WALL STREET: il #Greferendum non lascia indenne nemmeno gli USA

Scritto il alle 14:44 da Lukas

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La Grecia, malgrado il pensiero di alcuni politici, rappresenta un rischio per i mercati finanziari. Basta guardare alla preoccupazione di Obama e agli effetti della prima giornata di borsa aperta dopo l’annuncio del referendum greco (#Greferendum). E curiosamente il T-Note 10yr sfiora il death cross.

Cari amici, anche in quest’ultima settimana, abbiamo assistito ad una situazione molto ambivalente sui mercati finanziari internazionali, caratterizzati da un lato dalle emotive tensioni per la incerte sorti della Grecia, e dall’altro da segnali molto incoraggianti sulle future prospettive di crescita dell’economia globale. .

Lo scenario intermarket ha, infatti, registrato, sul mercato valutario, un nuovo consistente apprezzamento dell’ 1,5 % delle quotazioni del dollar index. che ha riportato il rapporto di cambio EUR/USD nuovamente sotto quota 1,12. Inoltre, contrariamente a quanto accaduto negli ultimi mesi, all’apprezzamento della valuta Usa si è accompagnata una rivalutazione nominale delle quotazioni delle commodities, pari all’1,3 %. Movimenti questi ultimi che riducono di molto l’entità dell’ultimo storno subito dalle commodities, e che lasciano intravvedere meno pessimistiche prospettive di crescita dell’economia mondiale. Migliori prospettive, che trovano, peraltro, coerentemente riscontro anche negli accadimenti che si registrano nel mercato obbligazionario. I rendimenti dei titoli decennali Usa, infatti, sono risaliti, in una sola ottava, di ben 21 bps, raggiungendo i massimi degli ultimi mesi a quota 2,47 %. Analoghi movimenti si registrano sul bund, i cui rendimenti sono risaliti in settimana di 18 bps, sino a raggiungere quota 0,93 %. Movimenti che rendono più plausibile l’annunciato prossimo rialzo dei tassi a breve ad opera della FED. Come dimostra il seguente grafico, sul decennale Usa, sembra infatti avvicinarsi il momento del death cross .

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Death cross e storno del mercato obbligazionario, che per il momento non provocherà a mio avviso significative cadute dei mercati azionari, che credo continueranno anche nei prossimi mesi nel loro andamento incerto e laterale. Peraltro, come evidenziato anche in quest’ultima settimana, si registra una sempre minore correlazione tra i mercati azionari Usa ed i mercati del Vecchio continente, con questi ultimi che godono evidentemente dell’ingente programma di QE avviato dalla BCE, che credo preserverà gli stessi anche dai negativi riflessi delle vicende greche.

Dopo tale premessa, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì sera dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 16.352

Large Traders : + 9.326

Small Traders : + 7.026

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Si riconferma, pertanto, l’incerta e sempre precaria configurazione generale del mercato dei derivati azionari degli ultimi 8 mesi. In quest’ultima ottava, si sono registrate limitate movimentazioni pari a soli 5.192 contratti.

In particolare, i Large Traders, che contrariamente a quanto si pensa non sono molto trend following, mostrano maggior fiducia ed acquistano l’intero lotto dei 5.192 contratti long, risultando a sorpresa i più ottimisti tra gli operatori. Gli Small Traders, invece, si dimostrano molto più oculati di quanto si pensi, cedono,

infatti, altri 4.710 contratti long, e riducono la loro abituale posizione Net Long ai livelli più bassi degli ultimi 2 anni. I Commercial Traders, infine, pur mantenendosi sempre molto vigili ed attenti, decidono di temporeggiare e di non intervenire massicciamente a sostegno i mercati azionari Usa, cedono 482 contratti long, e mantengono la loro abituale posizione di copertura Net Short a livelli sempre molto bassi . Le movimentazioni di quest’ultima settimana, che lasciano presagire, nel breve termine, un nuovo lieve storno dell’equity Usa, non preannunciano tuttavia l’auspicato sblocco della situazione di stallo ed incertezza dei mercati azionari Usa, che temo possa proseguire ancora per molti mesi, con grave danno per le performance dei traders, che invocano ormai da mesi la fine di questo estenuante ed improduttivo mercato laterale. Nei prossimi mesi, credo si rivelerà più profittevole shortare l’obbligazionario che puntare su uno sblocco del mercato azionario.

Prospettive, dunque, molto incerte, ma credo migliori per l’Europa, e per l’Italia in particolare, che cercherò di tradare con il mio originale trading system che, come ormai ben sapete, si propone di valorizzare l’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, individuato nelle pregevoli ricerche condotte dai professori Jegadeesh e Titman, ed i cui presupposti scientifici sono illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Dopo quest’ultima eccellente settimana borsistica, il mio portafoglio “ Azioni Italia – LTM  , registra una performance annua pari al + 25,24 %, nuovamente inferiore a quella conseguita dal nostro benchmark nazionale, rappresentato dal Ftse All Share, pari nel contempo al + 25,83 %. Questa settimana, nonostante l’incertezza greca, e con un ottica di medio termine, riporto la componente long del mio portafoglio al 100 %, sperando di acquistare in occasione di un’eventuale storno. Per ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ gli eventuali interessati possono, se lo desiderano, consultare direttamente il mio sito.

Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Riproduzione riservata

Lukas

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1 commento Commenta
lampo
Scritto il 2 Luglio 2015 at 15:06

Chissà se è il momento buono per comprare (d’altronde oramai cosa può accadere di peggio!):

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