in caricamento ...
Il futuro è nelle nostre mani
I prossimi cinque anni saranno durissimi. I magnifici 28 dell’Unione Europea ne sono ben al corrente. Come è giusto che sia, per poter dar sprazzi di ottimismo e di positività spesso si minimizza su certi dettagli che dettagli non sono. Ma senza dubbio tutti, chi più chi meno, hanno le loro belle preoccupazioni. Ma attenzione, non sto parlando di mercati finanziari. É ormai sempre più evidente una chiara scollatura tra quella che è la realtá economica, e quanto invece ci illustrano borse e bond tutti i santi giorni. Certo, ci sono dei nessi ma ormai è chiaro che i mercati brillano non solo per loro meriti, e non di certo per lo stato di salute della disastrata economia. Anche la Germania, che comunque continua a non passarsela male, sta iniziando una progressiva frenata. Per il resto dell’Europa invece il termine corretto è STALLO. Ma come uscire da questo stallo? Inutile guardarsi indietro. Tutti e ripeto tutti sono costretti a guardare avanti nell’ottica di un progetto comune. E in che modo? Innanzitutto ognuno deve fare la sua parte. Ed è proprio questo, secondo me, l’elemento determinante dell’incontro di Bruxelles finito in tarda nottata.
Maggiore elasticità nei parametri: ok a maggiori margini di oscillazione a condizione che arrivino le riforme, progetti di investimento, strumenti atti a migliorare i conti pubblici.
Il Patto di Stabilità al momento non viene toccato, nel senso che lo si dovrà rispettare. Ma attenzione, i non escluderei importanti deroghe strada facendo. Non si poteva pensare di ottenere documenti rivoluzionari. Il tutto sarà legato, come detto, a riforme e sviluppo di piani di lungo Periodo.
Priorità al problema della disoccupazione e della crescita. Tutti i 28 sono d’accordo che occorre puntare su queste due criticità per provar ad uscire dal pantano, con la consapevolezza che l’austerity fine a se stessa è controproducente.
In estrema sintesi, mi sembra di poter dire che l’UE è disposta ad allargare gli spazi di manovra a condizione che i singoli stati facciano la loro parte. Fin troppo banale non pensare subito all’Italia. Noi abbiamo dei problemi strutturali che spesso ho descritto e che definirei “drammatici”. Per poter vedere concretamente un pò di luce ci potrebbero volere anni se non decenni. Ma occorre partire subito con le riforme. Ed è quello che Renzi promette con i suoi 1000 giorni. Un progetto che, lo ammetto, non conosco nei dettagli ma che è piaciuto molto alla Merkel, il che non mi esalta per certi versi, ma non mi dispiace, visto che noi siamo conosciuti ovunque come un paese di cantastorie politici ed incantatori di serpenti, poco affidabili e tutto pizza sole e mandolino. Iniziamo ad ottenere la fiducia dagli altri stati membri “che contano.”
Partiamo con delle riforme veramente rivoluzionarie come già alcuni stati tipo Spagna e Grecia stanno attuando. Iniziamo a dimostrare a tutti che anche nell’immobile e mafiosa Italia “cambiare si può”. Diamo dei segnali chiari e concreti di cambiamento, e poi pian pianino le cose miglioreranno. L’ho detto prima, sarebbe stupido pensare che tutto cambi in un giorno. Ci vuole tempo ma occorre partire subito. Finora Renzi non mi ha di certo entusiasmato. Troppe parole, troppe promesse rimandate, troppo fumo e poco arrosto. Ma in questo momento storico, si trova nel posto forse più scomodo ma fondamentale. E che ci crediate o no, il buon Matteo entrerà veramente nella storia, perchè questa per noi è l’ultima possibilitá per ripartire. E se lui la fallisce, sarà il fallimento non solo di Matteo Renzi ma di tutta l’Italia. Siamo per certi versi, quindi, costretti a dargli fiducia perchè non abbiamo alternative. E quindi ora sta a noi. Possiamo veramente ripartire ma dobbiamo essere ben consapevoli che l’accelleratore del processo chimico della crescita ce l’abbiamo in mano innanzitutto NOI, solo noi, e questo accelleratore deve essere un mix di radicali riforme e piani di sviluppo. La coperta è corta? Il debito pubblico è enorme? Non è una novità, lo sanno anche i muri e quindi ormai non è più una notizia. La vera notizia sarebbe una mentalità nuova in un paese che realmente vuole cambiare. Il futuro è nelle nostre mani, prima ancora che in quelle dell’Europa.
Sta a noi.
STAY TUNED!
Caro DT, sono anni, ma veramente anni, che campiamo di fiducia, soprattutto in merito alle riforme economiche e nella gestione di questo Paese.
Arriva il “mago” di turno, sempre carico di ottimismo e di nuove proposte, ma poi tutto resta uguale, immobile e, guarda caso, sempre in modo che “la casta” resti intoccabile.
Quale senso ha, visti gli innumerevoli ed anche recenti precedenti, reiterare la possibilità di intangibilità per i senatori o per chi governa (e male) il Paese?
Ci vuole una chiara indicazione delle responsabilità ed una assunzione delle stesse.
In caso di fallimento del “business plan” proposto, via, cambiare aria e lasciare il posto e non attaccarsi alla “cadrega” ed ai privilegi economici che continua ad elargire nonostante le diffuse e drammatiche problematiche economiche.
Per cambiare bisogna che tutti, nessuno escluso, siano disposti a rinunciare a qualcosa, dal momento che manifestamente il sistema attuale non regge su nessuna linea e continua a generare debito pubblico.
Qui invece si vorrebbe cambiare il colore del mantello della mucca, ma il mandriano, la stalla ed il sistema di mungitura dovrebbero restare uguali…
Una volta macellate le mucche si passerà alle pecore, tanto l’hanno capito che il gregge si è ingrossato…
Qualche esempio?
Beccati la prossima “manovrina” di aggiustamento dei conti (è l’Europa che ce lo chiede, neh?) e soprattutto l’aumento del carburante (l’ennesimo) nel periodo luglio-agosto.
Sarà, ma chi di speranza vive… disperato muore.
no no…sempre al mare anche se ora mi sono spostato!
sono assolutamente d’accordo con te e tu lo sai, ne abbiamo parlato tante volte. il fatto è che….ci sono alternatice CREDIBILI e DIFENDIBILI oltre a questa se non quella di una rivoluzione epocale? (non intendo solo ideologica)
Voi ce lo vedete Renzi a:
Abolire la cassa integrazione
Desindacalizzare i contratti di lavoro
Licenziare un milione di dipendenti pubblici
Non saldare con soldi pubblici i prossimi passivi della capitale Roma e della Regione Sicilia (diciamo un paio di miliardi di euro?)
Abolire gli studi di settore
Abolire gli ordini professionali (con eccezione del settore sanitario)
Abolire i finanziamenti pubblici ai giornali
Semplificare la burocrazia in modo che, ad esempio, chi vuole costruire un palazzo non ha che da comprare il terreno e…costruirlo senza problemi
Abolire l’assistenzialismo al Sud
Abolire l’articolo 18
Io non ce lo vedo proprio.
Vedo invece:
Tasse, prelievi forzosi, patrimoniali, aumenti Iva, aumenti canone, aumenti accise…che il Paese lo massacreranno, ma non lo cambieranno di una virgola.
Sei troppo intelligente e informato per non sapere cosa è realmente accaduto e cosa sta accadendo.
Renzi poi… Comunque ne stanno scaldando un altro con la teleguida gia ben collaudato nel passato e nel caso che ci sia un rifiuto nazionale alla “Agenda” sovra atlantica.
Sarà un flop come Renzi.
Saranno i rapporti di forza sociali, non solo in Italia a definire il futuro… non le “riforme”.
Le chiamano “riforme” ma è solo un trafereimento di redditi e capitali, quelle di efficienza sistemica non le hanno mai fatte perchè i furbi globalisti ed europeisti di casa nostra (i circoli ristretti e dei salotti) hanno fatto sempre sovraprofitti con l’inefficienza sistemica e il rapporto privilegiato e olitato con politica e burocrazia. E’ un esproprio, non sono riforme. Sono proprio gli stessi che hanno voluto la cosiddetta europa.
Ovviamente, il mio, è solo un punto di vista.
Danilo, grazie per il tuo prezioso e costante contributo ma…ti faccio una domanda. Quali sarebbero le così tanto decantate riforme Spagnole e Greche?
A me sembra molto chiaro il quadro: riforme strutturali = salari più bassi e meno stato sociale per aumentare la competitività. Ma è una strada chiaramente perdente. A rimetterci saranno sempre gli stessi, con un allargamento a quello che fino a poco fa era la classe media.
D’altronde le domande di Alfio sono più che legittime ed il problema non sarebbe comunque quello perchè tra un sistema monetario completamente sballato ed il problema energetico sempre più attuale, siamo stretti in una morsa da cui al 99% non potremo liberarci.
Per me andrà sempre peggio…un lento stillicidio fino a quando i forconi saranno nelle mani di almeno dieci milioni di persone. Vorrei proprio tanto sbagliarmi ma la fine mi sembra si stia chiaramente delineando. Non so quanto ci vorrà…
il futuro ??
quale futuro ?? quello del primo paese euromagrebino ??
nostre mani ?? di chi ?? di una banda di vekkietti superstiti di etnia italiana che hanno fatto troppo pochi figli e li hanno educati molto approssimativamente secondo le sciocche mode buoniste-ultrapermissive ?? tutta gente che è o sarà presto alla ricerca di un paesucolo estero in cui vivere male con pochi soldi
alfio200@finanza:
Voi ce lo vedete Renzi a:Abolire la cassa integrazione
Desindacalizzare i contratti di lavoro
Licenziare un milione di dipendenti pubblici
Non saldare con soldi pubblici i prossimi passivi della capitale Roma e della Regione Sicilia (diciamo un paio di miliardi di euro?)
Abolire gli studi di settore
Abolire gli ordini professionali (con eccezione del settore sanitario)
Abolire i finanziamenti pubblici ai giornali
Semplificare la burocrazia in modo che, ad esempio, chi vuole costruire un palazzo non ha che da comprare il terreno e…costruirlo senza problemi
Abolire l’assistenzialismo al Sud
Abolire l’articolo 18
Io non ce lo vedo proprio.
Vedo invece:
Tasse, prelievi forzosi, patrimoniali, aumenti Iva, aumenti canone, aumenti accise…che il Paese lo massacreranno, ma non lo cambieranno di una virgola.
sì, anch’io vedo questo ……. fin che dura la bubana (= i capitali accumulati dalle generazioni precedenti)
Rivoluzione epocale?
Magari… ma fatta da chi? Da quale ceto e per cosa? Per le partite di serie A non criptate?
Basta vedere il recente risultato elettorale dove, le cifre parlano chiaro, la maggior parte degli elettori si sono espressi non per indicare i propri rappresentanti in seno al Parlamento europeo ma per l’eterna guerra tra guelfi e ghibellini che attanaglia questo Paese da secoli e per fargliela vedere ad un tale che farebbe meglio ad andare in riviera (o ai caraibi…) per sempre.
Pochi hanno capito il senso del voto che andavano ad esprimere ed il significato che avrà nel prossimo lustro. E’ stato come partecipare agli Europei con la divisa e la preparazione dell’Oratorio… (non che qualcun altro abbia fatto di meglio poi, ehm…).
andrea4891@finanzaonline,
La bubana? Condivido e confermo che in molte famiglie è già finita.
A proposito, date un’occhiata all’aumento del numero di separazioni e divorzi per capire quale benefico influsso hanno i soldini sull’ “amore” e sulla coesione famigliare… e fate i vostri conti.
Poi provate a chiedere chi erano i Lanzichenecchi e come ci sono arrivati a Roma…
In effetti, il solo divario di sviluppo che separa il Nord dal Sud è più che sufficiente, non sufficiente, ma più che sufficiente a far fallire il Paese. Soltanto questo.
E’ come se alla Francia attuale, che non sa più che pesci pigliare, annettessimo la Romania e, tramite un sistema di vasi comunicanti, elevassimo il tenore di vita dei rumeni a quello dei francesi con i costi che comporta.
Non è questione di antimeridionalismo, ma di una semplice constatazione economica. Infatti, relativamente al Sud, non cito gli appalti gonfiati in mano alla mafia perché al Nord, quanto a questo (vedi Expo e Mose), la situazione non cambia.
Non concordo sulla vulgata “degli ultimi risultati elettorali”, è telepropaganda, sono loro che ci vogliono credere e farlo credere.
Nella realtà esiste, anche espressa dal voto, un distacco sempre più forte tra la classe digerente e il popolo italiano.
Oggi col non voto e quello di dissenso andrebbe anche peggio dopo le ultime dichiarazioni del nostro e delle balle raccontate a raffica. Ce le scordiamo per un bel pezzo altre elezioni e questo ne è il motivo.
Il gioco non durerà molto coi prossimi espropri sociali e individuali in arrivo che abbatteranno i margini di garanzia di capitale accumulato e risorse col quale stanno resistendo molte famiglie italiane.
Stanno in piedi per ora solo sulla propaganda, la disinformazione programmata, il dirottare l’attenzione su questioni marginali, particolari o ad effetto, più avanti sarà per altro e finché durerà.
I più intelligenti di loro lo sanno perfettamente, conoscono la dinamica dei processi storici reali, si defilano dal gioco o usano quando vi partecipano politici marionetta.
Come dice John, solo un “idiota” si impegna oggi in politica direttamente portando avanti la linea di politica economica e sociale che perseguono al di là delle chiacchiere.
E’ a questo che sevono le teste di legno, sono sacrificabili.
Sempre.
Secondo me è da leggere, c’è anche l’ultimo rapporto della BIS del quale si può fare il download.
forse non era intenzionale, ma hai scritto una GRANDE VERITA’ 😯 👿
“” … un distacco sempre più forte tra la classe digerente e il popolo italiano … “”
in effetti in Itaglia abbiamo una classe DIGERENTE, e non DIRIGENTE 😡 😡 😡
❗ LA MATEMATICA NON E’ UN’OPINIONE ❗
➡ Italia: elezioni politiche, 2013
Le elezioni politiche italiane del 2013 per il rinnovo dei due rami del Parlamento italiano – la Camera dei Deputati ed il Senato della Repubblica – si sono tenute domenica 24 e lunedì 25 febbraio 2013 a seguito dello scioglimento anticipato delle Camere avvenuto il 22 dicembre 2012, quattro mesi prima della conclusione naturale della XVI Legislatura.
Le consultazioni elettorali sono state regolamentate dalla vigente legge elettorale del 2005 (ora siamo nel 2014: ossia, NEMMENO 10 anni fa).
Dai risultati elettorali emerse che NESSUNA delle coalizioni potè ottenere una vittoria netta, determinando un risultato senza precedenti nella storia delle elezioni politiche italiane, ampiamente commentato dalla stampa – “nazionale[*]” ed internazionale.
L’affluenza al voto registrata dal Ministero dell’Interno, per la Camera, fu pari al 75,19% degli elettori aventi diritto al voto (Elettori: 46.905.154 – Votanti: 35.271.541), con circa il 5% IN MENO rispetto alle Elezioni politiche italiane del 2008 che fu pari al 80,50%.
Dunque per la PRIMA VOLTA nella storia dell’Italia Repubblicana l’affluenza alle urne scese SOTTO la soglia dell’80%.
Risultato simile anche per il Senato, con un’affluenza di 75,11% (Elettori: 42.270.824 – Votanti: 31.751.350) contro l’80,46% delle precedenti elezioni.
➡ Italia: elezioni europee, 2014
Le elezioni europee del 2014 si sono tenute in Italia il 25 maggio 2014 per eleggere i membri italiani della VIII legislatura del Parlamento europeo.
Con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, i seggi spettanti all’Italia sono 73.
I votanti sono stati 28.991.258, pari al 57,22% dei 50.662.460 elettori aventi diritto.
Escludendo i voti degli italiani all’estero l’affluenza è stata del 58,69%, in CALO di quasi 8 punti percentuali rispetto al 66,43% delle precedenti elezioni europee del 2009.
I giullari, i menestrelli, i quaquaraqua del circo “para[*]-mediatico italico” dimenticano SEMPRE che
❗ LA MATEMATICA NON E’ UN’OPINIONE ❗
—–
[*] “Basta farsi UN SOLO GIRO GIRO – se non si ha la fortuna o a volte ANCHE la sfortuna di venir contattati per delle interviste o degli interventi per spiegare determinate tematiche (CHE NON CAPISCONO COMUNQUE!) – nelle redazioni delle testate – cartacee e/o digitali che esse siano – per rendersi conto che i Cognomi sono da A_N_N_I SEMPRE R_I_CORRENTI (a volte addirittura anche i N_O_M_I). Altro che inseminazione artificiale – le porte girevoli delle hall degli hotels, gLi fanno un baffo! Che si chiamino genitori, figli, parenti, amanti (etero-trans-homo-sex), compagni/e, amici od inseriti: il “circo” è sempre quello. L_O S_T_E_S_S_O! Basta saperLo; per la MATEMATICA e la MEMORIA, of course” [*]
サーファー © Surfer
EHHHH si, è proprio un bel casino, i problemi sono li da vedere e ben chiari a tutti ormai da tantissimi anni, ma per chi ha capito l’enormità del problema per cambiare ce ne vorranno altrettanti, una cosa è certa almeno per quello che ho potuto notare io nel mio piccolo ossia, se prima vedevo che c’era un problema o un’ingiustizia sociale ragionavo con il detto, vivi e lascia vivere, adesso quando vedo qualche cosa che non mi paga l’occhio nella società in generale, se non è oggi è domani metto subito il problema sul tavolo senza troppi se e troppi ma e ho notato che ad avere questo tipo di comportamento non sono l’unico.
Chiaramente mettere le carte sul tavolo non vuol dire avere risolto il problema ma nemmeno aver sottovalutato una situazione o comportamenti anomali per la normale vita democratica.
…..Ciao Danilo.
tu dici:
” La coperta è corta? Il debito pubblico è enorme? Non è una novità, lo sanno anche i muri e quindi ormai non è più una notizia. La vera notizia sarebbe una mentalità nuova in un paese che realmente vuole cambiare. Il futuro è nelle nostre mani, prima ancora che in quelle dell’Europa.”
…secondo me la coperta è : CORTA, STRETTA, ED ANCHE LISA. di più nin-zò!
…tu speri nel cambiamento culturale del ns. bel paese, io ogni giorno vedo sempre maggiore “degrado” in primis quello culturale.
un banale esempio: campionati mondiali Brasile 2014, la ns. nazionale è quella che ha spese di più…. e si sono visti i risultati. ps: che bisogno c’era di portare moglie e famigli al seguito?
tu quando vai a lavorare all’estero, porti moglie e famigli?
…siamo senza speranza. Goditi le vacanze! ciao!
Danilo già finite le vacanze ? 🙄