SURPRISE! La FED alzerà i tassi di interesse molto presto. A parole.

Scritto il alle 09:20 da Danilo DT

yellen-dovishFermi tutti. Contrordine. La FED alzerà i tassi di interesse prima di quanto si possa pensare. Certo non a giugno ma in autunno probabilmente si. O per lo meno questo è quanto la “colomba della FED” Janet Yellen vuol farci credere,malgrado il suo stile tradizionalmente molto “dovish” e quindi “espansivo”.

E’ appropriato aumentare i tassi di interesse se l’economia continuera’ a migliorare. Lo ha affermato il presidente della Fed, Janet Yellen aggiungendo che “l’aumento sara’ graduale e ci vorranno diversi anni prima che tornino a un livello di normalita’”. In ogni caso, il numero uno della Fed ha spiegato che la banca procedera’ ad un aumento se l’economia americana fara’ meglio rispetto a un primo trimestre fiacco e se i venti contrari, sia negli Usa che all’estero, caleranno. (AGI) .

Anche in questo caso il consiglio che posso dare io è cercare di andare “oltre” alle parole scritte.
Che l’aumento sia graduale e progressivo, e che ci vorrà del tempo per tornare alla normalità questo è palese, altrimenti il mercato lo vedrebbe come un elemento destabilizzante.

Per tornare alla normalità ci vorrà certo del tempo. Ma …ci torneremo mai? Facciamo attenzione, l’economia USA (la stessa Yellen lo ha detto in più occasioni) sta vivendo una fase di crescita economica qualitativamente NON soddisfacente, malgrado dati e numero sul mondo del lavoro che SULLA CARTA sono molto soddisfacenti.
E poi la stessa Yellen, in perfetto “balance style”, quasi si rimangia tutto dicendo che lo farà se…se…se…

In realtà la Yellen vuole evitare che l’euforia irrazionale prenda piede sui mercati ancor di più oggi che siamo alla vigilia della “fase estiva”, con volumi molto più sottili e quindi volatilità potenzialmente più pericolosa. Meglio far capire al mercato che tutto può essere, e che non è escluso un rialzo dei tassi a sorpresa in autunno. Anche se, secondo me, sono minacce INFONDATE. Ripeto, pareri personali ampiamente discutibili, e spero che proprio nei commenti siano oggetto di discussione, visto che, siamo sinceri, finora è stato facile per gli investitori fare soldi: in futuro lo sarà molto meno…

PUNTO PRIMO

rialzo-tassi-fed-quando

Questo grafico per certi versi spaventa un po’ la Yellen. E’ un grafico che rappresenta la visione del mercato e degli operatori sulla tempistica del famigerato primo rialzo dei tassi USA. Fin troppo evidente: continua ad essere condivisa la linea che i tassi non saliranno prima del 2016.

PUNTO SECONDO

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Se si alzano i tassi ci deve essere una motivazione assolutamente predominante: ovvero inflazione che sale oltre certi livelli. Questo è il grafico (che ormai già conoscete) che rappresenta l’inflazione prevista tra 5 anni per i 5 anni successivi.
Non mi sembra che ci siano dei particolari segnali di surriscaldamento, anzi. E’ evidente una certa “piattezza” dopo un downtrend più che evidente.

Dite che questo grafico guarda troppo lontano e sarebbe meglio monitorarne uno più “a breve”? Molto bene, permettetemi però almeno di usare il grafico dell’inflazione core con esclusione di cibo ed energia, altrimenti non ha nessun senso.

inflazione-core-eurozona-uk-usa

Se raffrontiamo UK ed Eurozona è evidente che l’inflazione core USA ha tenuto molto meglio, ma comunque non sta dando segni di surriscaldamento e quindi ipotizzare oggi un rialzo dei tassi è quantomeno prematuro.

PUNTO TERZO

Malgrado i buoni dati sulla disoccupazione, è chiaro che la Yellen è delusa dalla produttività e dall’aumento dei salari. Sono due fattori strettamente legati. Gli incrementi di produttività sono necessari per sostenere l’aumento dei redditi nel corso del tempo. La stessa Yellen ci dice che…

“Il tasso di crescita della produttività per ora lavorata ha avuto una media di circa l’1,25% nel settore delle imprese da quando è iniziata la recessione del 2007, che ha portato ad un calo dei guadagni in media del 2,75% rispetto alla media del decennio precedente”. (J. Yellen)

Cari amici, se poi manca un tassello fondamentale come un consistente aumento dei salari, come si può giustificare un aumento dei tassi? Lo si deve fare solo perché il mercato “se lo aspetta”? Non credo proprio. Se ci sarà un rialzo, ci saranno delle motivazione chiare ed importanti, altrimenti significherebbe tarpare le ali ad un’economia che crescita strutturalmente non così solida, e condizionare negativamente il più importante strumento su cui le banche centrali montano la loro strategia. Il sentiment e la fiducia.

Ecco perché i mercati non vedono a breve il rischio di rialzi tassi in USA. Ecco perché continuo a considerare valido questo grafico pubblicato qualche giorno fa. In massima sintesi, +0,25% tra 7 mesi.

tassi-impliciti-rialzo-tassi-usa

++ IMPORTANTE ++

Per non perdervi nulla, vi consiglio di leggere, se non lo avete ancora fatto, i due post del week-end.

– il PRIMO sulla BOLLA SPECULATIVA CINESE
– il SECONDO sulla CRISI GRECIA

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1 commento Commenta
john_ludd
Scritto il 25 Maggio 2015 at 11:13

è tutto meglio di qualunque serie TV !

“In realtà la Yellen vuole evitare che l’euforia irrazionale prenda piede …”

come il maestro Alan tanti anni fa; dopo avere fatto l’impossibile per creare le condizioni ideali per una bolla epica afferma di essere sorpreso/a per l’esuberanza dei mercati … ma certo, come no

inflazione core all’1,8% … fichi sti uanagana. Hanno la sanità appaltata a monopoli privati i quali se ne sbattono di considerazioni di natura diversa dal “devo battere la trimestrale precedente” e siccome si alzano i costi alzano ancora di più i premi. E così Jimmy e Bobby, i più tonni della galassia, spendono 2 volte uno svizzero per avere cure di qualità pari a quelle del Portogallo (o peggio). Avanti così, vediamo la prossima puntata.

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