UNICREDIT: aumento di capitale è un successo. E il titolo crolla…

Scritto il alle 08:02 da Danilo DT

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Domanda da porre ai risparmiatori possessori di azioni Unicredit. A seguito dell’aumento di capitale, concluso con successo, chi si sarebbe aspettato un repentino crollo del titolo? E come lo si giustifica?

Inutile dire che dietro all’operazione di aumento di capitale più grande della storia italica (e non solo), ci sono interessi enormi. Tanto per cominciare il buon esito dell’aumento era necessario per la stabilità economico-finanziaria del nostro sistema bancario. Immaginatevi che cosa sarebbe successo se operazione si fosse conclusa senza successo…
Inoltre, appena conclusa l’operazione, i media si sono subito dati da fare per riportare ottimismo sul titolo.

Il pieno successo dell’aumento di capitale Unicredit è un’ottima notizia per il sistema bancario italiano e per tutta l’economia del nostro Paese. Per le sue dimensioni e la misura della risposta del mercato, l’aumento ha infatti dimostrato che in giro c’è abbastanza fiducia per tenere in piedi le banche, se mettono mano ai propri affari. La prossima tappa sarà il salvataggio di Stato per Montepaschi. (…) I 13,5 miliardi della ricapitalizzazione Unicredit rappresentano la più grande operazione di questo tipo mai realizzata sul mercato italiano, dove il primato precedente apparteneva già a Unicredit (con i 7,5 miliardi del 2012). (…) (Source

Un vero successo insomma. Ma se l’aumento fosse stato un vero successo, come si giustifica questo grafico?

unicredit-grafico-post-aumento-capitale
Non sarà mica che c’è stato l’ennesimo inciucio? Non mi senti di escluderlo ed il comportamento anomalo di Unicredit a Piazza Affari potrebbe testimoniarlo. Ripeto, è un parere personale che non sarà mai ufficializzato, ma è comunque un’ipotesi che NON è da scartare vista la NECESSITA’ di avere un esito positivo di tale aumento di capitale.

Secondo me, le azioni derivanti dall’esercizio dei diritti sono finite nei vari fondi e nei prodotti di risparmio gestito, per decisioni prese da gestori che non sono sempre indipendenti. E tutto questo è figlio anche di due fattori: i volumi spropositati che ha raggiunto il risparmio gestito, ma anche l’assenza di regolamentazioni tra l’attività di collocamento e quella di investment banking.

Infatti oggi, in modo non proprio corretto, può succedere che chi colloca un titolo, può magari raccomandarlo tramite la sua attività di broker e poi…rendere operativo il suo BUY dando ordine all’asset management (che gestisce i fondi) di comprare, spalmando così in modo “inconsapevole” l’aumento sulla collettività dei risparmiatori sottoscrittori. E questa è un’operazione win-win. L’aumento di Unicredit è salvo e concluso con successo (e poi , una volta raccolti i capitali, capiti quello che deve capitare), il sistema finanziario italiano è a sua volta salvo, il consorzio di garanzia non deve intervenire (ed è a sua volta salvo). E poi queste società di cui parlavo prima, guadagnano sia sul brokeraggio e sia sull’asset management.

Fantastico quindi, tutti guadagnano. Ma sapete che questa regola non esiste e qualcuno per forza ci rimette. Dite che sia il risparmiatore? Beh, non sarebbe la prima volta.
Infatti che succede in borsa? Il titolo è venduto. Segno che forse il mercato di “sua iniziativa” ha bocciato l’aumento. Ma ci sono mani troppo forti che, questa volta, hanno diretto i giochi. E il risparmiatore non poteva che essere spettatore dell’ennesima commedia farlocca.

Ah, cosa dite? Il ruolo di Consob e Banca d’Italia? Ah nulla, nessuno se n’è accordo ovviamente. O forse…volutamente…
Diventerà interessante capire cosa diranno le stesse autorità su MPS, visto che BCE e UE sembrano coese sul da farsi. E non vogliono salvarla, tanto per capirci. Il risultato può solo essere volatilità soprattutto sul settore bancario italiano, volatilità che colpirà tutti incondizionatamente e creerà delle belle occasioni di acquisto che, col tempo, verranno sicuramente riconsiderate.

STAY TUNED!

Danilo DT

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2 commenti Commenta
adsodimelk
Scritto il 27 Febbraio 2017 at 09:09

Eccolo, il segnale di acquisto! Grazie DT!

Scritto il 27 Febbraio 2017 at 09:48

Prego! E cmq non è nè un segnale di acquisto e tantomeno di vendita. E’ la descrizione di quanto è accaduto secondo il mio punto di vista.

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