WALL STREET: frenata momentanea per la borsa USA

Scritto il alle 22:36 da Lukas

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Non ci sono particolari novità, anche se lo SP500 ha dato qualche segnale di debolezza. La situazione sembra continuare sulle solite coordinate rialziste e le correzioni non sono che piccole prese di beneficio. [Guest post]

Cari amici, nelle ultime due settimane, abbiamo assistito ad andamenti finanziari sorprendentemente divergenti tra le due sponde dell’Atlantico. Tengono infatti gli indici azionari Usa, mentre in Europa si registrano storni più o meno consistenti su diversi listini. A dire il vero mi sarei aspettato il contrario, il ciclo economico europeo è infatti molto meno maturo di quello Usa, e le prospettive di crescita economica risultano pertanto migliori di quelle americane. Peraltro, anche sul piano della politica monetaria si annuncia una divergenza di condotte favorevole per il Vecchio Continente. Evidentemente c’è qualcosa, in termini di comprensione, che personalmente mi sfugge. E’ nota tuttavia la capacità dell’Europa di farsi male da sola, come dimostrano anche le ultime vicende relative alla gestione dei NPL delle banche.

Lo scenario intermarket raffredda, comunque, i bollori emersi nelle precedenti ottave. In particolare torna ad indebolirsi il dollaro index, perde infatti lo 0,77 %, e retrocede sino a quota 93,74. Di conseguenza il rapporto EURUSD risale nuovamente sino a quota 1,177. Nell’ultimo anno l’apprezzamento di tale rapporto di cambio è pari all’ 11,26 %. E’ forse questo uno dei motivi che turba i listini europei ? Le commodities, dopo i rimbalzi delle precedenti settimane, stornano sia in termini nominali ( – 0,60 % ) che in termini reali ( – 1,37 % )

Andamenti altalenanti che testimoniano, a differenza del passato, che neanche in una fase avanzata del ciclo si verificano particolari tensioni sui loro prezzi. Non a caso il tasso d’inflazione Usa risulta, ancor oggi, inchiodato al 2 %. Oltre alla mancanza d’inflazione, la particolarità di questo ciclo economico, è testimoniata anche dagli andamenti del mercato obbligazionario. I rendimenti dei bond decennali Usa, lateralizzano infatti anch’essi da mesi, senza alcuna direzionalità. In quest’ultima ottava cedono 5 bps, e tornano a quota 2,35 %. Continuano invece a lievitare i rendimenti dei bond a 2 anni, che raggiungono quota 1,73 %. Perde, pertanto, ulteriore inclinazione la yield curve Usa, anche se sono ancora 62 i bps che ci separano dal suo definitivo appiattimento. L’interlocutorio scenario intermarket trova pieno riflesso anche nei mercati azionari Usa. Il nostro benchmark azionario mondiale, l’S&P 500, storna infatti, dello 0,13 %, e staziona intorno a quota 2578,85. Ben diversa, come detto, la situazione sugli indici europei, il Dax perde infatti l’1,02 % il Cac l’1,14 %, ed il nostro Ftse Mib addirittura il 2,07 %. .

Ciò premesso, passo ad esaminare i nuovi dati del COT REPORT settimanale, pubblicati venerdì dalla CFTC (Commodity Futures Trading Commission), concernenti i valori aggregati dei Futures e delle Options su tutti gli indici azionari USA, che risultano essere i seguenti:

Commercial Traders : – 47.145
Large Traders : + 51.372
Small Traders : – 4.227

Resiste, pertanto, la favorevole configurazione del mercato dei derivati azionari Usa, in voga ormai dal lontano  febbraio 2016. In quest’ultima ottava registriamo variazioni, nelle posizioni dei diversi operatori, pari a 8.352 contratti. In particolare, i Large Traders, accrescono la loro fiducia, acquistano infatti altri 3.232 contratti long, e consolidano, sopra le cinquantamila unità, la loro solitaria posizione Net Long. Gli Small Traders, acquistano anch’essi 5.120 contratti long e riducono l’entità della loro inconsueta posizione Net Short.

I Commercial Traders, preso atto della fiducia degli altri operatori, vendono loro l’intero lotto degli 8.352 contratti long, e ritornano in una consistente, tranquilla ed abituale posizione di copertura, Net Short. Le movimentazioni di quest’ultima ottava, di segno opposto a quelle della precedente, confermano l’attuale fase di stasi dei mercati azionari Usa. In realtà, fasi temporanee di stasi costituiscono una caratteristica ricorrente di questo lungo e prolungato bull market. Dopo ognuna di esse, i mercati Usa hanno comunque ripreso con rinnovato vigore la loro inarrestabile ascesa. Crediamo pertanto che, anche dopo quest’ultima stasi, i mercati azionari Usa riprenderanno a salire. Non sono infatti venute meno le favorevoli condizioni economiche e di sentiment che sorreggono l’attuale up-trend. A dire il vero anche tra gli analisti più ottimisti si diffonde qualche dubbio ed un po’ di scetticismo. In particolare, molti temono i ripetuti Hindendurg Omen apparsi di recente sull’S&P 500.

Nessuno può escludere una correzione improvvisa indotta magari da fattori esogeni, ossia esterni al mercato. Non avendo ragioni strutturali, la stessa si rivelerebbe, comunque, una vittoria di Pirro per i ribassisti. La crescita economica, seppur modesta, è infatti ancor oggi una crescita priva di particolari squilibri e tensioni, sia inflattive che deflattive. Fintanto che tali squilibri non si manifesteranno, non v’è, a mio avviso, ragione per temere la fine e l’inversione dell’attuale straordinario bull market.

Futuro che si prospetta, quindi, ancora positivo per i corsi azionari, che cercherò, come sempre, di tradare con il mio originale trading system, fondato sullo sfruttamento e sulla valorizzazione dell’effetto “LONG TERM MOMENTUM“, descritto negli studi e nelle ricerche dei professori Jegadeesh e Titman, ed illustrati nel mio sito http://longtermmomentum.wordpress.com/. Da inizio dell’anno il mio portafoglio denominato “ Azioni Italia – LTM “, registra una performance positiva pari al + 12,57 %. Performance, tuttavia, inferiore a quella realizzata dal Ftse All Share, pari, nel contempo, al + 16,40 %. Una sotto-performance del 3,83 %, dovuta, molto probabilmente, all’effetto discorsivo creato dai PIR, che non fa tuttavia venir meno la fiducia nel nostro approccio operativo, che nei precedenti 4 anni ci ha regalato una sovra-performance media annua pari al 20,8 %. In coerenza con l’analisi sopra esposta, questa settimana, incremento dall’80 all’87,5 % le mie posizioni long e riduco dal 20 al 12,5 % le mie posizioni short, assumendo di conseguenza una posizione Net Long pari al 75 % del mio portafoglio. Chi desiderasse approfondire e ricevere maggiori informazioni sul mio trading system e sulla composizione del portafoglio “ Azioni Italia – LTM “ può consultare, se vuole, direttamente imio sito.
Vi ringrazio per la vostra stima e fiducia, ed auguro a TUTTI gli amici di Intermarketandmore buon trading.

Lukas

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