VOLATILITA’: la chiave giusta per leggere i comportamenti dei mercati finanziari

Scritto il alle 01:18 da Danilo DT

Mercati che hanno estrema confidenza con il rischio. Anzi troppa. E‘ quasi incredibile vedere quante asset class, considerate fino a ieri volatili e rischiose, oggi nei prezzi sono diventate praticamente “risk free“.

L’elenco è lunghissimo da fare. In linea di massima tutto quello che può offrire, oggi, un margine di guadagno, viene generosamente comprato dal mercato. l’unica asset class che al momento non viene considerata (anzi, viene venduta) sono in mercati emergenti. Noi da tempo abbiamo deciso di starne alla larga. Le voci del tapering prima, l’indebolimento dei mercati emergenti poi, e a condire il tutto le tensioni geopolitiche e le mosse della PBOC che tendono ad indebolire lo yuan, fan si che su questa asset class, oggi, sia ancora “presto” per valutare acquisti. Emergenti a parte, però, gli altri mercati sono incuranti del rischio finanziario.

Lo S&P 500 venerdi sera ha chiuso con una seduta al ribasso. Per carità, nulla di che visto che il trend è assolutamente sotto controllo. Ma è anche vero che, nella logica delle cose, è quanto meno normale pensare ad una settimana che, priva di grossi spunti macroeconomici, possa avere qualche giornata negativa.

Il grafico dello S&P mette in evidenza innanzitutto la distanza dei prezzi dai nostri indicatori di trend, quali il cloud le medie mobili, le trendline. E quindi ci sta sicuramente una fase correttiva che comunque non va a cambiare il quadro tecnico ma, anzi, lo va a confermare, dando la possibilità all’indice di “tirare il fiato” e di riprepararsi ad una nuova ripartenza.

Grafico S&P 500

Ma oltre ad un discorso di tipo tecnico, può diventare interessante buttare un occhio ai “cicli di volatilità”. Infatti come ci ricorda J. Strugger della MKM Partners, è normale periodicamente ritrovarci con dei picchi di volatilità.

Statisticamente questi picchi (coincidendi ovvamente con delle correzioni di borsa) capitano ad una distanza l’uno dall’altro di circa 40 giorni bi sedute borsistiche.
Data ultimo picco: due febbraio. Apparentemente presto, quindi, puntare ad un aumento della volatilità. Ma è anche vero che quest’analisi lascia il tempo che trova in qunato, come vedete, ci sono stati cicli anche solo di circa 26 sedute e quindi non così lontane dalla situazione attuale. Ciò che secondo me è più importante è fare un ragionamento “contrarian”.
Quando la volatilità si appiattisce eccessivamente e quindi dà al mercato un’immagine simil “risk free”, allora qualcosa potrebbe succedere.

L’analisi della volatilità di J. Strugger

Dal mio punto di vista, invece, è molto più importante ragionare su QUESTA mia analisi.

La VOLATILITA’ è il vero elemento “pilotato” dalle Banche Centrali

Ragionate un attimo. Cosa può spaventare in modo assoluto le banche centrali? Io metto in testa a tutto la volatilità, in quanto essa scatena una serie di fenomeni che rischiamo di mandare il mercato in “TILT” e fuori controllo. Pensate a tutto quanto è collegato oggi alla volatilità! Forse non ve ne rendete conto ma sui mercati, soprattutto dei derivati, la volatilità ha un’importanza SIDERALE. E ve lo scrivo in maiuscolo perché è drammaticamente IMPORTANTE.
Quindi, la “mission” della FED è innanzitutto mantenere la volatilià bassa. Guardate questo grafico. La “mission NOT impossible” al momento è risucita alla grande.

Grafico VIX vs SP500

Come ptoete vedere, è un po’ come se l’area di ALERT assoluta sia quota 25 del VIX ma notate cosa succede quando si arriva a 20. Magicamente utto si riprende ed il mercato riparte. Affascinante no? O forse meglio dire…matematicamente affascinante. Ma di certo può servire per CAPIRE cosa sta accadendo in questo momento.
ALT… già sento alcuni di voi che mugugnano… Si, l’equity è importante ma il problema per le banche centrali sono i bonds ed i tassi.
Non temete, cari amici, in ambito bond il problema non si pone al momento. E lo sapete perché ? Ve lo faccio vedere.

Grafico indici ITRAXX Corporate, Government bonds e Eurostoxx50

Cambia qualcosa per l’Eurostoxx 50? Un bel piffero di nulla. Quando il V2X (sarebbe il VIX relativo) arriva a 25, puff, arriva la “mano invisibile” che fa ripartire le quotazioni. Ma sarà sempre un caso? E soprattutto…guardate i due indici ITRAXX. In perenne e costante ribassi, fino ad una fase di totale compressione. Questo grafico piace molto alle banche centrali perché dà loro la percezione di avere TUTTO sotto controllo.
E che lo crediate o no, oggi la finanzia viaggia su queste coordinate.

ADIOS.

(Questo post è stato l’argomento dell’ultimo video di TRENDS. Meglio in video o “su carta”)

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Danilo DT

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