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2014: tra tanti target teorici, aspettiamoci quantomeno più volatilità
Guest post by Briz: la partenza è buona ma già dal secondo trimestre il clima in borsa potrebbe cambiare
Il 2014 si presenterà ricco di incognite, sopratutto dal secondo trimestre. Ci ritroviamo con gli indici americani sui massimi ormai da troppo tempo, maggiore sarà il tempo e maggiore sarà la caduta (cliccate sui link!). In giro si leggono articoli un po’ troppo compiacenti, tutti improntati all’ottimismo, addirittura sono stati ri-alzati tutti i target price degli indici. Molti cosidetti guru si sono dimenticati (direi che lo ricordano ma fanno finta di nulla) di avere dato target su DJ e S&P 500, per il 2014, che già sono stati ampiamente superati nel corso del 2013. Naturalmente ora si leggono target ben più ambiziosi, tipo 2.000/.2.050 di S&P 500 e 19.000/20.000 di DJ entro la fine del 2014. Non mi metto a sindacare sui target, tanto ormai l’analisi di lungo periodo è diventata un gioco ai dadi, nessuno riesce più a trovare comportamenti coerenti degli indici, i ribassisti hanno preso cantonate paurose, i rialzisti hanno sbagliato addirittura per difetto.
Ormai l’analisi la si fa a breve termine, ogni volta ci si aggiorna e ci si regola di conseguenza. Però si può disquisire e analizzare sui vari rapporti: gli utili attesi per il 2013 sono inferiori a quello prospettato a metà anno, ormai è un dato appurato, deve ancora arrivare il definitivo ma è appurato. C’è stato certamente un netto miglioramento di questi benedetti utili, ma chissà perché è sempre presente la tendenza a guardare il risultato finale e non come esso è stato raggiunto. Il miglioramento degli utili aziendali americani è frutto di taglio dei costi e non di aumento del fatturato che, anzi, è sceso. Ne consegue che difficilmente sarà sostenibile questo miglioramento e già nel 2014 si vedranno le conseguenze di quello che ho affermato. Il pil americano è cresciuto per oltre la metà del suo valore grazie a esportazioni e scorte, grazie ad un aumento del deficit e non di certo grazie alla produttività che invece è sempre precaria.
Sulla disoccupazione americana abbiamo già scritto molto ed è inutile che mi ripeta, ricordo solo che quella reale si aggira intorno al 12 % circa. A volte mi viene da ridere quando leggo che il rapporto prezzo utili sarebbe in linea: FALSO!!! Il rapporto prezzo utili è assolutamente elevato rispetto al reale comportamento dell’economia, è sul livello massimo toccato prima dello scoppio della crisi, ad inizio 2007, quando l’economia americana era al punto ultimo (cioè più elevato) della sua espansione ed anche la bolla immobiliare era al culmine. Certamente il rapporto è inferiore rispetto all’anno 2.000, ma non esiste paragone perché nel 2.000 era presente una super bolla e nessuno lo può negare.
Per concludere: ritengo che ci sia spazio ancora per un pò di rialzo, ma farei molta attenzione, perché gradualmente potrebbe aprirsi una crepa che potrebbe determinare una grossa spaccatura con conseguenze poco simpatiche. Non faccio previsioni su come si concluderà il 2014, potrebbe anche concludersi molto bene. Ma mi sento di dire che non sarà un anno tranquillo.
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Ciao dream e gremlin. Che ne dite di un bel post su qualche derrata agricola, magari qualcuna che offra l’opportunità di un bel long di medio termine?Tipo quel bellissimo affare sullo zucchero, ricordate?
D’accordo con quanto esposto…credo che la differenza la faranno il timing del ritracciamento e l’andamento del cross eur/usd…credo che con l’attuale politica fed ci sia spazio per un rialzo ancora per il 2014, dopodiche’ si dovra’ ragionare seriamente in termini di storno della borsa americana…in concomitanza chi investe con eur potrebbe beneficiare di un apprezzamento del dollaro legato ad un irripidimento della curva dei tassi europei….