TASSO FED: ora il mercato sconta il primo rialzo a settembre

Scritto il alle 10:00 da Danilo DT

300px-US-FederalReserveBoardSembra quasi che il mercato stia passando una fase di “stanca”. Un susseguirsi di alti e bassi in attesa che capiti qualcosa. Magari lo start ufficiale del QE, oppure qualche news dagli USA.
Ma l’apparenza inganna.

Pensate che il mercato sia fermo o si muova poco? Beh, invece qualcosa si sta muovendo. Non parlo dell’azionario. L’equity rappresenta il lato più emotivo del mercato e diventa una “conseguenza” nel breve periodo.
Sapete come tengo in considerazione l’operato delle banche centrali in quanto lo considero un vero “termometro” con cui poi vengono parametrate le emozioni degli operatori, quantomeno nel breve.
Giorni fa vi ho parlato della “pazienza” della Yellen.
Si è preparato un rialzo dei tassi, ma non subito: “almeno nei prossimi due meeting del FOMC”
Saranno i dati macro a dare la direzione. Ma i mercati, nel frattempo, si stanno muovendo.

Future FED in movimento

future-fed-fund-rate

La cosa mi ha incuriosito in quanto in pochissimi giorni la curva future sul tasso FED ha subito un’impennata importante.

Per farla breve, stiamo tornando ai livelli di inizio anno, ma la cosa impressionante è vedere DOVE era la stessa curva non più tardi di un mese fa. E’ come se il sentiment degli operatori si sia nuovamente spostato verso un più prossimo rialzo dei tassi.
Ora si scommette su settembre 2015.
I mercati hanno sempre ragione anche se cambiano spesso parere. Nel dubbio resto dell’idea che il primo rialzo lo vedremo a fine anno se non nel 2016, anche perché se la FED alza i tassi OGGI, qualcuno mi deve spiegare PERCHE’ lo fa.

STAY TUNED!

Danilo DT

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6 commenti Commenta
lucianom
Scritto il 4 Marzo 2015 at 11:43

Ieri a modo mio lo avevo accennato, grazie della spiegazione suffragata anche dal grafico.

ob1KnoB
Scritto il 4 Marzo 2015 at 13:45

Questione di credibilità? C’era una volta la banca centrale che operava sulla scorta di rilevazioni dei fattori economici e monetari a più ignoti. Con questo garantiva la sua indipendenza nell’ortodossia delle iniziative e la sua autonomia dalla politica. Solo ex-post giustificava il suo operato. Ora siamo nel periodo della ‘trasparenza’….ovvero le politiche monetarie vengono ‘condivise’ con il mercato quasi che queste vengano, sembra eh.. solo sembra, definite sotto dettatura. D’altra parte i membri stessi della nomenclatura Fed hanno origini sempre più frequentemente riconducibili al gotha delle banche d’affari. Poco, poco, che il dubbio che questi siano portatori di interessi difficilmente confondibili emerga . Detto ciò c’è il dubbio della credibilità. Si doveva raggiungere la crescita, poi l’inflazione, poi l’occupazione ed i target dell’operazione qe, 1 2 3 sarebbero stati ottenuti. Ma la loro certificazione passa inevitabilmente per l’operazione di ripristino della normalità finanziaria. Quindi per attestare il mission accomplished i tassi devono tornare a salire dopo 7/8 anni dall’ultimo rialzo dei tassi. Diversamente non si può trarre altra conclusione che la ripresa nominale Usa è figlia esclusivamente della dilatazione dei deficit di bilancio federali e dello stesso fenomeno nel bilancio Fed. Bel dilemma..ogni volta si è provato a prospettare il ripristino della normalità le borse Usa hanno fatto subito capire la loro opinione al proposito. Oltretutto gli Usa hanno la responsabilità, per mezzo delle banche (quasi azioniste Fed) di aver spinto perchè queste politiche venissero adottate nel tempo da tante altre aree economiche. Brutta brutta cosa si dovesse appalesare l’inutilità di queste. Quindi aspettare, aspettare, aspettare…da ‘considerevole periodo’ a ‘pazienza per un tot di meeting’ a ‘pazienza’ e basta magari alla prossima…’ancora un momentino..adesso adesso..quasi quasi ci siamo’. Solo che aspettando, alla lunga, si certifica il fallimento. Dipingiamola come vogliamo ma i GDP del globo stanno rallentando, 20 banche centrali hanno abbassato i tassi, in qualche caso addirittura a negativi, gli utili societari vengono visti in ribasso sistematicamente, le materie prime scendono, scendono i noli, scendono sistematicamente i prezzi alla produzione da mesi e mesi, una botta al cambio di qui e due settimane dopo una botta al cambio di la’ per rimediare e intanto passa il tempo.
Lapalisse: Meglio un fallout dei mercati adesso quasi certo in caso di rialzo o un ancor più certo e più grosso crollo tra un po? Meglio aspettare…ancora un momentino, adesso adesso, ecco che arriva. Tanto nessuno suonerà la campanella.

kry
Scritto il 4 Marzo 2015 at 14:53

ob1KnoB@finanzaonline,

Sperano ancora nell’ inflazione magari manipolando al rialzo petrolio, rame e derrate alimentari e poi … ( comunque ) si salvi chi può.

ob1KnoB
Scritto il 4 Marzo 2015 at 18:40

bedda matri….
https://www.frbatlanta.org/cqer/researchcq/gdpnow.aspx

michi81
Scritto il 4 Marzo 2015 at 22:19

ob1KnoB@finanzaonline,

Grazie per il link, molto interessante. Però guardando le vecchie serie storiche si nota che il GDP Now è un indicatore abbastanza ballerino, perciò potrebbe tranquillamente ritornare sui suoi passi in poche settimane.

lampo
Scritto il 4 Marzo 2015 at 23:11

Post confermato da FED (Evans) stasera:
– rialzo tassi prematuro può danneggiare credibilità
– bassa inflazione resta preoccupazione
– giugno sembra troppo presto per alzare tassi
– inizio 2016 possibile tempistica rialzo tassi

Quello che apparentemente non mi spiego è il crollo dell’euro. Avrebbe dovuto rafforzarsi ma probabilmente si sono focalizzati sulla Polonia e sulla manovra “un po esasperata” sui tassi. Segni che la paura della deflazione… serpeggia ancora MOLTO.

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