò crea deflazione che è il terrore per tanti economisti e blogger e devo continuare a preoccuparmi.
bei tempi con il petrolio oltre 100$ e magari con un euro/usd sotto 1. bei tempi con l’inflazione oltre il 5%. speriamo tornino presto perché sono preoccupatissimo!