Super Euro. Un trend che è destinato ad invertire violentemente.

Scritto il alle 11:25 da Danilo DT

Analisi del cambio Euro Dollaro con grafico di lungo periodo.

Il FOREX resta un mercato sempre di difficilissima lettura e il cross EUR USD non fa eccezione. Sono molteplici i motivi, le giustificazioni, le scuse che si possono trovare per poter commentare e giustificare un trend, una tendenza, una reazione.
E molteplici sono i meccanismi e le dinamiche che “comandano” sulle valute, sia per il breve, per il medio che per il lungo termine. Per rinfrescarvi un po’ la memoria, riprendetevi questo post, credo possa esservi utile.

L’amico lettore Gianni mi ha girato via email l’ultimo report di Citigroup che parla appunto di forex e nella fattispecie di cross EUR USD. La mia premessa credo sia d’obbligo. Impossibile poter prevedere oggi la tendenza del cross EUR USD. Sono veramente tantissimi i punti interrogativi. Quello che posso mettere in evidenza è questo grafico.
Come ben sapete, i miei calcoli mi portano a vedere (fair value) un cambio Euro Dollaro che tende a convergere verso area 1.20: quando? Impossibile dirlo proprio a causa dell’influenza di banche centrali, tassi di interesse, deficit commerciale ecc ecc.
Però è indiscutibile che in questo momento, analizzando il differenziale di tasso tra i titoli USA e dell’Eurozona, un cross in area 1.37 è ingiustificabile

Cross EUR USD + differenziale tasso USA vs Eurozona

Lasciando da parte questa premessa, torniamo al report di Citigroup,  dove mi veniva fatto notare un grafico carino che (per gli amanti dell’analisi tecnica) proietterebbe il cambio ben al di sotto del mio target in area 1.20.

Come vedete è un grafico di lungo periodo ma che diventa interessante se paragonato con quanto successo negli anni ’90.
Come tante altre cose, è sempre una questione di tempo. Anche perché, come detto, un cambio sopra area 1.40 sarebbe difficile da digerire per l’Eurozona e poi, non dimentichiamocelo. La Bce ha tante armi da sparare in caso di necessità. Il tempo ci dirà. Intanto teniamo conto di questa analisi.

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Danilo DT

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4 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 2 Aprile 2014 at 12:49

credo che un cambio sotto 1,20 porterebbe alla fine dell’euro, i capitali fuggirebbero a velocità ipersonica. Già sotto 1,30 ci sarebbero tensioni in Germania sotto l’aspetto inflazione. Il patto in Germania è “accontentatevi degli stipendi che avete e in cambio avrete aiuti pubblici e zero inflazione”. Se il patto si rompe, si rompe tutto. Un cambio basso farebbe inferocire tutti i partner commerciali dell’eurozona: già con il cambio attuale la Germania ha un avanzo al 6% e l’eurozona al 2%. Un cambio più basso non necessariamente sarebbe un gran beneficio per i periferici che si troverebbero sempre a parità di cambio con il loro maggiore competitor. Il fatto incontrovertibile è che l’eurozona non funziona in assenza di trasferimenti fiscali, di una politica del lavoro comune etc… Singolare infatti è che già oggi l’Italia offre una precarizzazione assai superiore alla Germania mentre l’unica proposta sul campo del sedicente governo di sinistra Renzi è una ulteriore precarizzazione. Con questo non voglio dire che alla fine il cambio non vada a 1,20, a me l’euro non piace da un punto di vista fondamentale perchè inerentemente instabile e trovo estremamente pericoloso affidarvi tutto quanto si possiede. Resto dell’idea che per vedere un reale deprezzamento dell’euro è necessaria la riduzione della politica monetaria espansiva in Giappone in USA (dove è stata sì ridotta ma sono sempre 50 miliardi/mese)

paolo41
Scritto il 2 Aprile 2014 at 15:30

ma non ti ci fanno andare a 1,20 !!!!! Ci sarebbe una difesa generale in primis da parte Usa e poi Japan , Cina che sono sempre strettamente collegati . Dobbiamo renderci conto che siamo già in presenza di una battaglia valutaria e, salvo episodi temporanei e sporadici, l’attuale situazione è accettata dal contesto generale……

fred81
Scritto il 2 Aprile 2014 at 15:58

john_ludd@finanza: Il fatto incontrovertibile è che l’eurozona non funziona in assenza di trasferimenti fiscali, di una politica del lavoro comune etc…

Esatto: bisogna fare la Federazione europea. Facciamo il primo passo: chiediamo alla Commissione europea il lancio di un New Deal finanziato con un aumento del bilancio europeo.

L’iniziativa dei Cittadini Europei (strumento previsto dal Trattato di Lisbona: 1 milione di cittadini europei può presentare una legge di iniziativa popolare alla Commissione europea.)

http://www.newdeal4europe.eu/

chiede questo. Serve un milione di firme! Firmiamo!

john_ludd
Scritto il 2 Aprile 2014 at 17:03

fred81@finanza,

ci hanno già provato Varoufakis, Holland & Galbraith, mica fichi secchi !

risultato = zero, neanche ricevuti dai cardinali di Bruxelles…

questa l’ultima versione, ragionevole ma senza speranza

http://yanisvaroufakis.eu/euro-crisis/modest-proposal/

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