The party is NOT over! (E Wall Street è vista ancora in crescita nel 2015)

Scritto il alle 14:30 da Danilo DT

Weekly Rewind best of

[Weekly Rewind]: forecast (previsioni) per Wall Street nel 2015. La media prevede un rally vicino al 9%. E sarebbe il terzo risultato positivo, dopo due anni in doppia cifra. La festa quindi non finisce mai?

La festa non può, non deve finire, e non finirà.
O per lo meno questo è quanto pensano la maggior parte degli analisti che recentemente hanno rilasciato i loro pareri su Bloomberg e qui riassunti da una scheda di Birinyi Ass.
L’elenco degli strategist intervistati è abbastanza corposo, si tratta di 22 nomi altisonanti della finanza mondiale, che magari ci mettono la faccia e dicono cosa ne pensano alla domanda: “a quale livello si troverà lo S&P 500”?

Incuranti del rischio exit strategy, dell’imminente rialzo dei tassi, del bilancio FED che non crescerà più, del rallentamento globale, del calo dell’inflazione, degli scostamenti climatici, del problema del rischio estinzione delle foche monache, gli analisti hanno così sentenziato: facendo la media dei dati raccolti, l’indice SP500 chiuderà il 2015 a quota 2228, ovvero a +8.2% da oggi. Un guadagno che non grida proprio alla follia, ma che viene dopo tre anni di rialzi a doppia cifra, il che lo rende quantomeno straordinario. Ma vediamola questa mappa:

Però che questo rappresenti il vangelo lo escluderei categoricamente, anche perché è bello provare a guardarsi indietro e cercare di capire COME si erano comportati esattamente un anno fa, quanto si era chiesto (più o meno) alle stesse persone e comunque sempre analisti di primo livello, quale sarebbe stato il target di arrivo dello SP500. Ed ecco la mappa stilata ad inizio 2014.

forecast-sp500-2014

Un plauso quindi a Lee di JP Morgan, ma tutti gli altri hanno abbastanza sbagliato il colpo, anche se, occorre ammetterlo, non hanno poi sbagliato di tanto. Innanzitutto hanno azzeccato la tendenza (ovviamente gli analisti sono generalmente bullish) e poi hanno abbastanza sfiorato i target. Ma ecco ora le previsioni di borsa per il 2015.

forecast-sp500-2015

Morale: prendiamo per buono questo 2228, se vi torna più facile, segnatevi un bel 2222, che non si scorda facilmente, e poi ci si rivede a inizio 2016. Intanto “giocate” anche voi e sputate la vostra di sentenza.

S&P 500: quale performance per il 2015?

  • Tra l'area ZERO e il +10% (38%, 340 Votes)
  • Tra il -10% e l'area ZERO (24%, 214 Votes)
  • Sotto il -20% (15%, 130 Votes)
  • Tra il -20% e il -10% (9%, 85 Votes)
  • Tra il +10% e il +20% (8%, 75 Votes)
  • Oltre il +20% (6%, 51 Votes)

Total Voters: 895

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DEC 31 2014

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OBBLIGAZIONI alla fine di un ciclo: basterà il sostegno della BCE e del QE?

Secondo molti il 2015 sarà l’anno della svolta. Non mi riferisco ad un eventuale “turning point” per l’economia. Sto parlando del mercato obbligazionario, un mercato quello dei bond che cambierà decisamente pelle. Un trend di crescita (guidato anche dai tassi …

STAY TUNED!

Danilo DT

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11 commenti Commenta
ironblade79
Scritto il 3 Gennaio 2015 at 15:32

Ciao!

Ancora con questo “rialzo dei tassi”? Ma dove è?

Il rendimento del decennale USA è stabile discendente…

i tassi non torneranno normali per decenni. Non capisco l’utilità di continuare a dire che i tassi salgono.

Non salgano da nessuna parte 0.5 1 mica vuol dire “salita” (sempre se si realizzerà).

Se un azienda o uno Stato non può stare in piedi con tassi al 5 8 % dovrebbe andare in default.

Visto che si vuole evitare questo scenario, non li alzano. Punto. Che poi la Borsa salga o scenda è un altro paio di maniche.

E’ chiarissimo l’intento delle Banche Centrali: far abbassare il costo del debito. Prendiamo l’Italia: se i tassi stanno così fra 10 anni il debito costerà meno della metà.

Proprio non capisco come non si possa vedere una chiara strategia di questo tipo.

La crisi, come la chiamano, c’è per chi vive di risparmi, ma come ho già scritto, quello che dice la TV sono stupidate. Chi è in crisi lo era anche prima del 2008. E’ una cosa normale. Anzi sicuramente alcuni si stanno arricchendo a man bassa visto che la deflazione aiuta il potere d’acquisto.

Ma ragionate con la testa: come può, a livello macro, uno spostamento o un calo del PIL o della disoccupazione, cambiare in modo così drastico l’economia?

I numeri sono sempre quelli, ma ORA i mass media vogliono porre l’accento sulle cose negative è un altro conto.

Che poi singolarmente ci sono situazioni difficili è vero, ma ci sono sempre state e sempre ci saranno.

Saluti.

Scritto il 3 Gennaio 2015 at 15:46

ironblade79@finanzaonline,

Beh, concordo che i tassi rimarranno bassi ancora per un po’ ma…vediamo a partire dal secondo semestre del 2015. Dici che devono tenerli bassi sennò il debito diventa inesigibile? Certo, ma è anche vero che finchè si può tenerli ai minimi lo si farà, ma poi…
intanto per un paese come l’Italia l’importante è che restino a zero ancora per un anno. Così rinnoviamo la vagonata di BTP in scadenza a tassi risibili e ci mettiamo a posto per un po’ di tempo.
Poi ovviamente bisognerà, un giorno, cominciare a far scendere il debito pubblico. Ma quella è un’altra storia.
Intanto però è ovvio che in Eurozona sarà ZIRP ancora per un bel po’

calciatore
Scritto il 3 Gennaio 2015 at 19:47

I tassi potranno rimanere bassi non si sa ancora per quanto, nessuno puo’ dirlo con certezza. Ma se c’è una cosa certa è questa: quando le junk companies avranno finito di emettere debito a tassi storicamente bassi, e tra le junk co. ci metto anche la rep. italiana, i tassi saliranno a razzo. Su questo non c’e dubbio . Nonostante tutti gli sforzi delle banche centrali per intervenire sulla liquidità , le forze deflattive avranno il sopravvento e quando ci sarà l’accelerazione bullish dei tassi le banche centr. che hanno già sparato tutte le loro cartucce, non potranno fare più niente. A quel punto il loro bilancio esploderà , è naturale. Il loro spargere ottimismo in questa fase in cui la forza deflattiva prende il sopravvento si rivelerà vano. Nonostante i tassi a zero la gente non si indebita perché ha capito giustamente che i prezzi sono destinati a scendere di tutto. Commodities, immobiliare, bonds e azioni. E’ naturale che raggiunti certi livelli di prezzo ci debba esser il tracollo vero e proprio . Niente e nessuno può combattere la deflazione, è per questo che è così temuta. Ma la cosa grave è che ben pochi hanno il coraggio di dire che siamo già ora in piena deflazione chiaramente per paura. Certamente chi è indebitato anche di poco è già ora letteralmente rovinato, dal punto di vista finanziario. A dispetto dei vari sforzi delle banche c entrali, basta guardare il gdp area euro , russia Brazil e japan. Sta tracollando. Basta questo per certificare che la deflazione farà piazza pulita di chi ha seguito i consigli delle banche centrali e dei politici di turno………

andrea4891
Scritto il 4 Gennaio 2015 at 00:18

ironblade79@finanzaonline,

concordo pienamente

Scritto il 4 Gennaio 2015 at 03:49

It’s very difficult to determine at present to which extent the effects we’re seeing are temporary adjustments – not only after the financial crisis; at present in all expectations/re-a-spects: i.e, not only monetary! – or whether this’s a matter of more long-term structural changes.

Barro[§] has demonstrated how extreme events can have long-term effects on real interest rates, for example. The duration of the disaster – for example, one year or five – may be secondary.

In an International context, a distinction between local and global disasters could be applied to events such as “regional financial crises”.

The low returns on government bills – during some wartime contractions, for example – depend on another factor, akin to partial default or loss of property rights.

Default probability can be introduced/analized in a number of ways.

The default never occurs in normal times but occurs with a constant probability “q > / = 0” when a v-type disaster occurs – (the probability “q” is a pure number, whereas the probability “p” is per unit of time).

The results can change when equity shares represent a claim on only a part of GDP and consumption.

The equity premium is higher than in the baseline model if the ratio of equity payments to consumption is procyclical, in particular, low in the wake of a disaster.

The pattern of Barro arises, for example, with leverage – when the ownership structure for trees includes fixed claims (bonds) as well as equities.

Another possibility is that the ratio of consumption to GDP is countercyclical (because the ratio of investment to GDP is procyclical). In the model of the article/paper, Barro didn’t analyze these mechanisms.

However, to get an idea of the potential effects, it may be reasonable to consider values that exceed observed debt-ratios of around 0.5.

If productivity growth doesn’t recover, the repo rate may also be lower in the long term.

It may also be the case that the global propensity to save decreases more rapidly than expected or that global investments recover more rapidly than expected, pushing up global interest rates.

However, saving propensity is usually sluggish and both the IMF and the OECD forecast that “the high global saving propensity will persist over the medium term”.

It thus seems reasonable to expect global interest rates to remain low in the years to come.

l- – – – –

l-§-l R. J. Barro, “Rare disasters and asset markets in the twentieth century”, [in] The Quarterly Journal of Economics: Volume 121, Issue 3 – August 2006, Pp. 823-866

http://dash.harvard.edu/bitstream/handle/1/3208215/Barro_RareDisasters.pdf?sequence=2

– – – – -l

サーファー © Surfer

Scritto il 4 Gennaio 2015 at 14:18

@finanza,

…FOSSE FACILE….

Scritto il 4 Gennaio 2015 at 16:17

DT,

Of easy/-/ING – like facilitated! – there’s nothing (in the life, generally!), however just know that the range of positions is different from what we’re told – “officially”, and not.

Barro’s analysis is ILLUMINATING – in/for all (also as if dated). It’s current/actual – and I wrote/reported it; “only”!

How many knew or know him? In few, if any – for sure.

I guess you didn’t read carefully.

Re-read for understanding!

“Is crazy whom plays, but is also crazy whom doesn’t play” – especially when have changed and will change the property rights” – [temporary: at present/now and long-term].

The temporary aspect/situation, in the real (!actual!) scenario that we’re living, will no longer exist!

The important thing is to know and be informed – the various events we’ve seen and that we’ll see – !we will see! – don’t allow and will not allow ignorance.

サーファー © Surfer [“Is crazy whom plays, but also crazy whom doesn’t play” – ignoring always what they write and report the newspapers: it’s just garbage! .G_A_R_B_A_G_E. Better to be informed (and “to know”, now). There will be no saints and gentlemen, after. AFTER! O_N_L_Y those who know how to “surf” they will understand – to be saved!

https://www.youtube.com/watch?v=7E0fVfectDo … BECAUSE “is crazy whom plays, but also crazy whom doesn’t play”]

lampo
Scritto il 5 Gennaio 2015 at 10:39

@finanza,

Quello che mi preoccupa attualmente è la potenziale grave crisi che incontrerà la Germania a causa della guerra in ambito valutario ma soprattutto commerciale fra USA e Russia, Cina.

Ricordo che la Germania aveva fondato quasi tutta la sua economia sulla base delle esportazioni extraUE, soprattutto in Cina (dove finanziava anche le università cinesi al fine di insegnare il tedesco alla futura classe dirigente… in modo che poi scegliessero la Germania per stringere relazioni commerciali) e Russia.

Attualmente con il fatto che gli USA stanno spingendo per creare le loro aree di scambio commerciale Europea e Asiatica (esclusa la Cina in quest’ultimo caso… anche se non è detto che poi lei non si presenti alla porta… per vedere la reazione!), la Germania si trova letteralmente a dover cambiare le fondamenta della sua economia… nel giro di breve tempo, per evitare una grave recessione che dilagherebbe per tutta l’Europa.
Purtroppo in questi frangenti il QE non può assolutamente aiutare.
Proprio oggi leggo la notizia che la Russia in pratica ha dato l’ultimatum all’Europa: lasciate gli USA ed entrate nell’area di scambio commerciale Euroasiatica…
http://www.zerohedge.com/news/2015-01-04/russias-startling-proposal-europe-dump-us-join-eurasian-economic-union

Poche settimane fa è stato deciso di interrompere il progetto del South Stream… che doveva fornire il gas all’Europa meridionale…

In pratica, per la prima volta dal dopoguerra, l’Europa rischia di essere stritolata tra l’attuale conflitto valutario, energetico e di predominio finanziario in corso fra USA e Russia, Cina.

E la Germania deve decidere da che parte stare… ed in gran fretta.
Ovvio che avendo le basi Nato la risposta più plausibile è verso gli USA… ma ciò implicherebbe quanto detto prima, ovvero un cambiamento di fondamenta della sua economia.
Nel frattempo… il PIL contraendosi per i mancati scambi commerciali… di cosa vive?

Scritto il 5 Gennaio 2015 at 13:10

lampo,

La Germania deve decidere da che parte stare. Ovvero noi pagheremo le conseguenze delle decisioni altrui

lampo
Scritto il 5 Gennaio 2015 at 15:07

Danilo DT,

La Germania sai già da che parte starà, visto che controllano bene “le comunicazioni”.
Altrimenti stanno poco a trovare un sostituto, viste le elezioni in arrivo.

Il bello è che tutto questo crollare del petrolio, euro, ecc. sul breve giocherà a favore per l’economia europea, però solo sul brevissimo tempo… poi se gli intrallazzi geopolitici non si sistemano (accordo fra le parti…), vedrai come quel poco di effetto positivo si trasforma in sfiducia, con le ovvie conseguenze.

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