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Summit Salva Euro a Roma: una partita a Risiko determinante
Non sottovalutatelo. L’incontro di oggi a Roma non è la classica occasione per ritrovarsi e parlare magari degli Europei di calcio, o cercare di prevedere il risultato della “partita dello spread” tra Germania e Grecia (a questo proposito, pensate un po’ che libidine se la Grecia batte la Germania, magari ai tempi supplementari…).
Il momento è veramente critico ma, attenzione, in evoluzione. Ed è per questo che, secondo me, potrebbe succedere qualcosa.
Forse perché TUTTO il mondo si aspetta qualcosa , e recentemente il mondo politico dell’Eurozona ha ulteriormente messo pressione alla politica.
Già ho detto stanotte del Downgrading massivo. Per i più disattenti ricordo che l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato il rating di 15 colossi bancari mondiali citando tra le ragioni l’esposizione la crisi della zona euro. Tra i nomi piu’ altisonanti Goldman Sachs, Barclays, Citigroup, Hsbc, Deutsche Bank, Societe General, Royal Bank of Scotland, Royal Bank of Canada, Ubs, Bnp Paribas, Credit Suisse. In una nota Moody’s spiega che il rating di 10 banche e’ stato abbassato di due livelli, quello di quattro banche di un livello. E quello di un’istituto di tre livelli. Per ulteriori approfondimenti vi invito a vedere il post in oggetto cliccando QUI.
Ma non solo le agenzie di rating (che tra le altre cose, sono nuovamente messe sotto accusa dalla Corte dei Conti ) mettono pressione. Anche il ben più importante FMI, già prima con la Lagarde ed oggi in modo ufficiale, lancia l’allarme.
“La crisi nella zona euro ha raggiunto uno stadio critico” scrive il Fondo alla fine della missione Article IV sull’Eurozona. “Nonostante azioni politiche straordinarie, le banche e i mercati dei titoli di Stato in molti Paesi restano sotto forte stress”.
L’Unione monetaria “va completata per superare la crisi”, ora un’azione “determinata e forte per completare l’Unione, soprattutto con una maggiore integrazione bancaria e di bilancio, e’ necessaria per fermare il calo di fiducia”. (Source)
In questo ambiente difficile, il summit di Roma diventa cruciale. Assolutamente cruciale. Italia, Francia, Germania e Spagna dovranno riuscire in un difficile lavoro di bilanciamento tra interessi nazionali, politici ed economici, per spianare la strada all’assunzione di quelle misure “concrete” e, soprattutto, “a lungo termine” sulla crescita, necessarie per placare i mercati e frenare gli spread.
Eurobond? Assolutamente no. Scordateveli, almeno per il momento. Gli Eurobond saranno il tassello finale di un percorso che ancora deve iniziare.
ERF? Si, tendiamoa questo. E vi garantisco che per noi sarebbe un grande successo.
Una nuova BCE? Scordiamocelo. La Merkel è stata tassativa.
Un nuovo Ruolo ( o meglio, un ruolo visto che al momento sono oggetti misteriosi) per gli EFSF / ESM? Forse si. Certo, se l’ESM diventasse una vera Banca, con la facoltà di fare ciò che la BCE non può esercitare per statuto… Vedasi prestatore in ultima istanza o interventi in acquisto di bond bancari per salvare le banche.
Insomma, sarà una vera e propria partita a Risiko, dove si metteranno in campo le strategie, le previsioni e le prospettive. Ma deve essere NON un Risiko TUTTO contro TUTTI, bensì un’alleanza di intenti. Altrimenti qui, si affonda. Tutti insieme. Credo lo abbiate capito anche voi. E sono convinto che lo hanno capito anche loro.
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STAY TUNED!
DT
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ore 16:00
l’oracolo di Roma ha parlato.
……
irrinunciabilità dell’euro
disposizione a fare tutto il possibile per ottenimento stabilità sistema
sempre più vicina la tassa sulle transazioni finanziarie
cosa ne pensa l’esperto DT ?
🙄 🙄
Il mio pensiero è drastico: o si esce dalla moneta unica, con gravi conseguenze sul nostro p.i.l., almeno per qualche anno, o si dà piena fiducia a Monti, il quale deve pigiare di più sull’acceleratore sulla crescita e sulla lotta alla corruzione, vero bubbone malefico che ha infettato l’economia italiana attraverso lo stretto collegamento tra politica, affari e criminalità organizzata. Una volta tanto cerchiamo di essere un po’ tedeschi anche noi remando tutti insieme dalla stessa parte, altrimenti è meglio uscire dall’euro, perché se non si sblocca qualcosa, la situazione si incancrenisce sempre più. La mia speranza è che gli stati membri dell’unione diano sufficienti garanzie alla Germania, affinché essa stessa prenda il timone della barca e ci conduca fuori dalla tempesta. Sicuramente coloro i quali ci hanno portato in questa situazione drammatica faranno grandi resistenze, perché il loro Dio è solo il denaro.
La tassa sulle transazione finanziarie è una cosa giustissima: bisogna finirla con gente che, attraverso software sofisticatissimi, compra e vende ogni minuto. Se si vuole operare in questo modo, è bene che si paghi il conto. Bisogna capire, però, nel dettaglio, come va applicata questa tassa.
sì, sì. sostegno a Monti: non c’è altra “strada” da percorrere.
E come Lui ha ribadito …. ” tutte le strade portano a roma”!
Come al G20? Prima si sono tolti le scarpe e presi a manina e poi:
Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terraaaa…
L’SP500, a guardarlo, sembra che lo tengano su come se fosse fatto di gelatina.
Dall’incontro di oggi dovrebbero uscire le conseguenze di questa proposta di direttiva:
Proposta di DIRETTIVA DEL CONSIGLIO concernente un sistema comune d’imposta sulle transazioni finanziarie e recante modifica della direttiva 2008/7/CE
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0594:FIN:IT:PDF
Alcuni passi secondo me significativi:
Pag. 5
“L’introduzione dell’imposta determinerebbe un aumento
dei costi delle transazioni andando a erodere il profitto marginale, con un impatto negativo sulle
attività di negoziazione automatica sui mercati finanziari. Ne risentirebbe in modo particolare il
modello operativo della negoziazione ad alta frequenza, che fisicamente è strettamente legata alle
piattaforme di negoziazione su cui gli enti finanziari effettuano numerose transazioni ad alti volumi
ma bassi margini. Tali transazioni potrebbero dover essere sostituite da algoritmi che generano
transazioni meno numerose ma a più alto margine (prima dell’applicazione dell’imposta). ”
Pag. 6-7
“L’imposta ha un vasto campo di applicazione poiché mira a coprire le transazioni in tutti i tipi di
strumenti finanziari, che spesso costituiscono stretti sostituti reciproci. Il campo di applicazione
comprende quindi strumenti negoziabili sul mercato dei capitali, strumenti del mercato monetario (a
eccezione degli strumenti di pagamento), quote o azioni di organismi d’investimento collettivo
(compresi OICVM e fondi d’investimento alternativo) e contratti derivati.
…
“Le transazioni finanziarie possono anche riguardare l’acquisto, la vendita o il trasferimento di
prodotti strutturati, ovvero valori mobiliari negoziabili o altri strumenti finanziari offerti tramite
cartolarizzazione. Questi prodotti sono paragonabili a qualsiasi altro strumento finanziario e devono
quindi rientrare nella definizione del termine “strumento finanziario” ai sensi di questa proposta.
Escluderli dal campo di applicazione dell’ITF significherebbe creare opportunità di elusione fiscale.”
Pag. 9
“Per l’acquisto e la vendita di determinati strumenti finanziari (eccetto i derivati) viene in genere
determinato un prezzo o un’altra forma di corrispettivo, che logicamente deve essere definito come
la base imponibile. Tuttavia, per evitare distorsioni di mercato è necessario stabilire regole speciali
per i casi in cui il corrispettivo sia inferiore al prezzo di mercato o per le transazioni effettuate tra
entità di un gruppo che non sono coperte dai concetti di “acquisto” e “vendita”. In questi casi, la
base imponibile è il prezzo di mercato determinato a condizioni di mercato nel momento in cui
l’ITF diventa esigibile.
Per l’acquisto, la vendita, il trasferimento, la stipula e la modifica di contratti derivati, la base
imponibile dell’ITF è l’ammontare nozionale al momento dell’acquisto, vendita, trasferimento,
stipula o modifica del contratto derivato. Questo approccio consente un’applicazione semplice e
diretta dell’ITF ai contratti derivati e assicura al contempo costi contenuti in materia amministrativa
e di adeguamento alle nuove disposizioni.”
pag. 11:
“Le stime preliminari del gettito fiscale incluse nella valutazione dell’impatto allegata alla presente
proposta indicano che, in base alle reazioni del mercato, il gettito annuale ottenuto con questa
imposta nell’intera UE potrebbe ammontare a 57 miliardi di euro.”
Un recente parere in merito alla direttiva:
http://www.astrid.eu/Regolazion/Dossier–T/Documenti/CES_Parere-direttiva-imposta-transazioni-finanziarie_29_03_12.pdf
Un passo interessante:
“Il CESE accoglie favorevolmente il fatto che attraverso l’introduzione della TTF sia possibile
modificare il sistema delle convenienze degli operatori finanziari riducendo le operazioni ad
alta frequenza e bassa latenza (high frequency and low latency trading). Operazioni, queste,
fortemente speculative, fonti di instabilità dei mercati finanziari e del tutto separate dal
normale funzionamento dell’economia reale. Attraverso la TTF sarà quindi possibile
stabilizzare i mercati finanziari, aumentando la convenienza in allocazioni finanziarie di
medio e lungo termine in grado di dirigersi verso il sistema delle imprese.
1.7.1 Il CESE ritiene che la minore velocità delle transazioni altamente speculative, derivante
dall’introduzione della TTF, sarà un rilevante stabilizzatore delle fluttuazioni dei valori nei
mercati finanziari in grado di consentire alle imprese, che operano nell’economia reale, di
avere scenari finanziari più stabili per i propri investimenti
1.8 Per il CESE uno degli effetti più importanti dell’introduzione della TTF potrà essere quello
connesso al miglioramento della situazione dei debiti sovrani. Le crisi dei titoli di Stato
divengono più rilevanti nei periodi di forte instabilità finanziaria. L’aumento di gettito
derivante dall’introduzione della TTF contribuirà a migliorare la stabilizzazione fiscale,
frenando le necessità del ricorso all’indebitamento ulteriore. Tale effetto sarà diretto, per le
risorse che affluiscono agli Stati membri, e indiretto per le risorse che affluiranno al bilancio
dell’UE, sostitutive dei contributi degli SM.”
Tale proposta è stata definitivamente approvata il 23 maggio 2012 con in particolare:
“aliquote fiscali proposte dalla Commissione (0,1% per azioni e obbligazioni e 0,01% per i derivati), con alcune esenzioni, fra cui, quella più sostanziale, riguarda i fondi pensione, che non sarebbero colpiti dall’imposta.”
Il tutto entro il 31 dicembre 2013 il termine ultimo per gli Stati membri per adottare le leggi di attuazione e per il 31 dicembre 2014 la data di entrata in vigore di queste leggi.
Peccato però che, dalla riunione odierna di oggi, dai mass-media spunti fuori che (fonte Reuters):
“Un altro numero cospicuo è favorevole al progetto ma vuole conoscerlo più nei dettagli. Chiaramente contrari sono britannici, olandesi, irlandesi, lussemburghesi e svedesi.
Gli Stati favorevoli alla cooperazione dovranno ora presentare una richiesta formale alla Commissione europea per lanciare ufficialmente la procedura. Restano ancora da chiarire i dettagli della tassa, e in particolare i tassi applicabili e i prodotti finanziari che verrebbero coinvolti fin da subito. La presidenza danese dell’Ue ha proposto un testo di compromesso che esclude i prodotti derivati dall’iniziale applicazione della tassa. ”
Quindi non cambierà niente. In pratica si tratta solo di parole e solita manifestazione di titubanza politica. Pane per la speculazione.
Coraggio. ❗
Dimenticavo un aspetto importante, che mi è sfuggito (dalla stessa fonte Reuters):
” L’Italia non ha ancora una posizione precisa sull’avvio di una cooperazione rafforzata per una tassa sulle transazioni finanziarie”
Chissà per quanto soffierà ancora il vento…
http://sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/La-paralisi-dei-potenti-e-l-altra-Europa-14058
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Daje a Mariooooo!! dajeeeeee!!